IRONIA E SAGGEZZA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS.
Raffaele Nardella |
Mentre
il nostro paese sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia
recente a causa delle misure restrittive adottate dal governo, limitando
movimenti e quanto altro possa servire di contrasto al diffondersi
dell'epidemia, ecco le voci di due nostri poeti dialettali che provano ad
esorcizzare il male attraverso due componimenti che vogliono quasi prendersi
gioco, con ironia e saggezza, del coronavirus imperante, che tanta paura
produce nel nostro paese.
Si
tratta di due motivi verosimilmente musicali, una tarantella e una ballata
scritte in questi giorni fatidici rispettivamente da Raffaele Nardella, (dal titolo Tarantella
Malata) noto musicista e cantante dei Festa Farina e Folk, e da Antonio Villani, anch'egli noto poeta
dialettale del luogo, il cui titolo è La Ballata la Crona.
Entrambi,
come si può leggere dai testi, descrivono il dramma che stiamo vivendo <peja de nu tremute> che "mo ce cacame sotta sule pe nu sternute"
come scrive Raffaele Nardella con sarcasmo e verità, indicando anche i
responsabili della catastrofe (dallu
cinese, allu milanese) e infine arrivato sino a noi (e lu santemarchese/jè rumaste 'nfettate) come se questo tragitto
fosse, oltre che inevitabile e fatale, quasi un castigo divino. Ecco allora che
la speranza unita all'ottimismo prendono il sopravvento sulla rassegnazione (aspettame lu tempe de turnà a ballà) perché "nua sime forte, sime santemarchese", una impennata d'orgoglio,
un modo per infondere coraggio, esprimere fiducia nell'operato di chi questa
malattia la combatte, e diffondere allo stesso modo quel virus della fiducia e
del senso di comunità che serve per ritornare a vivere.
Una rinascita che avrà il sapore della vittoria della vita sull'oscurità del male.
Una rinascita che avrà il sapore della vittoria della vita sull'oscurità del male.
Antonio Villani |
Anche Antonio Villani cita la ballata, un
tema musicale dal sapore popolare, e prende spunti dalla vicenda come suo
costume con estrema ironia (... lu lètte
ime scucchiate/e durmime separate)
descrivendo anch'egli una situazione grottesca, impensabile sino a qualche mese
fa (... sta come ncufurchiata/manche
fòsse carcerata), alludendo alla strana metamorfosi avvenuta in seno alla
nostra comunità, cambiando improvvisamente, a causa del virus, a cambiare le
sue abitudini. Ma anche lui infonde una nota di speranza, inevitabile, anzi una
certezza assoluta in questa lotta alla malattia a patto che ciascuno di noi
faccia la propria parte con responsabilità (Non
ce sparpagname/ che la crona sutturame/e
mmessa na croce sòpa/ mane abbracce e
juasce).
Ma
voglio chiudere con il titolo di un romanzo dal titolo ben augurante "Andrà tutto bene" di Antonio
Schiena uscito l'estate scorsa, peraltro un testo di grande spessore
narrativo, mai così rassicurante come in questo istante.
Andrà
tutto bene.
Luigi Ciavarella
Commenti
Posta un commento