tag:blogger.com,1999:blog-49855962392579849642024-03-28T19:32:13.642-07:00SAMMARCO POPBlog di Musica e dintorni
a cura di LUIGI CIAVARELLALuigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.comBlogger360125tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-60963214741647344982024-02-17T03:41:00.000-08:002024-03-13T02:11:41.603-07:00MICHELE FULGARO, MUSICISTA E ARTISTA SENZA TEMPO.<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1NjZCTGjDSOvSRd8bf0QsXv6QCcNSyuzH-o8agKQCH-p6ggRb7WeppSLQBKjd8MvKE5jr9hN4patF2IkADPH9-0A6x8B5r0FzGT6fBs3NAoX687VFFscAGRgzj9ZhN5eFwUaKlBGLKonO-5Kr1-cD6hXay_hQ8F9JNyLQLSwJ4JlCJHA8TmKkgK-EU-M/s1933/01%20-%20Speranzoni_%201957.TIF" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1456" data-original-width="1933" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1NjZCTGjDSOvSRd8bf0QsXv6QCcNSyuzH-o8agKQCH-p6ggRb7WeppSLQBKjd8MvKE5jr9hN4patF2IkADPH9-0A6x8B5r0FzGT6fBs3NAoX687VFFscAGRgzj9ZhN5eFwUaKlBGLKonO-5Kr1-cD6hXay_hQ8F9JNyLQLSwJ4JlCJHA8TmKkgK-EU-M/w400-h301/01%20-%20Speranzoni_%201957.TIF" width="400" /></a></div><br /> <p></p><p style="text-align: center;"><i style="text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Verrà
celebrata domani presso la sala del Circolo Polivalente del paese a partire
dalle 18.30 la figura di Michele Fulgaro, uno dei principali miti musicali del
paese.</span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">L'evento, voluto in primis dagli amici di Michele
- che sono i Revival, formazione musicale che nel corso della serata suoneranno
brani memorabili del passato come loro costume, - ma organizzato dalla AUSER, che è una Associazione
che si occupa di memoria viva, e, sopratutto, nondimeno avremo, nel corso dell'evento, la consegna da parte delle autorità istituzionali della nostra Città di una targa di riconoscimento che verrà conferita all'artista. Un fatto rilevante se si considera che la musica di intrattenimento
non è mai stata considerata, a torto, una forma d'arte, ma che nella serata di
domani acquisterà una sua dignità culturale che in passato le è stata sempre
negata.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b>Michele
Fulgaro</b> è
un artista completo. Non soltanto cantante e chitarrista di canzoni popolari ma
anche compositore di esilaranti parodie, siparietti divertenti, che hanno avuto, nei tardi anni cinquanta e per buona
parte dei sessanta, un loro palcoscenico sopratutto durante le festività del carnevale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyiv2gc2w4FY-KLCB3-1LHoAnmPjJUsuP5bzuyFC6MKzSAs8TQsOwxcjljrTxt09kK1qTeone4sogc1ko0XHWOgGgVPJkjvBzCtFXOVusvzzsCuittA2UEUB5KIRsv1I0rAQgige4ZvsmFIndWbSwxGVlj-rcajmcpnu0U8BLb7Uzf9USiBrPx-u0Z9eo/s2153/02%20-%20Speranzoni%20(1958).TIF" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1342" data-original-width="2153" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyiv2gc2w4FY-KLCB3-1LHoAnmPjJUsuP5bzuyFC6MKzSAs8TQsOwxcjljrTxt09kK1qTeone4sogc1ko0XHWOgGgVPJkjvBzCtFXOVusvzzsCuittA2UEUB5KIRsv1I0rAQgige4ZvsmFIndWbSwxGVlj-rcajmcpnu0U8BLb7Uzf9USiBrPx-u0Z9eo/s320/02%20-%20Speranzoni%20(1958).TIF" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Michele comincia da qui formando dapprima in coppia con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Matteo Napolitano</b> e poi in trio con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Armando Inghese</b>, <b>gli</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Speranzoni </b>(1957-58) un combo da cabaret che avrà con le sue caratteristiche invenzioni da osteria una attenzione da parte del pubblico. Siamo nella San Marco semplice e genuina, che prova a sollevarsi dopo un periodo buio causato dalla
guerra. Il desiderio di divertirsi guardando avanti con un certo ottimismo fu allora un imperativo per
tutti. Non a caso molti, proprio per inseguire la fortuna, emigreranno dapprima nelle lontane America e Australia e successivamente nei luoghi dove maggiormente c'era bisogno di
mano d'opera, e cioè in nazioni come il Belgio, la Francia, il Lussemburgo e -
sopratutto - la Germania - la cui occupazione assicurerà al paese un certo benessere generale.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYQ0yAdJU2SvFbDkXupiHUymldFl6g9xdcL2kdhW8u4SPcZi2zP5XNP8MozYJFT1yGeUhCE4Rb8z42cgXQ4bA4O92_LRQfl-LGe_hqPcdT5ahOkhA9mWp5XlYHsPpMTvFwGi6qSuxAgAeAuMKNHzlA9BVJ9vJoC6JR47b62fuzmoLACjsZV0lakgQcrRI/s2446/03%20-%20Walter%20Pitet%20(1959).TIF" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><img border="0" data-original-height="1677" data-original-width="2446" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYQ0yAdJU2SvFbDkXupiHUymldFl6g9xdcL2kdhW8u4SPcZi2zP5XNP8MozYJFT1yGeUhCE4Rb8z42cgXQ4bA4O92_LRQfl-LGe_hqPcdT5ahOkhA9mWp5XlYHsPpMTvFwGi6qSuxAgAeAuMKNHzlA9BVJ9vJoC6JR47b62fuzmoLACjsZV0lakgQcrRI/s320/03%20-%20Walter%20Pitet%20(1959).TIF" width="320" /><span style="text-align: justify;"> </span></span></a></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Dopo questa prima esperienza <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Michele Fulgaro</b> passa alla musica vera e propria. Aveva imparato gli accordi di chitarra sulle riviste d'epoca mettendo a punto un certo stile da perfetto autodidatta tanto da condurlo nel giro dei suonatori del paese. In quel tempo le figure
musicali principali di riferimento erano due, che aggregavano intorno a sé molti
principianti: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonio Lombardozzi</b>,
fisarmonicista, che possedeva addirittura una scuola di formazione, e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonio Verde</b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"> (zio rosso, per i suoi capelli rossicci)</span>, di professione barbiere ma eccellente suonatore di chitarra,
mandolino e banjo. Anche lui insegnava a giovani volenterosi lo studio degli strumenti. Michele si unisce a quest'ultimo in una formazione che porta uno strano nome: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Walter Pitet</b>, (che faceva
riferimento al grande <b>Giuseppe Petrucci</b>, fisarmonicista e animatore del
gruppo). I Walter Pitet si dotano di una divisa a scacchi e girano, tra sposalizi e
serenate, banchetti e quant'altro, facendosi notare in paese per quei suoni coinvolgenti e le loro canzoni melodiche. Suonano di tutto persino pezzi d'opera, ma
sopratutto eseguono mazurke tanghi e tarantelle che sono l'anima principale
della festa, e che la gente vuole ascoltare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrcDBL83kmhiIGFsmoHjNrrmekix5lMkB0qII38Au8Kj3epv_RO0MJtQ02g2AnmuGM4U5EyhKXebekYlz4gNI1BxuVq_6_pv4M-2xiA4Y9Kp7h2vKVFNj5pC_sTsct3kpT0Rbuio01jskLXukZetBAmQ9wBc1I8z69hVrbTNdrUFuOJ8auvz6O8VjJk4/s1176/11%20-%20Modernissimi%20(1966).TIF" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1176" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrcDBL83kmhiIGFsmoHjNrrmekix5lMkB0qII38Au8Kj3epv_RO0MJtQ02g2AnmuGM4U5EyhKXebekYlz4gNI1BxuVq_6_pv4M-2xiA4Y9Kp7h2vKVFNj5pC_sTsct3kpT0Rbuio01jskLXukZetBAmQ9wBc1I8z69hVrbTNdrUFuOJ8auvz6O8VjJk4/s320/11%20-%20Modernissimi%20(1966).TIF" width="320" /></a><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Dopo quella esperienza, <b>Michele Fulgaro</b> forma i <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Modernissimi</b> entrando nei
circuiti delle balere e delle cerimonie nuziali da veri professionisti.
Dei Walter Pitet, a parte il batterista Matteo Napolitano, non vi è più nessuno.
I nomi nuovi sono coloro che lo accompagneranno anche nei successivi passaggi: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Michele Verde</b>, chitarrista, figlio di
<i>zio rosso</i>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Michele Perta</b>, tastiere e
fisarmonica, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonio Vigilante</b> al
sax (con qualche puntata anche del fratello <b>Giuseppe)</b> e sopratutto c'è lui,
Giuseppe Chiaramonte alias <b>Beppe Monte</b>,
nome d'arte, che canta e qualche volta suona anche il sax.</div></span>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il salto di qualità è notevole, il complesso (così
venivano chiamati nei sessanta), fondato da Michele Fulgaro, raggiunge una
popolarità enorme in paese e suona dappertutto un repertorio di canzoni più moderne e
adatte ad un pubblico giovanile, senza trascurare mai balli popolari.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLH1Uq6KXx74svoxZTEyu6APZR06atbRBz8gOJ9CHDCsZFY5kmHMD53yPhefxN-TZ5hu52mfTE6qA1Qr5kgvmvZKKh_OV0PlsFkl1Ut3MBHu2Tkr9I5IX3Kh9hkzEyC9V-pB8zrSJSA2W9A9zAKSXowHSkaj9Wdvv9VfYwGYAUWExqbcquCGNlyPVChyphenhyphenM/s800/14%20-%20Protheus4_1970.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="629" data-original-width="800" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLH1Uq6KXx74svoxZTEyu6APZR06atbRBz8gOJ9CHDCsZFY5kmHMD53yPhefxN-TZ5hu52mfTE6qA1Qr5kgvmvZKKh_OV0PlsFkl1Ut3MBHu2Tkr9I5IX3Kh9hkzEyC9V-pB8zrSJSA2W9A9zAKSXowHSkaj9Wdvv9VfYwGYAUWExqbcquCGNlyPVChyphenhyphenM/s320/14%20-%20Protheus4_1970.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Anche loro adottano una divisa e quando nel 1968 i
tempi diventano maturi Michele Fulgaro scioglie i Modernissimi e forma i <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Protheus</b>, uno dei miti musicali della
nostra storia.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Tra Mods e Protheus però c'era stata una parentesi con <b>Arcangelo e il suo Complesso</b>, con <b>Matteo Napolitano</b> e <b>Angelo</b> <b>Iannantuono</b>, un trio con
compiti di intrattenimento non dissimili dai precedenti impegni. Tra il '68 e il '72 i Protheus, tanto son durati, sono i padroni incontrastati della scena musicale del paese. I
tempi sono cambiati. Adesso abbiamo oltre ai luoghi tipici dell'intrattenimento anche le
sale <i>dancing</i>, i matrimoni sfarzosi nei ristoranti e non più nelle anguste abitazioni di una volta, i Veglioni organizzati dagli studenti e concerti all'aperto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Agli inizi dei settanta però Matteo Napolitano matura
l'idea di abbandonare la musica (lo ritroveremo sorprendentemente negli ultimi
tempi a cantare nelle serate organizzate dal Centro Sociale) al suo posto vi
subentra per poco tempo <b>Leonardo Pignatelli</b> e dopo la partecipazione di <b>Beppe Monte</b> al programma
"La Corrida" condotto da <b>Corrado</b> sulla radio nazionale, dove il
cantante ottiene un invidiabile secondo posto (con "Tanta voglia di lei" dei
Pooh), al suo ritorno il gruppo per qualche ragione si sfalda. </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Fuori impazza la nuova musica imposta dalle nuove generazioni, che tanto amano i giovani: i Birds, gli Atomium, Le
Pietre Azzurre, etc.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHOGoR8OnS_uYn8DVLbfxzF3yHXneQjr-hMUjxkkxU2tHd_ZvbXLYlHpeKgRuoQGRvaAPMIgBPdgY-1z2IM-iTmVDa9HO3uAAChWoHn6KQ66d6-YRIoMGw5byOjCEK7WgC7aXGx2GA9HH3-gslEF91gs4vZy0vPubAXc17l8Dtdol6SfNughHkj1EMo2Y/s3209/Revival.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2407" data-original-width="3209" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHOGoR8OnS_uYn8DVLbfxzF3yHXneQjr-hMUjxkkxU2tHd_ZvbXLYlHpeKgRuoQGRvaAPMIgBPdgY-1z2IM-iTmVDa9HO3uAAChWoHn6KQ66d6-YRIoMGw5byOjCEK7WgC7aXGx2GA9HH3-gslEF91gs4vZy0vPubAXc17l8Dtdol6SfNughHkj1EMo2Y/s320/Revival.JPG" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Michele Fulgaro naturalmente non smette di
cantare ne di suonare. Negli ottanta, dopo aver partecipato a tante manifestazioni musicali pubbliche
forma la sua ultima creatura musicale: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">I
Revival</b> che sin dal nome preso in prestito scelgono di suonare canzoni del passato,
successi di altri tempi, che conservano un loro fascino e occupano ancora un posto
rilevante nel cuore della gente.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Gli stessi Revival, dove son passate tante figure
straordinarie della nostra storia musicale (<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Angelo Iannantuono</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tonino
Rispoli</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bonifacio Tancredi</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Serafino Panzone</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mario Masullo</b>, <b>Giuseppe Bonfitto</b>, <b>Nicola Tenace,</b> <b>Michelino Aucello,</b> etc.), che domenica sera a partire dalle 18.30
allieteranno il pubblico intervenuto per festeggiare Michele scegliendo come sempre da un repertorio sconfinato le canzoni che servono per rinverdire la memoria, dedicandolo, con
tutto l'affetto che merita, al loro Maestro. <o:p></o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI
CIAVARELLA<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOLJGSQQpIWyH8MmU85Nhz1-dRmwwWwZCJlxnC8sUHcoV6w_n3bo-SmFSd8REwMghKGJ3k2PrLb48dS-6ysIlAlUmYGdGdrmq_WllE8AlFTUCCwRAPYHdtUiyimlGcsG7vfiRvy50-_c9pVio8cg5ISXtN1B611OuZcTIBvdlADIrkDe0RaHmjYa43XvU/s1376/426576096_411499938221057_6451712266030809062_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1376" data-original-width="977" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOLJGSQQpIWyH8MmU85Nhz1-dRmwwWwZCJlxnC8sUHcoV6w_n3bo-SmFSd8REwMghKGJ3k2PrLb48dS-6ysIlAlUmYGdGdrmq_WllE8AlFTUCCwRAPYHdtUiyimlGcsG7vfiRvy50-_c9pVio8cg5ISXtN1B611OuZcTIBvdlADIrkDe0RaHmjYa43XvU/w454-h640/426576096_411499938221057_6451712266030809062_n.jpg" width="454" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr></tbody></table><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span><span style="font-family: Calibri Light; font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-31863865753971057302024-02-07T08:12:00.000-08:002024-02-20T09:23:55.358-08:00SUONI PESANTI DALLA PERIFERIA DELL’IMPERO. <p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIJUc5RDOFZnDRRbADhpcOanTzXrA2uo4crnWvzl6M9Yslrl7ApI5lfzu1p5NTYKNg_qMzHzOidM1P31AeaJBYcFKtqeXF2R95CF3-i_WS9EELNgLMPmatSfrflh64PWmvmIiM6WOIk1GDlKvqhcPLjuoPrPhgqjiUyNHvDi3nLPuc741VdrUUXamFnBY/s1412/BLANX%20-%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="595" data-original-width="1412" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIJUc5RDOFZnDRRbADhpcOanTzXrA2uo4crnWvzl6M9Yslrl7ApI5lfzu1p5NTYKNg_qMzHzOidM1P31AeaJBYcFKtqeXF2R95CF3-i_WS9EELNgLMPmatSfrflh64PWmvmIiM6WOIk1GDlKvqhcPLjuoPrPhgqjiUyNHvDi3nLPuc741VdrUUXamFnBY/w400-h169/BLANX%20-%201.jpg" width="400" /></a></div><span style="text-align: justify;"><p style="font-family: Calibri; font-size: 14pt; text-align: center;"><i><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">Il grunge è stato un
movimento musicale spontaneo nato e cresciuto nel nord ovest degli Stati Uniti
intorno alla metà degli anni ottanta, musicalmente nutrito a base di punk,
metal e psichedelica in un rapporto</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">stretto
tra vari generi (</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">crossover</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">) descritto
per convenienza col termine </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">grunge</b><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">, termine
peraltro mai accettato dagli interessati, </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">(che vuol dire sporco, orribile, cattivo) tuttavia
necessario per indicare uno dei periodi più intensi e creativi della storia del
rock americano.</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;"> </span></i></p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Epicentro e teatro di questa <i>rivoluzione
musicale e di costume</i> è stata <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Seattle</b>,
città piovosa e crepuscolare, capitale dello stato di Washington, nota nei
sessanta per aver dato i natali a <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Jimi Hendrix</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>(e dove riposa) e, per altri versi, riconosciuta come la terra dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Wailers</span> e dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sonics</span>, formazioni di grande impatto dance, grezzi e selvaggi
proprio come i loro nipotini grunge, (cito a sostegno la raccolta di brani <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Highs in the Mid Sixties/Nuggets</i> nei
numeri dedicati al North West), ma confinati in quelle regioni estreme, lontane
in ogni caso dai luoghi cult in cui si stavano combattendo le vere <i style="mso-bidi-font-style: normal;">battles of the <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>garage</i> (California e Texas in primis).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Possiamo
dire allora che il <i>grunge</i> sia esploso come reazione alla stasi del rock americano assente soprattutto in quelle terre tradizionalmente alla avanguardia come <st1:personname productid="la California" w:st="on">la California</st1:personname> o lo stato di New
York che avevano dato qualche anno prima il via alla ennesima rinascita anticipando persino il punk e guardando indietro alla eredità lasciata dai Velvet
Underground ricostruito sul filo della sua memoria storica, intorno alla metà
dei settanta, (si pensi sopratutto a Patti Smith, Jim Carroll, Television, Ramones, nomi che avrebbero trovato sbocco naturale in ambienti intellettuali), ma che,
posti di fronte ad una svolta, non hanno saputo allargare il campo d'azione né dare un seguito dignitoso a
quelle idee in quanto espressioni di un’area circoscritta non esportabile per
definizione.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: -13.1pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Proprio
in momenti come questi che si guarda al nord ovest, allo stato di Washington, periferia
estrema rispetto a Los Angeles, con Seattle come luogo di coagulo, abitata da
gruppi musicalmente eterogenei ma tutti portatori di un concetto di vita in
evidente contrasto col resto del Paese. Se poco prima c’era stato il nichilismo di <i>No Future,</i> condizionato da una visione iconoclasta
della vita e della musica, di devastante recente memoria, ora il <i>grunge</i>
propone il <i>Future? nahhh,</i> nel senso
che il punk viene accolto come propulsore e non più come filosofia di vita,
creando di fatto i presupposti di una rivoluzione musicale dagli sviluppi
imprevedibili, adottando nel proprio DNA formazioni-icone del passato come Led Zeppelin e Black Sabbath, virtualmente assunte come guide spirituali, totem necessari
per blandire l’atto di nascita di una fusione che non avrebbe tardato a dare propri
frutti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Che sia stata una rivoluzione
e perché sia nata proprio in quella regione fuori mano, lontana dalle sedi
delle multinazionali della musica, non è dato saperlo. Sappiamo però che
terminata questa esperienza, nella metà degli anni novanta, cade sulla
scena un silenzio tombale. Non vi è stata alcuna variante significativa della storia per assicurare al fenomeno una eredità credibile. </span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Sappiamo per certo che la
scena <i>grunge</i> ha vissuto due periodi distinti: una prima fase underground, seminale,
dominata da gruppi dallo spirito selvaggio che trovò nella etichetta di Seattle </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Sub Pop</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, fondata da </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Bruce Peavitt</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, ma anche nelle altre
etichette underground, il naturale sbocco discografico; e, una seconda fase, esplosa nel 1991, col successo planetario di </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nevermind</i></span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> dei </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Nirvana</span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">,</b><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> che è considerato il </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">vertice assoluto della storia della musica grunge e uno
dei capolavori della musica rock, col merito storico di trascinare nel suo alluvionale successo mondiale altri gruppi importanti come</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">: </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Pearl
Jam</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Soundgarden</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Alice in Chains</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Mudhoney</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, etc.. oltre a focalizzare intorno a Seattle e tutta la
scena underground americana l’attenzione del mondo.</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Libre Franklin;">I DISCHI E I PROTAGONISTI (
1985 – 1991 )</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Il primo disco d'impronta <i>grunge</i> viene
registrato dai </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Green River</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Come On Down, Homestread</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Rec.Usa 1985</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">) nel dicembre del 1985. Si
tratta di una forma di proto <i>grunge</i> in assoluto. Ma il gruppo verrà
ricordato in seguito per aver annoverato tra le proprie file i personaggi
chiave di questa avventura: </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Mark Arm</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">
e </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Steve Turner</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, che formeranno i </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Mudhoney</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Stone Gossard</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">J</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">eff Ament</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">,
</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">i MotherLoveBone</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, anticamera dei </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Pearl Jam</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">. L’anno successivo nasce </span><st1:personname productid="la Sub Pop" style="font-family: "Libre Franklin";" w:st="on"><st1:personname productid="la Sub" w:st="on">la
Sub</st1:personname> Pop</st1:personname><span style="font-family: "Libre Franklin";">, l’etichetta del
grunge, che raccoglie intorno a se le istanze delle tante formazioni sparse in zona assicurando
loro, attraverso raccolte mirate (cassette e CD) una discreta visibilità. Ma
prima ancora della pubblicazione di </span><i><span style="font-family: "Libre Franklin";">Sub
Pop</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">100</span></i><span style="font-family: "Libre Franklin";"><i>,</i> che allinea un primo censimento
di gruppi <i>grunge</i>, e la </span><span style="font-family: "Libre Franklin";"><i>C/Z Records</i></span><span style="font-family: "Libre Franklin";"><i>
</i>che pubblica</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">il primo manifesto della
nascente scena di Seattle (</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Deep Six</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), che include sei gruppi che avranno un ruolo decisivo nello sviluppo della questo tipo di musica. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">A partire da questo istante infatti
il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">punk</i>, il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">metal</i>, il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">noise</i> e la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">psichedelia</i> cesseranno di essere corpi
separati per confluire tutti in un unico genere musicale, <span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>il grunge. </i></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I Nirvana non sono ancora
nati quando nel 1987 vengono pubblicati i primi memorabili vagiti: <i>Dry As
A Bone</i> dei Green River seguito
da <i>Screaming Life</i>, l’EP metal dei Soundgarden e <i>Even If And Eventually When</i> degli Screaming Trees di Mark
Lanagan<b> </b>, album d’ impostazione psichedelica.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Ma è il 1988 è l’anno
decisivo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrFCTcj184iyu5qNXUgNiw_FHLKUauWuMRjIAVltq5oLyENlDS3kkE1IqkkHzUVYCFPofoHuiRitDr9R35gJvNu4PKr6AxRuPhlf40ps2vsDMlN4HkbORHsc6TRQukmpFZaEYPJj0msF4gl1ZOhnEjoxe-UwIMpDNV8YhYCA3zIc5cYqkx1M01euNAEas/s1024/kurt1_1024.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrFCTcj184iyu5qNXUgNiw_FHLKUauWuMRjIAVltq5oLyENlDS3kkE1IqkkHzUVYCFPofoHuiRitDr9R35gJvNu4PKr6AxRuPhlf40ps2vsDMlN4HkbORHsc6TRQukmpFZaEYPJj0msF4gl1ZOhnEjoxe-UwIMpDNV8YhYCA3zIc5cYqkx1M01euNAEas/s320/kurt1_1024.jpg" width="320" /></a></b></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">I Nirvana</span> pubblicano il loro primo singolo, <i><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Love Buzz</span>,</i> una oscura cover degli
olandesi Shocking Blue, allo stesso tempo la Sub Pop investe nella diffusione
del genere immettendo in circolo titoli come : <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rehab Doll</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Green River</span>,
il singolo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Touch Me I’m Sick</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mudhoney</span> poi confluito nel album <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Superfuzz Bigmuff</i>, e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Fopp</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Soundgarden</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>, seguiti dalla pubblicazione dei primi LP sulla lunga
distanza dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Soundgarden</span>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ultramega OK</i> e dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Screaming Trees</span> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Invisible
Lantern</i>, granitico e spettacolare il primo, acido e spettrale il secondo,
entrambi licenziati dalla SST Records.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">L’anno successivo i<span style="mso-bidi-font-weight: normal;"> Nirvana</span> pubblicano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Bleach</i>, ottimo debutto registrato in
economia con qualche debito verso i Black Sabbath e i Melvins; fanno seguito i <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mudhoney</span> con il loro primo album <i style="mso-bidi-font-style: normal;">omonimo </i>e i <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Soundgarden</span> che inaugurano con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Louder
Than Love</i> il primo contratto in assoluto con una major, la A&M Records.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Altri dischi pubblicati nel
1989 sono <i style="mso-bidi-font-style: normal;">: Buzz Factory</i> degli <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Screaming Trees</span>, considerato il loro
capolavoro underground, e l’Ep S<i style="mso-bidi-font-style: normal;">hine</i>
dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">MotherLoveBone</span>, (seguito da <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Apple</i>, l’anno successivo), secondo
gruppo firmatario di un contratto con una major (la Polygram).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Nel 1990 cade la prima
vittima eccellente, <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Andrew Wood</span>,
leader dei MotheLoveBone, che muore per overdose mettendo la parola fine alla
storia del gruppo. Debuttano su Columbia gli <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Alice In Chains</span> di Layne Staley con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Facelift, </i>lavoro<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>dominato
da suoni metallici e malati. Il gruppo avrà una vita difficile. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">1991</b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">, come si era accennato sopra,</span> è l’anno della consacrazione internazionale grazie al definitivo
accordo intervenuto tra le multinazionale (le major) e la scena alternativa attraverso
un rapporto di reciproca collaborazione spianando la strada al successo
planetario ad un congruo numero di lavori di indiscussa qualità : <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nevermind</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Nirvana</span>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Badmotorfinger</i>
dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Soundgarden</span> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ten</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Pearl Jam</span>. A questi vanno aggiungi altri grandi titoli : <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Uncle Anesthesia</i> degli <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Screaming</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Trees</span> , <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gish</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Smashing Pumpkins</span>
, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Congregation</i> degli <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Afgan Whigs</span> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Green Mind</i> dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dinosaur Jr</span>.
