RISTAMPATO NELLA VERSIONE DELUXE IL VOL. 4 DEI BLACK SABBATH.


La lussuosa confezione contiene le versioni quattro CD o preferibilmente cinque vinili.

C'è un po d'Italia in questo gruppo rock nato nel 1968 a Birmingham (Inghilterra) sull'onda di una rinascita dell'hard rock inglese, con una nuova visione più sperimentale dopo la sbornia psichedelica che aveva caratterizzato buona parte dei sessanta di contenuti lisergici,  sopravvissuti sino a quel momento. 

I Black Sabbath prendono il nome da un vecchio film horror di Mario Bava (“I tre volti della paura” del 1963, pubblicato all'estero con il titolo “Black Sabbath”) e poi il fondatore, il chitarrista e leader della band Tony Iommi, aveva origini italiane. Nato a Birmingham da padre ciociaro e madre palermitana, Tony Iommi lo si può considerare come il leader e compositore principale della formazione. Lui che amava il jazz e aspirava a suonare quella musica finì, per qualche ragione, per rappresentare inconsapevolmente l' espressione più autentica del rock più duro e trucido nel mondo, aprendo così autostrade ad una miriade di band che su quei suoni perpetrarono un genere (il cosiddetto Heavy Metal, con tutte le varianti del caso), ancora oggi ben saldo nello spirito di centinaia di formazioni rock sparse in tutto il mondo.

I Black Sabbath erano formati oltre che da Iommi alla chitarra (Una Gibson SG modificata che farà scuola) da Ozzy Osbourne, il vocalist luciferino, Geezer Butler, al basso e Bill Ward alla batteria, una squadra compatta come poche, destinata a lasciare un segno tangibile nella storia della musica rock.

Dopo tre album leggendari, a partire dall'iconico debutto sino a “Master Of Reality” (1970), (in mezzo “Paranoid” il loro album più importante), i Black Sabbath pubblicano nel 1972 il loro Vol 4 che poche settimane fa è stato ristampato nella versione “DeLuxe” sia vinilica che compact (composta da 4 CD o 5 Dischi) seguendo la sorte degli altri lavori che l'hanno preceduta, per la gioia dei tanti estimatori della band.

Vol. 4 ritorna dunque quasi cinquant'anni dopo la prima uscita, con una inevitabile, nutrita, emissione di inediti e anche brani live tratti dai vari concerti che la band effettuò nel 1973 in Inghilterra (quarto CD mixato da Digby Smith, uno specialista). Il lavoro è di ottima qualità grazie al superbo lavoro di masterizzazione praticato sui masters (una note di merito per Steven Wilson), con nuovi "mixes" (sul secondo CD), false partenze, curiosità varie, etc., che arricchiscono senz'altro il prodotto di tante novità. Da aggiungere un book di 60 pagine, allegato alla confezione, illustratissimo, ricco com'è di tante foto, documenti e curiosità varie.

I Black Sabbath giunsero alla realizzazione di questo quarto titolo in un momento di particolare difficoltà. Devastati dalla droga e dalla scarsa ispirazione registrarono tuttavia l'album (ai famosi Studi Plant di los Angeles, USA, i preferiti di Jimi Hendrix) intitolandolo originariamente “Snowblind” (dal nome di un tipo di droga) ma, osteggiato dalla Vertigo, finì per intitolarsi con un generico Volume 4.

L'album a distanza di tanti anni regge bene il confronto. Brani come l'apripista “Wheel's Of Confusion”, che diventerà un classico, super imitato da migliaia di band in tutto il mondo, sino a “Saint Vitus Dance”, passando per “Snowblind”, “Tomorrow Dream” e, sopratutto le stupende “Changes” e “Laguna Sunrise”, classicheggiante e sentimentali, i Black Sabbath, nonostante tutto, sfornano un album che ancora oggi conserva un suo potente fascino e lascia una impronta nella storia non soltanto del mondo dell'Heavy Metal ma dell'intera storia del rock.

LUIGI CIAVARELLA




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