UNA ESPOSIZIONE DI COPERTINE DISCOGRAFICHE NEL NOME DI ELECTRIC LADYLAND.


La mostra verrà allestita nella villetta comunale davanti alla sede di Artefacendo per il giorno della Festa europea della Musica.

In occasione della “Giornata Europea della Musica”, che coincide col il giorno del solstizio d’estate, quest’anno, insieme agli amici di Artefacendo, Freak e Arci, abbiamo deciso di dare un contributo concreto allo spirito della ricorrenza.
Sappiamo (o dovremmo) sapere quanto sia importante la Musica nella storia dell’umanità e quanto essa sia espressione di una idea di libertà che, insieme alla creatività che ciascuno di noi possiede, ci induce alla consapevolezza di essere parte di un sistema di cui dobbiamo prenderne atto se vogliamo costruire un mondo più giusto. Prima consideriamo questa realtà è prima usciremo dall’impasse in cui governanti senza scrupoli cercano di annichilirci. La libertà si nutre di parole ma anche di gesti. Noi la manifestiamo con la Musica e nel nostro piccolo universo attraversato da note, rumori e immagini non potevamo sottrarci dal dovere di manifestare la nostra profonda passione  nei confronti della musica e nello specifico verso la musica Rock..
E allora abbiamo deciso di proporre una “Esposizione di copertine di vinili” relativa all’anno di uscita 1968, anno importante, pregno di significati, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario. Come se fossero quadri di una esposizione (citazione d’obbligo per Mussorgskj via Emerson Lake & Palmer) abbiamo deciso di mostrarvi quanto siano affascinanti, curiosi e colorati gli involucri di cartone di cui un tempo si custodivano i dischi in vinile (che per fortuna son tornati più agguerriti di prima) e quanto talento e quanta fantasia servivano per rendere il “prodotto” appetibile ai tantissimi giovani che affollavano i negozi di dischi. Per realizzare questi preziosi manufatti venivano impiegati fior di creativi, studi di design specializzati, e spesso, molte copertine risultarono addirittura più importanti dei loro contenuti (si veda il periodo Progressivo italiano dei settanta, per esempio).
Abbiamo scelto, come si diceva sopra, l’anno 1968 mentre il numero delle copertine impiegate a questo scopo sono 35, una cernita indispensabile per limitare ai dischi più significativi il periodo in questione. 
Il numero si poteva addirittura duplicare ma nulla avrebbe aggiunto alla natura dell’evento e all’anno di riferimento, che è stato un anno troppo importante per lasciarcelo sfuggire. Naturalmente evito di entrare in particolari socio – culturali che hanno interessato il periodo in termini di evoluzione dei diritti umani e quant’altro, ed entro subito nel cuore della manifestazione. Musicalmente è stato un anno di grandi album divisi tra grandi vibranti esordi (Traffic, Family, Band,Iron Butterfly, Moody Blues, Jethro Tull, Procol Harum, Spirit, Blood Sweat & Tears, etc.), e nomi che hanno consolidato il loro talento  (Bob Dylan, The Rolling Stones, The Doors, Jimi Hendrix, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Cream etc.). Da citare un nome glorioso come quello dei Beatles, che nel ’68 pubblicarono forse il loro testamento musicale più importante, che però annuncia anche l’inizio della fine. Un canto del cigno che precede l’album Abbey Road dell’anno successivo e  quindi la loro fine. 
Il ’68 è stato l’anno in cui la musica è riuscita ad esprimere l’inquietudine del suo tempo attraverso album capolavori dalla potenza esplosiva (Crown of Creation dei Jefferson Airplane, per esempio, dove al centro dell’immagine vi appare un fungo atomico per niente rassicurante) oppure il Bob Dylan che meglio ci appartiene quello della protesta (John Wesley Harding) o gli ultimi fuochi psichedelici rappresentati dai Kaleidoscope (uno degli album più intriganti e misteriosi del rock, di cui – si disse – che i due lunghi brani - Taxim e A Beacon From Mars - presenti furono registrati in presa diretta sotto l’effetto dell’ LSD); oppure la belelzza di una eroina del rock come Janis Joplin che con Cheap Thrills manifesta tutto il suo amore per il blues e per la vita. Dal secondo disco dei Pink Floyd, A Saucerful of Secrets (la formazione ha già voltato pagina rispetto al primo album) sino agli esordienti Deep Purple, Family, Traffic, Jethro Tull, Moody Blues, il rock a trazione inglese, il rock d'Albione lascerà tracce profonde negli anni a venire. Come d'altra parte accade con i Rolling Stones di Beggar’s Banquet, qui con foto di copertina censurata, l’abrasivo esordio dei Steppenwolf (quelli di Born to be wild) e il capolavoro lisergico degli Iron Butterfly (In a gadda da vida), famoso anche in Italia, che tutti insieme formano un trittico di capolavori tra i più particolari dell’anno. Ci sono anche i Byrds che stanno per abbracciare la causa country (Notorious Byrd Brother) e l’hard rock devastante dei Blue Cheer (Vincebus Eruptum), due momenti diversi dell’America rock. Da citare anche il menestrello inglese Donovan con Hurdy Gurdy Man, il jazz rock blues degli americani Electric Trip e la Supersession di Al Kooper, storico album, che ospita due chitarristi d’eccezione, Bloomfield e Stills, Oppure il folk gentile dei Pentangle e gli esordi dei Fairport Convention che faranno sentire tutto il loro peso negli anni a venire. Sono tutti i simboli e le contraddizioni entro cui  si muovono i misteri del rock così come li abbiamo vissuti ed interpretati noi direi quasi in diretta, nonostante a quell’epoca non fossimo così sicuri e consapevoli del valore di ciò che stavamo ascoltando, da ingenui adolescenti qual'eravamo, fino a scoprire l’eco di quella musica rimastaci appiccicata addosso come un secondo dna.
Dulcis in fundo la scandalosa e provocante copertina-Manifesto dell’evento “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix, che raffigura un gruppo di 20 donne nude che guardano l’obbiettivo (le donne elettriche!), che allora creò censure e scompiglio tanto in America (dove fu sostituita dalla Reprise per evitare problemi con la censura) quanto in Europa, che invece circolò liberamente seppure con qualche imbarazzo tra i rivenditori.
Benvenuti!
LUIGI CIAVARELLA





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