tutti pubblicati dalle major che finalmente scoprono Seattle come la potenziale
gallina dalle uova d’oro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il triennio 1992 – 1994
produrrà altri titoli milionari, dai Nirvana
di <i>In Utero</i>, prodotto da Steve
Albini, sino ai successivi album dei Pearl
Jam (<i>Vs e</i> <i>Vitalogy</i>, lavori più maturi e tendenti al <i>mainstream</i>); gli Smashing Pumpkins realizzano <i>Siamese Dream, </i>il loro capolavoro mentre gli Afgan
Whigs di Greg Dulli pubblicano <i>Gentlemen</i>.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Anche Alice in Chains e Soundgarden<b>,
</b>l’ala più metal del grunge<b>,</b>
continuano a incidere buoni album baciati dal successo (rispettivamente <i>Jar Of Flies</i> e <i>Superunknown</i>) ma il 4 aprile del <st1:metricconverter productid="1994 a" w:st="on">1994 a</st1:metricconverter> Seattle accade la
tragedia. <b>Kurt Cobain</b> viene trovato cadavere nel garage di casa sua, sfigurato
da una fucilata in pieno volto. Un
suicidio quasi annunciato. Con la sua morte niente sarà più come prima.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Nel 2002 morirà per overdose
anche <b>Layne Staley</b>, il leader degli Alice in Chains, dopo una vita bruciata ad
inseguire gli eccessi della vita spericolata senza riuscire mai a scrollarsi di dosso il
peso della sua tossicodipendenza. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">PS<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>:</b> Per
contiguità col <i>grunge</i> aggiungiamo anche i nomi dei <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sonic Youth</span> e <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Jane</span> <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Addiction</span> (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Daydream Nation</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nothing
Shocking, </i><span style="mso-bidi-font-style: normal;">i loro lavori di riferimento</span>) che seppure non provengano da Seattle hanno avuto nei suoi confronti un rapporto di stretta osservanza in termini di suoni e stili di
vita. Lo stesso si dica in altri ambiti geografici degli inglesi <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bush</span> e dei norvegesi <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Motorpsycho</span>, (consigliabili: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sixteen Stone</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Demon Box</i>) anche essi folgorati come san Paolo sulla strada di
Seattle avendo accolto nel proprio DNA i segni tangibili di un fenomeno
musicale e di costume che ha davvero mutato la faccia della storia (della
musica rock).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Libre Franklin;"><i>Conclusioni :</i></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Senza </span><span style="font-family: "Libre Franklin";"><i>Nevermind</i></span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> il <i>grunge</i> sarebbe rimasto dentro i recinti regionali
dell’underground. Il disco, voluto dalla </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Geffen
Records</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e affidato alle cure del produttore </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Butch Vig</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, credo abbia avuto il merito
di aver liberato l’anima di Seattle definitivamente dopo averla affidata alla
custodia del mondo a cui adesso appartiene. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Venti anni dopo la
deflagrazione di quel evento storico resta forte la percezione di aver vissuto una stagione irripetibile. Il ricordo del volto di Kurt trasfigurato e dei tanti gruppi che hanno tentato l’assalto al cielo come è
sempre accaduto quando si è voluto descrivere la storia di una scena musicale forte,
uguale a tante ma sempre cosi diversa, che ha accompagnato una generazione verso la maturità.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Pearl Jam</b>, unici superstiti del <i>grunge</i>, sono ancora in giro per il
mondo a spendere la cifra di un sogno duro a morire, non prima però di averci
sommersi da una infinita prole di dischi live che non ci basterà una vita per
ascoltarli tutti.</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">*** <i>L'articolo è stato pubblicato in origine su www.sanmarcoinlamis.eu/Music'Arte il 20 febbraio 2011. </i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>LUIGI
CIAVARELLA <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/hTWKbfoikeg" width="320" youtube-src-id="hTWKbfoikeg"></iframe></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-56150128245690537392024-01-20T01:40:00.000-08:002024-01-21T01:20:07.899-08:00"LU FRUSTERE", PEPPINO COCO CANTA JOSEPH TUSIANI<p style="text-align: justify;"></p><p align="JUSTIFY" style="background: rgb(255, 255, 255); line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1d2129;"><span style="font-family: Garamond, serif;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #1d2129;"><span style="font-family: Garamond, serif;"></span></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy8yUFskdiCIoeQUVEw9YO5jy1VvJkS5HhYyhFBdUdsMVTweMBQANcAdCkG1FaXzem84i3k8_2H187fTeZEp37nJ8Leuxxb8YVC37XIZx6z4SeUp6-3eUVes2dEPSQkXQ_EoyMfQ_Oi5moiMcS4aFxsQgSR94PJiOFvU6l_oLLDmiaEOo4O7ODclVLItQ/s920/FRONT%20-%20Copia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="920" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy8yUFskdiCIoeQUVEw9YO5jy1VvJkS5HhYyhFBdUdsMVTweMBQANcAdCkG1FaXzem84i3k8_2H187fTeZEp37nJ8Leuxxb8YVC37XIZx6z4SeUp6-3eUVes2dEPSQkXQ_EoyMfQ_Oi5moiMcS4aFxsQgSR94PJiOFvU6l_oLLDmiaEOo4O7ODclVLItQ/w640-h426/FRONT%20-%20Copia.jpg" width="640" /></a></div><span style="color: #1d2129;"><span><span style="color: #1d2129;"><span><p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin"; font-size: 13.5pt;">V</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">i sono relazioni e persino affinità tra la poesia e la musica.
Da sempre questo rapporto si è consumato, forgiato e definito sul filo di un
confronto sulla distanza tra parola e musica, libro e pentagramma, che ha
prodotto nel tempo autentici capolavori. Tanto quando la poesia si è misurata
con la musica (si pensi a l’effimero ma calzante mondo della musica rock
d’impronta soprattutto <i>cantautorale</i>) quando, viceversa, il
musicista ha “rubato” alla parola la sua anima gentile e ne ha sovvertito la
funzione inventandosi nuove mediazioni. Un rapporto, quello tra poesia e
musica, che ha sempre goduto, nonostante i conflitti inevitabili, una sua
peculiare vitalità.</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p><p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Il caso di <b>Peppino Coco</b> entra nel novero di
questa seconda ipotesi ed è perlomeno emblematico poiché evidenzia
significativamente la natura fluttuante di questo rapporto. Si tratta nel
nostro caso di una sollecitazione scaturita dalla lettura di alcune poesie
di <b>Joseph</b> <b>Tusiani</b> che egli traduce in canzoni
adeguando il testo alle sue percezioni musicali con arrangiamenti e
melodie molto pertinenti alla natura del testo. Un lavoro altamente meritorio
se consideriamo l’audacia con cui l’Autore si pone di fronte ad un testo
letterario dialettale, riservato in ogni caso ad una ristretta cerchia di fruitori.</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p><p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Non a caso hanno in comune la condivisione di un condizione
umana prima ancora che culturale. Il risultato tuttavia è oltremodo grandioso
se non altro perché vengono alla ribalta nuove forme espressive che, sulla
spinta di una immaginaria linea di confronto/competizione, entrano d’autorità
nel circolo culturale della nostra comunità introducendo elementi nuovi.</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Nel nostro caso si tratta di due <i>Frustere</i> (forestieri)
poiché entrambi, pur nativi, risiedono fuori dalla nostra città e può essere
stato questo il motivo principale che ha prodotto questo confronto sulla distanza da parte del
Coco. Di sicuro li sappiamo entrambi sostenuti da un amore sincero per la
propria terra e dalla nostalgia che ne deriva. Una tempesta emotiva che non è
difficile trovare tanto nella scrittura di Joseph Tusiani quando negli adattamenti musicali di Peppino Coco, che ne è la naturale conseguenza. Due
anime <i>frustere</i>, che seppure molto distanti, per temperamento,
fisicità e formazione, qui si intercettano magnificamente interpretando,
ciascuno a suo modo, tutto il loro “<i>struggente</i> <i>e costante senso di perdita del
vissuto</i>” (Anna Siani) attraverso una scelta, da parte di Peppino, di undici
canzoni-poesie che possiedono una forza emotivamente molto travolgente.
(Peppino Coco risiede a Castelfranco Veneto invece Joseph Tusiani a New York). </span></p><p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">La poesia di Joseph Tusiani non è
nuova a questo genere di manifestazioni. Nel mese di giugno del 2008, per
esempio, nella cornice ideale della Padula (molto cara al poeta italo
americano) il gruppo </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Festa Farina e Folk</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> offrì un delizioso
intermezzo musicale dedicato al poeta delle due terre attraverso un saggio
musicale rivolto alla sua poesia. </span><i style="font-family: "Libre Franklin";"> Lu Cummente, </i><span style="font-family: "Libre Franklin";">interpretato
con trasporto da </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Angelo Ciavarella</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, voce e chitarra, con i
contributi di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Claudio Bonfitto</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> al sax soprano, fu il motivo centrale del pomeriggio musicale. Ma l’evento culminante fu determinato dalla presenza stessa dell’Autore che, con tono struggente recitò la
poesia, forse in uno dei momenti più memorabili della nostra storia recente.
Allo storico evento vi parteciparono anche il compianto prof. </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Michele
Coco</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Raffaele Nardella</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e un numero considerevole di
spettatori interessati. Le riprese video furono effettuate da </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Domizio
Nardella</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, da cui venne realizzato un DVD inviato anche a Michael Tusiani,
fratello del poeta, che apprezzò molto l'iniziativa. Il tutto si svolse sotto l’egida della locale sezione
dei carabinieri in congedo di San Marco in Lamis, che ha sponsorizzato l'evento
grazie soprattutto all'impegno del presidente </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Michele Schiena</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">. Una
testimonianza che dimostra quanto sia diventato necessario (e produttivo) oggi
il legame tra poesia scritta, declamata e musicata alla luce dei nuovi tempi
che stanno riducendo sempre più gli spazi d’intervento di quegli ambiti un
tempo affidati alla sola sacralità della parola il compito della divulgazione. </span></p><p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">D’altra parte anche </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Michele Fulgaro,</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> pioniere
della canzone popolare del paese, ha rivolto alla poesia dialettale
un’attenzione leale e rispettosa traducendo in musica scampoli poetici di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Francesco
Paolo Borazio</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Santa Loia_ Video sotto</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">) e </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Michele Martino</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Natale</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">)
con risultati davvero sorprendenti (1991).</span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Libre Franklin";"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ0geA_zv9wqDCRmPaiYqpD9HmFjyef890a8OkHJ4afn4PAiaY4ozd8RqO51MVdFfMuJcnSshGwFDTBzAAQow9-1HGKGEqUBB-G55CCbafnlXtxs-LljSZ3tBJy8Sp3_R32XZ1KF-5DfVkMfF-mZJ1b-Cqlz15tILNd-jb5_EBssbddu6p_2a5DzCECrE/s2048/DSC01359.JPG" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1408" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ0geA_zv9wqDCRmPaiYqpD9HmFjyef890a8OkHJ4afn4PAiaY4ozd8RqO51MVdFfMuJcnSshGwFDTBzAAQow9-1HGKGEqUBB-G55CCbafnlXtxs-LljSZ3tBJy8Sp3_R32XZ1KF-5DfVkMfF-mZJ1b-Cqlz15tILNd-jb5_EBssbddu6p_2a5DzCECrE/s320/DSC01359.JPG" width="220" /></a></span></div><span style="font-family: "Libre Franklin";"><div style="text-align: justify;">Insomma un rapporto consensuale tra musica e poesia che sembra
funzionare poiché entrambi provano a prendere l’un l'altro ciò che serve per
costruire nuove prospettive creative, inducendo la parola a scendere a patti con nuovi
profili divulgativi.</div></span><p></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Riguardo il compact di Peppino Coco (cito la prima edizione
datata 2004) si tratta di undici poesie in gran parte proveniente dal libro
“Tireca Tareca”, (peraltro un titolo dal suono musicale) pubblicato nel 1978
dalle edizione de i Quaderni del Sud di Antonio Motta e Cosma Siani: <i>I ame a</i> <i>cogghie
mericole</i>, <i>guagliò,</i> <i>I’me so presentate alla ‘ssacresa</i>, <i>Lu
trene la garganica</i>, <i>Lu frustere</i> e <i>Pisciavunnedda
de tanta chelure</i>, che egli interpreta, con voce e chitarra classica e i contributi
musicali di <b>Claudio Corradini</b>, interpretati con molto garbo e partecipazione
emotiva dando a ciascun brano il giusto risalto attraverso un arrangiamento
leggero in cui prevalgono strumenti acustici appena contaminati dalle
tastiere, molto pertinenti tra l’altro, in un contesto di grande rispetto per
l’opera del Tusiani. Nel brano <i>La Metenna</i> è presente anche una
voce femminile (Maria Coco, moglie di Peppino).</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Altri tre brani appartengono a <i>Lacrime e Sciure</i>,
sicuramente il libro di poesie dialettali più famoso del poeta garganico :
“Quanta vote” (“ <i>Quanta vote lu penzere come</i> <i>l’onna dullu
mare me diceva : janna, janna</i>”), “La Metenna” (La mietitura ) e la
bellissima “Ninna nanna” (<i>La vi’ la vi’, camina na mureia sope la
nannavicula ‘nnucenta. Addùrmete, trasore,</i> <i>non è nnente: jè l’ombra
mija che te nazzecheia</i>”). Infine “So sette li jurne” che proviene da un
poema che Tusiani pubblicò nel 2001, “Lu ponte de sòla” (Poema in dieci canti
in dialetto garganico) e “La serenata” che è tratta da una raccolta di poesie
dal titolo “Rifiutate e sparse” (di cui non so dare notizie).</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Insomma due universi che qui si incontrano, si intrecciano e si
confrontano ciascuno forte del proprio sentimento d’amore verso le proprie
radici, la propria appartenenza, quasi il rifugio dell’anima, una luce che si
svela ai loro bisogni interiori. Parole e musica che arricchiscono la nostra
terra di nuove espressività e che saldano infine il loro debito di
riconoscenza.</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="right" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span><b>LUIGI CIAVARELLA</b></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><b><span style="font-family: "Libre Franklin";">Note</span></b><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><i><span style="font-family: "Libre Franklin";">Dodici anni dopo, nel 2016, Peppino Coco inciderà un altro CD
dal titolo "La Padula" interpretando altre 13 poesie di Joseph
Tusiani proveniente dal suo sterminato catalogo cantate sempre con gusto e abilità compositiva di cui ho scritto anche in questo caso una recensione
seppure lavorando su file inviati dall'autore in maniera disordinata. Anche se
non cambia la sostanza mi ripropongo di riscriverla poiché anche in questo caso
Peppino Coco ha saputo trasmetterci da par suo altre autentiche emozioni. </span></i><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><i><span style="font-family: "Libre Franklin";">* L'articolo è stato in origine pubblicato su "Si
Sapisse", periodico di San Marco in Lamis, il mese di febbraio 2017, e dal
sito www.sanmarcoinlamis.eu/Music'Arte in data 25/2/2017. (LC)</span></i><span style="font-family: Garamond; font-size: small;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: x-small;"> </span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: x-small;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ngpn4-JSPpc" width="320" youtube-src-id="ngpn4-JSPpc"></iframe></span></span></div><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: x-small;"><br /></span><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"> </span></p></span></span></span></span><p></p><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-22691646956498989372024-01-16T08:01:00.000-08:002024-01-16T08:04:45.093-08:00<p style="text-align: center;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPR7VABdamoLDkhybIikQFrWlPR_4HCxjfx5RXgpqAphhBomeCvxyFRnRoQ9wDGPk2xKUJS6X7cto3bkYLKvy3jSCItFituzuV9v97T65BIx-8342h6Mg1IqYb60i5YkjOTFQCSdafaOSsln9KLvmX-A0gbT9FJxwIU1BDJ2ImvHDsg1m4cCV-Am5-UAs/s1000/cover-65.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPR7VABdamoLDkhybIikQFrWlPR_4HCxjfx5RXgpqAphhBomeCvxyFRnRoQ9wDGPk2xKUJS6X7cto3bkYLKvy3jSCItFituzuV9v97T65BIx-8342h6Mg1IqYb60i5YkjOTFQCSdafaOSsln9KLvmX-A0gbT9FJxwIU1BDJ2ImvHDsg1m4cCV-Am5-UAs/w400-h400/cover-65.jpg" width="400" /></a></div><br /><p></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222;">ZZ Top</span></strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222;"><br />
“Eliminator”, 1983 (Warner Bros. </span><span style="color: #222222;">Records)<br />
Synth-Rock-Blues<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: center;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i>di </i><b>Antonio Del Mastro</b><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Si dice spesso che le lunghe
barbe degli Z.Z.Top facciano da cornice musicale ai lunghi viaggi dei
camionisti d’America…sicuramente il loro caratteristico stile è cucito alla
perfezione : motori e belle donne ! Il nome della band deriva dal grande B.B.
King secondo quanto sostenuto dal chitarrista <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Billy Gibbons</b>, entrato nella Rock’N’Roll Fame nel 2004, assieme
agli due membri <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dusty Hill</b> e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Frank Beard</b>, bassista e batterista
rispettivamente. Formatisi nel lontano <st1:metricconverter productid="1969 in" w:st="on">1969 in</st1:metricconverter> Texas, iniziano con album di radice
Blues e Country tipico del Rock Sudista, incidendo sei album durante il
decennio ‘70-’80, tra cui lo splendido “<strong>TRES
HOMBRES</strong>” contenente la hit “<em><b>La Grange</b></em>”, uno dei <em>riff</em> più famosi del Rock.
