LE PIETRE MILIARI DEL ROCK: "WHEELS OF FIRE" DEI CREAM.
di ANTONIO DEL MASTRO.
Pubblicato durante l'estate del 1968, primo doppio disco a ricevere un Platino nella storia, WHEELS OF FIRE è l’album che, per le sonorità e le diverse incisioni, rappresenta al meglio lo stile dei Cream.
Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker con
l’aiuto di Felix Pappalardi e Pete Brown (quest'ultimo fu paroliere alla corte dei Cream), lasciano un segno
indelebile in soli tre anni di matrimonio artistico. Inseriti nelle rispettive
migliori liste di musicisti, nonché considerati una delle migliori band della
storia, hanno sperimentato qualcosa che fino ad allora mai si sarebbe pensato
di fare, come dire tre galli in un pollaio.
Di matrice più classica ed
in perfetto stile Howlin’ Wolf e’ Sitting On Top Of The World, dove
il blues levigato fa emergere lo stile musicale di Clapton. Il brano successivo
è il classico riempitivo del gruppo, Passing The Time suonato da
Baker e Bruce, per niente orecchiabile e a cavallo di un proto rock non
ben definito.
In As You Said Bruce
si diletta con la chitarra acustica registrando una ballata melodica con un
lieve alternato pathos vocale.
Pressed Rat And Warthog è in stile jazz con
finiture progressive, come per descrivere il futuro della musica che a
breve cambierà diventando più complessa.
Those Where The Days evolve in un sound più psichedelico
ma con sperimentazioni jazz che si interrompono con il brano
successivo, uno dei classici brani blues, Born Under A Bad Sign.
Eric Clapton lo esegue perfettamente con il suo stile da “ slowhand ”, bello e
riconoscibilissimo.
Desert Cities Of The Heart mette perfettamente
insieme le abilità dei tre musicisti, miscelando un buon rock-blues con
accenni di pop.
Il secondo disco e’
interamente composto da quattro tracce live eseguite al famoso Fillmore West di S.Francisco. E tra queste ve ne sono due che secondo me, valgono l’acquisto
intero del doppio album.
Si narra che Robert
Johnson, chitarrista blues degli anni venti, fece un patto col diavolo per
poter suonare la chitarra meglio di tutti quanti, vendendo l’anima al diavolo.
Ne venne fuori il brano blues Crossroads. lo stesso che Eric Clapton
interpreta dal vivo in maniera encomiabile.
Quello che ricorda meglio
il suo stile inconfondibile è il rock-blues che lo renderà famoso e
inimitabile solista. Sicuramente altro episodio in cui i tre talentuosi convivono meglio con i loro strumenti creando qualcosa di buono, di orecchiabile e duraturo
nel tempo. Interpretazione fantastica da ascoltare e tenere in casa in
qualsiasi formato la si voglia. Semplicemente perfetta.
La lunga suite Spoonful,
cover di un brano di Howlin' Wolf pubblicata nel loro primo album, rappresenta
quasi 20 minuti di puro blues psichedelico suonato dal basso ipnotico di
Bruce. Eccezionale esecuzione con inserimenti strumentali improvvisati di
armonica e chitarra sul finale, una interpretazione magistrale del duo
Baker-Bruce.
Il brano Traintime ha
una sonorità più complessa, poco orecchiabile ma di sicuro interesse tanto da
ascoltarla più volte per apprezzarne il suo stile quasi fusion .
L’album si chiude con la
lunghissima jam strumentale Toad dove le percussioni di Ginger Baker occupano buona parte del brano che, con i giusti cambi ritmici di Clapton
e Bruce, ne fanno un ascolto obbligato per i puristi dello strumento.
Wheels Of Fire nonostante sia una pietra
miliare della storia del rock segna la fine del supergruppo che avverrà meno di un anno dopo con l’album Goodbye (realizzato più
per obblighi contrattuali), avviando i membri verso carriere solistiche. Un album
musicalmente eterogeneo come i precedenti ma complesso ed esasperato a tal
punto da averlo in qualsiasi collezione musicale che si rispetti.
Antonio Del Mastro
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