QUANDO LALLI TENNE UN CONCERTO IN PAESE.

 

Questo articolo lo scrissi nel 1999 alla vigilia della manifestazione multimediale "Mo' L'estate" creata da Stefano Starace nel 1994 (con la presenza di artisti eccezionali quali Ciro Iannacone, i Groovers, i Sangue Misto e i Giamaica Sound con Antonio Francavilla) per presentare, su suo invito, la cantautrice Lalli, che si sarebbe esibita nel corso dell' evento. L'artista torinese effettuò due spettacoli a San Marco in Lamis che trovarono un consenso unanime da parte dei numerosi spettatori intervenuti per ascoltare le sue composizioni. 

La presenza di Lalli a San Marco in Lamis (Marinella Ollina all'anagrafe, Asti 1957 ma torinese d'adozione) coincide con lo straordinario momento di forma creativa che sta attraversando l’artista piemontese. Infatti, i suoi ultimi lavori, Tempo di vento e Tra le dune e qui, pubblicati tra la fine dello scorso anno e  maggio di quest’anno, rispettivamente da Il Manifesto (quindi a prezzo contenuto) e dalla Beware Records ,rappresentano il massimo punto creativo raggiunto dalla cantautrice. 

L’indimenticabile musa dei FRANTI (seminale gruppo torinese degli anni ottanta) approda a S.Marco in Lamis portando con se un bagaglio ricco d’emozioni. Un bagaglio ricco di contenuti eterei e forti allo stesso modo esaltati dalla sua presenza in scena fissata a tratti in una dimensione musicale e poetica quasi onirica – lo spleen come è stato pure scritto di lei – sospesa tra l’indefinibile e la sostanza della sua scrittura mai superficiale, espressa sempre come bisogno espressivo.

Un invito all'ascolto non superficiale della musica di Lalli è fondamentale se si vuol capire in profondità i contenuti della sua poetica se non altro per non privarsi di quelle emozioni che derivano sempre dalle sue composizioni musicali dalla forte caratterizzazione interiore.

Lalli ci regala i brani dei suoi recenti lavori come dire di due capolavori eletti dalla critica musicale italiana come i migliori di questi ultimi tempi (“Le più belle canzoni ascoltate quest’anno “ -  Blow up)    

Paragonata a Nico e Marianna Faithfull (E. Bussolino, Rockerilla) - figure leggendarie del rock degli anni settanta – per i toni della sua voce ora confidenziale e scabra altre volte forte e incisiva - Lalli rappresenta oggi la massima espressione rock autoctona, ovvero quel tipo di musica – di natura underground - che nasce dalla urgenza creativa di raccontare le emozioni che attraversano la vita senza alcun filtro che possano condurle al mainstream. 

La sua esperienza musicale iniziata nei FRANTI  alla fine dei settanta e proseguita poi negli ISHI  e negli ENVIRONS, dove ritrova Stefano Giaccone, componente dei Franti e altro personaggio importante nella storia dell’underground italiano – anche egli presente in concerto a San Marco in Lamis nella stessa manifestazione - è stata sempre segnata da una precisa scelta di campo.

Una concezione irrinunciabile di distanza totale quasi ossessiva verso la logica commerciale della musica rock, determinata dalla fiera volontà d’indipendenza senza compromesso alcuno e autogestione della propria creatività e immagine in un contesto puro e incontaminato.

Con i  Franti va ricordato oltre l’impegno musicale ed ideologico almeno un album : Il giardino delle quindici pietre,pubblicato nel 1986 dalla Blu Bus di Aosta anche se è caldamente raccomandato il doppio cd “Non classificato “ un tempo venduto a prezzo “politico “, oggi di difficile reperibilità. Summa calligrafica di tutta la produzione musicale Franti ed esempio massimo di tutta la scena rock indipendente la musica dei Franti – con attitudine punk pop rock efficace e tenui acquerelli folk intriso in salsa jazz – è stata una tappa importante della storia del rock italiano.

Quindi l’esperienza ISHI, altro tassello importante che si aggiunge alla evoluzione musicale di Lalli verso la maturità.

L’album “Sotto la pioggia “ – pubblicato anche questo dalla etichetta aostana – fissa il ruolo dell’artista in una dimensione più personale (…Un disco è poca cosa, un leggero vibrare, lì, in mezzo a silenzi e fragori di morte.) e anticipa i temi che porteranno Lalli verso la maturazione definitiva.

Verso una musica "…di solito impeccabilmente sofferta e ispirata e a tratti persino elegantemente pop “ (Rumore).

** Mo'L'estate, estate 1999.

LUIGI CIAVARELLA

 

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