Un
album prodotto con i suoi figli durante la quarantena.
Uscito
in un primo tempo nello scorso novembre in formato EP, Fogerty's
Factory di John Fogerty e figli vedrà la luce tra
pochi giorni nel definitivo formato album, aggiungendo al precedente
ben cinque brani che l'ex leader dei Creedence Clearwater Revival
ha realizzato sulla scorta di un progetto nato casualmente
durante la prima quarantena di marzo.
Il
titolo e la relativa cover, che ricalcano, con simpatia ed ironia, il
celebre Cosmos Factory che proprio l'anno scorso ha celebrato
il cinquantenario della pubblicazione, - uno dei lavori più importanti per la formazione di John Fogerty – lo vede affiancato ai
figli Shane, Tyler e la giovanissima Kelsy
impegnati tutti, pur nella essenzialità di un progetto nato per
caso, dove l'eco del passato è più che mai presente tanto nel suono
quanto nella voce di John Fogerty, (senza l'ausilio della
batteria), sempre graffiante nonostante l'età, a sostenere un album
che possiede tutti gli argomenti per farsi apprezzare.
Innanzitutto
vi è una varietà di brani che richiamano il suo passato con i
Creedence C. Revival (Have You Ever See The Rain, Tombstone
Shadow, Proud Mary, Bad Moon Rising e Fortunate
Son), qui riproposti in bella riscrittura, come sempre coinvolgente e
passionale sopratutto per chi come noi si è nutrito di questa musica
sin dagli anni della adolescenza. Poi a ciò vanno aggiunti alcuni brani
tratti dai suoi album da solista (Don't You Wish It Was True,
da Revival, forse il suo disco più country, del 2007), un
paio di cover, la storica City Of New Orleans di Steve
Goodman, composta nel 1971, e Lean On Me, un sentito
omaggio a Bill Withers scomparso da poco. Tra i brani
più celebri del post Creedence troviamo una stupenda sempreverde
Centerfield, (in apertura di disco) proveniente dall'omonimo e
fortunato album del 1985 che rappresentò allora per John Fogerty una autentica
rinascita musicale, sopraggiunta in un periodo in cui egli stava combattendo una
estenuante battaglia giudiziaria con il suo ex mentore della Fantasy; Blueboy e Don't You Wish It Was invece
appartengono a Blue Moon Swamp l'album del 1997, che sin dal
titolo rimanda alle sue radici musicali.
In
definitiva si tratta di un album (vinile e CD) che, nonostante nulla
aggiunga alla sua già copiosa discografia, tanto quella da solista
che in formazione con i Creedence Clearwater Revival,
possiamo considerarlo un lavoro di qualità, fresco e gustoso generato
in famiglia. Un album curiosamente prodotto nello stesso luogo dove
cinquant'anni prima veniva immortalato Cosmos Factory, allora come
oggi fotografato da suo fratello Bob, e dove al posto di Cook,
Clifford e di suo fratello Tom adesso ci sono i figli.
LUIGI CIAVARELLA
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