I TEMI DELLA MORTE E DELL’ANGOSCIA NELLA MUSICA ROCK DEI SETTANTA.
Questo articolo è stato pubblicato in origine il 31 ottobre 2013 nella rubrica musicale Music'Arte del sito www.sanmarcoinlamis.eu.
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Antonio
Bartoccetti, incide
nel 1969 il suo vinile più famoso,”Tardo pede in magiam versus”, ma lo tiene nel cassetto, come
da leggenda, sino al 2001 quando la Black
Widow, etichetta italiana specializzata nel recupero di vecchi feticci e
nuove voci di profeti nostrani dediti all’hard esoterico, ne ristampa una
doppia versione, vinile e digitale, per il piacere di quella frangia di
ascoltatori che amano questo genere di suoni. I suoni appunto. L’album citato,
a nome Jacula, (dal nome di una
eroina di fumetti di fine anni sessanta molto popolare in Italia), è dominato
dal suono ossessivo di un armonium cupo e tedioso che, con la voce di Doris Norton, al secolo Fiamma Dello Spirito, puntella di
suggestioni funerei l’intero percorso, spaziando tra citazioni esoteriche che
puzzano di zolfo, satanismo e cimiteri inquietanti al punto da classificare il
lavoro come uno dei rari casi più espliciti di musica estrema. Bartoccetti sarà il primo in Italia a
indirizzare la propria musica verso suoni e canoni di natura esoterica attingendo
la propria ragione dal mondo dell’occulto e dalla magia nera.
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Particolare della copertina di ZORA |
Ovviamente non otterrà alcun successo, salvo in quei
pochi ambienti malsani e sepolcrali dediti al culto della morte e dell’angoscia
ossessiva,coadiuvato dal tastierista Charles
Tiring, ma produrrà altri lavori sotto altre sigle cavalcando sempre le
stesse tematiche come Antonius Rex, Zora, (quest’ultimo anch’esso preso in
prestito dal mondo del fumetto erotico – vampiresco), che saranno, con poche
varianti, insieme agli Invisible Force
e Dietro Noi Il Deserto, le nuove
creature del nostro Bartoccetti che
avrà cura nel tempo di tenere sempre al centro del suo universo sonoro i temi angoscianti
della morte e del sopranaturale.
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Fuori
dalla Italia questi argomenti hanno trovato un terreno più fertile anzi partono
da lì, dalla Inghilterra, gli stimoli fondativi, che son serviti a coltivare un
genere che ha avuto i suoi momenti di gloria underground e un buon numero di
seguaci che, con base sonora hard rock, hanno saputo manifestare tutti i loro
propositi di morte e desolazione, distruzione e paranoia, angoscia e malessere,
sino a dare un senso compiuto alla loro musica che resta prevalentemente hard
rock perfettamente incuneata nel filone del genere dominante nei primi anni
settanta.
I
Black Sabbath, come è facile intuire,
sono stati i primi a focalizzare il tema del rapporto tra musica rock e
tematiche dark. Non a caso il loro primo album datato 1970 ha una copertina che
sembra suscitare non poche inquietudini. Poi l’ascolto del brano più
significativo dell’album, Black Sabbath, con quello scroscio
di pioggia e il rumore dei tuoni sullo sfondo, non nasconde più dubbi circa le
intenzioni del gruppo di Ozzy and Co sul genere di musica che intendono
suonare. Come si sa avranno molto successo e recentemente il ritorno in sala
d’incisione, che ha prodotto un doppio album (13) a distanza di oltre
quarantanni dal debutto e, dopo le aspettative, il successo ritrovato e il
ritorno in scena, la dice lunga sulla vita di questa musica.
Altri
gruppi rock che possono vantare una simile attitudine, seppure di minor
successo, sono stati i Black Widow,
anche essi interessati a sviluppare tematiche dark e gotiche di buona fattura. Il
loro primo album, Sacrifice, pubblicato il 1970, resta il loro testamento più
significativo ; gli Agnes Strange,
che hanno anche loro una copertina sepolcrale in bella vista, appartengono invece
al genere hard rock più incline al boogie. Seppure pubblicato in tarda data (
1974 ) il loro primo album Theme For A Dream resta un esempio
di buon rock underground ; i Necromandus
che sin dal titolo evocano aspetti truculenti ma dall’impatto sonoro che non va
al di là di un convenzionale hard rock un po’ troppo simile ai Black Sabbath
(non a caso il loro disco d’esordio, Orexis of Death del 1973 è prodotto
da Tony Iommi ) ; Bram Stoker, il cui nome è preso in
prestito dal noto autore di Dracula,
sono titolari di un unico album datato 1972, Heavy Rock Spectacular,
il cui suono è dominato dall’hammond, cupo e introverso, il cui disco è stato recentemente
ristampato in vinile/cd dalla nostra Black
Widow Records, ed erroneamente infilato nel genere Progressivo proprio per
quel suono dominante d’organo che da un senso d’angoscia all’intero lavoro ; i Lucifer Was invece sono norvegesi e l’ascolto
del loro unico feticcio, Underground & Beyond
del 1972, ricordano molto un misto tra Sabbath
e Jethro Tull per l’uso discreto del
flauto infilato tra i solchi della loro musica, che ricorda pure gli Atomic Rooster, altro gruppo dedito
agli aspetti più truculenti della musica rock che ha avuto importanti sviluppi
nel corso del decennio.
Infatti
gli Atomic Rooster, rispetto ai nomi
finora citati, sono stati un gruppo importante nella evoluzione della musica
hard dei seventies. Il gruppo avrà
vita travagliata. Nasce alla fine dei sessanta grazie all’estro di Vincent Crane personaggio stravagante
che insieme a Carl Palmer (che
diventerà notissimo in seguito nel supergruppo con Emerson e Lake) forma i
galletti atomici con altri musicisti sulla scia della musica dei Black Sabbath, satanica quando basta e
aperta a rituali riconducibile a questi temi. Dopo il primo disco nel 1970
pubblicano l’opera ritenuta un vero capolavoro del genere, Death Walks Behind You,
angosciante e dominato dalle tastiere di Crane
che da un incedere molto spettrale all’intero lavoro ben coadiuvato dalla
chitarra di Du Cann, formidabile nel
sostenere un sound che presto, purtroppo, prenderà una brutta deriva a causa
dei continui litigi in seno al gruppo.
Altri
gruppi ancora minori tra i minori potrebbero allungare la lista dei detentori
di verità assolute in seno alla musica esoterica e di culto a cui dare fiato
ma, per ragioni comprensibili, citati i maggiori, il buon senso mi impone di
fermarla qui augurando a quelli più esposti all’ascolto di questo tipo di
musica “ultraterrena” di dedicarci un pensiero tenendo in gran conto in genere
questa musica, testi a parte, non va oltre un tipo di hard rock con qualche
variazione in corsa e neppure tanto di frontiera. In fondo rappresentano
soltanto una allegoria.
LUIGI
CIAVARELLA
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