Dopo aver sperimentato già il sintetizzatore elettronico nell’album “<strong>EL LOCO”</strong>, decidono di
elaborarne meglio la musicalità e di farne l’ossatura del loro album migliore
dal punto di vista commerciale, <strong>ELIMINATOR</strong> appunto.<br />
Disco a cui io sono particolarmente affezionato perché fu tra i primi vinili
che acquistai per sentirmi “rockettaro” in un periodo (anni ‘90) in cui la Euro
Dance dominava le scene e le serate del sottoscritto. Viene pubblicato nel 1983
su etichetta Warner Bros e contiene 11 tracce fantastiche, rispecchiando tutto
il loro stile musicale e oserei dire abbastanza unico. Insomma quel tipo di
musica che la riconosci dalla prima nota riprodotta. Stampato con la copertina
raffigurante una Ford Coupè del 1933 (la Eliminator) pronta a partire coi fari
accesi per iniziare un viaggio alla scoperta dei migliori locali Sudisti dove
alcol e donne sono nello stesso rapporto delle liquirizie in un negozio della
Haribo…<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi3NIZgzQQ7ozEbndsHlfizP27dGRdB9ChJ7u_FHWLG2lj8ZZAf7SjwR4QryQ-cRbLncwFFGEnsNt2gb6C07MLbrSLKw6cDYSYp4tzCN48Lx8YceHJ0KBLt1tB42HvDRo-YxESQ6_N530JNogtqVKLnE_FHBuBX1dztp0JWEQk4V0iTv_mJKFA5pKjwSg/s696/zz-top-car-guitars@2000x1500-696x522.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="696" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi3NIZgzQQ7ozEbndsHlfizP27dGRdB9ChJ7u_FHWLG2lj8ZZAf7SjwR4QryQ-cRbLncwFFGEnsNt2gb6C07MLbrSLKw6cDYSYp4tzCN48Lx8YceHJ0KBLt1tB42HvDRo-YxESQ6_N530JNogtqVKLnE_FHBuBX1dztp0JWEQk4V0iTv_mJKFA5pKjwSg/s320/zz-top-car-guitars@2000x1500-696x522.jpg" width="320" /></a></span></span></div><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Periodo in cui i video clip
diventano <i>mainstream,</i> dopo la nascita di MTV nel 1981, è lecito aspettarsi
lanci di filmati montati <em>ad
hoc</em> per promuovere un disco, come dico sempre è commercio
dovuto. Gli Z.Z. Top lo fanno con i brani “<em><b>Legs”</b></em>, “<em><b>Sharp
Dressed Man”</b></em> e “<em><b>Gimme
All Your Lovin’”</b></em> ed ottengono il successo sperato. Il primo
diventerà il brano iconico per eccelenza, un epico pop-blues dove sfido
chiunque a paragonarlo alla sigla di Mythbusters e non riconoscerne le note (
ma è mai partita una causa di plagio musicale da parte dei ZZ Top nei confronti
dei produttori della trasmissione? Mah… ). Il secondo brano è un energico blues
con tanto di riff di Gibbons in gran forma, da ascoltare a volume su fondo
scala. Mentre il terzo brano, che con il suo potente riff di batteria apre la
prima facciata del disco, sembra mettere insieme tutta la sezione ritmica
dell’intero album. Il miglior presentat-arm. Un Hard Blues semplicemente
perfetto.<o:p></o:p></span></span><p></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il Rock’N’Roll e le nuove
sonorità synth-hard del momento si fanno strada in “<em><b>Got Me Under Pressure”</b></em> e
“<em><b>I Got The Six”</b></em>,
brani di cui non ci si stanca riascoltarli anche nello stesso giorno ( attenti
ai vicini di casa che ascoltano musica sinfonica…potrebbero infastidirsi e
bussarvi alla porta !) L’autoplagio spesso è presente negli album dei migliori
artisti rock: è il caso di “<em><b>Dirty
Dog”</b></em>, stessa ritmica e stessa idea musicale di Legs. Mentre
invece dietro un apparente banalità dei brani “<em><b>TV Dinners”</b></em> e “<em><b>Thug”</b></em> si nasconde
secondo me qualcosa che non poteva mancare in questo album, brani in cui sono
presenti pause e riff puliti di piacevole ascolto che mantengono pur sempre una
certa sonorità moderna e attuale. Una curiosità sul brano “Thug” : il brano è
composto e arrangiato dal loro tecnico del suono Linden Hudson, che non
ha mai ricevuto nessuna riconoscenza per questo ( ci saranno battaglie legali)
se non nel 2013 quando Gibbons ne parlò per la prima volta, affermando che gli
ZZ Top sarebbero stati altra cosa senza di lui.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Stessa cosa accade in <em><b>“I Need You Tonight”</b></em>, tra
l’altro blues melodico e stupendo da farlo girare sul giradischi diciamo…mentre…beh
lo capirete solo dopo averlo ascoltato. Con i brani<em><b> “If I Could Only Flag Her Down”</b></em> fatto
da <i style="mso-bidi-font-style: normal;">riffoni </i>chitarristici e sprazzi
canori degni del miglior consumatore di cocktail ghiacciati del Texas e “<em><b>Bad Girl”</b></em> ,
quest’ultimo dannatamente composto per chiudere qualunque concerto rock,
termina almeno per questa volta il viaggio iniziato con la Eliminator.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Che dire insomma, dopo aver
ascoltato il capolavoro TRES HOMBRES del 1973 radicato più nel blues classico,
consiglio questo album “<em>rockettaro</em>”
quanto basta perché rappresenta uno dei migliori dischi Rock in cui l’uso dei
sintetizzatori in brani rock blues fanno di questa opera una vera pietra
miliare per qualunque persona che “campi” di musica.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Buon ascolto e buon viaggio
con la </span><i><span style="font-family: Libre Franklin;">Eliminator.</span><span style="font-family: Calibri Light;"><o:p></o:p></span></i></span></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><i><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></i></span></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/5FdpJJVrlGQ" width="320" youtube-src-id="5FdpJJVrlGQ"></iframe></i></div><i><br /><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></i><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-71095418984539823582024-01-06T03:08:00.000-08:002024-01-06T08:07:52.151-08:00CENTENARIO DELLA NASCITA DI JOSEPH TUSIANI, IL 13 GENNAIO AL VIA IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI. <p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmuKgeSWg2sXlDchdcRmvrQVKRZB85sW6IugvpK2KJIf9nl9Ir4awJCponSxIlfHDosfe4Yd_4mTUmZpggvApdYmmAYidiMIckT0upiRzfYBfZjU4MUg-eM7Ulbrebkl-XNIimcOp89xijc0tOibGZKzCGgVfrErOBYUzEYBi4d3Cy6f1lugy7gcF0R6k/s1036/FRONT%20-%20Copia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="1036" height="440" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmuKgeSWg2sXlDchdcRmvrQVKRZB85sW6IugvpK2KJIf9nl9Ir4awJCponSxIlfHDosfe4Yd_4mTUmZpggvApdYmmAYidiMIckT0upiRzfYBfZjU4MUg-eM7Ulbrebkl-XNIimcOp89xijc0tOibGZKzCGgVfrErOBYUzEYBi4d3Cy6f1lugy7gcF0R6k/w640-h440/FRONT%20-%20Copia.jpg" width="640" /></a></div><p style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"><br /></span></p><span style="font-family: Cantata One;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inizierà
il prossimo 13 gennaio, con la Manifestazione Inaugurale, e si protrarrà sino a
maggio, con l'apertura del Programma di iniziative in onore del poeta
italo-americano, intitolato "Tusiani 100", il centenario della
nascita di Joseph Tusiani (Sala Teatro Istituto comprensivo S. Giovanni
Bosco-F. De Carolis ore 17.00). Un programma molto ricco di iniziative
organizzato da vari enti e associazioni : "Gli amici di Joseph
Tusiani" di San Marco in Lamis, la Biblioteca di Foggia "La Magna
Capitanata" con l'aggiunta del Circolo Legambiente di Monte S'Angelo e
Centro Documentazione "L. Sciascia" di San Marco in Lamis, di Antonio
Motta. L'importante evento gode altresì del sostegno del Consiglio Regionale
della Puglia, attraverso i vari presidi culturali e finanziari pertinenti, oltre
al fattivo contributo da parte della BCC di San Giovanni Rotondo e della
Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.</div></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Cantata One;">Al
progetto vi partecipano anche altri enti arricchendo così, con il loro
patrocinio, il fitto Calendario degli Eventi: Provincia di Foggia, Parco
Nazionale del Gargano, i Comuni di San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo,
Università degli Studi di Foggia e IISS "P. Giannone" di San Marco in
Lamis.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Cantata One;">Joseph
Tusiani (San Marco in Lamis 1924-New York 2020) è considerato la massima
espressione letteraria nel mondo della letteratura italo-americana. Poeta delle
cinque lingue e dei due mondi, come spesso è stato definito, Joseph Tusiani avrà,
a partire dal 13 gennaio, giorno della inaugurazione delle celebrazioni, il
massimo riconoscimento della sua Opera Letteraria, con gli interventi di alcune
personalità del territorio: Loredana Capone, presidente del consiglio Regionale
della Puglia, Gabriella Berardi, Direttrice del Polo Biblio-Museale di Foggia e
da Sergio D'Amaro, Presidente della Associazione "Amici di Joseph Tusiani,
Centro Studi di San Marco in Lamis".</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Cantata One;">L'introduzione
commemorativa è affidata a Cosma Siani, biografo del poeta italo-americano, che
introdurrà il tema "Joseph Tusiani e l'immagine degli italiani nella
letteratura americana" attraverso una conversazione con Gianni Paoletti,
del Museo dell'Emigrazione Gualdo Tadino. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Cantata One;">Modererà
gli interventi Michele Presutto mentre Matteo Coco coordinerà l'intera
manifestazione.<o:p></o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><span style="font-family: Cantata One;">LUIGI CIAVARELLA</span><span style="font-family: Garamond;"><o:p style="font-size: 14pt;"></o:p></span></span></b></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-23785509633721871992024-01-02T04:13:00.000-08:002024-01-03T00:04:11.382-08:00QUANDO SCOMPARE UN MUSICISTA E' SEMPRE UNA PERDITA GRAVE PER IL PAESE. <p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJmxJ_mEJApD82mpStSly6lsd3UMBTsfTj7MeKiKByZCUgvRjOLgJkihZCvJcEPMwKJV0iezNAjXvSWOtHEE3fsV-P-M1g2hUYoE3UrCPRyIQwwmyN1bqMIthSwshN7zJ9uJKYzqPR3w5rw891nuaE6-nRZxS-sibTrHbZi2XFr9zJFMITifKXgrBwwuY/s389/45214756_2066970986967033_1658739983445393408_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="389" data-original-width="385" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJmxJ_mEJApD82mpStSly6lsd3UMBTsfTj7MeKiKByZCUgvRjOLgJkihZCvJcEPMwKJV0iezNAjXvSWOtHEE3fsV-P-M1g2hUYoE3UrCPRyIQwwmyN1bqMIthSwshN7zJ9uJKYzqPR3w5rw891nuaE6-nRZxS-sibTrHbZi2XFr9zJFMITifKXgrBwwuY/w317-h320/45214756_2066970986967033_1658739983445393408_n.jpg" width="317" /></a></div><br /><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 14pt;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Ci
ha lasciato qualche giorno fa <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Donato
Borazio</b>, chitarrista e cofondatore della formazione musicale <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Li Spruvviste</b>, l'unica band del luogo (il gruppo era formato anche da amici di San Giovanni Rotondo) ad aver saputo riportare in vita l'antica tradizione dei musici itineranti. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Quando muore un musicista è sempre una grave perdita per l'intero paese, lo impoverisce. lo rattrista. </span><span>E' accaduto recentemente con <b>Aldo Pirro</b>, e ancor prima con <b>Paolo Pinto</b> e dopo di loro sono deceduti anche alcuni altri storici componenti di leggendarie formazioni del passato: <b>Matteo Napolitano</b>, <b>Michele Perta</b>, che militarono negli anni sessanta nei famosi <b>Protheus</b>, di cui la mia generazione ha buona memoria. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeuvcWcniM9WBSmDoupfwsXxKymBE4S1Xu_cp3yUTP5-PEFzXdDscohFxgOrs6Pirf4HcGSs4DhQcJ4ftpwj0Kv1aiZl0djcw8kJn_WH4b17GMM_760bq-buoSwV-jQrxY6MIpUEmF3ZTNWXcRuBs9QYUbO3fghSiFPkqXiKVrtAfqTJdns0GHBsKz_m8/s503/Supergruppo_1985%20-%20Copia%20-%20Copia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="351" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeuvcWcniM9WBSmDoupfwsXxKymBE4S1Xu_cp3yUTP5-PEFzXdDscohFxgOrs6Pirf4HcGSs4DhQcJ4ftpwj0Kv1aiZl0djcw8kJn_WH4b17GMM_760bq-buoSwV-jQrxY6MIpUEmF3ZTNWXcRuBs9QYUbO3fghSiFPkqXiKVrtAfqTJdns0GHBsKz_m8/s320/Supergruppo_1985%20-%20Copia%20-%20Copia.jpg" width="223" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Proprio oggi ricorre l'anniversario della morte di <b>Bonifacio Tancredi</b>, il tanto amato Little Rock, così come voleva essere artisticamente riconosciuto, un'altra figura del passato, scomparso nel 2010 a causa di una malattia. Fazio, come lo chiamavamo invece noi, era dotato di una voce molto avvolgente, sentimentale. Nonostante l'impegnativo pseudonimo che si era imposto, egli cantò essenzialmente dolci canzoni d'amore, sciorinando un repertorio incontenibile preso in prestito dal grande canzoniere della canzone italiana di successo. Il Rock semmai fu per lui più che altro un'idea anche se, bisogna riconoscergli, interpretò Elvis Presley, Platters e Percy Sleade e in maniera impeccabile. </div></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Io e Fazio siamo stati amici sopratutto negli ultimi tempi durante la sua malattia, ci frequentavamo, facevamo progetti che puntualmente non si verificarono mai, parlavamo di musica, di dischi che abbiamo consumato in tutti questi anni, insomma il nostro mondo era quello. Anche con <b>Matteo Napolitano</b> e <b>Michele Perta</b> eravamo amici ma raramente parlavamo di musica sul posto di lavoro perché loro quel mondo lo avevano abbandonato da un pezzo. Avevamo in comune l'ospedale del paese dove tutti e tre abbiamo lavorato con compiti differenti l'un l'altro e questa vicinanza mi è servita a volte soltanto per carpire qualche notizia delle loro attività passate. La batteria Matteo l'aveva lasciata per sempre agli inizi dei settanta senza mai più riprenderla. Però negli ultimi anni si era improvvisato cantante melodico e non perdeva occasione di esibire le sue capacità interpretative, - devo dire con ragguardevole autorità e con voce trascinante -, principalmente in quel contesto a lui familiare che fu il Centro Sociale "M. Ceddia", tra persone della sua età, in cui si rese protagonista durante i tanti festeggiamenti che il Centro promuoveva. Accanto a lui vi erano sempre gli immancabili <b>Michele Fulgaro</b> e <b>Angelo Iannantuono</b>, chitarra e fisarmonica, compagni di viaggio di una vita ancora energici, ancora riluttanti ad attaccare al chiodo i propri strumenti musicali. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">In questa malinconica lista di amici scomparsi dovremmo citare altri nomi altrettanto importanti (<b>Tonino Lombardozzi</b>, <b>Tonino Rispoli</b>, <b>Maestro Takis</b>, <b>Serafino A. Panzone</b>) ma questo mi spingerebbe verso un argomento che non intendo, almeno in questo momento, affrontare.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Oggi ricordiamo <b>Donato Borazio</b>, il cantante/chitarrista scomparso qualche giorno fa, colui che riportò nel suo paese la nobile arte della musica itinerante. Una usanza che è stata ripresa con successo alcuni anni fa da <b>Li Spruvvisti,</b> il gruppo di cui egli contribuì a formare, che, nella tradizionale linea adottata, si produceva in più occasioni, sopratutto durante la sera che precedeva il matrimonio, quando lo sposo rivolgeva alla futura sposa, sotto il suo balcone, una serenata d'amore. A volte era lo sposo a cantare (o simulava), accompagnato dalla formazione, ma spesso si pronunciavano loro facendosi interpreti della volontà dello sposo. </span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Altre volte incontravi l'allegra e rassicurante orchestrina (formata da cinque elementi -foto sotto -) con una strumentazione essenziale adeguata al ruolo che si erano prefissati, per le strade del paese durante qualche evento importante (ho memoria di una esibizione, con tanto di giovanissime ballerine al seguito, nel corso dello svolgimento di "Chiu Fa notte e Cchiu Fa Forte" con sfoggio di balli tradizionali molto graditi alla vasta platea che si era formata nel frattempo); un'altra volta davanti al Forno Sammarco intenti a sponsorizzare l'evento "Grani Futuri" con la loro seducenti melodie musicali senza tempo, e l'allegria che riuscivano a trasmettere e portare in giro, richiamando sempre intorno a sé molta gente curiosa. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Dobbiamo dire grazie a loro, e a <b>Donato Borazio</b>, a tutti, </span><span>se questa antica usanza è stata ripristinata alla grande e continua a vivere tra noi senza cedimenti con sempre crescente favori da parte della gente. In effetti mancava al paese questa antica e nobile arte itinerante, si era perfino persa la memoria. Donato è stato un protagonista, non potevi non notarlo. Senza Donato sarà più difficile continuare ma loro andranno avanti perché la loro missione è diventata parte della nostra storia.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">RIP Donato, ci mancherai. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span><b><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI CIAVA</span><span style="font-family: Calibri Light;">RELLA</span></b></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 18.6667px;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 18.6667px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMV-XQhyphenhyphen423Bgm_btPD8oQXV-ZdIuZQNJKLGSa60yufFTTxFSamvxk0dfcZfT6BoLBkjuYvUNRuKSEihV29enH73Ko5p8VVLxU4tknQrn_ada5UjloeYj5NqrsmODnluzr5qD8kA74A8RjlMUv1CwyGFHmnNKiZIHGh1JH5O-q9WqiJ8hTwxIAT3urduE/s2048/223493415_462905464973599_3537634627951356268_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMV-XQhyphenhyphen423Bgm_btPD8oQXV-ZdIuZQNJKLGSa60yufFTTxFSamvxk0dfcZfT6BoLBkjuYvUNRuKSEihV29enH73Ko5p8VVLxU4tknQrn_ada5UjloeYj5NqrsmODnluzr5qD8kA74A8RjlMUv1CwyGFHmnNKiZIHGh1JH5O-q9WqiJ8hTwxIAT3urduE/w640-h480/223493415_462905464973599_3537634627951356268_n.jpg" width="640" /></a></span></div><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 18.6667px;"><br /><b><br /></b></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-64752687798001589852023-12-07T08:08:00.000-08:002023-12-07T11:18:29.195-08:00IO E IL MIO CARO AMICO GABRIELE TARDIO.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXBkGAmSGsfWW4U10lV13-hMEda9Kkp5BpNFFcITClZBHjN2oU4RuEFB59FgPGhQBqMfOBfhNXttF2yEtaZXDPHOfDFxTGvQCx4kIDiPQhbVtRQ5fttN8MC0zYlXHFHkdsEmLwyJKwYpUdn5UcgBL-vY5xpupifYuOliwdPAWVGpiZOFgWNoZbdiKy2YM/s1284/gabriele%20Tardio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="1284" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXBkGAmSGsfWW4U10lV13-hMEda9Kkp5BpNFFcITClZBHjN2oU4RuEFB59FgPGhQBqMfOBfhNXttF2yEtaZXDPHOfDFxTGvQCx4kIDiPQhbVtRQ5fttN8MC0zYlXHFHkdsEmLwyJKwYpUdn5UcgBL-vY5xpupifYuOliwdPAWVGpiZOFgWNoZbdiKy2YM/w640-h360/gabriele%20Tardio.jpg" width="640" /></a></div><br /><p><span style="font-family: Cantata One;">Caro
Gabriele,</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">quest’anno
ricorre il decennale della tua dipartita (avvenuta il 18 giugno 2013)
e sei mesi dopo rispetto a quella data i tuoi amici Angelo
Ciavarella e Raffaele Nardella, nonché i tuoi familiari e tanti
altri che ti hanno voluto bene, hanno voluto l’11 di questo mese
ricordarti con un evento che vede coinvolti molti partecipanti, tra
cui Giuseppe Soccio che esplorerà quel campo, storico e ambientale,
in cui tu maggiormente ti sei distinto con impegno come ricercatore.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">L’ impulso
celebrativo arriva da un libro dal titolo “Ritorno in Irpinia” di
Claudio Calzana, che come te ha vissuto la drammatica esperienza del
post terremoto in Irpinia, precisamente a Teora (Avellino), dove tu
insieme ad altri hai portato soccorso e sollievo in quella terra
devastata dal sisma. Accadeva nel 1980 e tutti ricordiamo quella data
poiché lo slancio di solidarietà che partì dal nostro paese
contagiò davvero tutti. Li ricordo quei momenti concitati perché
ero tra quelli che si adoperarono per la raccolta dei flaconi di
sangue da trasportare con l’ambulanza. Dal nostro ospedale partì
anche un Centro Mobile attrezzato che operò in quella zona non senza
disagio ma con uno spirito umanitario senza precedenti.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">Tu più di
tutti ti adoperasti incurante del freddo della stagione e del
disordine ambientale causato dal sisma, con umana pietà e spirito di
sacrificio, portando un aiuto tra quelle comunità in ginocchio. E
questo gesto da valoroso ti è valso il riconoscimento d’autorità
di quelle persone a cui dedicasti un pezzo importante del tuo tempo,
del tuo cuore e della tua esistenza. La tua è stata una solidarietà
fattiva, concreta, francescana, che non si dimentica, che resta come
un monumento alla Memoria palpitante nel cuore di tutti quelli che ti
hanno conosciuto.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Cantata One;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFdBKDPNQR2fOqq9spmn2cwWb5ILQGt43s75yisrspO3DB8y4k1ITKT5tupnYdsPSMFs97SkjFFgdWe0l01eiJ0aBkzJbhgU-z1tcneFRAUd5E3nvl1Zhy-h9Vn8BcYDaK9AYiw3w9NHmHnQlABTTD8DtDjm-3RVQwPKDsi-QcPacu4Og69Hat0_p5dV4/s768/gabriele%20tardio.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="576" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFdBKDPNQR2fOqq9spmn2cwWb5ILQGt43s75yisrspO3DB8y4k1ITKT5tupnYdsPSMFs97SkjFFgdWe0l01eiJ0aBkzJbhgU-z1tcneFRAUd5E3nvl1Zhy-h9Vn8BcYDaK9AYiw3w9NHmHnQlABTTD8DtDjm-3RVQwPKDsi-QcPacu4Og69Hat0_p5dV4/s320/gabriele%20tardio.jpg" width="240" /></a></span></div><span style="font-family: Cantata One;"><div style="text-align: justify;">Per altri
versi, caro amico mio, che tu fossi una persona speciale io l’ho
sempre saputo sicuramente ancora prima di ritrovarci un giorno in
quel vicoletto romantico che si apre sul fianco destro della chiesa
di sant’Antonio Abate, in un periodo in cui quel luogo pulsava di
una frenetica attività culturale molto contagiosa, nei primi anni
ottanta, perché ci eravamo conosciuti da piccoli tra i banchi di una
aula della scuola elementare “Balilla”, e con te c'era anche tuo
fratello gemello Massimo, inseparabili. Ora che la mente con l'età
avanzata è diventata più incline alla malinconia del rimpianto
sapessi quanti ricordi mi tornano alla mente ma non riferirò nulla
di questo stato d'animo. Anzi prima ancora di frequentare quei banchi
noi già giocavamo insieme nelle stanze della tua abitazione in corso
Matteotti. Mi rivedo ad un tratto mentre salgo quella scalinata
maestosa, signorile, tanto che mi sembrava una reggia, che salivo a
volte a perdifiato.</div></span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Cantata One;">Quindi ne
avremmo di ricordi da dirci ma i ricordi più fecondi sono venuti
dopo, nell’età di mezzo, come dicevo, negli anni ottanta. Fu
quello il momento in cui scoprimmo il ciclostile e l’uso pratico
con cui si potevano riprodurre rudimentali fogli da stampa. Una idea
geniale! Così stampammo in formato A4 su fogli ruvidi una farsa in
dialetto scritta allora dal nostro impareggiabile Mikalett dal titolo
“<i>Chi magna sule c’affoca”</i>, un testo teatrale, non so in quante
copie. Io provvidi alla stesura, con tanto di presentazione
introduttiva, e tu invece alla faticosa stampa. Quel fascicolo è
ancora con me ben custodito nei miei archivi.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">Ricordo
anche il tuo interesse per lo scoutismo, quei contenitori pieni di
formalina e di rettili conservati tra i piani degli scaffali,
l’oggettistica artigianale in legno, i simboli della associazione
presenti ovunque, in quell’ angolo angusto di paese dove
convivevano le sedi dell’Agesci e dell’Avis, dirimpettaie, uniti
dalla fratellanza culturale ma diversi da tutto il resto.
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">La tua
curiosità intellettuale ti portò poi a esplorare le radici della
nostra terra tra anfratti e zone nascoste, studiando il terreno palmo
a palmo avendo come bussola i tuoi studi, la tua curiosità, le tue
ricerche, le tue mappe immaginarie, la passione, e riuscivi sempre a
tirar fuori da ogni cosa una spiegazione logica, una storia, una
novità che poi pubblicavi nella tua personale Collana editoriale, le
edizioni SMIL. Chissà se un giorno tutte quelle preziose
pubblicazioni vedranno mai la luce sotto forma di stampa regolare.
