LO STERMINIO DEI CATARI ED ALTRI CRIMINI COMMESSI DALLA CHIESA NEL MEDIOEVO.
Nell'anno del signore 1207 papa Innocenzo III bandisce la prima crociata intestina contro i Catari, che era una comunità cristiana
(per alcuni una setta seppure molto numerosa, e, soprattutto in forte espansione)
considerata eretica dal Vaticano. Vivevano nel sud della Francia e venivano
chiamati anche albigesi poiché la
città di Albi li aveva accolti per
prima e lì avevano creato le basi della loro ortodossia.
In quel tempo l’ultima vera crociata in Palestina
stava volgendo al peggio e la stessa sopravvivenza del regno franco di
Gerusalemme era minacciata dai musulmani. La Chiesa a questo punto si sentì direttamente circondata e reagì con
la proclamazione della prima crociata
contro una comunità eretica, appunto i Catari, che vuol dire “puro”, che professavano una forma estrema di cristianesimo, persino discutibile e
stravagante ma molto efficace nelle campagne del mezzogiorno dove stuoli di missionari predicavano l’ostilità nei confronti della “biblica prostituta di Babilonia” trovando
consensi ovunque poiché Roma, corrotta e perversa, veniva recepita in quel
tempo come centro del male assoluto.
Il papa per mettere in pratica il loro annientamento si affidò a un esercito “del nord” poiché nelle terre
del sud i nobili del posto venivano considerati in combutta
col “nemico”. Il comando venne affidato ad un barone francese di basso rango assetato di
potere, tale Simon de Montfort, un normanno, a cui vennero garantiti per prima cosa gli
stessi benefici di un combattente in terra santa con licenza di uccidere e saccheggiare in nome di Dio e appropriarsi delle terre conquistate. Al seguito
della spedizione, come legato papale, venne affiancato da un abate
cistercense di nome Arnald-Amaury,
uno dei più spregevoli uomini di Chiesa il quale si distinse per crudeltà e ferocia inaudite
durante tutta la campagna di sterminio.
Per descrivere tutta la bestialità e
l’efferatezza di questo spregevole individuo è utile ricordare le parole che
egli pronunciò durante la mattanza della città di Bèziers, (in cui venne sterminata l’intera popolazione di 15 mila
abitanti in maggioranza cattolica, donne, uomini e bambini) allorquando gli venne chiesto di distinguere i cattolici dai Catari egli
rispose con tono sprezzante : “Uccideteli
tutti Dio saprà riconoscere i suoi”, ritenuta una delle frasi più ignobili pronunciate da un uomo di Chiesa, secondo Michael
Baigent e Richard Leigh, Autori
del libro “L’Inquisizione”.
Dopo la conquista di Bèziers, roccaforte albigese, venne preso anche il castello di Bram (1210) i cui prigionieri furono tutti accecati e mutilati tranne uno che gli venne risparmiato un occhio affinché potesse condurre gli sventurati compagni verso la cittadina di Cabaret ; subito dopo toccò al castello di Minerve, che si arrese, dove 140 perfecti vennero trucidati su una pira di fuoco formata per l'occasione. ("Non ci fu bisogno che i nostri uomini li gettassero sul fuoco; no, erano tutti talmente ostinati nella loro malvagità da gettarvisi di loro volontà", come scrisse Vaux de Cernay, altro fanatico cistercense presente durante la mattanza).
Delle altre città ritenute eretiche e conniventi con la causa catara, Carcassonne e Montsègur, furono le ultime roccaforti a cadere, ai cui abitanti fu riservato un trattamento analogo. A Montsègur invece furono bruciati vivi duecento eretici, secondo il libro citato, su una pira gigantesca costruita ai piedi del castello.
La campagna catara si rivelò un mostruoso genocidio, una delle pagine più orribili della storia della Chiesa. Gli ultimi catari sopravvissuti al massacro si dispersero poi in vari luoghi d'Europa compreso l'Italia settentrionale.
Fu una sconfitta per la Chiesa poiché dovette per la prima volta "sporcarsi le mani" per mantenere saldo il proprio potere. In un solo colpo aveva trucidato più cristiani di quanti ne aveva uccisi Diocleziano.
Delle altre città ritenute eretiche e conniventi con la causa catara, Carcassonne e Montsègur, furono le ultime roccaforti a cadere, ai cui abitanti fu riservato un trattamento analogo. A Montsègur invece furono bruciati vivi duecento eretici, secondo il libro citato, su una pira gigantesca costruita ai piedi del castello.
La campagna catara si rivelò un mostruoso genocidio, una delle pagine più orribili della storia della Chiesa. Gli ultimi catari sopravvissuti al massacro si dispersero poi in vari luoghi d'Europa compreso l'Italia settentrionale.
Fu una sconfitta per la Chiesa poiché dovette per la prima volta "sporcarsi le mani" per mantenere saldo il proprio potere. In un solo colpo aveva trucidato più cristiani di quanti ne aveva uccisi Diocleziano.
Il barone Simon
de Monfort, diventato visconte, troverà la morte colpito da un masso scagliato, da una donna, da una catapulta durante l’assedio di Tolosa nel 1218. Anche Innocenzo III lo seguirà nella tomba dieci mesi più tardi, invece Arnald-Amery morirà sette anni dopo a Narbona nel 1225 e verrà sepolto
nella abbazia cistercense di Citeaux
nel luogo in cui fu abate in vita.
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Tomas de Torquemada |
Mi piace immaginare che la sua anima stia bruciando nelle profondità dell'Inferno insieme ai tanti altri malvagi e criminali personaggi di Chiesa come per esempio Tomas de Torquemada, noto terrorista dell’inquisizione spagnola, (.. non abbiamo difficoltà nell’immaginare
Torquemada che manda al rogo Gesù Cristo per il bene dell’Inquisizione e della
Chiesa, L’Inquisizione ), laddove persino Dostoevskij lo modella sulla figura negativa del grande Inquisitore nel
romanzo I fratelli Karamazov ; Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei domenicani, comunità colta
contrapposta all’ordine dei francescani, proclamato santo per aver mandato al
rogo migliaia di innocenti, sorprendentemente a pochi anni dalla morte (.. pochi santi dovevano aver avuto le mani tanto lorde di sangue … L’Inquisizione); infine (si fa per dire) i domenicani alsaziani Heinrich Kramer e Johann Sprenger, autori della “miserabile” opera “Malleus Maleficarum” (Il maglio delle streghe) nel cui testo,
adottato da tutti i tribunali dell’Inquisizione dell'epoca, vengono descritte tutte le
manifestazioni dell’opera del maligno e i relativi rimedi. In realtà si tratta
di un libro di aberrazioni sessuali, un’opera pornografica indegna della storia
della Chiesa.
Luigi Ciavarella.