SUONI PESANTI DALLA PERIFERIA DELL’IMPERO. LA STORIA DEL GRUNGE 1985 – 1994. (*)
di Luigi Ciavarella
Il grunge è stato un movimento musicale spontaneo nato e cresciuto nel nord ovest degli Stati Uniti intorno alla metà degli anni ottanta, musicalmente nutrito a base di punk, metal e psichedelica in un rapporto stretto tra vari generi (crossover) descritto per convenienza col termine grunge, peraltro mai accettato dai diretti interessati, (che vuol dire sporco, orribile, cattivo) tuttavia necessario per indicare uno dei periodi più intensi e creativi della storia del rock americano.
Il grunge è stato un movimento musicale spontaneo nato e cresciuto nel nord ovest degli Stati Uniti intorno alla metà degli anni ottanta, musicalmente nutrito a base di punk, metal e psichedelica in un rapporto stretto tra vari generi (crossover) descritto per convenienza col termine grunge, peraltro mai accettato dai diretti interessati, (che vuol dire sporco, orribile, cattivo) tuttavia necessario per indicare uno dei periodi più intensi e creativi della storia del rock americano.
Epicentro
e teatro di questa rivoluzione musicale e di costume è stata Seattle, città piovosa e crepuscolare,
capitale dello stato di Washington, famosa nei sessanta per aver dato i natali
a Jimi Hendrix (e dove vi è sepolto)
ma anche come la regione dei Wailers
e dei Sonics, e di altri gruppi di
grande impatto dance, grezzi e selvaggi proprio come i primi discendenti grunge,
(cito a sostegno la raccolta di brani Highs
in the Mid Sixties/Nuggets nei numeri dedicati al North West), ma confinati
in quelle regioni estreme, lontane in ogni caso dai luoghi cult in cui si
combattono le vere battles of the garage (California e Texas in primis).
Possiamo aggiungere allora che
il grunge sia nato come reazione
alla stasi del rock americano (riferito però
ad una poco incisiva scena dominante) presente soprattutto in quelle regioni
tradizionalmente all’avanguardia, come la California (ma la California degli
ottanta è diversa dai sessanta, forse Paisley
Underground a parte) o come la grande
mela (New York) che pure aveva dato corpo e sostanza, qualche anno prima, alla
rinascita di un modello di rock preso in prestito dal punk e dall’eredità
lasciata dai Velvet Underground costruito sul filo della sua memoria storica, intorno
alla metà dei settanta, incoraggiandone persino lo sviluppo (si pensi a Patti Smith, jim Carroll, Television,
tensioni che avrebbero trovato sbocco naturale in ambienti intellettuali), ma che,
posti di fronte ad una svolta, non hanno saputo dare un seguito dignitoso a
quelle idee poiché erano espressioni di un’area circoscritta non esportabile
per definizione.
Proprio in momenti come questi
che si guarda al nord ovest, allo stato di Washington, periferia estrema
rispetto a Los Angeles, con Seattle (e
dintorni) in termini di avanguardia, abitata da gruppi musicalmente eterogenei,
ciascuno col proprio bagaglio stilistico, ma tutti portatori di un concetto di
vita nuova e seducente in evidente contrasto col resto del Paese. Musicalmente
parlando se poco prima c’era stato il No
Future, (la deriva Punk nichilista e assurda), condizionato da una visione iconoclasta
della vita e della musica, ora il grunge propone il Future? nahhh, accogliendo il punk come uno dei propulsori e non
più come filosofia di vita, creando di fatto i presupposti di una rivoluzione
musicale dagli sviluppi imprevedibili, avendo adottare nel proprio dna gruppi -
icone come Led Zeppelin e Black Sabbath, virtualmente assunte come
guide spirituali, totem necessari per blandire l’atto di nascita di una fusione
che non avrebbe tardato a dare propri frutti.

