LA POESIA DI WISTAWA SZYMBORSKA, PREMIO NOBEL 1996.

WISTAWA SZYMBORSKA (Cracovia 1923 - 2012)

Quando alla poetessa polacca (di Cracovia, 1923-2012) Wistawa Szymborska nel 1996 le venne conferito il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura molti furono presi alla sprovvista nonostante il suo nome fosse già molto noto, anche fuori dai confini della sua patria. E nonostante Josif Brodskij, suo connazionale e anch'egli premio Nobel, avesse già indicato, molti anni prima, il nome della Szymborka come la maggiore poetessa polacca contemporanea. Molti critici pensarono sostanzialmente che fosse stata scelta per motivi politici poiché la sua poesia non possedeva lo spessore letterario necessario tale da meritarsi un premio così prestigioso come il Nobel. D'altra parte ella nella sua lunga vita non aveva neppure scritto molto e le sue poesie si possono contare in pochi volumetti. Soltanto quando avrà l' attenzione internazionale puntata su di sé, grazie al  Nobel, si avrà una proliferazione considerevole di pubblicazioni in tutto il mondo. Ad eccezione di alcuni testi giovanili (dedicati a Stalin), rimossi per sua volontà, tutta la sua produzione letteraria verrà messa in vetrina.   
In Italia i suoi libri sono tradotti da Pietro Marchesani (suo l'antologico "Elogio dei sogni" sul cui testo sto scrivendo questa nota, ndr) e pubblicati dalla Adelphi. 
Possiamo considerare la poesia della Szymborska come una forma di impulsiva e considerevole interpretazione della vita osservata attraverso le lenti debordanti della felicità e dell' amore mai così fondamentali, - nella casualità degli eventi che appartengono al nostro mondo - con immagini che fissano momenti a volte in maniera confidenziali quasi sempre accompagnate da acute riflessioni. Spesso con misurata nostalgia e soverchiante dolore. Oppure come scrive Franco Marcoaldi "... nello spazio di pochi versi un evento qualsiasi, in apparenza trascurabile, spalanca al nostro sguardo le cose prime e ultime della vita", con una scrittura dai tratti cristallini, pregna di abbondanti particolari poetici che risaltano figure e attimi di positiva ritrovata intimità. 
Il miracolo della vita, che la grande poetessa legge con intensità pari alla sua grandezza d'animo nel corso della cerimonia a Stoccolma, è la testimonianza che viene pronunciata attraverso una dichiarazione d'amore solenne rivolta al mondo contemporaneo <Il mondo, qualunque cosa noi ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità  e dalla nostra impotenza di fronte a esso, amareggiati dalla sua indifferenza (...) questo mondo è stupefacente> (Pietro Marchesani). 
Una dichiarazione di inusitata potenza evocativa.. 
LUIGI CIAVARELLA

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