Nel nostro paese c’è sempre stata una vivacità editoriale non
indifferente e voglio sperare che un giorno anche per i tuoi testi
arrivi il momento della celebrazione. A dire il vero una celebrazione
c’è stata. Non soltanto proveniente dalle autorità municipali di
Teora, che hanno voluto giustamente menzionarti in un elogio
pubblico, riconoscendo i tuoi meriti, ma anche quella del tuo paese
ci hanno pensato conferendoti il leone d’argento, simbolo e massima
onorificenza della nostra città. Atti dovuti, meritati.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Cantata One;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEu5BxlJMUb1qUlv4QzqZaym9akscmBTJjo6-c1K0JkJLqTaD6lh5XRfUJTwQVx9etZFfMgRInjKcrHzlLm8qXXxvNcHXIcPN-ZCHEbFa5tNqqAQQFnirj6TAgDq6Hql4_3WRfpQBjmYa6ic02AB-7_PWG8eD2FIraCm_bsbZ_BZioOz2IOAYGXDP5OdQ/s4224/P1090206.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2376" data-original-width="4224" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEu5BxlJMUb1qUlv4QzqZaym9akscmBTJjo6-c1K0JkJLqTaD6lh5XRfUJTwQVx9etZFfMgRInjKcrHzlLm8qXXxvNcHXIcPN-ZCHEbFa5tNqqAQQFnirj6TAgDq6Hql4_3WRfpQBjmYa6ic02AB-7_PWG8eD2FIraCm_bsbZ_BZioOz2IOAYGXDP5OdQ/s320/P1090206.JPG" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Cantata One;"><div style="text-align: justify;">In ultimo
voglio ricordare qualche nostro momento relazionale trascorso con
altri amici comuni: Nicola Spagnoli, Nick Petruccelli, Marco Coco,
etc. quando, seduti, una sera d’agosto, sulla soglia del <i>Minimuseo</i>
in religioso silenzio, in risposta al frastuono proveniente dalla piazza, causato dai decibel prodotti da CFNCFF, allora alle prime
armi e già abbastanza identificativa, ammirammo le stelle avendo per
sottofondo il brano di Franco Battiato, “Oceano di silenzio”.</div></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">Tempi
indimenticabili, che non si possono cancellare.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Cantata One;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimZ0AsXAokdINBoMvUnaDsa3wjD3luHoQYdjNJVlegxkM6S9VC8uZQmKD6g02hbhWJ4eQ7IQKm4B88v-S8DYmDTNBIlDRx67XXEOPMwLanOIkoeDWJFDz9pxUCtVrtiQYwjaEJjqabTWux3kLtLC6NIKWqYQ7DwVA5iI3efb8uOkatAK5I2fgmEAmXjh4/s4224/P1090207.JPG" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2376" data-original-width="4224" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimZ0AsXAokdINBoMvUnaDsa3wjD3luHoQYdjNJVlegxkM6S9VC8uZQmKD6g02hbhWJ4eQ7IQKm4B88v-S8DYmDTNBIlDRx67XXEOPMwLanOIkoeDWJFDz9pxUCtVrtiQYwjaEJjqabTWux3kLtLC6NIKWqYQ7DwVA5iI3efb8uOkatAK5I2fgmEAmXjh4/s320/P1090207.JPG" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Cantata One;"><div style="text-align: justify;">Infine ci
siamo ritrovati a collaborare insieme, chiamati per questo da Antonio
Del Vecchio, un giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno di Rignano
Garganico, molto noto e attivo in paese, il quale ha voluto
raccogliere, prendendo spunto da una mia recente Esposizione
fotografica di cantanti e complessi sammarchesi, un gruppo di lavoro
per raccontare al paese una bella storia di musica e di impegno
sociale. Una esperienza nuova e molto stimolante per me, per te e per
altri poiché esplorammo per la prima volta un campo dove finora mai
nessun altro se n’era occupato, portando così alla luce un aspetto
interessante della vita del nostro paese.</div></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">Finché un
giorno arrivasti al pronto soccorso per un malanno improvviso. I
nostri consigli e le nostre cure non bastarono perché qualche tempo
dopo arrivò una chiamata urgente al nostro centralino. L’ambulanza
partì di corsa ma tornò vuota.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;">Era il 18
giugno di dieci anni fa. Io e Nicola Spagnoli in quel frangente
eravamo impegnati ad allestire una Esposizione di copertine di dischi
in vinile quando arrivò la notizia della tua morte. La Mostra venne
sospesa. Fu una tragedia. Avevamo perso un carissimo amico, un
compagno di viaggio, quasi un fratello.
</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;"><br /></span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Cantata One;"><b>Luigi
Ciavarella</b></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-49873597504004526172023-12-01T07:07:00.000-08:002024-01-09T03:39:39.160-08:00“HAPPY DEATH”, LA FELICE MORTE DEI MIDA MAZE DI FLORIANA CHIARAMONTE.<p style="text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxLDTTpRJaslv62-i-iLysaqw5vIirZdA9jUUjsd856ssF6FubKXliR-W9W0hht4KtFkfP0BJxA-kaMGEPCVQyngXeswFlmoDxPImRsNzqsMifjEQXbU0SY0hpv7fdbha1d1NDb6wnqamugioc8P6BpZqTVg8DtJcdq8hSE9OZbN_WrpldxDYL-5oMPdU/s1728/46459263_10216259463112365_8978521809645207552_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="1728" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxLDTTpRJaslv62-i-iLysaqw5vIirZdA9jUUjsd856ssF6FubKXliR-W9W0hht4KtFkfP0BJxA-kaMGEPCVQyngXeswFlmoDxPImRsNzqsMifjEQXbU0SY0hpv7fdbha1d1NDb6wnqamugioc8P6BpZqTVg8DtJcdq8hSE9OZbN_WrpldxDYL-5oMPdU/w640-h426/46459263_10216259463112365_8978521809645207552_n.jpg" width="640" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><i><p style="text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i><br /></i></span></p>Intervista a Floriana Chiaramonte, leader della formazione rock "MIDA MAZE" effettuata tramite web e pubblicata il 10 marzo 2018 su www.sanmarcoinlamis.Eu/Music'Art, in occasione dell'uscita del CD Single "Happy Death" </i></span> <p></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i><Prende spunto da una vicenda personale che mi ha fatto
riflettere su alcuni comportamenti e modi quasi da automi></i> – mi confida <b>Floriana
Chiaramonte</b>, cantautrice nativa di San Marco in Lamis ma residente a Roma,
parlando del primo video realizzato con i <b>Mida Maze</b>, band romana
composta con <b>Umberto Duca</b> al basso e <b>An Drew</b> alla batteria. Il
brano in questione è “<b>Happy Death</b>”, <i>Felice morte</i>, un racconto
intimo, introspettivo, che prende spunti da una vicenda che pone questioni
molto personali <<i><span style="color: #212121;">Sono così felice> – </span></i><span style="color: #212121;">si legge nel testo – <<i>quando
muoio, quando il dolore è abbastanza puoi sentire il tuo respiro pulsare lento
dimenticando tutte le cose> </i>sono parole crude interpretate su una base sonora che invece ricorda la migliore stagione <i>cantautorale
</i>dei novanta, come dire tra <b>PJ Harvey</b> e <b>Tori Amos</b>,
(aggiungerei pure una malinconica <b>Hope Sandoval</b>, più evidente però nel
secondo video, <i>Fell Down On My Knees</i>), due icone di quegli anni importanti
i cui nomi servono per dare un profilo preciso ad una tipologia di musica indipendente
che, contrariamente alla angoscia esistenziale che potrebbe trasmettere il
testo, possiede invece i caratteri peculiari di un suono dai tratti armonici
persino solari e travolgenti. Il brano, scritto ed interpretato da <b>Floriana
Chiaramonte</b>, riflette la sua personalità tormentata e, come la cantautrice
britannica, <i>vomita i suoi turbamenti</i> <i>più</i> <i>agitati</i>
in modo trasparente, con una visione complessa della vita che ci coinvolge tutti.</span></span></p>
<p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0.55pt; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Libre Franklin;"><span style="color: #212121;"><<i>C</i></span><i><span style="color: black;">redo che sia
abbandonare le cose del nostro ego che in realtà ci limitano e quelle sì che ci
distruggono></span></i><span style="color: black;"> mi spiega Floriana trasmettendomi una idea di morte quasi
metafisica che induce alla riflessione. Nel video traspare netta la sua
denuncia contro la guerra attraverso un flashback di immagini b/n che ci
riportano indietro nel tempo, nella memoria del passato, con una voce dapprima
filtrata e poi liberata per dare più consistenza alle sue parole, e una musica
elettroacustica incalzante che invece le offre la base su cui inibire i suoi
fantasmi interiori. <<i>Io vengo dal blues, Janis Joplin, Doors, Led
Zeppelin></i> – mi racconta Floriana – <<i>e quando avevo vent’anni ho
ascoltato tanta PJ Harvey></i>; sono tutti segni che si possono leggere in
filigrana in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Happy Death</i>. La voce e
il temperamento ricordano molto la spigolosa cantante texana e la teatralità di
Morrison, che contribuiscono a trasformare il brano in qualcosa di solido. </span><o:p></o:p></span></p>
<p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0.55pt; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Libre Franklin;"><span style="color: black;">Floriana
Chiaramonte</span><span style="color: black;"> è figlia di Giuseppe Chiaramonte, l’indimenticabile Beppe
Monte, cantante tra i più apprezzati e popolari nella San Marco in Lamis degli anni
60/70, mitico cantante dei Protheus. Cosa ti ha trasmesso tuo padre, le chiedo?
<<i>Mio padre cantante lo ricordo da quando eravamo piccole </i>(Floriana ha
una sorella, Tonia, anche lei residente a Roma dove si occupa di spettacolo,
ndr) <i>e lo sentivamo cantare</i> <i>o suonare il sax></i> – poi prosegue –
<<i>Cantavamo tutti insieme in auto quando eravamo in viaggio, era</i> <i>divertente
ed ero affascinata dalla sua voce></i>. Dal padre Floriana ha ereditato il
talento, la bella voce espressiva e quella ricerca della melodia sempre
presente sottotraccia nelle sue composizioni. <<i>Vocalmente></i> –
aggiunge – <<i>credo che ci assomigliamo nel modo che abbiamo di</i> <i>trasmettere
con la voce una emozione. Quando canto sento quella stessa emozione che provavo
ascoltandolo></i>. </span><o:p></o:p></span></p>
<p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0.55pt; text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Libre Franklin;"><span style="color: black;">I Mide Maze </span><span style="color: black;">nascono in aprile del 2015 ma restano fermi oltre un anno a causa di un infortunio di
Umberto Duca per riprendere il progetto nel 2017.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0.55pt; text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Dopo il video </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Happy
Death</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (video qui sotto) il gruppo ha realizzato recentemente altri due
lavori altrettanto significativi. Si tratta di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Fell Down On My Knees</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Not
Too Much</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, entrambi sostenuti dalla stessa energia di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Happy Death</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> con
un suono indipendente (indie), dove idealmente si colloca la loro musica, che
raccoglie tutti gli umori, l’energia e le passioni di una grande cantautrice e
chitarrista del nostro tempo, di origini sammarchese, affiancata da una
formazione molto compatta impegnata a sostenere un suono di cui
sentiremo parlare molto in futuro.</span></span></p>
<p align="right" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0.55pt; text-align: right;"><span style="background-color: white; font-family: Libre Franklin;"><span style="color: black;">LUIGI
CIAVARELLA</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><o:p style="background-color: white;"><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="361" src="https://www.youtube.com/embed/CXUDd_wkrhc" width="434" youtube-src-id="CXUDd_wkrhc"></iframe></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-11464178563704500872023-11-30T03:36:00.000-08:002023-12-01T03:35:37.128-08:00I DIECI DISCHI CHE SCONVOLSERO IL MONDO (DEL ROCK).<p></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: "Calibri Light"; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuUhmhOHR_zwy3ChIfTZN7qUYva1oBhVbqNv8OboikmQZpgy5p9jh3S81sL2A22t2LGXqnTd9U4AKmQZ9Hq3NFluQ4SxP9sSj_OTaJ_OvUae1brjKW_JEszBT20IvNZzB73kyJCxhM6C5wALaOam1Dx2QNUM5Pnq7EUUt98CueEXQ0WzuIlhVj4jrlEYc/s1412/BLANX%20-%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="594" data-original-width="1412" height="269" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuUhmhOHR_zwy3ChIfTZN7qUYva1oBhVbqNv8OboikmQZpgy5p9jh3S81sL2A22t2LGXqnTd9U4AKmQZ9Hq3NFluQ4SxP9sSj_OTaJ_OvUae1brjKW_JEszBT20IvNZzB73kyJCxhM6C5wALaOam1Dx2QNUM5Pnq7EUUt98CueEXQ0WzuIlhVj4jrlEYc/w640-h269/BLANX%20-%201.jpg" width="640" /></a></div></div><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i>di</i><b><i> </i>LUIGI CIAVARELLA</b></span></div><div style="text-align: right;"><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Dieci album in vinile con dieci copertine polverose
tirate giù dagli scaffali per indicare dieci soluzioni per sopravvivere ai
tempi difficili che stiamo vivendo o dieci modi di raccontare una storia bella e tragica, attraversata da sogni elettrici cosi ostinati
da morirci dentro. O se preferite dieci album fondamentali per violare la
natura intima del rock.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Ma anche dieci atti d’amore e di riconoscenza,
dieci alambicchi magici da gustare nella solitudine più estrema, dieci preziose pepite da
portarsi dietro in quell'isola deserta che non c'è e tutti però la citano o se preferite, infine, dieci chiave di lettura
uniche per raccontare nei dettagli la storia del mondo vista da un punto di
osservazione straordinario</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Una storia di musica, quella Rock, destabilizzante per natura, iniziata oltre sessantanni fa a Memphis e mai chiusa nonostante le tante trappole imbastite
dalle <i>establishment,</i> i rigurgiti ideologici e le varie idiosincrasie che invece ne hanno
cementato il corpo sin nelle radici più profonde. Tutto ciò malgrado i pesanti condizionamenti
dell’industria discografica e l’autolesionismo dei tanti protagonisti, il rock ha saputo
esprimere una visione del mondo in sintonia con i propri bisogni di libertà e
giustizia sociale, dentro una verità di fondo che ha sempre rappresentato sottotraccia il modus viventi di una generazione la quale non
sempre ha saputo riconoscere i propri limiti
(</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">L’arabesco che manda in mille
pezzi l’ordine rigoroso</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">delle cose</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> ..“- </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Riccardo Bertoncelli</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, Pop Story, Arcana 1973) come per esempio il
pacifismo utopistico e contraddittorio che la cultura della droga ha reso vulnerabile la generazione di Woodstock e forti i detrattori, immagine deleteria che ne ha sempre condizionato (e per paradosso anche potenziato) lo sviluppo. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Allora questi dieci dischi vanno accolti come i punti chiaro-oscuri di un firmamento con i quale entrare in modo prorompente, stabilire una relazione dentro un mondo ideale, a
propria misura, costruito intorno a suoni e vibrazioni, prive di zavorre ideologiche o
motivi diversi che non siano quelli di un sano ascolto di perle musicali, miei
personali omaggi ad un popolo giovanile in cui spero tragga dall'ascolto motivo di piacere, un invito a proseguire nella ricerca e nell'approfondimento appropriandoci così di ogni spazio. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Ecco i titoli : </span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>THE BEATLES _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>Rubben Soul</i></span></span><span lang="EN-US"><i> </i>(Parlophone rec. GB 1965)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>BOB DYLAN _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>Blonde On Blonde</i></span></span><span lang="EN-US"><i> </i>(Columbia rec. USA 1966)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>THE CLASH _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i><st1:city w:st="on"><st1:place w:st="on">London</st1:place></st1:city> Calling</i></span></span><span lang="EN-US"> ( CBS rec. GB 1980 )<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">4.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><b>JIMI HENDRIX _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>Are You Experienced</i></span></span><span lang="EN-US"><i> <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">? </span></i>(Track rec. GB 1967)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">5.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>LITTLE FEAT _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>Waiting For Columbus</i></span></span><span lang="EN-US"><i> (</i>Warner Bros rec. USA
1979)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">6.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>FAIRPORT CONVENTION _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i><st1:city w:st="on">Liege</st1:city> And Lief</i></span></span><span lang="EN-US"><i> </i>(<st1:place w:st="on">Island</st1:place> rec. GB
1968)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">7.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>PINK FLOYD _ </b><span style="mso-spacerun: yes;"><b> </b><i>The Piper At the Gates of Dawn </i></span><b> </b></span></span><span lang="EN-US"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>(Columbia rec. GB 1967)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">8.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>THE DREAM SYNDICATE _ </b><span style="mso-spacerun: yes;"><b> </b><i>The Days Of Wine and Roses</i><b> </b></span></span></span><span lang="EN-US"> (Ruby rec. USA 1982)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">9.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>KING CRIMSON _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>In The Court Of King Crimson</i></span></span><span lang="EN-US"> (Island rec. GB 1969)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><span style="mso-list: Ignore;">10.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span><!--[endif]--><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-US"><b>THE STOOGES _ </b><span style="font-weight: bold; mso-spacerun: yes;"> </span><i>The Stooges</i></span></span><span lang="EN-US"><i> </i>(Elektra rec. USA 1969)<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: left; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span lang="EN-US"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Sono dieci
album pescati prevalentemente dai sessanta, vera fucina di capolavori come era
facile immaginare. Si va dai </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Beatles </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">di
</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Rubben Soul</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> preferito a </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Sgt. Pepper</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> per una sua evidente modernità
intrinseca a </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Bob Dylan</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Blonde On Blonde</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> attraverso il quale, primo
doppio album della storia della musica rock, racconta la fase più creativa del
menestrello di Duluh. Dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Clash</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> si è preferito evitare le secche del punk di cui sono stati fieri portatori,
per evidenziare la loro opera più riuscita, un personale racconto della storia
della musica rock scandito dai tanti generi che l’hanno attraversata. Il </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Jimi Hendrix</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Are You Experienced ?</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e
i il primo album dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Pink Floyd</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Syd Barrett</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">The Piper At the gates Of Dawn,</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> sono schegge psichedeliche di prima grandezza, che conservano intatto ancora oggi un proprio fascino
inossidabile che il tempo non ha scalfito minimamente. Due album apripista, storici che raccontano un periodo tra i più fulgidi della storia del rock. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Little Feat</b> di <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Lowell George</span> sono stati grandi musicisti dal vivo e questo doppio
album rende loro giustizia. Registrato sui palchi di Londra e Washington rimane
a mio avviso come il lavoro dal vivo più intenso e importante del rock, persino superiore a <i><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">In Concert</span></i>
dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Doors</b> e al <i><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Live At Leeds</span> </i>dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Who. </b> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il folk rock
inglese è concentrato nel disco più compiuto dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fairport Convention</b> che si distingue dagli altri per la voce di <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sandy Denny</span>, musa del folk inglese, qui ancora più incisiva rispetto al precedente, l'apprezzabile <i>Unhalfbricking. </i> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dream Syndicate</b> di <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">Steve Wynn</span> sono stati i principali ispiratori del cosiddetto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Paisley underground</i> un genere ibrido sorto in California agli inizi degli anni ottanta con debiti verso quel suono di
frontiera più vicino alle radici garage dei ’60. Questo album segna il loro debutto e contemporaneamente l'inizio di una epopea. </span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Il </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Progressive</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> inglese è stato un genere o uno stile che ha avuto largo seguito in Inghilterra e
nella Europa (non soltanto occidentale) che ha preso il volo alla fine dei sessanta raggiungendo il suo picco nella metà dei settanta per chiudersi qualche anno più tardi sotto i colpi micidiali inferti dal punk. Il Prog ha avuto fortuna anche in Italia che ha espresso buoni album. Questo disco di
debutto dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">King Crimson</b><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">, datato 1969, </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">può
considerarsi a tutti gli effetti come la prima pietra miliare posta a inizio
della vicenda, con brani di grande respiro e dominati tutti dal suono avvolgente dei
sintetizzatori, nuovi strumenti musicali che avranno sempre maggior peso d'ora in avanti caratterizzando così un decennio molto ricco di novità. </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Chiudo con un
album sporco e selvaggio in stile garage punk proveniente da Detroit denominato <b>Stooges</b> guidato da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Iggy
Pop,</b> autentico <i>animale</i> da palcoscenico, vera energia pura. Il gruppo aveva un suono devastante e corrosivo che tanta influenza avrà nei meandri più aggressivi del garage del futuro in tutto il mondo (soprattutto in Australia). <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Mancano altri
album fondamentali ovviamente, tra questi sicuramente dischi dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Velvet</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Underground </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(l'inarrivabile loro primo album), il </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Frank Zappa </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Hot Rats</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, i </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Doors </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(anche qui il loro storico primo album del 1967), i
</span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Rolling Stones </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Aftermath, </i><b style="font-family: "Libre Franklin";">Van Morrison </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(almeno </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Astral Weeks</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), i <b>Who</b> di Tommy, </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Bruce Springsteen </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Born To Run</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Led</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Zeppelin </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(il quarto che è la sintesi dei tre precedenti), gli </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Allman Brothers
Band </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">dal vivo al Fillmore East, </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Patti Smith</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Horses</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Rock Bottom </i><span style="font-family: "Libre Franklin";">di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Robert Wyatt</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Nirvana </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">(</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Nevermind</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), i </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Grateful Dead</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Aoxomoxa</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e i </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Jefferson Airplane</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Surrealistic</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Pillow</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, s</span><span style="font-family: "Libre Franklin";">enza dimenticare i </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Quicksilver Messenger Service</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e gli </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Spirit</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di Randy California (</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Happy Trails</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">The Family That play Together</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), etc.. compresi titoli italiani (</span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Area</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">?) ma il numero era una scommessa
e aveva un limite perentorio da non varcare. Alla lista mancano
pure i pionieri (almeno i nomi di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Elvis Presley,</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Chuck
Berry </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">e </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Bo Diddley</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">,) e mancano pure alcune importanti raccolte tipo </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Nuggets</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">,
che unisce gruppi dimenticati del garage fuzz e psichedelico americano dei '60 o sintesi di memorabili appuntamenti live come per esempio fu </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Woodstock</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (1969) il senso di questo articolo, forse poco rispettoso
delle vicende musicali del secolo scorso, resta, a parte l'azione di pungolo per i neofiti, anche quello di stimolare
una discussione in seno ai nostri lettori più avveduti magari per incoraggiarli a tirar
fuori anche loro una personale lista di dischi imperdibili da portarsi dietro
nella famosa isola deserta.</span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="tab-stops: 78.0pt; text-align: right;"><span style="font-family: Libre Franklin;"> <b>Luigi Ciavarella</b></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-75746104678627237842023-11-28T02:30:00.000-08:002023-11-30T03:07:53.359-08:00BREVE INTRODUZIONE ALLE BANDE MUSICALI DI SAN MARCO IN LAMIS.<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAG1bskV4zi1hm6eSdPIPsAuI6eH0lS1QufkpDIyakQkX7aynOBqN03-wuCCxSn54nCY8_dFYgi58UNdHT48of8v_R4uqtd5P-dTxnoeBK-zmSzwsyf5w2iJRmNG06uZHm4jnEWRh3U8YveyXLNlXk8d6gvor9VTXXzFu_IVfDPjQI4VH1-pHfuQ1pn40/s1199/anni%20'20.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="931" data-original-width="1199" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAG1bskV4zi1hm6eSdPIPsAuI6eH0lS1QufkpDIyakQkX7aynOBqN03-wuCCxSn54nCY8_dFYgi58UNdHT48of8v_R4uqtd5P-dTxnoeBK-zmSzwsyf5w2iJRmNG06uZHm4jnEWRh3U8YveyXLNlXk8d6gvor9VTXXzFu_IVfDPjQI4VH1-pHfuQ1pn40/w400-h310/anni%20'20.jpg" width="400" /></a></div><p><b><span>1.</span></b></p><p style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Una
delle principali fonti di informazioni riguardo la storia della
nascita delle bandi musicali a San Marco in Lamis è senz'altro il
saggio introduttivo di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Gabriele Tardio</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> al volume “Bande e
Gruppi Musicali di San Marco in Lamis” (Regione Puglia, 2005) nel
cui testo viene descritta non soltanto la cronistoria minuziosa dei
fatti ma sono evidenziati anche quei particolari (uniformi, regolamenti,
compensi, etc.) utili per avere un quadro completo della materia.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Possiamo
dire, senza ombra di dubbio, che il paese garganico nella sua storia
ha sempre avuto un corpo bandistico cittadino, anche con capacità di
misurarsi con altre realtà circostanti poiché “<i>svolge una</i>
<i>funzione culturale e di aggregazione sociale,(...) scandisce la
vita della città, le emozioni degli individui e lo stesso scorrere
degli eventi</i>” (Tardio). La sua presenza, rassicurante, costante
nel tempo, va interpretata in questa prospettiva in quanto esercita un ruolo di coesione sociale, con il fine di allietare le
manifestazioni religiose come le feste di paese e, a richiesta, serve
anche per accompagnare l'ultimo viaggio verso il cimitero di un
defunto. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Le
prime notizie della costituzione di una Banda sono del 1799 anche se
generalmente la si fa risalire agli inizi dell'800. Secondo il già
citato Gabriele Tardio in quell'anno era già operativa una banda
costituita, confermata peraltro da altre fonti (Dizionario della
Musica italiana delle Bande 1800-1945) per cui possiamo far risalire
a quel periodo la nascita di una “orchestra a fiati e percussioni”,
senza per questo escludere che prima di quella data ci fossero in
paese piccole aggregazioni di musici in grado di deliziare momenti
sopratutto religiosi. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Secondo
<b>Matteo Tolfa</b> la fondazione della prima banda municipale di San Marco
in Lamis risale al 1888 anche se per vedere la sua affermazione
bisognerà aspettare il 1928 (“Qualesammarco”, febbraio 1992).
