Dunque l'epilogo ha i tratti chiaroscuri.





Dunque l'epilogo ha i tratti chiaroscuri
del distacco inconfutabile
nella differenza che separa corpo e anima
dentro ambienti amniotici,
eppure l'elogio del privato
è qui tra le pieghe del tramonto
tra i prodromi della vita nuova
osservati dalla balconata del Santuario.
Fuori dal coro dei perdenti
la materia respira folate di ossigeno,
transfuga ego flessa verso nuove sintesi,
sfiorando i tetti bassi della cittadella
con la stessa afasia che incute il passaggio
della storia, tra il rumore dei passi lenti
e la forma irreale dei quartieri alti senza anime quiete.
Il calcolo più non rende i termini della resa
e le passioni urtano gli angoli convessi,
curvi, sotto le navate abnormi della cattedrale,
vuota, spettrale, dai silenzi nelle nicchie disperate
priva di musiche corali e suoni d'armonium,
persa per sempre nella notte dell'oblio
come i nostri sguardi questo venerdì santo
in questo spazio siderale senza tempo.

Luigi Ciavarella, San Marco in Lamis, 2002

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