Sappiamo
per certo che la scena grunge ha vissuto due periodi distinti : una prima fase
underground, seminale, dominata da numerosi gruppi dallo spirito selvaggio che
trovò nell’etichetta di Seattle Sub Pop,
fondata da Bruce Peavitt, (ma anche
in altre etichette underground), il naturale sbocco discografico ; e una seconda
fase esplosa nel 1991, all’indomani del successo planetario di Nevermind
dei Nirvana, vertice assoluto del grunge e uno dei
capolavori della musica rock , che ha avuto il merito storico di aver
trascinato nel suo alluvionale successo mondiale altri gruppi importanti come : Pearl
Jam, Soundgarden, Alice in Chains, Mudhoney, etc, oltre a focalizzare intorno a Seattle e tutta la
scena underground americana l’attenzione del mondo.
I DISCHI E I
PROTAGONISTI (1985 – 1991)
Il
primo disco grunge viene registrato dai Green
River (Come On Down, Homestread Rec.Usa 1985) nel dicembre del 1985. Si
tratta della prima forma di proto grunge in assoluto. Ma il gruppo verrà
ricordato in seguito per aver annoverato tra le proprie file i personaggi
chiave di questa avventura: Mark Arm e Steve Turner, che formeranno i Mudhoney e Stone Gossard e Jeff Ament,
i MotherLoveBone, anticamera dei Pearl Jam. L’anno successivo nasce la
Sub Pop , l’etichetta del
grunge, che raccoglie le istanze dei tanti gruppi sparsi nella zona assicurando
loro, attraverso raccolte mirate (cassette e cd) una discreta visibilità. Ma
prima ancora della pubblicazione di Sub
Pop 100, che allinea un primo censimento
dei gruppi grunge, è la C/Z Records a
pubblicare il primo manifesto della nascente scena di Seattle (Deep Six), con sei gruppi che avranno il
ruolo d’apripista.
A
partire da questo istante infatti il punk,
il metal, il noise e la psichedelia cesseranno
di essere corpi separati per confluire tutti in un unico genere musicale, il grunge.
I Nirvana non sono ancora nati quando nel
1987 vengono pubblicati i primi memorabili vagiti del grunge: Dry As A Bone dei Green River seguito da Screaming
Life, l’EP metal dei Soundgarden
e Even If And Eventually When degli Screaming Trees di Mark Lanegan , album d’ impostazione psichedelica.
Ma
è il 1988 è l’anno decisivo del grunge.
I Nirvana pubblicano il loro primo
singolo, Love Buzz, un oscuro brano
degli olandesi Shocking Blue, allo stesso tempo la Sub Pop investe nella diffusione
del genere immettendo in circolo titoli come: Rehab Doll dei Green River,
il singolo Touch Me I’m Sick dei Mudhoney poi confluito nell’album Superfuzz Bigmuff, e Fopp dei Soundgarden, seguiti dalla pubblicazione dei primi LP sulla lunga
distanza dei Soundgarden, Ultramega OK e dei Screaming Trees Invisible
Lantern, granitico e spettacolare il primo, acido e spettrale il secondo,
entrambi licenziati dalla SST Records.
L’anno
successivo I Nirvana pubblicano Bleach, ottimo debutto registrato in
economia con qualche debito verso Black Sabbath e Melvins; seguono i Mudhoney con il loro primo omonimo LP e i Soundgarden che inaugurano con Louder
Than Love il primo contratto in assoluto con una major, la A&M Records.
Altri
dischi pubblicati nel 1989 sono: Buzz
Factory degli Screaming Trees,
considerato il loro capolavoro underground, e l’Ep Shine dei MotherLoveBone,
(seguito da Apple, l’anno
successivo), secondo gruppo firmatario di un contratto con una major (la
Polygram).
Nel
1990 cade la prima vittima eccellente, Andrew
Wood, leader dei MotheLoveBone,
che muore per overdose mettendo la parola fine alla storia del gruppo.
Debuttano su Columbia gli Alice In
Chains di Layne Staley con Facelift, lavoro dominato da suoni metallici e malati. Il gruppo avrà una vita
difficile.