Nell'anno precedente (1887) sappiamo però da Gabriele Tardio che,
con delibera dei Consigli Comunali, viene proclamato direttore della
banda il <i>signor</i> <b>Giuseppe Signorelli</b> (foggiano, che fu,
insieme a <b>Luigi Gissi, </b>tra i primi insegnanti di musica di Umberto
Giordano) che però venne subito fatto oggetto di un provvedimento di
espulsione, insieme a tre componenti la banda, per motivi che
l'Autore non fa cenno. Tuttavia con una nuova delibera del 19 giugno
1898 il Consiglio Comunale reintegra il Signorelli limitando ai soli tre
musicanti l'allontanamento. Una vicenda assai ingarbugliata che getta
un'ombra oscura sull'intera vicenda sopratutto perché tre mesi più
tardi, il 27 ottobre 1898, lo stesso Consiglio, in seguito
alla scoperta di alcune anomalie riscontrate nella gestione della
banda, scioglie definitivamente il corpo bandistico. Infine, dopo la nomina dei nuovi membri elettivi, il 29 agosto 1899 la vicenda si chiude con la nomina del Maestro <i>signor</i> <b>Mario Canini</b>. </span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>La
passione della nostra cittadina per la musica la si può riscontrare
già nel Seicento allorquando venne istituita in paese la figura del
Precettore Pubblico col compito di fornire i primi rudimenti musicali
ai giovani che intendevano avvicinarsi alla musica. Tra questi il più
noto fu <b>Carlo Giannone</b>, zio del più famoso Pietro, (residente nel
nostro paese in quando aveva sposato una nostra concittadina) che si
distinse nell'insegnamento sopratutto ai chierici. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Nel
secolo successivo nasce a San Marco in Lamis l'istituzione del
Collegio (o Accademia) de Selvaggi o del Selvatico che fu una sorta
di aggregazione di persone erudite (arte, poesia, scienza, musica)
che stipendiava tra l'altro anche un quartetto di musici che si
esibiva un paio di volte al mese con lo scopo di avvicinare alla
bellezza della musica giovani volenterosi. </span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;"></span><b style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;">2.</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLFzcStjv5j2hKvM85O15Nl8owJ-V-DEJpGNLHTIW3LZxBB5JeeEanuV6ygS0ENqgRwqWhbcHSIOD4eH05Z1YYrRwzMWME-RiVu-cApE6L6hQFC4yOLSCw91y0ncJLH7Gm8-6XBWjQC7imb3sQduBGOP-xuWo_1FsGuP9DuL3jlDoERDV7HB9RgNmHBwI/s1591/maestro%20tommaso%20ferrante.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1591" data-original-width="1107" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLFzcStjv5j2hKvM85O15Nl8owJ-V-DEJpGNLHTIW3LZxBB5JeeEanuV6ygS0ENqgRwqWhbcHSIOD4eH05Z1YYrRwzMWME-RiVu-cApE6L6hQFC4yOLSCw91y0ncJLH7Gm8-6XBWjQC7imb3sQduBGOP-xuWo_1FsGuP9DuL3jlDoERDV7HB9RgNmHBwI/s320/maestro%20tommaso%20ferrante.jpg" width="223" /></a></span></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Tuttavia
l'aspetto che qui ci interessa sottolineare è la nascita della Banda
come Complesso Orchestrale che, formata da artigiani del luogo, -
orafi, calzolai, sarti, barbieri, muratori, etc. -, a partire dagli
inizi del novecento comincia a svolgere una funzione precisa
all'interno della vita sociale cittadina, impegnandosi da subito ad
assolvere non soltanto la sua funzione pubblica di rito costituita
dalle esecuzioni di marce funebre per i funerali, musiche a festa in
itinere per le ricorrenze religiose e civili, etc. ma adempie anche, attraverso un nutrito repertorio di musica operistica, pure di un certo
rilievo, a soddisfare i palati più fini. Le performance avvengono tanto in piazza quanto “in cassa
armonica”nella villa comunale, con partiture anche impegnative,
ricercate, e sopratutto molto apprezzate dagli intenditori.</div></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Se
questo salto di qualità è avvenuto lo dobbiamo senz'altro alla
presenza dei primi Direttori d'Orchestra che, chiamati dai notabili
locali a dirigere il complesso bandistico, si rivelano fondamentali
per lo sviluppo di un complesso bandistico moderno alla pari dei
tempi. Questa svolta rende la Banda popolare non soltanto in loco e
nelle zone circostanti ma la sua fama raggiunge persino le aree fuori
provincia grazie alla serietà e la competenza con cui vengono
affrontati i temi musicali. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Abbiamo
avuto dapprima il M° <b>Tommaso</b> <b>Ferrante</b>, citato da
<b>Tonino Lombardozzi</b>, che guidò la Banda per i primi dieci anni
del secolo scorso, seguito dal M° <b>Antonio</b> <b>Lozzi</b> (1871-1943) che rimase operativo
per altri dieci finché non vi giunge, chiamato in quanto vincitore
di Concorso bandito dall'Amministrazione comunale, il M°<b> Luigi Giordano. </b></span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigYJZILxYVmqFx9-Ixvv_TEX6BC8FxBpMewyC7Um6JXwWnFK89pFMEF6S9QFITIMNWwy4aG2l1Mgj4xLZYBG-E405GJn_NqYyU2fZWmwcWCUYjq2qXzQ78e1iXNr48nk9Wclis3Qy68mzn1Sf4l6PZIX1VErcrMoVfsKa49mXg7TG5ghjkGlWBEsc79Ew/s400/maestro%20Luigi%20Giordano.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="269" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigYJZILxYVmqFx9-Ixvv_TEX6BC8FxBpMewyC7Um6JXwWnFK89pFMEF6S9QFITIMNWwy4aG2l1Mgj4xLZYBG-E405GJn_NqYyU2fZWmwcWCUYjq2qXzQ78e1iXNr48nk9Wclis3Qy68mzn1Sf4l6PZIX1VErcrMoVfsKa49mXg7TG5ghjkGlWBEsc79Ew/s320/maestro%20Luigi%20Giordano.jpg" width="215" /></a></span></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Nativo
di Salerno (1886), Luigi Giordano (“<i><span>un
galantuomo che onorò la città” </span></i><span><span>secondo
il</span></span><span> </span>giudizio di
<b>Michele Ceddia </b><span>cit. “Come
eravamo”2001</span>), fu un personaggio determinante per lo
sviluppo della Musica in paese. Sotto la sua guida il profilo della
Banda eleva il suo prestigio in maniera considerevole. Prima di
assumere il suo impegno egli era stato Direttore a Castellabate
(Salerno) dove aveva diretto la banda cittadina. Quando arrivò a San
Marco in Lamis, nel 1923, Luigi Giordano aveva 37 anni e un notevole
bagaglio di esperienza alle spalle. Egli ebbe il grande merito di
trasformare quella aggregazione di musici-artigiani (che generalmente
suonava ad orecchio) in autentici musicisti di valore provvedendo
personalmente all'insegnamento e al sostentamento di ciascuno, dando
loro una dignità e una identità artistica. Per questo motivo ma
anche per i suoi modi eleganti, raffinati, il M° Luigi Giordano
(nessuna parentela con Umberto) fu persona molto stimata in paese.</div></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Egli
ha insegnato Musica nei vari istituti scolastici della zona ma
sopratutto scrisse Opere per Banda e Romanze, con testi di Luigi
Guerrieri, le cui partiture sono custodite nella Biblioteca del
Convento di San Matteo. Morì a Napoli nel settembre del 1951 per le
conseguenze di un trauma cerebrale accidentale.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Di
quella storica banda rimangono alcuni frammenti fotografici. Si
tratta di uno scatto degli anni venti oltre ad una foto storica
datata 1936 -, in cui sono rappresentati il M° Giordano circondato
dalla sua Banda formata da quaranta elementi. E' questo il momento di
massimo fulgore che la Banda di San Marco in Lamis sta attraversando,
la cui popolarità raggiunge vertici quasi da leggenda.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: left;"><b>3.</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>A
partire dagli inizi degli anni '50 il corpo bandistico si sfalda a
causa delle defezioni di alcuni elementi dovuto all'emigrazione che
sta minando le stesse fondamenta del paese. La categoria degli
artigiani, che più delle altre aveva contribuito a sostenerne le
basi, si assottiglia sino a scomparire del tutto. In assenza di un
ricambio generazionale l'idea del complesso bandistico, così come
era stato concepito in passato, è destinato a scomparire. Dopo
alcuni decenni di silenzio nel 1982, però, si ricostituisce, risorge
come araba fenice, grazie all'interessamento di <b>Grazia Galante</b>,
allora assessore del comune di San Marco in Lamis, e all'assistenza
del M°<b>Tonino Lombardozzi.</b> L'impegno è notevole, vengono
reclutati giovani tra i 9 e 17 anni e avviati all'insegnamento
gestito da Tonino Lombardozzi riguardo il solfeggio, da <b>Vincenzo Montemitro</b> da San Paolo Civitate per gli ottoni e batteria e da <b>Michele
Spaccavento</b> da Torremaggiore per i legni. Oltre ai giovani vi partecipano, direi
con commovente slancio passionale, anche alcuni superstiti della
vecchia formazione : Michele La Sala (clarinetto contralto), Giuseppe
Tancredi (sax contralto), Antonio Lallo (trombone), Antonio Colletta
(clarinetto) e l'instancabile Luigi De Carolis (sax), figura centrale
nella storia delle nostre bande cittadine. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAiurFOyAmM38HVQ0jYwH27Y9lYj4ldFcc3Q0l-M95QAUGIKVugGeRsZPI2EzseBdXVHxVilDep48tlIKR-2-5lZuc6IgvclQUQIyS7JqQB_IPS-XHNVO6ckdJKXBc0rlVWkOZ31vMMuI97fc1VCyeaSrq5qU1pcOgW80G4FC5P4guCp-ZJ_ArPAwbTEI/s1736/luigi%20de%20carolis.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span><img border="0" data-original-height="1736" data-original-width="1079" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAiurFOyAmM38HVQ0jYwH27Y9lYj4ldFcc3Q0l-M95QAUGIKVugGeRsZPI2EzseBdXVHxVilDep48tlIKR-2-5lZuc6IgvclQUQIyS7JqQB_IPS-XHNVO6ckdJKXBc0rlVWkOZ31vMMuI97fc1VCyeaSrq5qU1pcOgW80G4FC5P4guCp-ZJ_ArPAwbTEI/s320/luigi%20de%20carolis.jpg" width="199" /></span></a><span style="font-family: Libre Franklin;"><span></span></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Nato
nel 1914 (e scomparso nel 1999) <b>Luigi De Carolis</b>, impara da
subito a suonare il sax tenore, regalatogli dal nonno all'età di
dieci anni. Le prime nozioni le vengono impartire dal M° Giordano in
persona con il quale si instaura anche un certo feeling. A vent'anni
è già membro della Banda diretta dal Giordano e cresce in quel
contesto una passione che le servirà, dal dopoguerra in poi, per
impiantare con amici e sodali gruppi musicali in paese (con
Lombardozzi, Fulgaro, Iannantuono, Panzone, etc.) dediti alle serate
danzanti come alle feste di matrimonio o alle romantiche serenate
sotto i balconi, come si usava allora. Nella vita Luigi ha svolto il
mestiere di sarto, rinomato, appreso da un sarto torinese che
insegnava a San Giovanni Rotondo.</div></span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>La
giovane Banda, che viene intestata a Luigi Giordano, - debutta il 25
aprile del 1984 (festa patronale) – ma dura appena dieci anni
dopodiché anche questa esperienza chiude i battenti. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>L'ennesima
rinascita avviene nel 1999 grazie al M° <b>Antonio Claudio Bonfitto</b>
e ad un gruppo di suoi valenti collaboratori che ne riprendono il
bandolo su nuove basi costituite attraverso la fondazione musicale
“<b>Santa Cecilia”</b>, la beneamata Associazione che raccoglie
l'eredità del passato e unisce intorno a sé tutte le manifestazioni
musicali e artistiche del luogo, sin dal 1994, anno della sua
nascita, attraverso una Scuola di formazione molto produttiva. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;">A
tutt'oggi il complesso Bandistico “Santa Cecilia” rappresenta una
splendida realtà per la città di San Marco in Lamis.</span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b>LUIGI
CIAVARELLA</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWse_8_W-Zbm0lwFcxZbrMXjzI_Lg42qSP6CkH8wgZCixePPto_4kfBsTtylhHQcAZYCGvLDbabW3B2tC4yRUsra1KORAQs-v85w65FA8qfiAHrN9ykuQs57KOwhNc3W7IAJeQwECIxEsb02MzNa5IbDWUsI5gRYHswNVtjzcTrpt1_dGG70eKXiHuZ8/s2305/img20210220_12271270.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1603" data-original-width="2305" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOWse_8_W-Zbm0lwFcxZbrMXjzI_Lg42qSP6CkH8wgZCixePPto_4kfBsTtylhHQcAZYCGvLDbabW3B2tC4yRUsra1KORAQs-v85w65FA8qfiAHrN9ykuQs57KOwhNc3W7IAJeQwECIxEsb02MzNa5IbDWUsI5gRYHswNVtjzcTrpt1_dGG70eKXiHuZ8/w640-h446/img20210220_12271270.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="background: rgb(255, 255, 255); line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;">
<br />
</p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-44985480590304229302023-10-31T04:14:00.011-07:002023-10-31T08:56:02.749-07:00I TEMI DELLA MORTE E DELL’ANGOSCIA NELLA MUSICA ROCK UNDERGOUND DEI SETTANTA.<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEianL_MshmzG2VC1s86f2_hE8G7MOkthUyFbkuZiWEEPgrJcFujfGe4JNpTaOknjs1miRO_C_EIjT_DX-oMSmDc5qNo8ZKM6exoxTJgAhVWyM5iKGfFnbsS7DTc1E6S0P5LewHsXaCIXJEQ2soAYSfrDe6Fl686WmImrk6sXgZBtbyWH7n78OdIyPvfMfo/s2803/Black%20Sabbath%20-%20Black%20Box%20The%20Complete%20Original%20Black%20Sabbath%201970-1978%20(CD%201%20Black%20Sabbath)%20-%20Digipack.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="2803" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEianL_MshmzG2VC1s86f2_hE8G7MOkthUyFbkuZiWEEPgrJcFujfGe4JNpTaOknjs1miRO_C_EIjT_DX-oMSmDc5qNo8ZKM6exoxTJgAhVWyM5iKGfFnbsS7DTc1E6S0P5LewHsXaCIXJEQ2soAYSfrDe6Fl686WmImrk6sXgZBtbyWH7n78OdIyPvfMfo/w640-h274/Black%20Sabbath%20-%20Black%20Box%20The%20Complete%20Original%20Black%20Sabbath%201970-1978%20(CD%201%20Black%20Sabbath)%20-%20Digipack.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b>Antonio
Bartoccetti</b><span face=""Calibri Light", sans-serif">, incide nel 1969 il suo vinile più famoso,”</span><i>Tardo
pede in magiam</i><span face=""Calibri Light", sans-serif"> versus” in 310 copie di cui 10 promozionali
(etichetta Rogers Records), ma lo tiene nel cassetto, come da leggenda, sino
al 2001 quando la Black Widow, etichetta italiana specializzata nel
recupero di vecchi feticci e nuove voci di profeti nostrani dediti
al metal tenebroso, ne ristampa una doppia versione, vinile e
digitale, per il piacere di quella frangia di ascoltatori che amano
questo genere di suoni. I suoni appunto. L’album citato, a nome
</span><b>Jacula</b><span face=""Calibri Light", sans-serif">, (che prende il nome da una eroina sexy dei fumetti di fine anni
sessanta, molto popolare in Italia), è dominato dal suono ossessivo
di un armonium cupo e tedioso che, con la voce di Doris Norton, al
secolo Fiamma Dello Spirito, puntella di suggestioni funerei l’intero
percorso, spaziando tra citazioni esoteriche che odorano di zolfo,
satanismo e cimiteri inquietanti, al punto da classificarlo come uno
dei rari casi più espliciti di musica estrema. Bertoccetti sarà il
primo in Italia a indirizzare la propria musica verso suoni e canoni
di natura esoterica attingendo dal mondo
dell’occulto e dalla magia nera.</span></span></div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span face="Calibri Light, sans-serif">Ovviamente
non otterrà alcun successo, salvo in quei pochi ambienti malsani e
sepolcrali dediti al culto della morte e dell’angoscia ossessiva,
coadiuvato dal tastierista Charles Tiring, ma produrrà altri lavori
sotto altre sigle cavalcando sempre le stesse tematiche come <b style="font-weight: normal;">Antonius
Rex</b>, <b style="font-weight: normal;">Zora</b>, (anche quest’ultimo preso in prestito dal
mondo dei fumetti erotico–vampiresco), che saranno, con poche
varianti, insieme agli <b style="font-weight: normal;">Invisible Force</b> e <b style="font-weight: normal;">Dietro Noi Il
Deserto</b>, le nuove creature del nostro Bartoccetti che avrà cura
nel tempo di tenere sempre al centro del suo universo sonoro i temi
angoscianti della morte e del sopranaturale. </span>
</span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Fuori </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">dall’Italia questi argomenti hanno trovato un terreno più fertile
anzi partono da lì, dalla solita Inghilterra, gli stimoli fondativi, che
son serviti a coltivare un genere che ha avuto i suoi momenti di
gloria underground e un buon seguito di seguaci che, con suono base
di partenza hard rock, hanno saputo manifestare tutti i loro
propositi di morte e desolazione, distruzione e paranoia, angoscia e
malessere, sino a dare un senso compiuto alla loro musica che resta
prevalentemente hard rock perfettamente incuneata in quel filone di
genere dominante agli inizi dei settanta.</span></div></div></div>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I
<b>Black Sabbath</b>, come è facile immaginare, sono stati i primi a
focalizzare il tema del rapporto tra musica rock e tematiche dark.
Non a caso il loro primo album datato 1970 ha una copertina che
sembra suscitare non poche inquietudini in questo senso. Poi
l’ascolto del brano più significativo dell’album (<i>Black Sabbath</i>)
con quello scroscio di pioggia e la scarica dei tuoni sullo sfondo,
non nasconde più dubbi circa le intenzioni del gruppo di Ozzy and Co
sul genere di musica che intendono perseguire. Come si sa avranno molto
successo e recentemente il ritorno in sala d’incisione, che ha
prodotto un doppio album (<i>13</i>) a distanza di oltre quarantanni
dal debutto e, dopo le aspettative, il successo ritrovato e il
ritorno in scena, la dice lunga sulla vita di questa musica.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; font-weight: normal; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSvLsD7DzB4VLLweVGqWawzwon65M_uRoieZ-YCnpK6eSHMi307SyhRsLZVFz96yuJB6r_T3ApmZmuEl-YhqD9W6uXWgPoQCHoYQ5FHQvCIxOTLCSJsKouN48v3D9ZfduVSYnCyDH3JSLow6u5WDbpO_HLCzCoG3s3raHqz_59IUUQrt_p1WLe7WLcCZU/s1103/BLANX%20-%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="1103" height="414" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSvLsD7DzB4VLLweVGqWawzwon65M_uRoieZ-YCnpK6eSHMi307SyhRsLZVFz96yuJB6r_T3ApmZmuEl-YhqD9W6uXWgPoQCHoYQ5FHQvCIxOTLCSJsKouN48v3D9ZfduVSYnCyDH3JSLow6u5WDbpO_HLCzCoG3s3raHqz_59IUUQrt_p1WLe7WLcCZU/w640-h414/BLANX%20-%201.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Altri
gruppi rock che possono vantare una simile attitudine, seppure di
minor successo, sono i </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Black Widow</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, anche loro interessati a sviluppare motivi dark e gotiche di buona fattura.
Il loro primo album, </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Sacrifice,</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> pubblicato il 1970, resta il
loro testamento più significativo ; gli </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Agnes</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Strange</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">,
che hanno anche loro una copertina sepolcrale in bella vista,
appartengono invece al genere hard rock più incline al boogie.
Seppure pubblicato in tarda data (1974) il loro primo album </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Theme
For A Dream </i><span style="font-family: "Libre Franklin";">resta un esempio di buon rock underground ; i
</span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Necromandus </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">che sin dal titolo evocano aspetti truculenti ma
dall’impatto sonoro che non va al di là di un convenzionale hard
rock un po’ troppo simile ai Sabbath (non a caso il loro disco
d’esordio, </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Orexis of Death</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> del 1973 è prodotto da Tony
Iommi ) ; </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Bram Stoker</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, il cui nome è preso in prestito dal
noto autore di Dracula, sono titolari di un unico album datato 1972,
</span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Heavy Rock Spectacular</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, il cui suono è dominato dall’hammond,
cupo e introverso di Anthony Brondsdon. Il disco è stato recentemente ristampato in
vinile/cd dalla nostra </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Black Widow Records</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, ed erroneamente
infilato nel genere Progressivo proprio a causa di quel suono d’organo che da un senso d’angoscia all’intero lavoro ; i
</span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Lucifer Was</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> invece sono norvegesi e l’ascolto del loro unico
feticcio, </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Underground &</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Beyond</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> del 1972, ricordano
molto un misto tra Sabbath e Jethro Tull per l’uso discreto del
flauto infilato tra i solchi della loro musica, come pure ricordano gli
Atomic Rooster, altro gruppo dedito agli aspetti più luciferini della musica rock che ha avuto importanti sviluppi nel corso del
decennio.</span></div><p></p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR4WWHCiiuplwYkCGCLiK2_GC2kvgH47V9oSXY4lavGGTN-8i0clvMvw8-YJnMrBymIqb_ZT3lShKAgn1qoHOgq8yCSC7o1ZvLT_ZlkpijfdYrrPIu5zAIP4uHcA_S06v585V4-8Oemfor_pFu9qcf17wH5Scp02nr_wuH3jfjLmeMJQdl7nt6mcKcOK0/s300/71ABfJG7ZyL.__AC_SX300_SY300_QL70_ML2_.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR4WWHCiiuplwYkCGCLiK2_GC2kvgH47V9oSXY4lavGGTN-8i0clvMvw8-YJnMrBymIqb_ZT3lShKAgn1qoHOgq8yCSC7o1ZvLT_ZlkpijfdYrrPIu5zAIP4uHcA_S06v585V4-8Oemfor_pFu9qcf17wH5Scp02nr_wuH3jfjLmeMJQdl7nt6mcKcOK0/w200-h200/71ABfJG7ZyL.__AC_SX300_SY300_QL70_ML2_.jpg" width="200" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Infatti
gli <b>Atomic Rooster</b>, rispetto ai nomi finora citati, sono stati un gruppo importante nella evoluzione della musica hard dei
<i>seventies</i>. La formazione avrà vita travagliata. Nasce alla fine
dei sessanta grazie all’estro di <b>Vincent Crane</b> personaggio
stravagante che insieme a <b>Carl Palmer</b> (che diventerà
notissimo in seguito nel supergruppo con Keith Emerson e Greg Lake) forma i
galletti atomici con altri musicisti sulla scia dei
Black Sabbath, satanica e aperta a rituali riconducibile a questi
temi. Dopo il primo disco nel 1970 pubblicano subito dopo quello che è ritenuto un vero capolavoro del genere, <i>Death Walks Behind You</i>,
tormentato e dominato dalle tastiere di Crane che danno un incedere
molto spettrale dell'intero lavoro ben coadiuvato dalla chitarra di
<b>Du Cann</b>, formidabile nel sostenere un sound che presto,
purtroppo, prenderà una brutta deriva a causa dei continui litigi in
seno al gruppo. In ultimo da citare l'unica vera band satanista
dichiarata: si tratta degli americani <b>Witchcraf Coven</b> è sono
responsabile dell'album <i>Destroys Minds & Reaps Souls</i>
pubblicato dalla Mercury nel 1969, al cui interno di copertina troviamo rappresentato con immagini esplicite un autentico rituale di messa nera. </div></span><p></p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Altri
gruppi ancora minori tra i minori potrebbero allungare la lista dei
detentori di verità assolute in seno alla musica esoterica e di
culto a cui dare fiato ma, per ragioni comprensibili, citati i
maggiori, il buon senso mi impone di fermarci qui augurando a quelli
più interessati a questo tipo di musica “ultraterrena”
di dedicarci un pensiero tenendo in gran conto il concetto che questa
musica, testi a parte, non va oltre un tipo di hard rock con qualche
variazione in corsa, anche estrema, ma sincera e produttiva. </span></p>
<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Sui
temi della morte e dei riti esoterici oggi la musica rock ha
argomenti molto più forti da esibire (molti gruppi sono di provenienza scandinava) al punto tale che le vicende
appena accennate se un tempo potevano destare qualche curiosità,
offrendo magari il fianco a qualche detrattore, oggi appaiono come simpatici siparietti rispetto alla musica orgiastica e infernale che si consuma nei palcoscenici del mondo del Metal più truculento ed
estremo (con sigle da paura: Death, Black Metal, Trash, etc.). La musica possiede diverse sfaccettature e ciascuna di esse
esprime un tipo di suono senza limiti e un senso di desolazione e
morte senza speranza, un’autodistruzione il cui margine non è
conosciuto ed entro i cui limiti il rock celebra la sua apoteosi più
estrema incurante dei tempi difficili che il mondo sta attraversando.</span></p>
<p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span face="Calibri Light, sans-serif"><b>LUIGI
CIAVARELLA </b></span>
</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-40677367378889638362023-10-29T03:47:00.014-07:002023-10-29T08:16:03.471-07:00VINILI & FETICCI, IL DISCO DA COLLEZIONE IN ITALIA. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFBBfpd_Gl1JxcWpSFpfUscb0PZQE3fSE6iAf69__C3RdVf7YnBAc61H2WCVjwGn-lyKj2XIWQlnNg5AmqqGjt6fYlv3BERjyjhcCgY3QuEqpTMTVRHPEJ7WTvrPsY-dX-Lv8O8aaplqpnLZrxQZt2Heo9AJrkelFrO-rTTnhsNVA539Vg-QQMsQC8gsk/s673/Prog_italiano_1574100290.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="673" height="330" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFBBfpd_Gl1JxcWpSFpfUscb0PZQE3fSE6iAf69__C3RdVf7YnBAc61H2WCVjwGn-lyKj2XIWQlnNg5AmqqGjt6fYlv3BERjyjhcCgY3QuEqpTMTVRHPEJ7WTvrPsY-dX-Lv8O8aaplqpnLZrxQZt2Heo9AJrkelFrO-rTTnhsNVA539Vg-QQMsQC8gsk/w640-h330/Prog_italiano_1574100290.jpg" width="640" /></a></div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Per entrare subito in argomento basta dire che il disco da collezione (sia esso a 33
giri che a 45 giri) viene valutato sulla base di alcuni criteri. Innanzitutto
il valore fa la differenza a secondo dello stato di conservazione dello stesso.
