Blog di Cultura Musicale
a cura di LUIGI CIAVARELLA
IL BORGOMONDO DI ANTONIO FRANCAVILLA.
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Borgomondo segna il debutto di Antonio Francavilla nel mondo della canzone d'Autore con un album che sorprende, incanta e seduce, attraversato com'è
da quella venatura poetica molto intrigante che svela il senso del proprio quotidiano,
del microcosmo intorno a sé, di sentimenti e affetti, dolci e vitali, con un
testo molto ricco di suggestioni letterarie.
In realtà il cantautore non è nuovo a questo
genere di approccio poiché sappiamo che nel 2021 scrisse e produsse un brano
per la cantautrice Michela Parisi dal titolo Lene, rivelandosi sorprendentemente nel impegnativo ruolo di compositore.
Diciamo subito che Antonio Francavilla possiede
una bella scrittura ricca di intrecci raffinati, con spunti interessanti, che
gli serve per descrivere persone e relazioni a volte con disincanto altre
volte con dolcezza ma sempre mediati da quella tenerezza e quei sentimenti sinceri
che le fanno da cornice.
Il CD allinea nove brani in poco più di mezz'ora
d'ascolto composti dal cantautore e arrangiati e prodotti magnificamente da Angelo Gualano, che si rivela ancora
una volta un fine tessitore di suoni, un maestro in questo campo, nel cui Studio è stato registrato
l'album (Beatitude musicLab). Un'Opera Prima che contiene senz'altro molti punti
di novità spesi peraltro in un contesto musicale già contrassegnato dalla nutrita
presenza di molti altri cantautori, per fortuna uno diverso dall'altro per
scrittura e stile, in cui il lavoro di Antonio Francavilla ben si inserisce d'autorità
accrescendo così il nostro canzoniere di nuovi contenuti.
Corredato da una significativa copertina illustrata
dell'artista egiziano Youssef Mostafà, e arricchita dalla grafica di Felice
Nardella, l'album si apre con "Tredici" introdotto dalla tromba di
Matteo Maccaronedalle tonalità jazz e da un suono liquido ma crescente alle
tastiere che fa da sfondo alle parole poetiche pronunciate del cantautore (Ci sono giorni in cui tutto è perfettoqui/anche gli scatti adesso riesco a
venderli/persino Tredici con suo scodinzolare/si lascia accarezzare ...).
Molto tenera la seguente "Café Tortoni" (E una nonnaincantata cantava/canzoni
ad un bambino distratto) percorsa da atmosfere latino-americane come pure
"Vivo", anch'essa coinvolta dagli stessi ritmi seducenti, mentre
"La città in fiamme", (Video sotto), forse la canzone più bella
dell'album impreziosita dalle voci di un coro d'eccezione composto da Sara La
Porta e Maria Antonietta Totta, e dalla magistrale chitarra solista di Angelo
Ciavarella, ospite delle sessions
insieme al fratello Claudio, al basso, che rende vibrante il brano da par suo, ricordandoci per temperamento un po' il nostro Faber di Anime Salve.
Il resto delle canzoni, da "Annafilomena"
(che gente che siamdiventati/cronisti di giorni normali/non di
epiche gesta), "Il borgo delle fate", "Violeta" e la
conclusiva "Darsi pace", molto bella, pacata e poetica (E ridi/qui /non c'è/più paura di provare)
si chiude così un album che possiamo considerarlo un impeccabile lavoro d'esordio,
vario nelle forme e negli arrangiamenti raffinati prodotti da Angelo Gualano, che
mai cede alle tentazioni pop fine a se stesse, ma, al contrario, cerca in ogni
ritaglio quel particolare perfezionismo che ce lo rende molto prezioso.
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Il 18 luglio del 1988 moriva Nico , la musa dei primi Velvet Underground e di Andy Warhol , il celebre artista della Pop Art newyorchese. La scomparsa improvvisa di NICO , avvenuta in circostanze tragiche a Ibiza il 18 di luglio del 1988 ricorda molto da vicino un'altra morte assurda, quella di Sandy Denny , la voce del folk rock inglese, anch'essa deceduta per le conseguenza di una caduta accidentale avvenuta dieci anni dopo la scomparsa di Nico . Un triste e beffardo destino che sembra perseguitare i grandi protagonisti della musica rock. Nico era nata a Colonia nel 1944,si chiamava Christa Paffgen e dei suoi natali teutonici conserverà sempre i tratti dark della chanteuse decadente e tragica , alimentati negli anni dal peso dei tanti ruoli assunti nell'ambito della cultura underground. Fu indossatrice di successo e quindi attrice (una parte, peraltro secondaria, è individuabile in La dolce vita di Fellini ) prima di essere scoperta e valorizzata da And
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