BOB DYLAN AL SUMMER FESTIVAL DI LUCCA IL PRIMO LUGLIO
Ieri Bob Dylan ha
compiuto 74 anni ed è questa una buona occasione per ricordarci ancora di lui
se non altro perché il primo luglio sarà protagonista al Summer Festival di Lucca,
quest’anno in contemporanea con Francesco
De Gregori per un evento che si preannuncia eccezionale. Bob Dylan c’era già stato nel 1998
mentre il nostro bravo cantautore romano si è esibito insieme a Fiorella Mannoia e Pino Daniele nel 2002. Tutto ciò per dire che la manifestazione
gode di un certo prestigio nella mappa festivaliera della penisola.
Tuttavia i due artisti suoneranno in set separati senza poter
escludere a priori che possano intercettarsi anche se a mio avviso trovo
piuttosto singolare questa possibilità.
La carriera musicale di
Robert Zimmerman (questo il suo vero nome all’anagrafe di Duluh nel Minnesota,Usa,
dove è nato nel 1941) inizia nel 1962 con la pubblicazione dell’omonimo
album per i tipi della Columbia Records
che vede in lui il nuovo profeta della canzone di protesta americana sulle orme
già tracciate da Woody Guthrie e Pete Seeger . In questa veste lascerà
sul terreno alcuni titoli fondamentali che ancora oggi sono documenti di
formazione per i giovani cantautori di tutto il mondo. In seguito Dylan deciderà di rompere col il suo passato
folk ortodosso per intraprendere una nuova strada che lo porterà a incidere
nuovi album con musicisti provenienti dal blues elettrico e dal rock, attirando
su di sé l’ira dei puristi (Storica la dura contestazione di Newport nel 1965, dove Dylan si
presentò con la Butterfield Blues Band al completo con gesto provocatorio,
ma dovette interrompere bruscamente il concerto per evitare spiacevoli
conseguenze ).
La svolta elettrica produce una serie di capolavori che sono
quanto di più personale e di influente si possa immaginare per il Rock, con
dischi epocali quali Bringing It All Back Home, che
allontana per sempre lo spettro di Times They Are A-Changin’ e
introduce un diverso modo, senz’altro più energico, efficace ed incisivo, di raccontare
le sue storie di lotta con emotività stupefacente che attraversano la scena
del mondo.
Dopo ci saranno altri capolavori che sembrano fatti in serie
e che elevano l’artista americano a livello planetario : Highway 61 Revisited e Blonde
On Blonde, che sono autentiche pietre miliari della storia del Rock,
preziosi caleidoscopi in grado di raccontare in musica, con voce limpida e
forte, tutte le sfaccettature del mondo contemporaneo. Lavori che avvengono con
la partecipazione dei migliori musicisti contemporanei di provenienza rock (Al Kooper e Mike Bloomfield in primis).
Poi ci saranno altri album di infinita raffinatezza
compositiva (John Wesley Harding e Nashville Skyline per esempio, più
rivolti alla tradizione americana) prima di cadere e quindi risorgere più volte
ma sempre con lo spirito indomito di chi sente su di sé l’attenzione del mondo.
Nei successivi decenni Bob
Dylan farà sentire sempre la sua voce autorevole marcando il tempo con la
sua musica ( Blood On The Tracks, Infidels, Oh Mercy, World
Gone Wrong, ecc …) raccontando sempre con capacità indagatrice le vicende che
investono la nostra era, sempre con acume e intelligenza.
In attesa che gli venga assegnato il Premio Nobel per la
Letteratura, l’unico riconoscimento prestigioso che manca al suo carnet di
predatore intellettuale, peraltro sempre possibile (e sarebbe una caso
clamoroso poiché darebbe dignità culturale ai testi delle canzoni e quindi un riconoscimento
doveroso ai tanti cantautori che si sono espressi nel corso dei decenni,
italiani compresi) auguriamo a Bob Dylan
lunga vita.
LUIGI
CIAVARELLA
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