IPOTESI SULLA NASCITA E LO SVILUPPO DELLA MUSICA POP A SAN MARCO IN LAMIS.
Le vicende musicali
legate della nascita della musica pop a San Marco in Lamis (da popolare nel senso ampio del termine)
hanno avuto origine nel dopoguerra quando alcuni musicisti del luogo hanno
provato a dare vita ad una piccola aggregazione musicale per suonare insieme
musiche napoletane, canti locali e anche qualche pizzico di musica americana, importata
dagli alleati. Prima c'erano state solo bande
musicali e qualche sporadico cantastorie che si dilettava a raccontare in
musica, con l’ausilio della sola chitarra a volte anche di un mandolino, temi
locali provenienti dalla tradizione popolare dei nostri padri. Le bande
municipali invece si limitavano ad eseguire pezzi d'opera durante le feste di
paese. In tal senso abbiamo avuto ottimi direttori d'orchestra che hanno saputo
saldare col territorio un legame molto forte misurato sulla partecipazione di
un ceto socio-culturale molto sensibile e alcune passioni condivise, che sono
sempre esistite in questi luoghi sin dalla notte dei tempi..
Tonino Lombardozzi, indimenticabile maestro di fisarmonica, fu invece,
insieme a Luigi La Porta, Nazario e Antonio Tancredi e Francesco
Russo, l'iniziatore di questa nuova era ricchissima di aspettative per le
nuove vibrazioni che procurava in un ambiente che, finita la guerra, voleva
rinascere a nuova vita e la musica verosimilmente poteva fornire una opportunità
a questo cambiamento. Una musica che interagiva con i sentimenti e le passioni della
gente poiché intercettava i loro bisogni e allo stesso tempo prefigurava un
avvenire di crescita sociale evidente. Era una musica più immediata rispetto al
passato, semplice, alla portata di tutti, suonata da pochi musicisti. D’altra
parte furono sufficienti una fisarmonica, una chitarra e pochi altri strumenti occasionali
per allestire piccoli spettacoli di paese con capacità di raccogliere consensi unanimi
e molti spettatori.
Essi suonarono in ogni angolo del paese,
in ambienti domestici ma anche in cine-teatro musiche in prevalenza popolari
(tanghi, valzer e mazurche nonché canti tradizionali provenienti dalla
tradizione popolare) di grande suggestione.
Poi, nella metà dei cinquanta, vengono alla
luce altri nuclei questa volta raggruppati intorno alla figura di Antonio Verde che suonano musiche più o meno sullo stesso esempio di Lombardozzi e co, di cui Michele Fulgaro, chitarrista
autodidatta, (ma anche Matteo Napolitano,
Angelo Iannantuono e Beppe Monte impegnati negli anni sessanta a fondare e
rifondare diverse band) assunse presto una certa leadership contribuendo in tal
modo a diffondere in paese i prodromi del
primo vero gruppo pop, nel senso che essi suonano la musica e cantano le canzoni del
loro tempo presi in prestito dalla radio e in seguito dalla tv. Poi tutto è
stato più semplice poiché i tempi cambiarono, le mode pure e le formazioni, a
partire dagli anni 70, si moltiplicarono. Lombardozzi e Fulgaro continuarono a
suonare la loro musica sino all'ultimo, affiancati man mano da altri giovani
musicisti.
Gli anni 70 hanno visto la
proliferazione dei gruppi, tutti nati e cresciuti sulla spinta delle seducenti vicende
musicali internazionali, molto ricche e importanti in quegli anni di tendenza.
Oggi tutto è cambiato, trasformato come
è giusto che sia poiché convive in città una bella scena viva e dinamica di
giovani formazioni dai diversi stili e contenuti musicali, nonché cantanti nuovi di cui vale
la pena esplorare per continuare a raccontare una storia musicale importante,
di qualità, passioni e competenze, che ha radici nel passato e il cuore e la
mente nel presente. Anzi nel futuro.
Luigi Ciavarella.
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