"DOVE IL GIORNO S'ALZA" poesia di ANTONIO MOTTA





Dove il giorno s’alza
a giri stretti di luce,
dove la mitraglia ha ragione d’un beduino
e la donna ha partorito tra canne di bambù,
e il feto le è morto,
e sa che domani al nipotino, al sesto compleanno,
non varrà una sorte migliore;
mentre al di là del muro di cinta i più piccoli
giocano a indiani e banditi
e la guerra entra nelle loro ossa vuote,
e noi ci accorgiamo troppo tardi
che l’adulto è un bambino che non ha saputo
mai cullare una bambola;
troppo troppo tardi per bere nel cavo della mano
invece del solito bicchiere, più assetati.
E già l’istinto ha corroso l’olivo
E la poca polpa, franta nel torchio,
sa d’amaro.
Solo la polvere s’alza alta tra i tucul e gli olmeti,
mentre ci si prepara all’altra battaglia.
Troppo troppo tardi per chiedere un sorriso
Ad un mercenario che scrive alla ragazza T’amo.
Antonio Motta


È nato e vive a San Marco in Lamis, centro garganico dove dirige il Centro di Documentazione “Leonardo Sciascia - Archivio del Novecento” e i fogli della collana omonima. Editore dell’opera dialettale di Joseph Tusiani, si è occupato a lungo di letteratura meridionale, come pure di scrittori italiani e stranieri che hanno avuto rapporti con la Puglia. Ricordiamo Oltre Eboli: la poesia (1979); La terra dell’Ofanto (1998); Ritratti esposti.Mostra fotografica di poeti e scrittori pugliesi e non del Novecento (2003). Autore di numerose saggi su Sciascia, ha pubblicato in Svizzera Giorni felici con Leonardo Sciascia (2004). Dirige la rivista semestrale «Il Giannone» e collabora, tra l’altro, a «Belfagor», «Nuova Antologia», «incroci», «Quaderni del Fondo Moravia».


<... Antonio Motta è consapevole dei conflitti mondiali. Non c'è tragedia lontana che gli sfugga, forse perché non c'è commedia vicina che lo attragga.(...) Motta oscilla fra due sentimenti antitetici, lo spasmodico e l'idillico, il truculento e il pastorale, il politico e l'edenico; ma la sua è oscillazione di spirito non di sensazione,di temperamento non di aggiornamento. Per lui la mitraglia che <ha ragione di un beduino> e la donna che <ha partorito tra canne di bambù> è cosa vera e vicina come la poca polpa che, <franta nel torchio, sa d'amaro>.     (Joseph Tusiani, Introduzione a <Mitolatrie>, Rebellato Editore, 1974) 

Commenti

  1. Ho conosciuto Tonino Motta "letterato" da poco tempo. L'ultima volta che ci siamo incontrati, a casa sua, abbiamo parlato delle sue "fatiche letterarie" (Lontananze, La casa di Via Calvitto, ecc.), dei suoi studi su Sciascia e sui maggiori esponenti della letteratura contemporanea. Gli ho manifestato i miei sinceri apprezzamenti per la sua grande capacità di scrittore e di studioso. Un Grande Sammarchese!

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