ALLA RICERCA DEL VINILE PERDUTO.
In
genere i dischi (vinili e successivamente anche cd) li ho quasi tutti
acquistati nei punti vendita specializzati solitamente per
corrispondenza presso centri e negozi sparsi in tutta Italia (e per
un certo periodo anche dall'Inghilterra) oppure presso i grandi
distributori nazionali (tipo Nannucci di
Bologna oppure Top
Ten e Sweet
Music di
Salsomaggiore, etc,), che erano i più forniti in assoluto.
Mi
vengono in mente alcuni altri punti vendita occasionali, più piccoli
e specializzati, con cui ho avuto relazioni conservando di loro un
ricordo bellissimo perché gli ordini non furono mai la lista della
spesa ma avvenivano spesso al termine di una conversazione
sull'argomento che a volte durava pure un'ora. Quindi si stabiliva
un'amicizia e si mettevano a nudo le nostre preferenze, i nostri
gusti e le nostre aspettative. E' vero che anche con le ragazze di
Top Ten, sempre gentili e ben documentate, si era creata una certa
simpatia, ma cosa diversa fu la relazione che si intrecciava con i
proprietari di Helter Skelter di Roma, per esempio,
che trattavano soltanto musica underground e ne erano non soltanto
fornitissimi ma davano anche preziosi consigli sugli acquisti. Non a
caso almeno uno di essi scriveva per riviste punk, e molti dischi
comprati da loro si rivelarono autentici pezzi rari che possiedono
ancora tutto il fascino di allora.
Lo
stesso si può dire della Flying Record di Napoli,
il negozio di rock alternativo più fornito della città, oggi
diventata una etichetta, sito nel quartiere di santa Chiara. Altro
negozio che vendeva anche per corrispondenza e dal quale acquistai
molti dischi sopratutto psichedelici anni sessanta e ottanta
fu Indie di Mestre, gestito da un ragazzo simpatico,
ben fornito di merce pregiata e molto competente sui flussi
underground che allora scorrevano a fiume nel sottosuolo del rock.
Alcuni dischi preziosi, conservati con particolare cura nei miei
scaffali, stanno lì a dimostrare quanto fossero azzeccati quegli
acquisti.
Aggiungo un negozio di Palermo di cui riuscii finalmente, dopo tante ricerche, a scovare il tanto ricercato Wolf City dei tedeschi Amon Dull II, che mi ricordava tanto la mia gioventù sonica, più alcuni altri titoli che adesso non ricordo i nomi. Ma fu un acquisto mirato.
Ce
ne sarebbero altri perlomeno da citare ma ci furono anche negozi dove
i dischi li abbiamo comprati fisicamente, a partire da San Marco (lo
storico negozio Tardio in via Roma e quello
di Pennisi su corso Matteotti), San Severo, Foggia
(Discobolo), Bari (in un negozio di via Sparano comprai
l'ultimo album dei Pearl Jam), Alessandria (Dabliu),
dove risiede mio cognato, - anch'egli amante del rock - dove invece
comprai molti dischi tra cui alcuni usati.
Accanto
a questi dischi, tutti regolarmente acquistati nei luoghi deputati
(si vendevano anche libri e manuali musicali, fanzine, riviste, e
altri supporti) ve ne furono altri, pochi in verità, sistemati in
posti in cui si vendeva di tutto. Alludo ai grandi magazzini i quali,
accanto ai reparti d'abbigliamento, profumeria etc.
trovavi un angolino in cui c'era spazio anche per i vinili,
in genere confusi con i libri per ragazzi oppure con altra
oggettistica rivolta ai giovani. Ho il ricordo lontano di Colmar,
dove vi erano, oltre ai negozi specializzati, anche lì i grandi
magazzini attrezzati per la vendita dei dischi come anche Foggia
riferito alla Standa,
dove all'ultimo piano dell'edificio si potevano trovare alcuni titoli
interessanti in mezzo a tanti altri insulsi, ben ordinati su una
mensola. Non cito il Discobolo di
San Severo perché per noi era soltanto sinonimo di musica in vinile,
tutto il resto non contava niente.
E'
curioso sottolineare che nonostante la frequenza e i rapporti stretti
che intrattenevamo con i nostri spacciatori di vinile, alcuni di
questi peraltro importanti, li ho comprati in quei posti in cui
nessuno ti fornisce informazioni e il pagamento avviene alla cassa
come se tu avessi comprato un qualsiasi altro prodotto.
Mi
riferisco ad alcuni classici del rock tipo Imagine di John
Lennon, o Led Zeppelin IV, presi presso i
magazzini Aux Villes de France a Colmar (Alsazia,
Francia), o il primo album dei Clash trovato presso
la Standa di Foggia
e Nevermind dei Nirvana addirittura
per corrispondenza presso un distributore (Club dei lettori), che
trattava prevalentemente libri di consumo, nel posto dove meno te lo aspetti, come dire venderti Nirvana o Claudio Baglioni per loro era come venderti
l'ultimo libro di Fabio Volo.
Luigi
Ciavarella
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