BREVE INTRODUZIONE ALLE BANDE MUSICALI DI SAN MARCO IN LAMIS.

1.

Una delle principali fonti di informazioni riguardo la storia della nascita delle bandi musicali a San Marco in Lamis è senz'altro il saggio introduttivo di Gabriele Tardio al volume “Bande e Gruppi Musicali di San Marco in Lamis” (Regione Puglia, 2005) nel cui testo viene descritta non soltanto la cronistoria minuziosa dei fatti ma sono evidenziati anche quei particolari (uniformi, regolamenti, compensi, etc.) utili per avere un quadro completo della materia.

Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che il paese garganico nella sua storia ha sempre avuto un corpo bandistico cittadino, anche con capacità di misurarsi con altre realtà circostanti poiché “svolge una funzione culturale e di aggregazione sociale,(...) scandisce la vita della città, le emozioni degli individui e lo stesso scorrere degli eventi” (Tardio). La sua presenza, rassicurante, costante nel tempo, va interpretata in questa prospettiva in quanto esercita un ruolo di coesione sociale, con il fine di allietare le manifestazioni religiose come le feste di paese e, a richiesta, serve anche per accompagnare l'ultimo viaggio verso il  cimitero di un defunto.

Le prime notizie della costituzione di una Banda sono del 1799 anche se generalmente la si fa risalire agli inizi dell'800. Secondo il già citato Gabriele Tardio in quell'anno era già operativa una banda costituita, confermata peraltro da altre fonti (Dizionario della Musica italiana delle Bande 1800-1945) per cui possiamo far risalire a quel periodo la nascita di una “orchestra a fiati e percussioni”, senza per questo escludere che prima di quella data ci fossero in paese piccole aggregazioni di musici in grado di deliziare momenti sopratutto religiosi.

Secondo Matteo Tolfa la fondazione della prima banda municipale di San Marco in Lamis risale al 1888 anche se per vedere la sua affermazione bisognerà aspettare il 1928 (“Qualesammarco”, febbraio 1992). Nell'anno precedente (1887) sappiamo però da Gabriele Tardio che, con delibera dei Consigli Comunali, viene proclamato direttore della banda il signor Giuseppe Signorelli (foggiano, che fu, insieme a Luigi Gissi, tra i primi insegnanti di musica di Umberto Giordano) che però venne subito fatto oggetto di un provvedimento di espulsione, insieme a tre componenti la banda, per motivi che l'Autore non fa cenno. Tuttavia con una nuova delibera del 19 giugno 1898 il Consiglio Comunale reintegra il Signorelli limitando ai soli tre musicanti l'allontanamento. Una vicenda assai ingarbugliata che getta un'ombra oscura sull'intera vicenda sopratutto perché tre mesi più tardi, il 27 ottobre 1898, lo stesso Consiglio, in seguito alla scoperta di alcune anomalie riscontrate nella gestione della banda, scioglie definitivamente il corpo bandistico. Infine, dopo la nomina dei nuovi membri elettivi, il 29 agosto 1899 la vicenda si chiude con la nomina del Maestro signor Mario Canini.    

La passione della nostra cittadina per la musica la si può riscontrare già nel Seicento allorquando venne istituita in paese la figura del Precettore Pubblico col compito di fornire i primi rudimenti musicali ai giovani che intendevano avvicinarsi alla musica. Tra questi il più noto fu Carlo Giannone, zio del più famoso Pietro, (residente nel nostro paese in quando aveva sposato una nostra concittadina) che si distinse nell'insegnamento sopratutto ai chierici.

Nel secolo successivo nasce a San Marco in Lamis l'istituzione del Collegio (o Accademia) de Selvaggi o del Selvatico che fu una sorta di aggregazione di persone erudite (arte, poesia, scienza, musica) che stipendiava tra l'altro anche un quartetto di musici che si esibiva un paio di volte al mese con lo scopo di avvicinare alla bellezza della musica giovani volenterosi. 

2.

Tuttavia l'aspetto che qui ci interessa sottolineare è la nascita della Banda come Complesso Orchestrale che, formata da artigiani del luogo, - orafi, calzolai, sarti, barbieri, muratori, etc. -, a partire dagli inizi del novecento comincia a svolgere una funzione precisa all'interno della vita sociale cittadina, impegnandosi da subito ad assolvere non soltanto la sua funzione pubblica di rito costituita dalle esecuzioni di marce funebre per i funerali, musiche a festa in itinere per le ricorrenze religiose e civili, etc. ma adempie anche, attraverso un nutrito repertorio di musica operistica, pure di un certo rilievo, a soddisfare i palati più fini. Le performance avvengono tanto in piazza quanto “in cassa armonica”nella villa comunale, con partiture anche impegnative, ricercate, e sopratutto molto apprezzate dagli intenditori.

Se questo salto di qualità è avvenuto lo dobbiamo senz'altro alla presenza dei primi Direttori d'Orchestra che, chiamati dai notabili locali a dirigere il complesso bandistico, si rivelano fondamentali per lo sviluppo di un complesso bandistico moderno alla pari dei tempi. Questa svolta rende la Banda popolare non soltanto in loco e nelle zone circostanti ma la sua fama raggiunge persino le aree fuori provincia grazie alla serietà e la competenza con cui vengono affrontati i temi musicali.

