QUANDO SCOMPARE UN MUSICISTA E' SEMPRE UNA PERDITA GRAVE PER IL PAESE.



Ci ha lasciato qualche giorno fa Donato Borazio, chitarrista e cofondatore della formazione musicale Li Spruvviste, l'unica band del luogo (il gruppo era formato anche da amici di San Giovanni Rotondo) ad aver saputo riportare in vita l'antica tradizione dei musici itineranti. 

Quando muore un musicista è sempre una grave perdita per l'intero paese, lo impoverisce. lo rattrista. E' accaduto recentemente con Aldo Pirro, e ancor prima con Paolo Pinto e dopo di loro sono deceduti anche alcuni altri storici componenti di leggendarie formazioni del passato: Matteo Napolitano, Michele Perta, che militarono negli anni sessanta nei famosi Protheus, di cui la mia generazione ha buona memoria. 

Proprio oggi ricorre l'anniversario della morte di Bonifacio Tancredi, il tanto amato Little Rock, così come voleva essere artisticamente riconosciuto, un'altra figura del passato, scomparso nel 2010 a causa di una malattia. Fazio, come lo chiamavamo invece noi, era dotato di una voce molto avvolgente, sentimentale. Nonostante l'impegnativo pseudonimo che si era imposto, egli cantò essenzialmente dolci canzoni d'amore, sciorinando un repertorio incontenibile preso in prestito dal grande canzoniere della canzone italiana di successo. Il Rock semmai fu per lui più che altro un'idea anche se, bisogna riconoscergli, interpretò Elvis Presley, Platters e Percy Sleade e in maniera impeccabile. 

Io e Fazio siamo stati amici sopratutto negli ultimi tempi durante la sua malattia, ci frequentavamo, facevamo progetti che puntualmente non si verificarono mai, parlavamo di musica, di dischi che abbiamo consumato in tutti questi anni, insomma il nostro mondo era quello. Anche con Matteo Napolitano e Michele Perta eravamo amici ma raramente parlavamo di musica sul posto di lavoro perché loro quel mondo lo avevano abbandonato da un pezzo. Avevamo in comune l'ospedale del paese dove tutti e tre abbiamo lavorato con compiti differenti l'un l'altro e questa vicinanza mi è servita a volte soltanto per carpire qualche notizia delle loro attività passate. La batteria Matteo l'aveva lasciata per sempre agli inizi dei settanta senza mai più riprenderla. Però negli ultimi anni si era improvvisato cantante melodico e non perdeva occasione di esibire le sue capacità interpretative, - devo dire con ragguardevole autorità e con voce trascinante -, principalmente in quel contesto a lui familiare che fu il Centro Sociale "M. Ceddia", tra persone della sua età, in cui si rese protagonista durante i tanti festeggiamenti che il Centro promuoveva. Accanto a lui vi erano sempre gli immancabili Michele Fulgaro e Angelo Iannantuono, chitarra e fisarmonica, compagni di viaggio di una vita ancora energici, ancora riluttanti ad attaccare al chiodo i propri strumenti musicali. 

In questa malinconica lista di amici scomparsi dovremmo citare altri nomi altrettanto importanti (Tonino Lombardozzi, Tonino Rispoli, Maestro Takis, Serafino A. Panzone) ma questo mi spingerebbe verso un argomento che non intendo, almeno in questo momento, affrontare.

Oggi ricordiamo Donato Borazio, il cantante/chitarrista scomparso qualche giorno fa, colui che riportò nel suo paese la nobile arte della musica itinerante. Una usanza che è stata ripresa con successo alcuni anni fa da Li Spruvvisti, il gruppo di cui egli contribuì a formare, che, nella tradizionale linea adottata, si produceva in più occasioni, sopratutto durante la sera che precedeva il matrimonio, quando lo sposo rivolgeva alla futura sposa, sotto il suo balcone, una serenata d'amore. A volte era lo sposo a cantare (o simulava), accompagnato dalla formazione, ma spesso si pronunciavano loro facendosi interpreti della volontà dello sposo.   

Altre volte incontravi l'allegra e rassicurante orchestrina (formata da cinque elementi -foto sotto -) con una strumentazione essenziale adeguata al ruolo che si erano prefissati, per le strade del paese durante qualche evento importante (ho memoria di una esibizione, con tanto di giovanissime ballerine al seguito, nel corso dello svolgimento di "Chiu Fa notte e Cchiu Fa Forte" con sfoggio di balli tradizionali molto graditi alla vasta platea che si era formata nel frattempo); un'altra volta davanti al Forno Sammarco intenti a sponsorizzare l'evento "Grani Futuri" con la loro seducenti melodie musicali senza tempo, e l'allegria che riuscivano a trasmettere e portare in giro, richiamando sempre intorno a sé molta gente curiosa.  

Dobbiamo dire grazie a loro, e a Donato Borazio, a tutti, se questa antica usanza è stata ripristinata alla grande e continua a vivere tra noi senza cedimenti con sempre crescente favori da parte della gente. In effetti mancava al paese questa antica e nobile arte itinerante, si era perfino persa la memoria. Donato è stato un protagonista, non potevi non notarlo. Senza Donato sarà più difficile continuare ma loro andranno avanti perché la loro missione è diventata parte della nostra storia.

RIP Donato, ci mancherai. 

LUIGI CIAVARELLA




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