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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

COME SCOPRIMMO I DEEP PURPLE.

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Abbiamo scoperto i Deep Purple con “Black Night”, il micidiale singolo (che conteneva sul retro un altro pezzo forte come “Speed King”) credo nell'estate del 1970, sulla scia di un genere (l'hard rock) che era improvvisamente esploso in tutta Europa e di conseguenza anche in Italia. Prima di quella scoperta a 45 giri credo che nessuno conoscesse il loro passato. Per esempio nessuno immaginava che prima c'erano stati addirittura altri quattro album (da “Shades Of” al “Concerto For Orchestra”), il successo di “Hush” e quant'altro. T utti pensammo che fosse quello il loro debutto e, a pensarci bene, non sbagliavamo poiché fu con quel microsolco, fresco ed esplosivo, che i Deep Purple inaugurarono una nuova stagione: l'hard rock spettacolare del Mark II. Infatti non fu difficile scoprire che il 45 giri era estratto dal loro album “In Rock”, anche se non vi conteneva “Black Night”, uscito soltanto come singolo-apripista. Quell'album tuttavia ci aprì le porte della c

ZUPPA DI CRAUTI A MERENDA.

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  U n accenno alla mia personale esperienza con il Kraut Rock tedesco dei settanta. Sull'universo musicale tedesco che va dalla fine degli anni '60 e si ferma soltanto davanti alla furia devastante del punk nel '77, molto sinteticamente denominato Kraut Rock o Cosmic Rock a secondo del senso che si vuol dare a quella musica prodotta in terra germanica, abbiamo avuto molta letteratura. Molti indicano come filo rosso l'esperienza espansiva dei Pink Floyd, captate con profitto da quelle parti, quale origine del genere; altri invece, più attenti, invece attribuiscono alla natura sperimentale (e alla loro tradizione classica-esoterica) di quegli artisti e quelle formazioni che hanno guardato sopratutto dentro le loro radici musicali. In entrambi in casi, considerata la varietà dei suoni espressa, possiamo dire che tutti e due hanno la ragione dalla loro parte. Insomma la musica rock tedesca dei seventies assimila tanto la tendenza avanguardistica e minimale, senz'alt

BENTORNATA PRIMAVERA, NONOSTANTE TUTTO.

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Siamo nel pieno del vortice pandemico con tutte le manifestazioni nefaste che stiamo assistendo giorno per giorno, con un piano vaccinale che non decolla e le difficoltà delle tantissime attività commerciali che si stanno ulteriormente aggravando. In questo clima di dolore e di grave disagio mi unisco alle parole del nostro presidente del consiglio, Mario Draghi, che da Bergamo, nella triste ricorrenza, ieri ha voluto inviare alla nazione un segnale di speranza : Dobbiamo essere uniti. Ce la faremo. Anche questo breve filmato ci parla di rinascita, oltre che di speranza, attraverso la testimonianza delle belle immagini del bosco "Pozzatina" con i suoi mandorli in fiore, dove la natura riprende a sbocciare, dopo un periodo di letargo. Dove la vita dei campi si riprende il suo diritto dopo un lungo, duro inverno. La primavera è il simbolo stesso della rinascita, un inno alla bellezza della vita che ritorna a pulsare. Una metafora che ben si conforme alla speranza di questi gio

RAFFAELE CERA, FENOMENOLOGIA DI UNA CATARSI.

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  “ E' uno scarto psicologico che fa riflettere sul potere della musica di modificare in maniera decisiva la capacità dell'essere umano di fronte alle diverse situazioni esistenziali in cui egli trova ad operare”. Vi è relazione tra football e Opera Lirica? Tra la Juventus e Puccini, per esempio? Un interrogativo che chiaramente presuppone due passione contrapposte per tanti diversi motivi anzi possiamo considerarle finanche agli antipodi, ma non per il professor Raffaele Cera che, innamorato da sempre di entrambe, si trovò, qualche settimana fa, nel dilemma di dover scegliere se seguire una gara della sua squadra del cuore, la Juventus, (che incontrava il Porto in Champion League) oppure assistere alla contemporanea trasmissione in TV dell'Opera “Turandot” di Giacomo Puccini. Il calcio contro la musica operistica, due eventi televisivi distanti quindi un bel problema per il professore. Io avrei scelto senza alcun dubbio la seconda soluzione ma per un tifoso come lui,

L'UOMO CHE SUSSURRAVA AGLI AQUILONI.

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  Compie oggi 70 anni Tommaso Nenna, uno dei personaggi più noti e amati del paese.   Di Tommaso Nenna (alias cumpà Tumass), che oggi com pie settanta anni, vanno ricordate un paio di passioni che egli ha saputo coltivare in due diversi momenti della sua vita: l'arte del ferro battuto, attraverso cui ha lasciato alcune opere d'ingegno davvero notevoli e, in età matura, la sopraggiunta (e sorprendente) passione per l'aereomodellismo, nella fattispecie il drone, che è un veicolo telecomandato le cui applicazioni sono molto in voga in questi ultimi tempi. Il ferro battuto lui lo ha imparato da giovane nelle officine meccaniche del noto fabbro locale  Vincenzo Serricchio , che fu essenzialmente un laboratorio o meglio una istituzione in paese per i tanti meriti che ha avuto nell'insegnare l'arte di lavorare il metallo a molti concittadini. Un mestiere che un tempo era molto richiesto per i tanti servizi che forniva, spesso anche con risvolti artistici per la part