Abbiamo avuto dapprima il M° Tommaso Ferrante, citato da Tonino Lombardozzi, che guidò la Banda per i primi dieci anni del secolo scorso, seguito dal M° Antonio Lozzi (1871-1943) che rimase operativo per altri dieci finché non vi giunge, chiamato in quanto vincitore di Concorso bandito dall'Amministrazione comunale, il M° Luigi Giordano.

Nativo di Salerno (1886), Luigi Giordano (“un galantuomo che onorò la città” secondo il giudizio di Michele Ceddia cit. “Come eravamo”2001), fu un personaggio determinante per lo sviluppo della Musica in paese. Sotto la sua guida il profilo della Banda eleva il suo prestigio in maniera considerevole. Prima di assumere il suo impegno egli era stato Direttore a Castellabate (Salerno) dove aveva diretto la banda cittadina. Quando arrivò a San Marco in Lamis, nel 1923, Luigi Giordano aveva 37 anni e un notevole bagaglio di esperienza alle spalle. Egli ebbe il grande merito di trasformare quella aggregazione di musici-artigiani (che generalmente suonava ad orecchio) in autentici musicisti di valore provvedendo personalmente all'insegnamento e al sostentamento di ciascuno, dando loro una dignità e una identità artistica. Per questo motivo ma anche per i suoi modi eleganti, raffinati, il M° Luigi Giordano (nessuna parentela con Umberto) fu persona molto stimata in paese.

Egli ha insegnato Musica nei vari istituti scolastici della zona ma sopratutto scrisse Opere per Banda e Romanze, con testi di Luigi Guerrieri, le cui partiture sono custodite nella Biblioteca del Convento di San Matteo. Morì a Napoli nel settembre del 1951 per le conseguenze di un trauma cerebrale accidentale.

Di quella storica banda rimangono alcuni frammenti fotografici. Si tratta di uno scatto degli anni venti oltre ad una foto storica datata 1936 -, in cui sono rappresentati il M° Giordano circondato dalla sua Banda formata da quaranta elementi. E' questo il momento di massimo fulgore che la Banda di San Marco in Lamis sta attraversando, la cui popolarità raggiunge vertici quasi da leggenda.

3.

A partire dagli inizi degli anni '50 il corpo bandistico si sfalda a causa delle defezioni di alcuni elementi dovuto all'emigrazione che sta minando le stesse fondamenta del paese. La categoria degli artigiani, che più delle altre aveva contribuito a sostenerne le basi, si assottiglia sino a scomparire del tutto. In assenza di un ricambio generazionale l'idea del complesso bandistico, così come era stato concepito in passato, è destinato a scomparire. Dopo alcuni decenni di silenzio nel 1982, però, si ricostituisce, risorge come araba fenice, grazie all'interessamento di Grazia Galante, allora assessore del comune di San Marco in Lamis, e all'assistenza del M°Tonino Lombardozzi. L'impegno è notevole, vengono reclutati giovani tra i 9 e 17 anni e avviati all'insegnamento gestito da Tonino Lombardozzi riguardo il solfeggio, da Vincenzo Montemitro da San Paolo Civitate per gli ottoni e batteria e da Michele Spaccavento da Torremaggiore per i legni. Oltre ai giovani vi partecipano, direi con commovente slancio passionale, anche alcuni superstiti della vecchia formazione : Michele La Sala (clarinetto contralto), Giuseppe Tancredi (sax contralto), Antonio Lallo (trombone), Antonio Colletta (clarinetto) e l'instancabile Luigi De Carolis (sax), figura centrale nella storia delle nostre bande cittadine.

Nato nel 1914 (e scomparso nel 1999) Luigi De Carolis, impara da subito a suonare il sax tenore, regalatogli dal nonno all'età di dieci anni. Le prime nozioni le vengono impartire dal M° Giordano in persona con il quale si instaura anche un certo feeling. A vent'anni è già membro della Banda diretta dal Giordano e cresce in quel contesto una passione che le servirà, dal dopoguerra in poi, per impiantare con amici e sodali gruppi musicali in paese (con Lombardozzi, Fulgaro, Iannantuono, Panzone, etc.) dediti alle serate danzanti come alle feste di matrimonio o alle romantiche serenate sotto i balconi, come si usava allora. Nella vita Luigi ha svolto il mestiere di sarto, rinomato, appreso da un sarto torinese che insegnava a San Giovanni Rotondo.

La giovane Banda, che viene intestata a Luigi Giordano, - debutta il 25 aprile del 1984 (festa patronale) – ma dura appena dieci anni dopodiché anche questa esperienza chiude i battenti.

L'ennesima rinascita avviene nel 1999 grazie al M° Antonio Claudio Bonfitto e ad un gruppo di suoi valenti collaboratori che ne riprendono il bandolo su nuove basi costituite attraverso la fondazione musicale “Santa Cecilia”, la beneamata Associazione che raccoglie l'eredità del passato e unisce intorno a sé tutte le manifestazioni musicali e artistiche del luogo, sin dal 1994, anno della sua nascita, attraverso una Scuola di formazione molto produttiva.

A tutt'oggi il complesso Bandistico “Santa Cecilia” rappresenta una splendida realtà per la città di San Marco in Lamis.

LUIGI CIAVARELLA






Commenti

Post popolari in questo blog

"BARBARA" DI PREVERT, OVVERO L'AMORE AI TEMPI DELLA GUERRA.

IL BORGOMONDO DI ANTONIO FRANCAVILLA.

"DURANTE TUTTO IL VIAGGIO LA NOSTALGIA NON SI E’ SEPARATA DA ME” , poesia di NAZIM HIKMET