Regolarmente va da eccellente (M, praticamente come nuovo) a P (Poor) e
addirittura B (Bad) in mezzo altre sigle (Ex, Good, etc.) che indicano una
condizione più che buona dal punto di vista dell'usura. Poi occorre distinguere
tra originale o ristampa, tra edizioni varie a secondo del Paese che ha
prodotto quell'album. Anche tra gli originali vi è una distinzione tra vinile
nero e colorato per esempio oppure numerato o con gadget. Sono tutti elementi
che fanno la differenza. Per fare un esempio l'album del gruppo progressivo
italiano Il Rovescio della Medaglia "Io come io" usci in due
versioni: una regolare e l'altra in 500 copie con allegato un medaglione che si
leggeva il nome del gruppo se riflesso davanti allo specchio. Tra i due vi è
una sostanziale differenza di valutazione. Per restare in tema aggiungo che
l'album del 1967 de Le Stelle di Mario Schifano, un artista molto apprezzato
nei circoli artistici del bel paese, il quale alla pari di Andy Warhol, che aveva illustrato la copertina del primo album dei Velvet Underground (la famosa banana), fece altrettanto con la formazione torinese patrocinando
l'opera. L'album già di per se molto raro se poi si aggiunge a ciò che alcuni
vinili uscirono in versione picture badate bene che il suo valore raggiunge
prezzi astronomici. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Tuttavia
riguardo gli album il periodo d'oro fu l'era progressiva italiana che va dagli
inizi degli anni settanta sino a tutto il decennio. A secondo delle
caratteristiche del disco il costo può variare. In genere il disco meno si è venduto
è più valore acquista nel tempo. Se questi dischi poi hanno una copertina
particolarmente pregiata artisticamente il valore aumenta. L'album omonimo
degli Analogy del 1972 (che possiede uno scatto di copertina bucolica con la bionda
cantante Jutta Nienhaus che posa nuda insieme al gruppo) sembra essere il pezzo
più ricercato in assoluto, nonostante la ristampa dell' etichetta ligure Akarma. Seguono alcuni
titoli che non ebbero alcuna fortuna nel periodo in cui vennero pubblicati ma
che, nella frenetica corsa alla ricerca, acquistano un valore che va oltre l'effettivo
merito artistico (Capitolo 6, Anonima Sound, Cherry Five, Jacula, Zora, etc.). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">A
questa lista di veri feticci occorre citare anche tutti quei nomi che hanno
avuto successo ma che hanno in catalogo alcuni titoli che per
qualche ragione sono considerati delle rarità. Faccio qualche esempio. Gli
album originali dei New Trolls, l'omonimo, e "Concerto Grosso" (Fonit Cetra etichetta nera), pur
non raggiungendo la quotazione dei dischi sopra nominati, fanno una loro
dignitosa figura così come "Terra in bocca" dei Giganti, l'inusuale Concept del gruppo milanese che parla di mafia, "Nuda" dei Garybaldi
che vanta uno stupendo disegno di copertina di Guido Crepax, il primo album del Banco
del Mutuo Soccorso a forma di salvadanaio, "Inferno" dei Metamorfosi,
l'album degli Alphataurus con la spettacolare copertina apribile,
"Palepoli" dei napoletani Osanna, Museo Rosenbach, etc. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyT3SPb__v2IKK0whPtaO2TA3_EXrA3rFw9YLlDjM59Y_Sxs0GwpmiIJ95wS2ALeav0ATlnenWLwHBLYWcvAYdd89EAZMflIwTAwMNO8uXOqSOSx_qQQiksUa-pyyIR8zrurRANGU3rKoYetV8RpIVdEJnK_o1dF9V_ONHziYtGiOMipv3twplvlOyDvU/s717/1-I-Diabolici-cover-scaled-e1620208565879-800x800.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="712" data-original-width="717" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyT3SPb__v2IKK0whPtaO2TA3_EXrA3rFw9YLlDjM59Y_Sxs0GwpmiIJ95wS2ALeav0ATlnenWLwHBLYWcvAYdd89EAZMflIwTAwMNO8uXOqSOSx_qQQiksUa-pyyIR8zrurRANGU3rKoYetV8RpIVdEJnK_o1dF9V_ONHziYtGiOMipv3twplvlOyDvU/s320/1-I-Diabolici-cover-scaled-e1620208565879-800x800.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Riguardo
i 45 giri pubblicati in Italia resta il principio che il loro valore è
determinato dalla notorietà dell'artista in relazione ai primi dischi pubblicati
quando era uno sconosciuto. Quindi i primi 45 di Lucio Battisti (Per un lira), Vasco Rossi,
Nomadi, Pooh, etc. sono i più ricercati però quelli che veramente hanno un peso
sono quei 45 giri di complessi sconosciutissimi ma che sono compresi nella storia
del beat dei sessanta. Nomi per specialisti ma che, grazie ad alcune ristampe
in digitale effettuate negli anni novanta, hanno ricevuto una certa visibilità più ampia anche tra chi non pratica il collezionismo senz'altro meritoria (La On
Sale Records di Italo Gnocchi è il punto di riferimento assoluto).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Diamo
qualche nome secondo una lista fornita dai giornali specialistici (Raro! e Vinile le riviste più importanti del settore): i Lupi (E' l'alba), i Diabolici
("Qualcuno forse piange/C'è una strada"_ cover di "The Wind Cries Mary"
di J. Hendrix e "Hombourg" dei Procol Harum, con testo diverso
rispetto alla versione più fortunata dei Camaleonti), poi seguono i Blue Boys, Messaggeri,
Spettri, Vanguards, Epicurei 96, etc.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Va
da sé che il tutto è condizionato dalla contrattazione tra chi vende e chi
acquista, che avviene sopratutto durante le Fiere del disco da collezione molto
diffuse anche in Italia compreso il nostro mezzogiorno, oppure on line dove
maggiormente si possono combinare i migliori affari.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Aggiungo
soltanto due cose: il disco senza copertina non vale quasi niente (a meno che
non te lo compra colui che ha soltanto la copertina, e il vinile pesante dei 78
giri (eccetto la prima incisione di Little Tony per esempio), o album di musica operistica,
classica, etc. (non hanno mercato) mentre il jazz ha una sua nicchia molto
florida però affidata in questo caso alla discrezione dello scambio tra intenditori.
<o:p></o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI CIAVARELLA </span><span style="font-family: Calibri Light;"><o:p></o:p></span></b></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-52543511910804535242023-10-24T09:29:00.029-07:002023-10-27T03:27:51.168-07:00LA STAGIONE BREVE DELLA MUSICA GARAGE- PSICHEDELICA.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvUXTTmQxuUinu8NIRsqGCJLkyo_ejsbbF4kVsBEO-uRhQEHnO7F75447i6jW4NzMLUEJEkfSEVcK8i7Lz1AztDbixvzo2NaIE3neft48rk6eyY_J6zncW8cDaXcgbUriARWNFcf2TKTUw57K-g3gH0sFbbzuQgUsfspzkox3OVrXXODhP7zagmlPgN3A/s1920/M7I4YTX-1920x1012.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1012" data-original-width="1920" height="338" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvUXTTmQxuUinu8NIRsqGCJLkyo_ejsbbF4kVsBEO-uRhQEHnO7F75447i6jW4NzMLUEJEkfSEVcK8i7Lz1AztDbixvzo2NaIE3neft48rk6eyY_J6zncW8cDaXcgbUriARWNFcf2TKTUw57K-g3gH0sFbbzuQgUsfspzkox3OVrXXODhP7zagmlPgN3A/w640-h338/M7I4YTX-1920x1012.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Quando
Tom Donahue e Bobby Mitchell misero su a San Francisco la prima radio
FM (KYA) creando, di fatto, il prototipo della radio libera, mai
avrebbero immaginato che proprio dalle onde di quella radio si
sarebbe diffuso in tutta la Bay Area il verbo psichedelico cioè
quella musica che “<i>…apriva le</i> <i>coscienze</i>”<i><b>,</b></i>
ponendo di fatto le basi per la nascita di un nuovo tipo di musica
rock. Una musica rivoluzionaria che avrebbe invaso non soltanto la
comunità hippy di S.Francisco ma l'intera California, in un
vortice di suoni “espansivi” senza precedenti.</div></span><p></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;">Il
contributo di Radio KYA fu dunque determinante per la diffusione
della nascente musica psichedelica o acida. Nella California del
1963, da sempre terra di frontiera molto frenetica in campo culturale
(nasce qui la Beat Generation di Lawrence Ferlinghetti, Allen
Ginzberg, Gregory Corso, etc. e la dimensione psichedelica, figlia di
quella cultura, investe oltre alla musica anche il cinema, l’arte e
la letteratura) si provano gli effetti devastanti derivanti dalla
assunzione di nuove droghe (LSD, anfetamina e mescalina su tutte),
con un consumo sempre più massiccio da parte di una generazione
molto recettiva ma in realtà fragile ed esposta a tanti rischi.</span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;">L’assunzione
sfrenata di sostanze allucinogene, che “apriva i confini della
mente verso spazi fantasiosi”, contribuì anche allo sviluppo della
musica rock, se guardiamo l'aspetto in termini di risultati. La
musica rock, che aveva ancora in circolo i primi rudimenti del Rock
'n Roll, si trovò di colpo a sperimentare una nuova fase della
propria esistenza partendo proprio dalle droghe. Il triennio
1965–1967 è generalmente considerato il periodo più fecondo, in
termini di evoluzione, della radice rock. La qualità della musica
prodotta in quell'arco di tempo non verrà più eguagliata a tutto
oggi.</span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;">L' LSD
era un derivato chimico dell'acido lisergico la cui formula fu
scoperto e prodotto per la prima volta nel lontano 1943 in un
laboratorio svizzero della Sandoz dal dottor Albert Hoffman
(scomparso ultracentenario nel 2008), il cui scopo iniziale fu militare, che aveva il potere di incidere sul morale dei soldati in guerra alterando il loro stato
psichico. Vent'anni dopo avrà invece uno scopo molto diverso: creare suggestioni mentali alterate, stati allucinogeni utili per la propria creatività. Il consumo produceva contenuti visionari in totale stato di incoscienza durante le fasi di esecuzioni delle loro jam, eseguite liberamente in uno stato sospensione, di trance mentale evidente, a volte suonate anche con
strumenti esotici (i Kaleidoscope) o per mezzo di riti collettivi (i
cosiddetti Acid Trips), con risultati non sempre all'altezza delle
aspettative.</span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Il
consumo spietato di droghe leggere (ma subito dopo anche di droghe
pesanti come la cocaina e l'eroina) fu devastante per quella
generazione che, se da un lato ne subì il fascino dall'altra
dovette prendere atto della propria dipendenza, e molti purtroppo a
causa della droga, direttamente o indirettamente, lasciarono questo
mondo in maniera drammatica (si pensi a Jimi Hendrix, Janis Joplin,
etc.). E' l'aspetto tragico della vicenda, il prezzo che la
generazione di Woodstock pagò per la propria libertà. </span>
</span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="text-align: left;">2</b><span style="text-align: left;">.</span></span></p>
<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdRMwuwyvA_0kPbfva2U3W0RQKGgo4p2IPfI8gjgK-mfCWF2EvkMBOUSEgXwPvv4m2WkM6lRIovQCmMipgRe7bamLY5KfWDqz-maj4oPqcDkL4y031QDLjXKMJn07muZImyNpvV4Z5aRc9aPZsEJhpiKw1juTt-j03HJitXBYNay3P4tNcR024j_PjpQA/s1300/the-dead-no-type-cropped.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><img border="0" data-original-height="766" data-original-width="1300" height="378" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdRMwuwyvA_0kPbfva2U3W0RQKGgo4p2IPfI8gjgK-mfCWF2EvkMBOUSEgXwPvv4m2WkM6lRIovQCmMipgRe7bamLY5KfWDqz-maj4oPqcDkL4y031QDLjXKMJn07muZImyNpvV4Z5aRc9aPZsEJhpiKw1juTt-j03HJitXBYNay3P4tNcR024j_PjpQA/w640-h378/the-dead-no-type-cropped.jpg" width="640" /></span></a></div><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La
produzione garage-psichedelica prodotta nel triennio 1965-1967 fu
vastissima in termini di incisioni sopratutto a 45 giri,
principalmente negli Stati Uniti, (per chi volesse approfondire
l'argomento sono disponibili molte antologie anche viniliche di
grande interesse: le Serie <i>Nuggets,</i> <i>Back From The Grave</i>, <i>Pebbles</i>,
<i>High the Middle Sixties</i>, etc.) ma diffusa, seppure in maniera più
soffice, anche in Inghilterra e nel resto d'Europa, (con uno sguardo
anche all'Australia), Italia compresa nonostante avesse
caratteristiche leggerissime.</span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Libre Franklin;">Un
titolo fondamentale da consigliare per avere una buona idea del
movimento</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbC8lcOS45MCJA0XbeJ_G-DZGaiDmhXBSODskoqc_RmaqXkv7emZnoq5A6AfsV5GWsLpHinORKy516henuFSv_x0NoEuBT2mZXtwAFWZhmqf4WiOg42iTZ2mlqfNhTgI5lQGvPzLhL4a3X-emOxWMcrsVKVHSbu04ZiMXzjiiMYrzx-UzVJ08me3zhPqA/s1051/718+lYvuevL._AC_SL1051_.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="942" data-original-width="1051" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbC8lcOS45MCJA0XbeJ_G-DZGaiDmhXBSODskoqc_RmaqXkv7emZnoq5A6AfsV5GWsLpHinORKy516henuFSv_x0NoEuBT2mZXtwAFWZhmqf4WiOg42iTZ2mlqfNhTgI5lQGvPzLhL4a3X-emOxWMcrsVKVHSbu04ZiMXzjiiMYrzx-UzVJ08me3zhPqA/w200-h179/718+lYvuevL._AC_SL1051_.jpg" width="200" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;">psichedelico americano resta <b>NUGGETS</b> il formidabile
doppio album curato da Lenny Kaye nel 1972 e che rivelò a tutto il
mondo uno spaccato di quella stagione indimenticabile, ma sopratutto ci indica una lista di formazioni che effettivamente possiamo
considerarle come la parte più genuina del Garage/Psichedelico
statunitense (Una ristampa digitale in 4 CD, molti anni dopo,
allargherà il fenomeno a dismisura). Una esplosione di suoni distorti, genuini fraseggi floreali e melodie
senza tempo stanno alla base di questo universo in cui troviamo nomi leggendari come i Chocolate Watchband, Electric Prunes, Count Five, Standells, i
Blues Magoos, Seeds, che furono i primi ad usare il termine psichedelico
insieme agli acidi 13<sup>th</sup> Floor Elevators, etc. formazioni che tentarono l'assalto al cielo indicandoci l'immensità di un genere che ha davvero coinvolto tutti.
</span><p></p>
<p align="JUSTIFY" lang="en-GB" style="font-style: normal; font-weight: normal;">
<span style="font-family: Libre Franklin;"><span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYOUVwXQ1hEctA79Ax96xf7g-6erUauARWMdcsenkmVfecfjY4klw5Luw7Mrb56TNxZIxyK19CrrYhT8zI7fVBKgQRE54HeR5egzcgx4GS81fZjNKalv4d6S5EmzLnTH-if4tfYYokHaxMYFOuPw3oY0NtBueKuHmYQiVYz0p7ROuzsmRwcjslisAJ9V8/s600/A-255672-1644387792-6530.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="455" data-original-width="600" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYOUVwXQ1hEctA79Ax96xf7g-6erUauARWMdcsenkmVfecfjY4klw5Luw7Mrb56TNxZIxyK19CrrYhT8zI7fVBKgQRE54HeR5egzcgx4GS81fZjNKalv4d6S5EmzLnTH-if4tfYYokHaxMYFOuPw3oY0NtBueKuHmYQiVYz0p7ROuzsmRwcjslisAJ9V8/s320/A-255672-1644387792-6530.jpg" width="320" /></a></span></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">Ma
la musica psichedelica nasce con i Byrds, i Grateful Dead di Jerry
Garcia e Phil Lesh, i già citati Kaleidoscope, I Quicksilver
Messenger Service di John Cipollina, i Spirit di Randy California, I
Jefferson Airplane di Kantner e Slick, uniti anche nella vita, I
Velvet Underground, i primi due album dei Doors, ma sopratutto nasce con la psichedelia alta,
vibrante, sperimentale, di jimi Hendrix, il vertice assoluto, nei pochi anni che la vita gli
ha concesso, attraverso album e concerti indimenticabili.</div></span><p></p>
<p lang="en-GB" style="font-style: normal; font-weight: normal; text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Libre Franklin;">In
Inghilterra l'approccio alla psichedelia fu differente rispetto a
quella americana, più morbido, poetico, sognante, come d'altra parte fu differente da tutte le altre realtà europee, sud americane e orientali (Giappone e Sud Corea). Ciascuna nazione, seppure con poche sfumature, ebbe la sua personale stagione. </span></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="en-GB" style="font-weight: normal;">
<span style="font-family: Libre Franklin;">Il
maggior gruppo psichedelico inglese furono I Pink Floyd formato da
Syd Barrett nel 1967 in piena era <i>Swingin' London</i>, la creativa
stagione londinese che produsse molti eventi legati alla psichedelia
nascente (Famoso il "The 14th Hour Technicolor Dream" consumato nel 1967 all'Hotel Palace di Londra). Seguirono i Beatles di Sgt. Pepper's, i Tomorrow, i John's
Children, i Blossom Toes, gli “altri” Kaleidoscope, I Traffic di Mr. Fantasy, I
primi Soft Machine e tra I cantautori è d'obbligo citare il nome di Donovan di Yellow Mellow,
l'eterno menestrello; poi gli Animals di Eric Burdon in trasferta in
California, I Blossom Toes, I Creation e Twink, che fu uno dei
protagonisti della scena, autentico beatnick, e tanti ancora (per maggiori notizie consultare il volume "All'ombra di Sgt. Pepper_ Storia della musica psichedelica inglese di Federico Ferrari (Coniglio editore, Roma 2008).</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="en-GB" style="font-style: normal; font-weight: normal;">
<span style="font-family: Libre Franklin;">In
Italia il concetto psichedelico fu accolto con leggerezza, quasi si trattasse di una nuova moda, morbida e innocua, e la portarono qui buona parte di quelle formazioni provenienti dall'Inghilterra che invasero la nostra penisola a fiotti
nella metà dei sessanta: I Rokes, Motowns, Sorrows, Primitives, etc. influenzando anche alcuni gruppi italiani tipo Equipe 84 e Le Orme (per il Garage italiano è disponibile l'album o il CD - con più brani - di produzione americana dal titolo "Beat italiano"_ Get Hip Rec. USA 1997 che allinea 26 bands tricolore sconosciute ai più tra le più fedeli allo spirito garage-psichedelico) che ottennero pure un certo successo, seguendo però una andatura pop
leggera senza lasciare quasi nulla sul terreno di importante, a parte il leggendario
album delle Stelle di Mario Schifani (1967) “Dedicata a ...”, e
qualche tentativo mal riuscito di imitare una scena che ha davvero
cambiato I destini della musica rock.</span></p>
<p align="RIGHT" lang="en-GB" style="font-style: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b>LUIGI
CIAVARELLA</b></span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="en-GB" style="font-style: normal; font-weight: normal;">
<span style="font-family: Libre Franklin;"><br /><br />
</span></p>
<p align="JUSTIFY" lang="en-GB" style="font-style: normal; font-weight: normal;">
</p>
<h1 align="JUSTIFY" class="western"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><br />
</span></h1>
<p align="JUSTIFY" style="orphans: 2; widows: 2;"><span><br /></span><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="orphans: 2; widows: 2;"><br /><br />
</p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-76861026222978822462023-10-18T00:42:00.002-07:002023-10-28T23:39:46.428-07:00LE PIETRE MILIARI DEL ROCK : "SEA SHANTIES" DEGLI HIGH TIDE. <p style="text-align: center;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcCM6ehK7lO-S0k2vnvkbXyPJcKpZDm2_wCGSGorDVvKb7zrfajtLGwPQymIx2W_1NuoT_m0IghJdI30fRjfD_TxFukPVgAAiV_tIQeiZp9p2SE44QclsefUk_Z5XD4xsHOx4rN3zmV8GEtasyPur1kV7pz0qTyD3mLlHcKxh5tNbAktgMfID7PBDEEzM/s1000/cover-54.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="985" data-original-width="1000" height="630" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcCM6ehK7lO-S0k2vnvkbXyPJcKpZDm2_wCGSGorDVvKb7zrfajtLGwPQymIx2W_1NuoT_m0IghJdI30fRjfD_TxFukPVgAAiV_tIQeiZp9p2SE44QclsefUk_Z5XD4xsHOx4rN3zmV8GEtasyPur1kV7pz0qTyD3mLlHcKxh5tNbAktgMfID7PBDEEzM/w640-h630/cover-54.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222;">High Tide</span></strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222;"><br />
“Sea Shanties”, 1969 (Liberty Records)<br />
proto-heavy, pschidelia doom, metal-prog<o:p></o:p></span></span></p>
<p align="center" style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: center;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">di <em><b>Antonio Del Mastro</b></em><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Parlare di artisti che anche se
spesso sottovalutati, hanno contribuito alla nascita di un genere musicale o
anche solo riscoperti recentemente dalla critica, è cosa piacevole e
sicuramente curiosa dal punto di vista musicale. Si sa che a volte vengono
scelti casualmente alcuni dei rappresentanti di uno stile o di un epoca e gli
stessi tendono ad oscurare tutto il resto della platea. Credo che fin qui siamo
tutti d’accordo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">E’ il caso di un gruppo inglese che
con largo anticipo sviluppò una sonorità all’epoca del tutto sperimentale e a
tratti sinfonica quanto basta per catalogarli in futuro anche come prog-metal
band dal suono corposo e potente.<br />
Nella seconda metà degli anni ‘60 il supergruppo psichedelico The Misunderstood
su indicazioni del mitico John Pell, futuro dj della BBC, si trasferì in
Inghilterra ed ingaggiò il cantante e chitarrista Tony Hill. Lo stesso
chitarrista, finita in anticipo l’avventura con la band, assieme al violinista
e tastierista Simon House, al bassista Peter Pavli e al batterista Roger
Hadden, fondò gli <strong>HIGH TIDE</strong> nel
1969. Mentre i Beatles suonavano ancora con il sottomarino giallo e i Creedence
incidevano i loro primi tre album, i Tide cercarono di fondere insieme tramite
alcune demo pubblicate da Apple Music il folk irlandese, la psichedelia e
l’hard rock ma fu con un contratto discografico della Liberty Records che
incisero ad ottobre del 1969 il loro primo album, <strong>Sea Shanties</strong>.<br />
Nacque così la “favola terribile dei canti marini”, profeti assoluti di quel
dark sound che stimolava idealmente suggestioni spaventose. Infatti la
copertina dell’album ( ideata da Paul Whitehead, futuro disegnatore di <em>Trespass </em>dei Genesis) raffigura
una tetra palude marina infestata da creature ripugnanti e grottesche in cui un
antico galeone vi si incaglia. Una bellissima trasposizione suono-immagine,
dove la potenza evocativa della musica richiama la forza della natura.
