JOSEPH TUSIANI E PETER NARDELLA, DUE ANIME MIGRANTI A CONFRONTO.
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Joseph Tusiani |
La figura dell’emigrante errante e bistrattato dalla
storia è sempre stata una icona perdente del nostro immaginario, un fendente
devastante che ha causato nel tempo ogni sorta di sciagura mettendo a nudo le
nostre frustrazioni, la nostra solitudine e le nostre limitazioni in rapporto
ai nuovi ambienti che venivano a crearsi in prospettiva. L’adattamento
evidentemente aveva i suoi tempi ma spesso era una forma di castigo ulteriore
alla condizione di escluso in cui l’emigrante veniva a trovarsi.
Joseph Tusiani non è stato un emigrante qualsiasi,
rispetto ad altri aveva in tasca una laurea e opportunità decisamente diverse
dagli altri quando approdò a New York. Grazie al suo talento, alla sua
intelligenza e alla sua preparazione universitaria riuscì a penetrare nei
meccanismi del nuovo mondo diventando da subito punto di riferimento di una
nuova leva della cultura italo - americana, cosi emancipata rispetto ai
rudimentali metodi di chi li aveva preceduti anche se è evidente una continuità
peraltro mai interrotta.
Peter Nardella rispetto al poeta dialettale di San Marco
in Lamis ( mi piace citare soltanto il poeta vernacolare ) ha tutta altra
storia da esibire ma entrambi sono rami dello stesso albero seppure cresciuti
sotto altre forme. Joseph Tusiani nel suo paese d’origine vi nasce, studia a
Napoli e quando si imbarca con la madre per New York per raggiungere il padre è
già un brillante professore di letteratura che non avrebbe affatto faticato in
Italia ad ottenere un impiego importante. Ha 24 anni e possiede un forte
desiderio non solo di conoscere finalmente il volto del padre ma anche di
mettere in campo la sua cultura, il suo entusiasmo, i suoi studi, al servizio
della nuova nazione. Diventerà uno dei maggiori scrittori italo - americani se
è vero che il quotidiano La Repubblica in uno dei servizi per il supplemento
Venerdì indicherà, attraverso un sondaggio commissionato a New York, tra esponenti della
cultura e della imprenditoria, della politica ecc.. del posto, negli anni
novanta, proprio in Joseph Tusiani il massimo esponente della cultura
italo-americana accanto a nomi altrettanto prestigiosi come Mario Cuomo, Renato
Dulbecco, ecc... appartenenti ad altri settori.
Peter Nardella ha avuto tutt’altro percorso formativo e il
suo nome a San Marco in Lamis è molto meno conosciuto rispetto a Joseph
Tusiani. Innanzitutto Peter è nato in America e, nonostante abbia ricevuto l’
educazione da genitori sammarchesi immaginiamo non molta differente dal poeta,
bisogna dire che ben presto la società in cui Peter è vissuto lo ha assorbito
sin da piccolo. Anche se nasce ad Akron nello Stato dell’Ohio, lontano
dalle grandi arterie che contano, egli non avverte il fascino della lontananza
poiché le sue radici sono americane. Quindi non ha il fardello della nostalgia
latente.
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Peter Nardella ( Akron 1926 - 2001 ) |
Ma è nel dopoguerra che Peter Nardella debutta
ufficialmente allorquando conosce Phil Palumbo, una specie di istituzione
musicale di quelle parti, molto conosciuto e influente anche oltre i confini
dell’Ohio. Il loro incontro si rivela fortunato e decisivo per entrambi. Phil
ha già una band a suo nome ( Phil Palumbo and the Pals ) che suona la musica in
voga del momento, un mix di swing e canzoni melodiche americane di successo, che
sono molto apprezzate in quel momento. E’ il classico gruppo italo-americano
poiché i restanti musicisti hanno tutti chiara l’origine italiana : Eddie
Paolucci ( tromba ), Vincent Didato ( Piano ), Mickey Eritano ( Percussioni ),
oltre a Phil che suona la tromba e Peter che oltre a cantare, almeno in un
primo momento, suona anche il basso.
Gli spettacoli di Phil Palumbo e i Pals ottengono un buon
successo in zona, sufficienti a spingerli in un secondo momento anche oltre
confine sino a raggiungere le famose platee di Las Vegas, dove diventano
attrazione principale nei diversi locali che popolano quella città luminosa.
Qui Peter Nardella ottiene i migliori risultati grazie alla sua voce tenebrosa
e seducente oltre che alla sua presenza aitante in un ambiente in cui queste
qualità contano molto. Una voce che viene associata per temperamento e timbrica
a Dean Martin e Frank Sinatra, anche loro notissimi cantanti di origine
italiana con i quali nasce persino un certo feeling.
Peter Nardella ama profondamente l’Italia e i cantanti
italiani primo fra tutti Domenico Modugno, di cui alcune canzoni entrano a far
parte del suo repertorio ( Volare in primis ), come allo stesso modo altri
brani di provenienza italiana peraltro presenti nei vari dischi che il gruppo ha
prodotto nel corso degli anni ( In my
life, la vita brano che Shyrley Bassey portò con successo a San Remo nel 1968,
Al di là di Luciano Taioli, More, Sorrento,ecc... tutti brani che fanno parte
di un compact disc realizzato dalla famiglia all’indomani della sua morte,
avvenuta nel 2001 per una malattia incurabile, che seppure di breve durata,
rende perfettamente il suo stile e la voce magnifica attraverso un pugno di
canzoni che restano il testamento spirituale che egli ci ha lasciato e di cui
un giorno dovremmo diffondere se non altro per fornire ai nostri giovani
musicisti del posto un bel esempio di canzone melodica.
( Luigi Ciavarella )
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