IL POMERIGGIO ANDAVAMO IN VIA ROMA

(Per guardare la vetrina dei dischi di Tonino Tardio).



Il primo negozio di dischi in paese che ricordo fu quello di Tardio situato nella centralissima via Roma. Da sempre gestito da Tonino Tardio, l'emporio forniva anche elettrodomestici, stufe, bombole a gas etc. accanto ai quali il proprietario aveva ritagliato un piccolo angolo dove aveva sistemato un giradischi. I dischi, che egli vendeva, stavano parte in una custodia sul tavolo ed altri dietro di sé in una cassettiera a scomparti mentre le copertina erano esposte in bella vista in vetrina intrecciati in un reticolato.

Quando passavamo in quella strada peraltro quasi obbligati davamo sempre uno sguardo alla grande vetrina che copriva una buona metà dell'entrata per verificare se ci fossero delle novità. Incuriositi qualche volta ci fermavamo per osservare quei quadretti di carta quasi sempre colorati, fantasiosi e seduttivi con cui fantasticavamo di acquistarne almeno qualcuno. Non era impresa facile ma noi ci credevamo. Molti titoli venivano scelti da Tonino dalla hit parade nazionale cioè dalle classifiche dei dischi più venduti che settimanalmente forniva il programma radiofonico allora presentato da Lelio Luttazzi. Tonino Tardio li ordinava e li esponeva in vetrina. Ma non vi erano soltanto quei motivi di successo poiché vi comparivano anche copertine di 45 giri di artisti e complessi stranieri, quelli di qualità s'intende, che erano già famosi all'estero, ma di cui pochi ne erano a conoscenza qui da noi tipo Rolling Stones, Bee Gees, Animals, etc. che uniti agli altri davano una idea di variabilità del prodotto. E' vero che erano nomi di successo in Europa quindi anche in Italia ma siccome erano dischi riservati quasi sempre ai giovani difficilmente questi avevano abbastanza risorse per comprarli. Infatti se ne vendevano pochi, quelli più richiesti invece erano i 45 giri di successo, musica leggera italiana che seguiva la moda, che vinceva qualche festival oppure che possedeva qualche novità assoluta che, pur proveniente dall'estero, aveva trovato da noi una degna traduzione in italiano. Le famose “cover” erano tra i motivi più richiesti poiché allora si traduceva tutto. Infatti vi furono fior di autori italiani che si impegnarono a trasformare liriche originali in storielle per innamorati, con testi semplici a volte persino banali al punto da diventare i nostri obiettivi d'acquisto, con il risultato che, non potendo avere gli originali, ci si accontentava dei surrogati. Un po come è successo con i Beatles i quali, seppure poco tradotti (anche perché in quei pochi casi il confronto era davvero mortificante), ottennero ugualmente un successo enorme ma non abbastanza da superare i Rokes, per esempio, che pur provenienti anch'essi dall'Inghilterra si erano sistemati in Italia con successo. I Rokes, vi sembrerà strano, erano più popolari dei Beatles e dei Rolling Stones messi insieme.


Il negozio dei dischi di Tardio pubblicizzava molto i Rokes perché sapeva che erano il desiderio di molti. I loro dischi si vendevano e si usavano anche per organizzare feste di ballo in compagnia di amici e amiche durante i fine settimana. Titoli come “C'è una strana impressione nei tuoi occhi”, “Lascia l'ultimo ballo per me”, “che colpa abbiamo noi”,  “Bisogna saper perdere”, etc. furono per noi giovani la quintessenza della musica giovanile, detta anche beat, che tanto era di moda in quel periodo.

Naturalmente vi erano anche altri complessi provenienti dall'estero che agivano in Italia (Motowns, Sorrows, i Primitives di Mal, etc.) ma con loro il rapporto era più sfilacciato, discontinuo, non referenziale come per i Rokes.

E così quell'angolo di paese diventava una tappa obbligata di passaggio, un luogo in cui fermarsi per controllare se ci fossero novità, per ammirare, per compiacersi nell'osservare quel collage di copertine colorate, quello spazio creativo. Un punto di riferimento insomma per molti giovani. Un negozio che seppure forniva materiale elettrico ed elettrodomestico aveva ritagliato un suo angolino sacro in cui molti di noi ambivano entrarci. Un mito.

Comprai alcuni dischi da Tonino Tardio quasi tutti in “società” con altri amici ma non conservo più nulla di quel momento se non il ricordo, sempre tenero, nostalgico, che si rinnova tutte le volte che passando di lì e gettando uno sguardo su quella vetrina ormai spoglia mi lascio suggestionare dal passato, tornando con la mente in quei tempi lontani in cui la nostra vita e quella del nostro paese avevano tutt'altro tenore, una loro semplicità disarmante, una energia unita alla speranza del futuro difficilmente riscontrabili, per tanti motivi, ai giorni nostri.


(***) da aggiungere, per completezza di informazione, che successivamente, nei tardi settanta e ottanta operarono in paese altri due centri di vendita : il negozio sul Corso principale gestito da Sebastiano Pennisi, rinomato poiché vendeva anche Long Playing (LP) di musica non soltanto pop/leggera ma anche rock (del tipo Neil Young, Frank Zappa, etc.) e, in tono minore, anche l'emporio di Mario Leggieri sito anch'esso su Corso Matteotti che però in prevalenza vendeva oggettistica e casalinghi, ma possedeva un angolo in cui, presso su ordinazione, potevi acquistare 45 giri. Cosa che io feci poiché ho ricordo di due singoli acquistati in quel luogo: "Rain in Tears" degli Aphrodite's Child e "Fuoco" di Popi, versione italiana di "Fire", un successo di Arthur Brown, entrambi ancora qui con me.   

LUIGI CIAVARELLA

Commenti

Post popolari in questo blog

"BARBARA" DI PREVERT, OVVERO L'AMORE AI TEMPI DELLA GUERRA.

PERDUTO AMOR ... OMAGGIO AL CANTAUTORE ADAMO.

"DURANTE TUTTO IL VIAGGIO LA NOSTALGIA NON SI E’ SEPARATA DA ME” , poesia di NAZIM HIKMET