Micidiale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Tornando all’album il suono
indicibilmente tormentato regna nei solchi, tant’è che il brano di
apertura <em><b>Futilist’s Lament </b></em>può
concorrere a brano più potente dell’intero anno. E’ un precipitare rapido e
inesorabile negli abissi spalancati della chitarra <em>doom</em> di Hill con la sua voce <em>morrisoniana </em>da incubo<em>.</em> Non in secondo piano l’insidioso
violino elettrico di House che si intreccia nelle distorsioni psichedeliche e
una intro drum and bass che anticipa di un anno intero i Black Sabbath. Il
brano strumentale <em><b>Death Warmed Up</b></em> è
un assalto demoniaco di proto heavy-metal con chitarra e violino eseguito con
un non ben definito <em>trip
allucinogeno</em> che sfiora i dieci minuti. House dimostra il
miglior trapianto del suo strumento in un brano rock, un morboso sfogo
solistico e una forse cupa ossessione di imitare Hill, rendendo a volte
difficile distinguere i riff dei due strumenti. La stessa difficoltà la
incontriamo in <em><b>Pushed, But Not
Forgotten</b></em> dove anche se i toni sono più morbidi, in tinta
jazz, non mancano due affondi infernali durante l’ascolto del brano. In <em><b>Walking Down Their Outlook</b></em> le
sonorità acide e psichedeliche di Morrison & Co vengono enfatizzate <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">in maniera più hard con il violino
che primeggia sulla sezione ritmica. Davvero sensazionale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">In dieci minuti di <em><b>Missing Out</b></em> erutta dagli
altoparlanti una dissonanza distorta, pesante e minuziosamente realizzata da
Hill e House, altro brano capolavoro al pari dei primi due. Con la testa ormai
diventata un pasticcio di cervello fumante (mi è venuta spontanea questa…), la
malinconica <em><b>Nowhere</b></em> conclude
questo magnifico album di psichedelia oscura che lascia presagire sbocchi
evolutivi in futuro. Ma purtroppo dopo il secondo album omonimo del 1970, dove
oltre alla matrice psichedelica si sentono divagazioni folk e suoni più vicini
al progressive, il gruppo si sciolse (infatti venne inciso un terzo album nello
stesso anno e pubblicato soltanto nel <st1:metricconverter productid="1989 a" w:st="on">1989 a</st1:metricconverter> seguito di una reunion di Hill e House).
Il batterista a causa di continui esaurimenti nervosi scomparì dalle scene, il
bassista Pavli e soprattutto Simon House orbitarono nel gruppo degli Hawkwind (
House anche con Bowie, Japan e Oldfield) riscuotendo maggior successo e
sostegno economico. Hill, chitarrista prodigioso e umile a dispetto della sua
grandezza artistica restò confinato in saltuari progetti di rifondazione dei
Tide e pubblicò due album da solista.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La sua filosofia era quella di non
scendere a compromessi con manager e case discografiche ma di trasmettere al
suo pubblico, un certo distacco dalla musica commerciale e restare più <em>underground</em> possibile. Pubblico di
certo non vasto e ricco ma composto da soli appassionati del gruppo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Infatti visto il dilagarsi di
proposte nella ribollente scena musicale inglese in quel periodo, restarono
quasi indifferenti al grosso pubblico. Davvero un peccato non aver dato spazio
ad una band dal suono unico e annunciato con largo anticipo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">I pochi fortunati che hanno le prime
stampe di <strong>Sea Shanties</strong> sanno
di avere un disco che sfiora i 1000 euro ma fortunatamente diverse ristampe in
vinile e CD ad un prezzo ben più basso e per comuni mortali, dovranno essere
motivo per l’acquisto dell’opera che non deluderà le aspettative. Premesso che
l’album è abbastanza omogeneo nella composizione dei brani e se si ha pazienza
di intraprendere un viaggio nell’Atlantide Perduto del Rock , invito chiunque
abbia buon orecchie a possedere assolutissimamente questo capolavoro…come dico
sempre provare per credere!<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Buon ascolto.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-86863404272424820832023-10-14T02:57:00.005-07:002023-10-14T03:40:10.737-07:00ANCHE POESIE DI JOSEPH TUSIANI NELL'ULTIMO ALBUM "APULIA WAY" DEGLI AUDIOFOLK.<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuUwQ1mJgWLft4PR5iuqMbK9TebqxQpwSDZjqUWc9i5zdfpcyOhZA6rNJlEdlHhUpcSPij0P3m5Rb_2udPJWJ8MIPLsa9Rn7oYRalLj5UweN0G6iNmTbxXlibJSODKp8p8bu3IFvyRgrYb_psNfwucyU48eQdej9TilGFvmC3VRPD4XVf9ViObtS7rh4/s1897/312898157_5465810303497402_6415952314297046884_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1423" data-original-width="1897" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuuUwQ1mJgWLft4PR5iuqMbK9TebqxQpwSDZjqUWc9i5zdfpcyOhZA6rNJlEdlHhUpcSPij0P3m5Rb_2udPJWJ8MIPLsa9Rn7oYRalLj5UweN0G6iNmTbxXlibJSODKp8p8bu3IFvyRgrYb_psNfwucyU48eQdej9TilGFvmC3VRPD4XVf9ViObtS7rh4/w640-h480/312898157_5465810303497402_6415952314297046884_n.jpg" width="640" /></a></div><p style="font-family: Garamond; font-size: 13pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 13pt;"><br /></span></p><span style="font-family: Libre Franklin;">Pubblicato due anni fa dalla ADRecords di Edgardo Caputo,
l'album degli <b>Audiofolk </b>dal titolo
"<b>Apulia Way</b>" arricchisce
ulteriormente il nostro territorio di nuove splendide canzoni <i>prevalentemente tradizionali</i>, come
leggiamo nella nota di copertina.</span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La formazione, guidata da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Leonardo Giagnorio</b>, rappresenta una realtà significativa nel nostro
amato Gargano, nel cui solco ben si inserisce, con musica e testi vernacolari, che, pur
conservando quel sapore antico tipico della tradizione, rilanciano la canzone
popolare su nuove basi decisamente molto più contemporanee e attrattive. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQSS_d_6JC5qeddawz74KSnVhxWbUuRWMBfXNQMebaWqOQxtnKJd0OIttVMXpgbGpEvVsw8z1SzpNVWZM3Bvc5Lz3OrCNVBOB-UdQR1OuFy7kb1sNm6Qcem_QMnbnX2vkAD3dlc1wDtUbfq2R5p7SuXQ9wQ_caTn7fFsXTffdvfgd7ZstynprAlbgB_AY/s1576/img20230919_16165055%20-%20Copia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><img border="0" data-original-height="1425" data-original-width="1576" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQSS_d_6JC5qeddawz74KSnVhxWbUuRWMBfXNQMebaWqOQxtnKJd0OIttVMXpgbGpEvVsw8z1SzpNVWZM3Bvc5Lz3OrCNVBOB-UdQR1OuFy7kb1sNm6Qcem_QMnbnX2vkAD3dlc1wDtUbfq2R5p7SuXQ9wQ_caTn7fFsXTffdvfgd7ZstynprAlbgB_AY/s320/img20230919_16165055%20-%20Copia.jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;">L'album è il quarto prodotto dal gruppo di Sannicandro
Garganico dopo "Verdauliva ed altre storie", "O-re-re" e
Sagghie u mare", e sin dal primo ascolto si coglie subito quella
freschezza inusuale che deriva dalla pienezza degli arrangiamenti che riescono
a coinvolgere l'ascoltatore attraverso una relazione di suoni e parole che non
lasciano scampo. Vi troviamo molto in quest'album dalle infinite risorse : Tarantelle,
Filastrocche, Pizzica, ballate e persino cenni di musica irlandese dove il
tutto è avvolto da quel calore mediterraneo che sembra guidare le ispirazioni
della band (formata da <b>Leonardo
Giagnorio</b>, il leader, cantante, chitarra, e fisarmonica, e da <b>Nazario Fania</b>, chitarra, <b>Nicola Vitaliano</b> al basso, <b>Andrea Presutto</b>, percussioni, il flauto
di <b>Giovanni Delle Fave</b>, molto
presente, il violino classico della nostra <b>Maria
Villani</b>, infine <b>Catia Palermo</b> e <b>Maddalena Giagnorio</b>, cori e violino
elettrico) in un vortice di passioni che possiamo riscontrare all'ascolto nei
13 brani che compongono questo superbo CD, sei dei quali con testo di <b>Joseph Tusiani</b>, che accresce di molto
il valore dell'album.</div></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La compilation è introdotta dal brano "Joré"
firmato da Giagnorio, (<i>terra nata da lu
mare, terra antica, terra</i> <i>dura</i>)
che chiarisce subito il suo legame con la terra natia, poi prosegue con
"Franne e stelle" con testo di Joseph Tusiani che possiede un suono
brioso come il successivo "Che ce dice pe su munne", due delle poesie
più iconiche dello scrittore italo-americano, che con ironia e una certa
irriverenza racconta verità di paese.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Altri brani da "Nenna mia", "La vulpucedda",
"Apulia Way", quest'ultimo che da il titolo all'album, è un invito al
ballo con una scrittura melodica molto bella e armoniosa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">"Bella figliola" è una pizzica cantata a due
voci con Catia Palermo (la cui voce è presente anche nel brano "Quanne so bbelle li
denare") mentre con "Mezeiurne" tornano le parole di Joseph
Tusiani ma questa volta con tono struggente (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">quanta vote mi ricorde dda muntagna</i>), straripante di nostalgia (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">sule sule pe' sta vadda</i>); segue
"Sirena de 'llu mare" di Leonardo Giagnorio eseguito con un
arrangiamento molto elaborato e una interpretazione emotivamente molto
personale che dà la misura della bravura non soltanto dell'autore ma della
formazione intera. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Le ultime quattro canzone, tre delle quali con poesie di
Joseph, proseguono lungo un perimetro che si discosta di poco dal resto anche
se bisogna sottolineare l'ultima traccia "Terra bella terra mia",
tratta anche questa dal Tusiani più incline al rimpianto (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quistu vine iè trascente/tegne sule nu bicchiere</i>) che ha già avuto in
passato, grazie a <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Peppino Coco</b>, un'altra
diversa versione (presente del CD La Padula, 2016). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La canzone popolar/tradizionale garganica da un po' di
decenni in qua ha mutato le sue caratteristiche fondanti. E' ormai lontano il
sogno dei Cantori di Carpino come di quei gruppi di Monte Sant'Angelo legati a
quelle stesse esperienze (prodotte da Franco Nasuti attraverso le formazioni da
lui create), oggi la musica popolare garganica si nutre si del linguaggio
dialettale legato alle radici ma produce le sue composizioni con
piglio cantautorale (cito ad esempio i Terranima, i Sud Folk e anche i nostri
Festa Farina e Folk), ed è un bene, e questo magnifico lavoro degli Audiofolk
non fa eccezione.</span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI CIAVARELLA </span><span style="font-family: Garamond; font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></b></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-12404037816008572992023-10-12T03:05:00.009-07:002023-10-12T03:23:28.239-07:00 IL DOMENICANO BIANCO", L'ULTIMO GRANDE ALBUM DE IL SEGNO DEL COMANDO.<p style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1E7MWF80YKjaksntee-Vip8Pdo-GLQ-BZYIeS3ICzFHqDTMg3YCpOvjMG9XykluKiKc6MU4lBAOPy4QwGfdPDH-R-WgcAAgFdgyOBGzBLs_mXeidqYKAyH6P_bEss-y3N77Qp1OGgwd08AFFnLPT9ouEx9lMYeRRXuVBKqgqTEsja0AnZcdJzqCP1_DM/s1203/343423610_1241670653389303_1600854691842099864_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="1203" height="406" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1E7MWF80YKjaksntee-Vip8Pdo-GLQ-BZYIeS3ICzFHqDTMg3YCpOvjMG9XykluKiKc6MU4lBAOPy4QwGfdPDH-R-WgcAAgFdgyOBGzBLs_mXeidqYKAyH6P_bEss-y3N77Qp1OGgwd08AFFnLPT9ouEx9lMYeRRXuVBKqgqTEsja0AnZcdJzqCP1_DM/w640-h406/343423610_1241670653389303_1600854691842099864_n.jpg" width="640" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /></span><i><span style="font-family: Libre Franklin;">Licenziato
dalla Nadir Records e distribuito dalla Black Widow esce l'ultimo capolavoro de
Il Segno del Comando, "Il domenicano Bianco", che chiude la trilogia
dedicata a G. Meyrick. </span></i><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><o:p> </o:p><span style="text-align: justify;">Pubblicato a cinque anni di distanza dall'ultimo
parto discografico (l'Incanto dello Zero), la formazione genovese de Il Segno
del Comando centra un altro capolavoro riprendendo ancora una volta una novella dell'amato </span><b style="text-align: justify;">Gustav
Meyrink</b><span style="text-align: justify;"> (1858-1932), scrittore austriaco, vissuto vent'anni a Praga, tra
i più originali del suo tempo per quella sua continua ricerca spirituale che fu
il fondamento della sua esistenza.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">L'album si intitola "<b>Il domenicano
bianco"</b> e si compone di otto brani scritti da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Diego Banchero</b>, bassista e leader della band, (ad eccezione de
"Il dissolvimento del Corpo con la Spada", composto con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Davide Bruzzi</b>) che insegue ancora una
volta, sulle tracce di Meyrink, quell'equilibrio dinamico tra ricerca spirituale
e suono d'atmosfera, che sta alla base di questo superbo lavoro, con un sound
tra i più originali del rock italiano contemporaneo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ-A_yc8fsWoV3-pJrGAF37fmuE7oHn2aeC5DUPzY-HphV-HrlmnK9VAPKpbZocvAZpeAVKPn8qou8OlD66mL0Vt9PCGUQ-oHzWqPG1Cl4SUrChgWiz7i6kl_D1McizLOmvLI0FZoOjH3kUtSEY2GiF4Rp37eO3ZQfRDm8RMHRKQ1ZjBArQusPI2pXtgU/s797/cover.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="797" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ-A_yc8fsWoV3-pJrGAF37fmuE7oHn2aeC5DUPzY-HphV-HrlmnK9VAPKpbZocvAZpeAVKPn8qou8OlD66mL0Vt9PCGUQ-oHzWqPG1Cl4SUrChgWiz7i6kl_D1McizLOmvLI0FZoOjH3kUtSEY2GiF4Rp37eO3ZQfRDm8RMHRKQ1ZjBArQusPI2pXtgU/s320/cover.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /><div style="text-align: justify;">Un suono dunque di stampo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">progressive</i> venato di sonorità esoteriche dagli effetti inquietanti
che possiamo già verificare nel brano d'apertura (Il libro color Cinabro). Si
tratta di uno strumentale dominato dalle tastiere dark di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Davide Bruzzi</b> e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Beppi
Menozzi</b>, dove sin dalle prime note si assapora quel senso del male sovrapposto
al mistero. Una introduzione che non lascia dubbi sulla natura concettuale
dell'opera.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Poi il suono diventa <i style="mso-bidi-font-style: normal;">più convenzionale</i> con "La bianca strada" in cui la
chitarra lancinante di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roberto Lucanato</b>
prende il sopravvento seguita dalla voce dell'ottimo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Riccardo Morello</b>, molto incisiva, immerso in quell'avvolgente suono
che prende qualcosa dai Goblin, continuando con "Il domenicano
bianco", che nonostante il nome lo faccia pensare si tratta invece di un
intreccio in cui prevalgono discipline orientali, (taoiste ed esoteriche), sino
ad "Ofelia", la quarta traccia, a mio avviso il brano più bello
dell'album che possiede una linea melodica molto seducente (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">respiro nostalgia mista a infelicità</i>),
il grande amore di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Cristoforo
Colombaia</b> protagonista del racconto di Meyrink, che ricorda certo
progressivo anni settanta. Con "La testa di Medusa" (il simbolo della
pseudo spiritualità) tornano i suoni d'organo imbastiti da Bruzzi che pulsano
di inquietudine, di oscuri presagi, che introducono "Il dissolvimento del
corpo con la spada", altra perla dell'album, ancora uno strumentale, dove
la batteria di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fernando Cherchi</b> e il
basso di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Diego Banchero</b> dettano la
linea su un tappeto sonoro di matrice Prog molto penetrante. Dopo "Missa
Nigra 2023, altro brano capolavoro (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Attorno
al tavolo</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tetre figure/Ricca platea
di cupe creature</i>), dal ritmo incalzante e sostenuto, l'album si chiude con
"Solitudine", l'ultimo strumentale, l'epilogo, il sussulto finale, dove sembra assopirsi la
cupa atmosfera finora dominante, per fare posto alla quiete, al "sonno
spirituale" caro al pensiero di Meyrink.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibL0nKK5z3NMXfRxxxqkrlty148uR7m31n2fE5by5YOZtflQ-GRcBxuvV5ZwpT_w1RKwbH1sqQnKi1npPrOVAAhJinYAH_Q32_7tFuNF4VK_mJoXxDs8cWvITFpUzPQfy-Ir-4mfKfwEY1BEYSq8zisU9sEoWRM2NjQfaDdd2aNlT-XLBhrCugQQScudM/s1843/218341149_4114014131981209_3040983496219252319_n.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1843" data-original-width="1229" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibL0nKK5z3NMXfRxxxqkrlty148uR7m31n2fE5by5YOZtflQ-GRcBxuvV5ZwpT_w1RKwbH1sqQnKi1npPrOVAAhJinYAH_Q32_7tFuNF4VK_mJoXxDs8cWvITFpUzPQfy-Ir-4mfKfwEY1BEYSq8zisU9sEoWRM2NjQfaDdd2aNlT-XLBhrCugQQScudM/w133-h200/218341149_4114014131981209_3040983496219252319_n.jpg" width="133" /></a></span></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /><div style="text-align: justify;"><b>Il Domenicano Bianco</b> è un album che raggiunge vertici assoluti, che supera
finanche il pur lodevole predecessore, che chiude la trilogia dedicata a Gustav
Meyrink (Der Golem e il Volto Verde i precedenti album) che testimonia la
grande passione di <b>Diego Banchero</b> (<i>foto a lato</i>) per le Opere dell''Autore austriaco, e
sopratutto per la grande professionalità con cui Il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Segno del Comando</b>, storica band genovese formata nel 1998, si pone
davanti ad un lavoro concettuale, complesso, di non facile elaborazione, e
come, infine, poi i risultati diano loro ragione.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></b></p><p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI
CIAVARELLA<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span><i style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 13pt;"><o:p></o:p></i></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-26953975961241783842023-09-30T04:09:00.014-07:002023-11-17T02:32:18.832-08:00QUANDO LALLI TENNE UN CONCERTO IN PAESE. <p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-weight: bold; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6BirPRWM4bxkyc6VsbN3uBadnljnDWUJWQMmPGmTYDc8cNR4evkrH7npH4Xv3nkFAoRJnXEC_FVFt3qWZIA2FgM2yLfxkr8VLb2wK6aqTlfzq-QDfGfhi0iFQbaXNPeAXwA9xXwDlAweK7RECX_d8FeNyZW2H5ICJMm2UqnVfQJAqlaNR9ftl0TRkeQ/s600/lalli-foto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="560" data-original-width="600" height="374" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX6BirPRWM4bxkyc6VsbN3uBadnljnDWUJWQMmPGmTYDc8cNR4evkrH7npH4Xv3nkFAoRJnXEC_FVFt3qWZIA2FgM2yLfxkr8VLb2wK6aqTlfzq-QDfGfhi0iFQbaXNPeAXwA9xXwDlAweK7RECX_d8FeNyZW2H5ICJMm2UqnVfQJAqlaNR9ftl0TRkeQ/w400-h374/lalli-foto.jpg" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i><span>Questo articolo lo scrissi nel 1999 alla vigilia della manifestazione multimediale "Mo' L'estate" creata da Stefano Starace nel 1994 (con la presenza di artisti eccezionali quali Ciro Iannacone, i Groovers, i Sangue Misto e i Giamaica Sound con Antonio Francavilla) per presentare, su suo invito, la cantautrice Lalli, che si sarebbe esibita nel corso dell' evento. L'artista torinese effettuò due spettacoli a San Marco in Lamis che trovarono un consenso unanime da parte dei numerosi spettatori intervenuti per ascoltare le sue composizioni. </span></i></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">La presenza di <b>Lalli</b> a San Marco in Lamis (Marinella Ollina all'anagrafe, Asti 1957 ma torinese d'adozione) coincide con lo straordinario momento di forma creativa che sta
attraversando l’artista piemontese. Infatti, i suoi ultimi lavori, </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">Tempo di vento</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;"> e </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">Tra le
dune e qui</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">, pubblicati tra la fine dello scorso anno e</span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">maggio di quest’anno, rispettivamente da Il
Manifesto (quindi a prezzo contenuto) e dalla Beware Records ,rappresentano il
massimo punto creativo raggiunto dalla cantautrice. </span></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">L’indimenticabile musa dei <b>FRANTI </b>(seminale gruppo torinese degli
anni ottanta) approda a S.Marco in Lamis portando con se un bagaglio ricco
d’emozioni. </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Un bagaglio ricco di contenuti eterei
e forti allo stesso modo esaltati dalla sua presenza in scena fissata a tratti in
una dimensione musicale e poetica quasi onirica – lo spleen come è stato pure
scritto di lei – sospesa tra l’indefinibile e la sostanza della sua scrittura mai
superficiale, espressa sempre come bisogno espressivo.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Un invito all'ascolto non
superficiale della musica di Lalli è fondamentale se si vuol capire in
profondità i contenuti della sua poetica se non altro per non privarsi di quelle emozioni che derivano
sempre dalle sue composizioni musicali dalla forte caratterizzazione
interiore.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Lalli ci regala i brani dei suoi
recenti lavori come dire di due capolavori eletti dalla critica musicale
italiana come i migliori di questi ultimi tempi (“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Le più belle canzoni ascoltate quest’anno</i> “ -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Blow up)<span style="mso-spacerun: yes;">
</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Paragonata a <b>Nico</b> e <b>Marianna
Faithfull</b> (E. Bussolino, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rockerilla</i>) -
figure leggendarie del rock degli anni settanta – per i toni della sua voce ora
confidenziale e scabra altre volte forte e incisiva - <b>Lalli</b> rappresenta oggi la massima
espressione rock autoctona, ovvero quel tipo di musica – di natura underground
- che nasce dalla urgenza creativa di raccontare le emozioni che attraversano la
vita senza alcun filtro che possano condurle al <i>mainstream. </i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">La sua esperienza musicale
iniziata nei <b>FRANTI</b><b> </b> alla fine dei
settanta e proseguita poi negli <b>ISHI</b> e
negli <b>ENVIRONS</b>, dove ritrova <b>Stefano Giaccone</b>, componente dei Franti e altro
personaggio importante nella storia dell’underground italiano – anche egli
presente in concerto a San Marco in Lamis nella stessa manifestazione
- è stata sempre segnata da una precisa scelta di campo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Una concezione irrinunciabile di
distanza<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>totale quasi ossessiva verso la
logica commerciale della musica rock, determinata dalla fiera volontà
d’indipendenza senza compromesso alcuno e autogestione della propria creatività
e immagine in un contesto puro e incontaminato. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Con i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Franti va ricordato oltre l’impegno
musicale ed ideologico almeno un album : <b>Il giardino delle quindici pietre</b>,pubblicato nel 1986 dalla <b>Blu Bus</b> di Aosta anche se è </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">caldamente raccomandato il
