SHYLOCK L’EBREO USURARIO E L’ANTISEMITISMO DI SHAKESPEARE.
Shylock
è
un usuraio ebreo che ha prestato del denaro a Bassanio il quale gli ha dato come garante il suo amico Antonio (Il mercante di Venezia).
Shylock, che odia Antonio in quanto antisemita, accorda il prestito ma esige, dietro
pagamento di una notevole somma di interessi, anche una libbra della carne di
Antonio. Bassanio, in difficoltà economiche, accetta le condizioni.
Nel frattempo Bassanio, diventato ricco per aver
sposato una ricca ereditiera, Porzia,
si offre di restituire a Shylock il doppio del denaro prestatogli per saldare
il debito ma lui rifiuta. Il mercante ebreo è irremovibile. Vuole la libbra di
carne pattuita dal petto di Antonio. Vanno in tribunale e a questo punto entra in scena
un giovane avvocato, che in realtà è Porzia la moglie di Bassanio travestita da
uomo (l’avvocato Bellario). Porzia
prova a convincere Shylock di rinunciare alle sue pretese però lui
ostinatamente continua a rifiutare qualsiasi altra offerta. A questo punto Porzia si
indispettisce e passa al contrattacco facendo subito notare a Shylock che nel
caso dovesse procedere al taglio della libbra di carne dal petto di Antonio “versando
una sola goccia di sangue”, secondo le leggi vigenti nella Repubblica della
Serenissima, sarà condannato a morte e gli saranno confiscati i suoi beni. A
Shylock gli viene anche ricordato che se uno straniero cerca di uccidere un
veneziano (Shylock essendo ebreo è considerato uno straniero) i suoi averi
verranno confiscati e divisi tra lo Stato e la vittima (Antonio) mentre la sua vita
stessa sarebbe nelle mani del Doge, che lo potrà graziare soltanto se si
converte al cristianesimo. Posto di fronte a queste prospettive Shylock diventa
disponibile e accetta l’offerta di Porzia.
Porzia riuscirà a sconfiggere l’ebreo Shylock
usando la sua stessa perfidia, ripagandolo della stessa moneta, applicando,
insomma, alla lettera tutte le opportunità legislative vigenti nello stato
veneziano di quel tempo. Leggi peraltro molto restrittive nei confronti degli
stranieri. Lo status di straniero di Shylock risulterà quindi determinante per la
sua sconfitta. “La vostra perfidia saprò metterla in pratica” dice ad un certo
punto Porzia.
+ + +
Il
Mercante di Venezia, l’opera teatrale che William Shakespeare scrisse alla fine
del 1500 e andata in scena ripetutamente nel corso dei secoli - con impressionante
successo di pubblico - può essere la dimostrazione del fatto che il celebre
drammaturgo inglese covasse sentimenti antisemiti? Ovvero il gradimento di
pubblico può essere considerato un segno evidente di insofferenza (o peggio) nei
confronti degli ebrei, perlomeno verso i mercanti, noti per la loro spregevole avidità?
Domande che hanno attraversato tragicamente secoli di storia sino ai giorni
nostri. D’altra parte l’ebreo Shylock dimostra di non possedere alcuna etica né
moralità; di essere una persona insensibile, incapace di esprimere sentimenti
di pietà, un individuo che non conosce alcuna mediazione. Insomma, secondo l'immagine che ne da William Shakespeare, egli è un essere spregevole sopraffatto soltanto dalla avidità
con cui cerca di trarre il massimo profitto dagli affari. Anche a costo di
pretendere la libbra di carne dal petto del debitore.
Questa immagine negativa dell’ebreo disegnata da
Shakespeare con abbondanza di particolari contribuirà, purtroppo – suo
malgrado? -, ad avere effetti nefasti sul futuro di questa comunità. Non a caso
la commedia “Il mercante di Venezia” verrà ripetutamente rappresentata durante
il terzo Reich come propaganda nazista nei confronti degli ebrei, con tutto le conseguenze tragiche che ne sono derivate.
Due questioni, in conclusione, si possono
sottolineare al termine della lettura di questa vicenda: il cinismo e l’avidità
dell’ebreo in primis ma anche la risposta della legge della Repubblica di
Venezia, anche essa dotata di un cinismo intollerante nei confronti degli
stranieri. La cosiddetta Serenissima Civiltà Veneziana del tempo ne esce piuttosto
malconcia da questa brutta storia antisemita.
LUIGI CIAVARELLA