"LIVE IN AQUINUM" DEI MBL TRA MUSICA POPOLARE ED ARCHEOLOGIA.



A tre anni di distanza da <Tarantella Ribelle>, i Musicisti Basso Lazio ritornano con un nuovo album (Live questa volta che aggiunge anche il termine “Orkestra”) che unisce musica ed archeologia, canzone popolare e storia antica. <Uno strano connubio> come sostiene Giuseppe Ceraudo nell’introduzione, che accumuna <un percorso di recupero e valorizzazione delle radici>, intercettando nei contenuti i giusti equilibri passionali, oltre a trasmettere un senso di novità per l’inedita location che ospita l’evento.
La musica della formazione ciociara - guidata dall’etnomusicologo Benedetto Vecchio - d’altra parte ha più di un motivo per farsi apprezzare. La loro è una musica di frontiera che assorbe umori e suoni, canti e sapori di una terra antica come la Ciociaria, pregna di storia oltremodo vibrante, vissuta nel solco di una tradizione secolare.
I Musicisti Basso Lazio (l'acronimo fa riferimento alla borbonica Terra del Lavoro che un tempo lambiva tre regioni Lazio,Campania e Molise) ne testimoniano l’impegno civile attraverso un  percorso/progetto musicale a partire dagli inizi di questo millennio e la pubblicazione finora di sette cd, tutti illuminati da una sorprendente varietà di stili riconducibili alla passione per la ricerca e le armonie musicali dei luoghi, che fanno del gruppo una specie di istituzione per quella regione.
Ad eccezione di <Blues Sfus>, registrato Live in Studio (che ricorda molto certo blues metropolitano di scuola napoletana) il resto dei brani è il risultato di una performance dal vivo effettuata tra le rovine di uno dei siti archeologici più antichi della zona, quello di  Aquinum (Comune di Castrocielo, Frosinone) le cui origini risalgono addirittura tra i V e il IV secolo a.c.
Il compact apre con la gradevole <Je te vulesse da> dalle caratteristiche dialettali così simili alle nostre, proseguendo con la emozionante <Pizzica Brigante> (<Indiani e briganti/la stessa sorte>), - che possiede un ritmo incalzante, quasi rabbioso -, sostenuto dal suono stridente della ciaramella di Gianni Perilli ; sino alle tarantelle tipiche (Tarantella Ribelle, Tarantella numerata, oltre a Balla cu me dai toni festosi) in cui il suono dei MBL esprime una freschezza musicale inusitata e una capacità di sintesi davvero sorprendente. Vi sono altre tracce  memorabili come per esempio <Monna Casale> dalle melodie straripanti (a mio avviso la più bella di tutte) ma soprattutto si apprezza la bellezza della strumentale <Tammurriata per cello> del maestro Erasmo Petringa al violoncello,  oltre ai brani <Sole santo>, dominato da cambi di ritmo e suoni di zampogna, le stupende <Trasparenze>, <Come na rosa> e la conclusiva <Sulle Mainarde – Andò te ne vaje vent>, dove il tutto svela una formazione dalle potenzialità strumentali ineccepibili (da Gennaro Del Prete a Marco Iamele, Valentino Capranelli, Americo Marinelli sino a Alessandro Del Signore e Daniele Marinelli) ma, soprattutto, dove spicca la seducente personalità di Benedetto Vecchio voce e chitarra, vero mattatore e brigante, cantore e menestrello, maestro soprattutto di una scena musicale viva che ha saputo raccogliere in unica voce tutto il respiro della sua terra per trasmetterlo al mondo intero.
Luigi Ciavarella


      


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