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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

QUANDO LALLI TENNE UN CONCERTO IN PAESE.

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  Questo articolo lo scrissi nel 1999 alla vigilia della manifestazione multimediale "Mo' L'estate" creata da Stefano Starace nel 1994 (con la presenza di artisti eccezionali quali Ciro Iannacone, i Groovers, i Sangue Misto e i Giamaica Sound con Antonio Francavilla) per presentare, su suo invito, la cantautrice Lalli, che si sarebbe esibita nel corso dell' evento. L'artista torinese effettuò due spettacoli a San Marco in Lamis che trovarono un consenso unanime da parte dei numerosi spettatori intervenuti per ascoltare le sue composizioni.  La presenza di Lalli  a San Marco in Lamis (Marinella Ollina all'anagrafe, Asti 1957 ma torinese d'adozione) coincide con lo straordinario momento di forma creativa che sta attraversando l’artista piemontese. Infatti, i suoi ultimi lavori, Tempo di vento  e Tra le dune e qui , pubblicati tra la fine dello scorso anno e   maggio di quest’anno, rispettivamente da Il Manifesto (quindi a prezzo contenuto) e dalla Beware

LUCIO BATTISTI E IL SUO CANTO LIBERO.

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  Riflettori su uno dei cantautori italiani più innovatori, stimati ed amati di sempre che, insieme a Mogol, ha condotto la canzone italiana oltre il guado della tradizione. I suoi dischi e la sua musica senza tempo. La vita artistica di Lucio Battisti inizia proprio nell'attimo in cui incontra il “paroliere” Mogol, autore peraltro già affermato nel mondo della canzone italiana, negli uffici della Ricordi. Siamo nella metà degli anni sessanta quando i due si intercettano in una Milano che si apre alle grandi trasformazioni musicali che stanno arrivando da oltre confine. Mogol è un autore di stampo “tradizionalista” ed è già famoso nel suo ambiente avendo tradotto molte canzoni famose e scrivendone oltremodo di originali per cantanti italiani famosi. L'incontro tra i due, dopo un periodo di prove, si rivela subito proficuo per una serie di ragioni. In primis per l'approccio nei confronti delle composizioni, nuovo, originale. Lo stesso Mogol, che finora aveva scritto test

LE PIETRE MILIARI DEL ROCK: "EAT AT PEACH" DEGLI ALLMAN BROTHERS BAND.

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  The Allman Brothers Band “Eat a peach”, 1972 (Capricorn) Blues, Southern-rock di  Antonio Del Mastro Nel Febbraio del 1972 dopo la morte del mitico Duane Allman (Skydog) avvenuta pochi mesi prima a causa di un fatale schianto di moto, viene pubblicato su doppio album questo magnifico e pregevole lavoro della band americana. Tutti i componenti, Gregg Allman , Dickey Betts , Berry Oakley , Butch Trucks e Jay Johanson rispettivamente voce, chitarra, basso, batteria e percussioni, decidono di proseguire con la band nonostante la mancanza di Duane (cosa affatto non banale all’epoca, vista l’importanza del leader e session-man del gruppo). Composto in parte da incisioni in studio e in parte da brani live del mitico concerto al Fillmore East del 1971 (altra pietra miliare indiscussa e tra i migliori live della storia del rock), l’album segna anche l’inizio di un graduale allontanamento dalle origini più blues. Infatti nei successivi lavori, in cui Betts e Gregg diventano i leader