VINILI & FETICCI, IL DISCO DA COLLEZIONE IN ITALIA.

Per entrare subito in argomento basta dire che il disco da collezione (sia esso a 33 giri che a 45 giri) viene valutato sulla base di alcuni criteri. Innanzitutto il valore fa la differenza a secondo dello stato di conservazione dello stesso. Regolarmente va da eccellente (M, praticamente come nuovo) a P (Poor) e addirittura B (Bad) in mezzo altre sigle (Ex, Good, etc.) che indicano una condizione più che buona dal punto di vista dell'usura. Poi occorre distinguere tra originale o ristampa, tra edizioni varie a secondo del Paese che ha prodotto quell'album. Anche tra gli originali vi è una distinzione tra vinile nero e colorato per esempio oppure numerato o con gadget. Sono tutti elementi che fanno la differenza. Per fare un esempio l'album del gruppo progressivo italiano Il Rovescio della Medaglia "Io come io" usci in due versioni: una regolare e l'altra in 500 copie con allegato un medaglione che si leggeva il nome del gruppo se riflesso davanti allo specchio. Tra i due vi è una sostanziale differenza di valutazione. Per restare in tema aggiungo che l'album del 1967 de Le Stelle di Mario Schifano, un artista molto apprezzato nei circoli artistici del bel paese, il quale alla pari di Andy Warhol, che aveva illustrato la copertina del primo album dei Velvet Underground (la famosa banana), fece altrettanto con la formazione torinese patrocinando l'opera. L'album già di per se molto raro se poi si aggiunge a ciò che alcuni vinili uscirono in versione picture badate bene che il suo valore raggiunge prezzi astronomici. 

Tuttavia riguardo gli album il periodo d'oro fu l'era progressiva italiana che va dagli inizi degli anni settanta sino a tutto il decennio. A secondo delle caratteristiche del disco il costo può variare. In genere il disco meno si è venduto è più valore acquista nel tempo. Se questi dischi poi hanno una copertina particolarmente pregiata artisticamente il valore aumenta. L'album omonimo degli Analogy del 1972 (che possiede uno scatto di copertina bucolica con la bionda cantante Jutta Nienhaus che posa nuda insieme al gruppo) sembra essere il pezzo più ricercato in assoluto, nonostante la ristampa dell' etichetta ligure Akarma. Seguono alcuni titoli che non ebbero alcuna fortuna nel periodo in cui vennero pubblicati ma che, nella frenetica corsa alla ricerca, acquistano un valore che va oltre l'effettivo merito artistico (Capitolo 6, Anonima Sound, Cherry Five, Jacula, Zora, etc.).

A questa lista di veri feticci occorre citare anche tutti quei nomi che hanno avuto successo ma che hanno in catalogo alcuni titoli che per qualche ragione sono considerati delle rarità. Faccio qualche esempio. Gli album originali dei New Trolls, l'omonimo, e "Concerto Grosso" (Fonit Cetra etichetta nera), pur non raggiungendo la quotazione dei dischi sopra nominati, fanno una loro dignitosa figura così come "Terra in bocca" dei Giganti, l'inusuale Concept del gruppo milanese che parla di mafia, "Nuda" dei Garybaldi che vanta uno stupendo disegno di copertina di Guido Crepax, il primo album del Banco del Mutuo Soccorso a forma di salvadanaio, "Inferno" dei Metamorfosi, l'album degli Alphataurus con la spettacolare copertina apribile, "Palepoli" dei napoletani Osanna, Museo Rosenbach, etc.  

Riguardo i 45 giri pubblicati in Italia resta il principio che il loro valore è determinato dalla notorietà dell'artista in relazione ai primi dischi pubblicati quando era uno sconosciuto. Quindi i primi 45 di Lucio Battisti (Per un lira), Vasco Rossi, Nomadi, Pooh, etc. sono i più ricercati però quelli che veramente hanno un peso sono quei 45 giri di complessi sconosciutissimi ma che sono compresi nella storia del beat dei sessanta. Nomi per specialisti ma che, grazie ad alcune ristampe in digitale effettuate negli anni novanta, hanno ricevuto una certa visibilità più ampia anche tra chi non pratica il collezionismo senz'altro meritoria (La On Sale Records di Italo Gnocchi è il punto di riferimento assoluto).

Diamo qualche nome secondo una lista fornita dai giornali specialistici (Raro! e Vinile  le riviste più importanti del settore): i Lupi (E' l'alba), i Diabolici ("Qualcuno forse piange/C'è una strada"_ cover di "The Wind Cries Mary" di J. Hendrix e "Hombourg" dei Procol Harum, con testo diverso rispetto alla versione più fortunata dei Camaleonti), poi seguono i Blue Boys, Messaggeri, Spettri, Vanguards, Epicurei 96, etc.

Va da sé che il tutto è condizionato dalla contrattazione tra chi vende e chi acquista, che avviene sopratutto durante le Fiere del disco da collezione molto diffuse anche in Italia compreso il nostro mezzogiorno, oppure on line dove maggiormente si possono combinare i migliori affari.

Aggiungo soltanto due cose: il disco senza copertina non vale quasi niente (a meno che non te lo compra colui che ha soltanto la copertina, e il vinile pesante dei 78 giri (eccetto la prima incisione di Little Tony per esempio), o album di musica operistica, classica, etc. (non hanno mercato) mentre il jazz ha una sua nicchia molto florida però affidata in questo caso alla discrezione dello scambio tra intenditori.

LUIGI CIAVARELLA            

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