"DURANTE TUTTO IL VIAGGIO LA NOSTALGIA NON SI E’ SEPARATA DA ME” , poesia di NAZIM HIKMET




Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me 
non dico che fosse come la mia ombra 
mi stava accanto anche nel buio 

non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi 

quando si dorme si perdono le mani e i piedi 

io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno 

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me 

non dico che fosse fame o sete o desiderio 

del fresco nell'afa o del caldo nel gelo 

era qualcosa che non può giungere a sazietà 

non era gioia o tristezza non era legata 

alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi 
era in me e fuori di me. 

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me 
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

NAZIM HIKMET




Pur nativo di Salonicco (oggi importante città greca)  Nazim Hikmet (1902 - 1963) è considerato uno dei maggiori poeti turchi del novecento. Ha vissuto una intera esistenza ad affermare i propri principi ideali di combattente per la libertà e l'indipendenza di pensiero e per questo motivo è stato sempre osteggiato dal potere. Più volte esiliato, egli ha saputo trovare un equilibrio tra poesia e impegno civile che gli ha consentito di dare voce e sostanza alle tante istanze degli emarginati, sostenendo i diritti umani calpestati. Da vero comunista qual'è sempre stato ha avuto una vita molto travagliata. Ha subito persino il carcere per le sue idee e per le sue continue denunce prime fra tutte lo spaventoso genocidio degli armeni perpetrato dal governo turco. Il poeta è sempre stato visto, dalle varie autorità che si sono sucedute nel tempo in Turchia, in prospettiva come un pericoloso sovversivo. .
Dal punto di vista letterario Nazim Hikmet ha rivoluzionato la metrica adottando il verso libero, infrangendo così un tabù, subito seguito da altri poeti. Il suo libro più importante è <Paesaggi umani> con testi scritti nel carcere durante il periodo 1941 - 1945 i quali raccontano l'umanità varia incontrata in quei luoghi infernali : compagni di pena, custodi, infermieri, contadini etc. figure che vengono descritte con una vividezza impressionante, in realtà si tratta di una potente rappresentazione del genere umano che accumuna le tante voci che agitano la sua condizione.  
Una umanità che si svela ai suoi occhi. Un racconto corale, impetuoso che troverà ascolto in occidente ma ostacolato nel suo Paese. Il volume avrà una vita avventurosa, uscirà a frammenti, riuscendo tuttavia, dopo tante avventure, ad ottenere la giusta considerazione del mondo culturale (grazie sopratutto a Jean Paul Sartre, paladino dei diritti umani) a tal punto che il suo nome verrà proposto per una candidatura al Nobel nel 1950. 
La poesia sopra descritta delinea ombre di nostalgie che accompagnano un viaggio, sentimenti di distacco, contrastanti, e, infine, la riflessione che ne consegue che assume la forza di una voce interiore, malinconica, triste, che scava nell' animo umano. 
Come d'altronde può accadere in questo autunno pieno dove tutto può nascere ma anche dove tutto può morire


Luigi Ciavarella





     

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