"NU JURNE D'AJUSTE", UNA VERSIONE DA BRIVIDI ESEGUITA DA CIRO IANNACONE NEL "CASALOTTO".

Quando il CD "Retratte Pajesane" uscì nell'agosto del 2019 scrissi, dopo un paio di ascolti, di trovarmi di fronte un mezzo capolavoro per la cura e l'armonia nonché la passione con cui Ciro Iannacone e Tonino Villani, gli Autori di questo vibrante lavoro, erano riusciti a mettere in campo. Con una narrazione vernacolare e una base musicale adeguata al testo, nonché una produzione artistica attenta e fedele allo spirito dell'album, essi erano riusciti così a creare quell'equilibrio armonico che unisce cuore, voce e sentimento sulla spinta di un'idea di fondo che poneva al centro del racconto il valore della nostra terra. Gli argomenti tracciati (la simpatia con cui vengono descritti alcuni personaggi, scorci di paese, slanci amorosi, etc.) e sopratutto gli arrangiamenti musicali adottati, creati da Ciro, che uniti alla freschezza del linguaggio vernacolare, con testi molto ben ispirati da una tensione emotiva ben descritta, fanno di questo "ritratto paesano" un vero gioiello compositivo. Non ultimi gli interventi vocali di Sara La Porta, dalle voce incantevole, (presente in duetto con Ciro in tre brani, forse i brani più belli, certamente i più intensi sul piano lirico, da citare almeno "Parleme ancora") e la fisarmonica di Domenico La Sala nel pezzo finale, ("La cumpagna"), che hanno arricchito di molto la struttura armonica dei brani.

Il CD apre con questa canzone che state ascoltando, (video in basso), molto toccante, che lambisce le corde dell'anima, alimenta un moto di rabbia e fa riflettere molto sui fatti della vita, sul destino. Tonino vi scrive le parole giuste, poetiche, quelle che servono per rievocare un fatto di sangue, un conseguente distacco doloroso, una ingiustizia commessa, per rendere vivo questo ricordo, questo dolore collettivo che ha colpito un'intera città una mattina d'agosto. 

"Nu jurn d'ajuste", riproposta da Ciro Iannacone ancora una volta (nel "Casalotto" questa volta, nell'antico quartiere di San Marco in Lamis, in occasione della cerimonia di premiazione "Segno di Speranza" assegnato quest'anno a Palma Guida) possiede una sua attualità permanente, poiché il cantautore sammarchese riproduce il brano sempre con la stessa enfasi e lo stesso trasporto emotivo della prima volta, nonostante sia passato del tempo dal delittuoso agguato, e anche in  contesti come questi in cui l'attenzione è rivolta verso un evento che nulla a che vedere con la tragedia della famiglia Luciani. 

Eppure, nonostante questo, anche in questo caso, Ciro Iannacone ha voluto dimostrare, attraverso questa ennesima ripresa del brano, quando invece siano importanti i ricordi anche quando si tratta di tragedie, per rinsaldare le nostre radici e la nostra storia. 

Questo è un testo che, più degli altri, Ciro se n'è appropriato in modo particolare, l'ha interiorizzato, fatto crescere dentro di se, infine lo ha prodotto per farne un classico da lasciare a futura memoria. Ogni percezione di questa storia dolente, di questo dramma che ha colpito due fratelli innocenti, che ha scosso l'intero paese, ci appartiene. Una sensibilità che dimostra come il talento e le ragioni del cuore prevalgono su ogni cosa. E il risultato non può essere che un capolavoro. E' questo lo è. Un album capolavoro, diventato a questo punto un bene collettivo, nel luogo dove un paese intero ne diventa il custode.

LUIGI CIAVARELLA



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