"LIVE IN AQUINUM" DEI MBL TRA MUSICA POPOLARE ED ARCHEOLOGIA.

La musica della formazione
ciociara - guidata dall’etnomusicologo Benedetto
Vecchio - d’altra parte ha più di un motivo per farsi apprezzare. La loro è
una musica di frontiera che assorbe umori e suoni, canti e sapori di una terra
antica come la Ciociaria, pregna di storia oltremodo vibrante, vissuta nel
solco di una tradizione secolare.
I
Musicisti Basso Lazio (l'acronimo fa riferimento alla borbonica Terra
del Lavoro che un tempo lambiva tre regioni Lazio,Campania e Molise) ne testimoniano
l’impegno civile attraverso un percorso/progetto
musicale a partire dagli inizi di questo millennio e la pubblicazione finora di
sette cd, tutti illuminati da una sorprendente varietà di stili riconducibili
alla passione per la ricerca e le armonie musicali dei luoghi, che fanno del
gruppo una specie di istituzione per quella regione.
Ad eccezione di <Blues Sfus>, registrato Live in
Studio (che ricorda molto certo blues metropolitano di scuola napoletana) il
resto dei brani è il risultato di una performance dal vivo effettuata tra le
rovine di uno dei siti archeologici più antichi della zona, quello di Aquinum
(Comune di Castrocielo, Frosinone) le cui origini risalgono addirittura tra i V
e il IV secolo a.c.
Il compact apre con la
gradevole <Je te vulesse da>
dalle caratteristiche dialettali così simili alle nostre, proseguendo con la
emozionante <Pizzica Brigante> (<Indiani e briganti/la stessa sorte>),
- che possiede un ritmo incalzante, quasi rabbioso -, sostenuto dal suono stridente
della ciaramella di Gianni Perilli ; sino
alle tarantelle tipiche (Tarantella
Ribelle, Tarantella numerata,
oltre a Balla cu me dai toni festosi) in cui il suono dei MBL esprime una freschezza
musicale inusitata e una capacità di sintesi davvero sorprendente. Vi sono
altre tracce memorabili come per esempio
<Monna Casale> dalle melodie
straripanti (a mio avviso la più bella di tutte) ma soprattutto si apprezza la bellezza della strumentale
<Tammurriata per cello> del
maestro Erasmo Petringa al
violoncello, oltre ai brani <Sole santo>, dominato da cambi di ritmo e
suoni di zampogna, le stupende <Trasparenze>,
<Come na rosa> e la conclusiva
<Sulle Mainarde – Andò te ne vaje vent>,
dove il tutto svela una formazione dalle potenzialità strumentali ineccepibili
(da Gennaro Del Prete a Marco Iamele, Valentino Capranelli, Americo
Marinelli sino a Alessandro Del
Signore e Daniele Marinelli) ma,
soprattutto, dove spicca la seducente personalità di Benedetto Vecchio voce e chitarra, vero mattatore e brigante,
cantore e menestrello, maestro soprattutto di una scena musicale viva che ha
saputo raccogliere in unica voce tutto il respiro della sua terra per
trasmetterlo al mondo intero.
Luigi
Ciavarella
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