IN “FRONTIERE”, IL POETA ACCROCCA E IL CANTAUTORE ADAMO TRA I MIEI RICORDI.
Diretta da Sergio D'Amaro, la rivista, nella sua tradizionale linea editoriale si rivela nei contenuti come sempre molto ricca di notizie, recensioni e profili su temi che ruotano sempre intorno al mondo dell'emigrazione, della cultura e della critica letteraria.
Riguardo il poeta di “Portonaccio” egli viene qui ricordato da Luciano Luisi, anch'egli poeta, scomparso di recente, noto per i suoi servizi culturali per la RAI, e Velio Carratoni (“Un poeta a Roma”), mentre di Adamo, il famoso cantautore italo-belga, che tanto successo ebbe sopratutto negli anni sessanta, - anch'egli ampiamente omaggiato da Francesco Piga, – viene ricordato in occasione dei suoi ottant'anni.
Salvatore Adamo, figlio di emigranti siciliani in Belgio, si impose subito grazie al suo carattere educato, gentile, e per quelle sue interpretazioni molto confidenziali oltre al ricco repertorio di canzoni sentimentali che lui ha scritto ispirandosi a volte a scrittori e chansonniers francesi (Bernanos, Claudel, Verlaine, Brel e Brassens), ottenendo per questo un successo clamoroso in tutta Europa (per la cronaca fu il primo in assoluto ad esibirsi in URSS).
Ho amato molto le sue canzoni anzi alcune le adoro ancora oggi, ascoltate sia in lingua originale francese che italiano, sin dal 1965, l'anno in cui, giovanissimo, lo scoprii quasi per caso ascoltandolo alla radio e rimanendone subito colpito come d'altra parte capitò a molti altri miei coetanei (“La notte” fu, qualche anno dopo la scoperta, presenza fissa nelle feste da ballo casalinghe) per quel tono edulcorato con cui riusciva a scagliare i suoi fendenti. Adamo è senz'altro il cantautore più vicino ai miei ricordi di adolescente, però la canzone che oggi più mi emoziona ascoltare è “C'est ma vie”, pubblicata nel 1976, che ha il dono di avvolgerti perdutamente con quel testo sincero e poetico e quella sua linea melodica davvero travolgente.
LUIGI CIAVARELLA
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