QUEL PROGRESSIVO ITALIANO CHE NON TRAMONTA MAI.
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S i ritorna sempre sul luogo del delitto a volte per interrogarsi sul passato, altre volte per capire cosa è stato e come sarebbe stata diversa la nostra percezione della musica se avessimo capito per tempo il valore di quel momento. Parlo ovviamente della cosiddetta musica progressiva italiana che comincia a svilupparsi a partire dal 1970 per proseguire poi la sua corsa per quasi tutto il decennio, cospargendo l'italico suolo di Opere musicali forse in quantità superiore ai bisogni d'ascolto ma sufficiente per capire il fenomeno in tutta la sua vastità (e complessità) di genere. Non mi sorprende il fatto che, nel riascolto di quelle Opere, oggi io avverta un inevitabile e, per certi versi, senso di stanchezza derivante forse dalla polvere del tempo depositata su quei dischi. Al limite qualche sussulto lo si prova pure ma soltanto verso quella musica con cui abbiamo avuto una maggiore confidenza. Ma per il resto quel mondo lo si percepisce lontano, diventato persino ob...