Il
1991 è l’anno della consacrazione
internazionale grazie al definitivo massiccio intervenuto delle multinazionali (major)
spianando la strada al successo planetario ad un congruo numero di lavori di indiscussa
qualità: Nevermind dei Nirvana, Badmotorfinger dei Soundgarden
e Ten dei Pearl Jam. A questi vanno aggiungi altri grandi titoli: Uncle Anesthesia degli Screaming Trees, Gish dei Smashing Pumpkins,
Congregation degli Afgan Whigs e Green Mind dei Dinosaur Jr.
tutti pubblicati dalle major che finalmente scoprono Seattle come la potenziale
gallina dalle uova d’oro.
Il
triennio 1992 – 1994 produrrà altri titoli miliardari, dai Nirvana di In Utero,
prodotto da Steve Albini, sino ai successivi album dei Pearl Jam (Vs e Vitalogy, lavori più maturi e tendenti
al mainstream); gli Smashing Pumpkins realizzano il loro capolavoro,
Siamese Dream mentre gli Afgan Whigs di Greg Dulli pubblicano Gentlemen.
Anche
Alice in Chains e Soundgarden, l’ala più metal del grunge, continuano a incidere buoni album
baciati dal successo (rispettivamente Jar
Of Flies e Superunknown) ma il 4
aprile del 1994 a Seattle accade la tragedia. Kurt Cobain viene trovato cadavere nel garage di casa sua,
sfigurato da una fucilata in pieno volto.
Un suicidio annunciato. Con la sua morte niente sarà più come prima.
Nel
2002 morirà per overdose anche Layne
Staley, il leader degli Alice in Chains, dopo una vita bruciata ad
inseguire gli eccessi della vita e senza riuscire mai a scrollarsi di dosso il
peso della sua tossicodipendenza.
Postum Scrptum: Per contiguità col grunge si
aggiungano i nomi di Sonic Youth e Jane Addiction ( Daydream Nation
e Nothing Shocking ) che seppure non
provengano da Seattle hanno avuto nei confronti del grunge un rapporto di
stretta osservanza in termini di suoni e stili di vita. Lo stesso si dica in
altri ambiti geografici degli inglesi Bush
e dei norvegesi Motorpsycho,
(consigliabili: Sixteen Stone e Demon Box) anch’essi folgorati come san
Paolo sulla strada di Seattle avendo accolto nel proprio dna i segni tangibili
di un fenomeno musicale e di costume che ha davvero mutato la faccia della
storia (della musica rock).
Conclusioni
Senza
Nevermind il grunge sarebbe rimasto (forse)
dentro i recinti regionali dell’underground. Il disco, voluto dalla Geffen Records e affidato alle cure del
produttore Butch Vig, credo abbia
avuto il merito di aver liberato l’anima di Seattle definitivamente dopo averla
affidata alla custodia del mondo affinché ne serbasse il ricordo.
Vent’anni
dopo la deflagrazione di quell’evento resta forte il mito di una stagione
irripetibile, il volto di Kurt e i tanti gruppi che hanno tentato l’assalto al
cielo come è sempre accaduto quando si è voluto raccontare la storia di una
scena musicale, uguale ma sempre cosi diversa, che ha accompagnato una
generazione verso la maturità.
I
Pearl Jam, unici superstiti del
grunge, sono ancora in giro per il mondo a spendere la cifra di un sogno duro a
morire, non prima però di averci sommersi da una infinita prole di dischi live
che non ci basterà una vita per ascoltarli tutti.
(*) " Questo omaggio alla storia della musica Grunge e ai suoi protagonisti è stato pubblicato in origine nel mese di febbraio del 2011 nella Rubrica "Music'Arte" del sito www.sanmarcoinlamis.eu.", ripreso in seguito alla triste morte di uno dei protagonisti di quella stagione, Chris Cornell, e a lui dedicato ". (Luigi Ciavarella)
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CHRIS CORNELL (1964 - 2017) |