IO, IL SABBA NERO, LA NEVE CIECA E IL SATANISMO FASULLO.

Breve riflessione su un paio di album dei Black Sabbath. Il primo album dei Black Sabbath che acquistai fu Paranoid, credo nell’estate del 1971. Nonostante l’orribile, fuorviante foto di copertina (una raffigurazione caricaturale di guerriero con il casco da motociclista che impugna minaccioso una scimitarra), lo comprai lo stesso perché fui attratto principalmente dal brano omonimo, l’incredibile hit che la mia generazione aveva già mandato a memoria prima ancora dell’uscita dell’album. Pubblicato con la mitica etichetta Vertigo (storico logo a spirale), era la seconda emissione per la formazione inglese. Il primo album, uscito l’anno precedente aveva destato più di una curiosità (sopratutto per quella copertina angosciante raffigurante una figura femminile al centro di una scena decadente) ma non aveva suscitato abbastanza clamore. Perlomeno non come Paranoid che fu a dir poco una folgore scagliata con forza su una scena rock già di per sé in movimento. Intanto il 45...