IL NOSTRO MALINCONICO AUTUNNO
Una poesia dialettale di Antonio Villani
Con il suo magnetico intercalare di simboli e quella mitezza ariosa che la sovrasta, la riflessione avviene nel confronto tra noi e il nostro tempo, il vissuto che accumula le nostre radici e le antiche tradizioni, che Tonino Villani, poeta vernacolare, sensibile al richiamo della musa, vuole ricordarci con questi versi (dal titolo “D'Autunno”) che profumano di cose buone. Una lirica che sembra voler giocare sul filo della memoria unendo in una sola voce i colori dell'autunno, i frutti di stagione e i sapori inebrianti della nostra terra.
La campagna in questa periodo è tutto un fiorire di melograni, castagne, noci, funghi, che troviamo in abbondanza nei boschi che circondano l'abitato.
E le castagne e i melograni (“li mmurejanate”) sono i frutti che Antonio Villani eleva a simboli della stagione per celebrare il suo autunno nostalgico (“Gialle e rusciazze/cu mmurejanate/nuce e castagne”), che poi sono le stesse che vengono assunte a valore allegorico (“pure se ppòncica/tutta vè recota”), e che verranno raccolte per abbrustolirle sull'”asckacastagne”, secondo tradizione, (“sénza farele bbruscià”), con tutta la bontà che vi lascio immaginare.
Nonostante la brace del cammino nel frattempo sia stata sostituita dal calore del fornello.
Luigi Ciavarella
Fotografie di LUIGI CIAVARELLA Zona Pozzatina, 2021 San Marco in Lamis (Foggia) |
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