“ZEIT”, L'ULTIMO POTENTE ALBUM DEI TEDESCHI RAMMSTEIN.

 


Un suono potente domina la musica dei Rammstein, formazione tedesca che con questa ultima sortita, “Zeit”, da la misura del loro personalissimo sound che trova fondamento in un suono compatto e abrasivo. Si tratta di una variante nemmeno tanta velata del cosiddetto kraut Rock, che tanto si impose durante i settanta in tutta Europa con dischi all'altezza della loro fama, nel luogo in cui si afferma una visione della musica come potenza ed energia che attrae ed eleva ogni considerazione intorno a temi che ruotano sul concetto di tempo che scorre inesorabile. “Zeit” appunto, che ci ricorda il titolo iconico di un album dei Tangerine Dream, e come i loro antenati i Rammstein riprendono quel cammino alla ricerca delle proprie radici, l'identità perduta e ritrovata, dopo le macerie scaturite da due guerre mondiali che hanno segnato la loro storia. 

 I Rammstein provengono da Berlino e prendono dalla New Wave, dal Industrial, dal Pop e da tanti altri generi musicali i colori forti per dipingere la loro musica cosmica, attraversata da spettacolari lampi magnetici che dal vivo producono un certo impatto sulla scena. La voce, forte ed evocativa, di Till Lindemann fa il resto. Vi troviamo persino accenni di orchestrine d'altre epoche (ascoltare la devastante Dicke Titten, ma anche OK, abbreviazione di Ohne Kondom, farciti di contenuti sessuali espliciti)  contaminate da un muro di suono pesante tale da rendere questo album, uscito l'anno scorso, l'ultimo di una serie di lavori imponenti cominciato nel 1995 con “Herzeleid” e proseguito con altre sei uscite tutte baciate dal successo, un prodotto dal suono magnetico e profondo, con composizioni che possiedono ritornelli che ti tagliano il respiro (la conclusiva Adieu per esempio è bellissima, video sotto) e passaggi tellurici che affermano una loro logica tutta teutonica che richiama per certi versi il passato (AngstMeine Tranen) e, allo stesso modo, ci trasmettono quel senso angoscioso dello scorrere del tempo, con le sue malinconie e le sue imperturbabili incertezze.

LUIGI CIAVARELLA

 







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