MICHELE FULGARO, MUSICISTA E ARTISTA SENZA TEMPO.


 

Verrà celebrata domani presso la sala del Circolo Polivalente del paese a partire dalle 18.30 la figura di Michele Fulgaro, uno dei principali miti musicali del paese.

L'evento, voluto in primis dagli amici di Michele - che sono i Revival, formazione musicale che nel corso della serata suoneranno brani memorabili del passato come loro costume, - ma organizzato dalla AUSER, che è una Associazione che si occupa di memoria viva, e, sopratutto, nondimeno avremo, nel corso dell'evento, la consegna da parte delle autorità  istituzionali della nostra Città di una targa di riconoscimento che verrà conferita all'artista. Un fatto rilevante se si considera che la musica di intrattenimento non è mai stata considerata, a torto, una forma d'arte, ma che nella serata di domani acquisterà una sua dignità culturale che in passato le è stata sempre negata.

Michele Fulgaro è un artista completo. Non soltanto cantante e chitarrista di canzoni popolari ma anche compositore di esilaranti parodie, siparietti divertenti, che hanno avuto, nei tardi anni cinquanta e per buona parte dei sessanta, un loro palcoscenico sopratutto durante le festività del carnevale.

Michele comincia da qui formando dapprima in coppia con Matteo Napolitano  e poi in trio con Armando Inghese, gli Speranzoni (1957-58) un combo da cabaret che avrà con le sue caratteristiche invenzioni da osteria una attenzione da parte del pubblico. Siamo nella San Marco semplice e genuina, che prova a sollevarsi dopo un periodo buio causato dalla guerra. Il desiderio di divertirsi guardando avanti con un certo ottimismo fu allora un imperativo per tutti. Non a caso molti, proprio per inseguire la fortuna, emigreranno dapprima nelle lontane America e Australia e successivamente nei luoghi dove maggiormente c'era bisogno di mano d'opera, e cioè in nazioni come il Belgio, la Francia, il Lussemburgo e - sopratutto - la Germania - la cui occupazione assicurerà al paese un certo benessere generale.

Dopo questa prima esperienza Michele Fulgaro passa alla musica vera e propria. Aveva imparato gli accordi di chitarra sulle riviste d'epoca mettendo a punto un certo stile da perfetto autodidatta tanto da condurlo nel giro dei suonatori del paese. In quel tempo le figure musicali principali di riferimento erano due, che aggregavano intorno a sé molti principianti: Antonio Lombardozzi, fisarmonicista, che possedeva addirittura una scuola di formazione, e Antonio Verde (zio rosso, per i suoi capelli rossicci), di professione barbiere ma eccellente suonatore di chitarra, mandolino e banjo. Anche lui insegnava a giovani volenterosi lo studio degli strumenti. Michele si unisce a quest'ultimo in una formazione che porta uno strano nome: Walter Pitet, (che faceva riferimento al grande Giuseppe Petrucci, fisarmonicista e animatore del gruppo). I Walter Pitet si dotano di una divisa a scacchi e girano, tra sposalizi e serenate, banchetti e quant'altro, facendosi notare in paese per quei suoni coinvolgenti e le loro canzoni melodiche. Suonano di tutto persino pezzi d'opera, ma sopratutto eseguono mazurke tanghi e tarantelle che sono l'anima principale della festa, e che la gente vuole ascoltare.

Dopo quella esperienza, Michele Fulgaro forma i Modernissimi entrando nei circuiti delle balere e delle cerimonie nuziali da veri professionisti. Dei Walter Pitet, a parte il batterista Matteo Napolitano, non vi è più nessuno. I nomi nuovi sono coloro che lo accompagneranno anche nei successivi passaggi: Michele Verde, chitarrista, figlio di zio rosso, Michele Perta, tastiere e fisarmonica, Antonio Vigilante al sax (con qualche puntata anche del fratello Giuseppe) e sopratutto c'è lui, Giuseppe Chiaramonte alias Beppe Monte, nome d'arte, che canta e qualche volta suona anche il sax.

Il salto di qualità è notevole, il complesso (così venivano chiamati nei sessanta), fondato da Michele Fulgaro, raggiunge una popolarità enorme in paese e suona dappertutto un repertorio di canzoni più moderne e adatte ad un pubblico giovanile, senza trascurare mai balli popolari.

Anche loro adottano una divisa e quando nel 1968 i tempi diventano maturi Michele Fulgaro scioglie i Modernissimi e forma i Protheus, uno dei miti musicali della nostra storia.

Tra Mods e Protheus però c'era stata una parentesi con Arcangelo e il suo Complesso, con Matteo Napolitano e Angelo Iannantuono, un trio con compiti di intrattenimento non dissimili dai precedenti impegni. Tra il '68 e il '72 i Protheus, tanto son durati, sono i padroni incontrastati della scena musicale del paese. I tempi sono cambiati. Adesso abbiamo oltre ai luoghi tipici dell'intrattenimento anche le sale dancing, i matrimoni sfarzosi nei ristoranti e non più nelle anguste abitazioni di una volta, i Veglioni organizzati dagli studenti e concerti all'aperto.

Agli inizi dei settanta però Matteo Napolitano matura l'idea di abbandonare la musica (lo ritroveremo sorprendentemente negli ultimi tempi a cantare nelle serate organizzate dal Centro Sociale) al suo posto vi subentra per poco tempo Leonardo Pignatelli e dopo la partecipazione di Beppe Monte al programma "La Corrida" condotto da Corrado sulla radio nazionale, dove il cantante ottiene un invidiabile secondo posto (con "Tanta voglia di lei" dei Pooh), al suo ritorno il gruppo per qualche ragione si sfalda. Fuori impazza la nuova musica imposta dalle nuove generazioni,  che tanto amano i giovani: i Birds, gli Atomium, Le Pietre Azzurre, etc.

Michele Fulgaro naturalmente non smette di cantare ne di suonare. Negli ottanta, dopo aver partecipato a tante manifestazioni musicali pubbliche forma la sua ultima creatura musicale: I Revival che sin dal nome preso in prestito scelgono di suonare canzoni del passato, successi di altri tempi, che conservano un loro fascino e occupano ancora un posto rilevante nel cuore della gente.

Gli stessi Revival, dove son passate tante figure straordinarie della nostra storia musicale (Angelo Iannantuono, Tonino Rispoli, Bonifacio Tancredi, Serafino Panzone, Mario Masullo, Giuseppe BonfittoNicola Tenace, Michelino Aucello, etc.), che domenica sera a partire dalle 18.30 allieteranno il pubblico intervenuto per festeggiare Michele scegliendo come sempre da un repertorio sconfinato le canzoni che servono per rinverdire la memoria, dedicandolo, con tutto l'affetto che merita, al loro Maestro. 

LUIGI CIAVARELLA

 

 




          

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