doppio cd “Non classificato “ un
tempo venduto a prezzo “politico “, oggi di difficile reperibilità. Summa
calligrafica di tutta la produzione musicale Franti ed esempio massimo di tutta
la scena rock indipendente la musica dei Franti – con attitudine punk pop rock
efficace e tenui acquerelli folk intriso in salsa jazz – è stata una tappa
importante della storia del rock italiano.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Quindi l’esperienza ISHI, altro
tassello importante che si aggiunge alla evoluzione musicale di Lalli verso la maturità.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">L’album “Sotto la pioggia
“ – pubblicato anche questo dalla etichetta aostana – fissa il ruolo dell’artista in una
dimensione più personale <i style="mso-bidi-font-style: normal;">(…Un disco è
poca cosa, un leggero vibrare, lì, in mezzo a silenzi e</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fragori di morte</i>.) e anticipa i temi che porteranno Lalli verso la maturazione definitiva.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Verso una musica "<i style="mso-bidi-font-style: normal;">…di solito impeccabilmente sofferta e
ispirata e a tratti persino</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">elegantemente
pop</i> “ (Rumore).</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin; font-size: xx-small;"><i>** Mo'L'estate, estate 1999.</i></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b>LUIGI CIAVARELLA</b></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><b><span style="font-family: Libre Franklin; font-size: medium;"> </span></b></o:p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-23545866422734618322023-09-14T06:16:00.008-07:002023-09-22T03:58:51.922-07:00LUCIO BATTISTI E IL SUO CANTO LIBERO.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLq6bd8Kj33zoj7h1IoapubmqczjqbtehqpRR_myFs3VEZqhUCxeGLXpFmrZgemSOs9xlg2fncFuqTiuke8-b0GQmT00CqFdORLGHC5UavDPpa7hqFd9owjWPoCbknwncw1QarftNdCUluubM75sTTWDVlTD1zAwFw5cp6WBn5jIgyCSQruIR21UwPIFk/s1600/1600x900_1599648050604_2020.09.09%20-%20Lucio%20Battisti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLq6bd8Kj33zoj7h1IoapubmqczjqbtehqpRR_myFs3VEZqhUCxeGLXpFmrZgemSOs9xlg2fncFuqTiuke8-b0GQmT00CqFdORLGHC5UavDPpa7hqFd9owjWPoCbknwncw1QarftNdCUluubM75sTTWDVlTD1zAwFw5cp6WBn5jIgyCSQruIR21UwPIFk/w640-h360/1600x900_1599648050604_2020.09.09%20-%20Lucio%20Battisti.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;"><i><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Riflettori su uno dei cantautori
italiani più innovatori, stimati ed amati di sempre che, insieme a Mogol, ha condotto la
canzone italiana oltre il guado della tradizione. I suoi dischi e la sua musica
senza tempo.</span></span></i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">La vita artistica di <b>Lucio
Battisti</b> inizia proprio nell'attimo in cui incontra il “paroliere” <b>Mogol,</b>
autore peraltro già affermato nel mondo della canzone italiana, negli uffici
della Ricordi. Siamo nella metà degli anni sessanta quando i due si
intercettano in una Milano che si apre alle grandi trasformazioni musicali che
stanno arrivando da oltre confine. Mogol è un autore di stampo
“tradizionalista” ed è già famoso nel suo ambiente avendo tradotto molte
canzoni famose e scrivendone oltremodo di originali per cantanti italiani
famosi. L'incontro tra i due, dopo un periodo di prove, si rivela subito
proficuo per una serie di ragioni. In primis per l'approccio nei confronti delle
composizioni, nuovo, originale. Lo stesso Mogol, che finora aveva scritto testi
convenzionali, si accorge presto del senso di novità che quel giovane musicista
di provincia così entusiasta è portatore. Capisce che quel rapporto di
collaborazione può funzionare. Nasce così il sodalizio artistico più famoso dei
sessanta/settanta, il Lennon Mc Cartney nostrano della canzone italiana che a
partire dal 1966 sino alla fine dei sessanta, cioè durante tutto il tempo
vissuto alla Ricordi, scrivono canzoni di successo a getto continuo per i vari <b>Ribelli
</b>(<i>Per una lira</i>), <i>Uno in più</i> e <i>Prendi fra le mani la testa</i>
(<b>Ricky Maiocchi</b>), e, addirittura per gli <b>Hollies</b> di <b>Graham
Nash</b> (<i>Non prego per me</i>, San Remo 1966) e tanti altri cantanti
minori. Anzi alcune canzoni tipo <i>Balla Linda</i>, che fu il suo primo
autentico successo, (1968) troverà ascolto inaspettato in Inghilterra grazie
alla versione inglese resa dai <b>Grassroots</b> (<i>Bella Linda</i>). Poi
quando l'<b>Equipe 84</b> pubblica <i>29</i> <i>settembre</i>, nel marzo del 1967,
con quel testo e quella musica inusuali per il pop italico, dai tratti quasi
psichedelici, il genio dei due si esprimerà compiutamente. Quel singolo è uno
dei punti fermi della storia del pop italiano (molti anni dopo il genio
psichedelico dei <b>Bevis</b> <b>Frond</b> lo renderà popolare anche nei
bassifondi dell'underground inglese dei novanta) e uno dei momenti di rottura
col passato. L'Equipe 84 si ripeterà con <i>Nel cuore</i>,<i> nell'anima</i>,
altro tassello importante verso la consacrazione definitiva del duo
Mogol-Battisti. Insomma una rivoluzione. Questi due brani insieme ad altri,
sempre affidati a vari gruppi, (<i>Io vivrò senza te</i> per i <b>Rokes,</b> <i>Nel
sole nel vento nel sorriso nel pianto</i> per i <b>Ribelli </b>di<b> Demetrio
Stratos </b>e <i>Il vento</i> per i <b>Dik Dik</b> ) insieme ad un pugno di
versioni personali finiranno ad arricchire il primo album del cantautore
rietino del 1969 (Peraltro un disco molto raro negli ambienti collezionistici)
delineando uno stile che presto avrà una sua consacrazione nella hit parade
nazionale. </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b><span>Lucio Battisti</span></b><span> cantante inizia però in modo
incerto con <i>Dolce di giorno</i> nel 1966 per proseguire con <i>Luisa Rossi</i>
e <i>Prigioniero del mondo</i>, singoli che non incontrano i favori del
pubblico. D'altra parte la voce di Battisti per quando sia espressiva non è
abbastanza bella e il successo arriverà solo nel 1969 quando partecipa al
festival di Sanremo, l'unico della sua vita, con il brano <i>Un'avventura </i>in
coppia (azzeccatissima) con <b>Wilson Pickett</b>. Da quel momento in poi <b>Lucio
Battisti</b> non mollerà più il successo per tutta la durata della sua lunga
vita artistica. Anzi esso sarà sempre crescente almeno sino alla fine degli
anni settanta quando inspiegabilmente il sodalizio con Mogol si dissolve.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Il triennio 1969-1971 è il
periodo più creativo per Lucio Battisti, ricco com'è di successi e di
considerazioni nel mondo della musica leggera italiana. Un successo che si
ripete ad ogni uscita. Da <i>Acqua azzurra acqua chiara</i> a <i>Mi ritorni in
mente</i>, sino all'urlo primordiale di <i>Anna</i> (nel cui retro, <i>Emozioni</i>,
Mogol scrive forse uno dei testi più poetici e personali della sua carriera di
autore, insieme ad <i>Impressioni di settembre</i> per la PFM) sino a <i>Pensieri
e parole</i>, lo sdoppiamento delle voci che sembrano precludere a nuovi
esperimenti, il genio di Lucio Battisti si impone ovunque. </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Nel 1971 i due lasciano la
Ricordi per fondare una propria etichetta: la <b>Numero Uno</b>, associata alla
RCA, e l'anno dopo Battisti pubblica <i>I giardini di Marzo/Comunque bella</i>
quasi in contemporanea con <b>Umanamente uomo: Il sogno</b>, il vertice
assoluto del pensiero battistiano, ricco di aperture e suggestioni melodiche
nuove che si aprono al futuro. Un album bellissimo che cita addirittura le
profondità poetiche di Guido Gozzano e di Marcel Proust (E. Cilia, Extra ) con
partiture orchestrali straordinarie. Un disco epocale. Con questo lavoro la
canzone italiana cambia registro e si spinge oltre rompendo ogni rapporto con
la tradizione. Però prima c'era stato l'ultimo atto discografico in casa
Ricordi, quel <b>Amore e non amore</b> che rivela il Battisti progressivo,
concettuale, persino sperimentale, ma tutto sommato una pagina minore della sua
discografia. </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Con il successivo <b>Il mio canto
libero </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">(1972), con una bella
copertina realizzata da <b>Cesare Montalbetti</b>,</span> Lucio Battisti
raggiunge la perfezione. Un altro tassello importante verso la maturazione, altro
capolavoro alla pari del precedente. Il livello qualitativo resta alto e la
stessa <i style="mso-bidi-font-style: normal;">title track</i> possiede una forza
evocativa inusuale. Vi trovano posto <i>Io vorrei non vorrei ma se vuoi</i> un
brano di per sé molto suggestivo e altri brani (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Confusione</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Vento nel vento</i>,
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il mio</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">canto libero</i>) che non hanno uguali nel panorama della canzone
italiana contemporanea. D'altra parte il duo scrive in quel momento, con
immutato successo, anche per altri artisti tipo <b>Mina</b>, <b>Patty Pravo</b>,
oltre che la <b>Formula Tre</b>, <b>Bruno Lauzi</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dik Dik</b>, <b>Camaleonti</b> e tanti altri ancora. </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Non si spegne ancora l'eco del
canto libero quando irrompe pochi mesi dopo <b>Il nostro caro angelo</b>, un
nuovo disco che annuncia qualche discrepanza rispetto ai precedenti lavori
forse anche innovativa da un punto di vista della novità poiché Battisti vi
suona tutte le parti di chitarra e fanno capolino le prime inserzioni
elettroniche, ma resta discontinuo in fase compositiva. Vi affiorano le prime
crepe nei rapporti col pubblico.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Con <b>Anima Latina,</b>
sicuramente il momento più delicato della sua carriera artistica, per quei
contenuti musicali prevalenti sul testo e quegli arrangiamenti senz'altro più
complessi rispetto al passato che introducono chiaramente una nuova
consapevolezza sul piano della sperimentazione. Un album di transizione che va
tuttavia oltre il formato canzone che aveva caratterizzato sino a quel momento la
produzione di Mogol-Battisti. Il livello qualitativo si solleverà con il
successivo <b>La batteria, il contrabbasso eccetera</b> dove brilla su tutti la
bellezza di <i>Ancora tu</i>, brano di grande successo, che da solo vale
l'acquisto del disco. Dopodiché si rifugerà a Londra, nella capitale del pop
europeo stipulando nuovi rapporti con musicisti nuovi che lo porteranno ad
incidere ancora un disco di buona qualità, <b>Io tu noi tutt</b>i nel 1977, un
anno importante per l'evoluzione del Rock mondiale, grazie alla presenza di
almeno due brani storici : <i>Amarsi un po</i>' e <i>Si, viaggiare</i>, due hit
senza tempo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Infine insicuro e determinato a
mutare comunque pelle al suo nuovo progetto musicale si affida al produttore
inglese Geoff Westley per l'ultimo disco dell'era Mogol Battisti, quel <b>Una
donna per</b> <b>amico</b>, ennesimo clamoroso successo ma lontano dalla magia
che aveva assicurato la prima parte della sua storia musicale. Infatti per la
prima volta Lucio Battisti non suona alcun strumento. Dopo questo disco il
sodalizio con Mogol si rompe definitivamente.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">D'ora in poi il cantautore di
affiderà per i testi al criptico <b>Pasquale Panella</b> (e in seguito anche sua moglie <b>Letizia Veronesi</b>) allontanandosi sempre
più dai suoi fans anche fisicamente, quasi con idiosincrasia rifugerà ogni
rapporto col passato manifestandosi soltanto con i suoi dischi sempre più
freddi e distaccati finché la morte non lo coglierà il 9 settembre 1998,
all'età di 55 anni. </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">. </span></span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><b><span><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI CIAVARELLA</span></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-72351062362014315322023-09-12T01:59:00.004-07:002023-09-22T01:04:49.340-07:00LE PIETRE MILIARI DEL ROCK: "EAT AT PEACH" DEGLI ALLMAN BROTHERS BAND. <p style="text-align: center;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhFelA0RKe-Mjssvsh4bwgTjTdr5-FW5NL4h3dNDCTEAvGRw87qyweRzHVoh-7nGI1UNYzrluKUArXFNhliO-cu2S0ejljgpxsXi2ix4vi2nIUnvk24oi5s1QazzGV7fExGV88TB350va-B0Df65N68Fx1_rsjxzP-XEZqxglmbrBkISHJbGDINOlkEtIY" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="402" data-original-width="641" height="402" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhFelA0RKe-Mjssvsh4bwgTjTdr5-FW5NL4h3dNDCTEAvGRw87qyweRzHVoh-7nGI1UNYzrluKUArXFNhliO-cu2S0ejljgpxsXi2ix4vi2nIUnvk24oi5s1QazzGV7fExGV88TB350va-B0Df65N68Fx1_rsjxzP-XEZqxglmbrBkISHJbGDINOlkEtIY=w640-h402" width="640" /></a></div><br /><p></p><p><strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: EN-GB;">The Allman Brothers Band</span></strong></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: EN-GB;">
“Eat a peach”, 1972 (Capricorn)<br style="box-sizing: border-box;" />
Blues, Southern-rock</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><span style="font-size: 11pt;"><br /></span></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><span style="font-size: 11pt;">di </span></i><em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-size: 11pt; font-style: normal;">Antonio Del
Mastro</span></b></em></div><p></p>
<p style="background: white; box-sizing: border-box; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">Nel Febbraio del
1972 dopo la morte del mitico <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Duane
Allman</b> (Skydog) avvenuta pochi mesi prima a causa di un fatale schianto di
moto, viene pubblicato su doppio album questo magnifico e pregevole lavoro
della band americana. Tutti i componenti, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Gregg
Allman</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dickey Betts</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Berry Oakley</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Butch Trucks</b> e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Jay Johanson</b>
rispettivamente voce, chitarra, basso, batteria e percussioni, decidono di
proseguire con la band nonostante la mancanza di Duane (cosa affatto non banale
all’epoca, vista l’importanza del leader e session-man del gruppo).<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">Composto in parte da
incisioni in studio e in parte da brani live del mitico concerto al <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fillmore East del 1971</b> (altra pietra
miliare indiscussa e tra i migliori live della storia del rock), l’album segna
anche l’inizio di un graduale allontanamento dalle origini più blues. Infatti
nei successivi lavori, in cui Betts e Gregg diventano i leader (ed anche
solisti…) è facile accorgersi che le sonorità slide diventano più hard e più
pronunciate verso un country rock, complice appunto la ormai e unica
presenza della chitarra di Dickey. Oltre a questo cambiamento i componenti
iniziarono ad entrare nel vortice <o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">della droga per poi
disintossicarsi gradualmente negli anni. La famosissima copertina traente una
pesca su di un rimorchio rappresenta una citazione di Skydog quando parlava
della situazione in Georgia – allora repubblica sovietica molto sviluppata
economicamente ma anche piena di corruzione – mangiando appunto una pesca per
la pace, mentre all’interno invece uno splendido disegno psichedelico riporta
la triste scritta “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dedicated to a
brother: Duane Allman</i>” su di una pergamena al centro del paesaggio fiabesco.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">L’album si compone
di 10 tracce totali suddivise su due dischi in vinile ma vi è anche una
versione deluxe su doppio CD del 2006 contenente altri brani estratti dalle
serate al Fillmore East. L’eccelente ballata sudista “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Ain’t Wastin’ Time No More” </span></b></em>in
cui la voce di Gregg è emotivamente segnata dalla grave lutto offre un bel
sipario all’ascolto dell’album. La strumentale e vigorosa “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Les Brers
in A Minor”</span></b></em> mette in mostra il valore di Betts spesso
oscurato da Duane, in cui la debole psichedelia si trasforma in un
impressionante groove guidato dal basso di Oakley. La lunga jam strumentale “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Mountain
Jam”</span></b></em> riporta al blues la band, dove confesso che a tratti
risulta forse noiosa se non fosse per il duetto Duane-Dickey, non me ne
vogliano i puristi del genere. “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">One Way Out”</span></b></em> di Sonny Boy
Williamson eseguita al Fillmore dalla formidabile slide di Duane rappresenta
anche un cavallo di battaglia e la cover blues più famosa della band (si diceva
che la maledizione del brano avesse ucciso Duane). Stesse sonorità anche
per il brano “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Trouble No More”</span></b></em>, ottimo blues sudista con nette
influenze jazz specialmente nel drumming. Scritta da Gregg e Dickey la rabbiosa
e polistrumentale “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Stand Back”</span></b></em> in cui vi è spazio
anche per le <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: Verdana;">congas</span></em> ed il pianoforte elettrico si lascia ascoltare
volentieri mentre si fa ordine nella propria libreria musicale o ci si rade la
barba in bagno ( lo so, ho tanti vizi…). Ma su tutti preferisco la dolce e
stupenda “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Melissa”</span></b></em> che
oltre ad essere la miglior ballata di Gregg è anche quella che più rappresenta
il ricordo di Duane ( scritta prima della sua morte il brano cita verso la fine
– <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: Verdana;">Crossroads,
will you ever let him go, Lord, Lord? </span></em></span><em style="box-sizing: border-box;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: EN-GB;">Or will you hide the
dead man’s ghost?</span></em><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: EN-GB;"> – profezia?
Mah…). </span><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">Anche
Dickey Betts, in cui canta per la prima volta, fa della sua “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Blue Sky”</span></b></em> un
ottimo country-blues dedicato a sua moglie, dimostrando ancora una volta le sue
doti di musicista. Chiude il disco il fantastico saggio di abilità
chitarristica in stile bluegrass “<em style="box-sizing: border-box;"><b><span style="font-family: Verdana;">Little Martha”</span></b></em>, unico brano
accreditato soltanto a Duane dove la semplicità e l’eleganza di esecuzione ne
fanno il suo testamento spirituale.<br style="box-sizing: border-box;" />
Più di ogni altra cosa, <strong style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: Verdana;">Eat a Peach</span></strong> è un potente
esempio di quanto versatile possa essere la Allman Brothers Band. Rappresenta
il processo di ricostruzione della band dopo skydog, dalle jam di chitarra jazz
alle ballate dalle tinte country alle cover blues grezze. Questo doppio disco presenta
anche una band eclettica composta da talenti stellari, registrati sia in studio
che in concerto. Soprattutto, è un documento di quanto sia importante il
talento che il mondo della musica ha perso con la scomparsa di Duane Allman.
Disco da avere nella propria discoteca ideale, pena la radiazione dall’albo dei
musicisti e degli ascoltatori seriali della buona musica.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; box-sizing: border-box; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Verdana; font-size: 11.0pt;">Buon Ascolto<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: 11.0pt;"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="316" src="https://www.youtube.com/embed/AXykcZZr1HM" width="380" youtube-src-id="AXykcZZr1HM"></iframe></div><br /><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-15330043144773266482023-07-24T02:46:00.004-07:002023-07-24T09:18:57.811-07:00LE PIETRE MILIARI DEL ROCK: "TRES HOMBRES" DEI ZZ TOP (1973)<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg74_SH9uD4xzjYtfcDPv8MDrpvfGT52e66BhjfYqOG9UJHCyHumSiczGhuMsMocHPDNbMQaDikeqAIcQma3Uwtl35pged8j57cxI_rMmdfBCEJ2DiTBfrY2zf5QTI5ERz7-hP8kugIFC8G-cqDaG60LNb06J6jn88BvxdGzGZcguAogrTionRczj1jO4o/s1000/ZZ-TOP-cover.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="996" data-original-width="1000" height="399" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg74_SH9uD4xzjYtfcDPv8MDrpvfGT52e66BhjfYqOG9UJHCyHumSiczGhuMsMocHPDNbMQaDikeqAIcQma3Uwtl35pged8j57cxI_rMmdfBCEJ2DiTBfrY2zf5QTI5ERz7-hP8kugIFC8G-cqDaG60LNb06J6jn88BvxdGzGZcguAogrTionRczj1jO4o/w400-h399/ZZ-TOP-cover.jpg" width="400" /></a></div><br /><p></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222; mso-ansi-language: EN-GB;">ZZ
Top</span></strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222; mso-ansi-language: EN-GB;"><br />
“Tres hombres”, 1973 (London Records)<br />
<st1:place w:st="on"><st1:state w:st="on">Texas</st1:state></st1:place>, blues<o:p></o:p></span></span></p>
<p align="center" class="s4" style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: center;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i>di </i><b><span>Antonio Del Mastro</span></b><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Come tanti altri gruppi
dell’epoca a cui la critica si rivolse in maniera frettolosa, gli <b>ZZ Top</b>
dovettero farsi una certa gavetta prima di essere apprezzati musicalmente. Infatti
con i primi due album (<i>First Album</i> e <i>Rio Grande Mud</i>) suonati con il
solito grezzo blues sudista dovettero aspettare il 1973, anno della
pubblicazione di questo meraviglioso disco. <strong><span>Tres Hombres</span></strong> imporrà
ai comuni mortali quel sound che renderà abbastanza unico il trio del Texas,
<b>Billy Gibbons</b> alla chitarra, <b>Dusty Hill</b> al basso e <b>Frank Beard</b> alla batteria.
E’ l’anno di The <em><span>Dark Side
Of The Moon</span></em> dei Pink Floyd e <em><span>Selling England By The Pound</span></em> dei Genesis, ma
soprattutto di album prettamente sudisti quali <em><span>Desperado</span></em> degli Eagles, <em><span>Brothers & Sister</span></em> degli
Allmann e il debutto dei Lynyrd Skynyrd con il loro omonimo disco (hai detto
niente…) perciò di difficile apprezzamento se non sei un gruppo blasonato ma
anche ottimo trampolino di lancio, quell’onda che cavalchi soltanto se sei
bravo a farlo…<br />
Composto da 10 tracce inedite di matrice <em><span>southern</span></em> come conviene, è l’album degli ZZ
Top di maggior qualità artistica a differenza di <strong><span>Eliminator</span></strong><em><span> </span></em>del 1983 che
vanterà un apprezzabile successo commerciale. Si passa da brani che ricordano
da vicino il blues di <b>Duane Allmann</b> come in <em><span>Jesus Just Left Chicago</span></em> e <em><span>Hot,Blue And Righteous</span></em> e
di <b>Lightnin’ Hopkins</b> in <em><span>Sheik</span></em> e <em><span>Have You Heard?</span></em> fino
alla più sperimentale sonorità con groove psichedelico di <em><span>Master Of Sparks</span></em>, direi
quasi proto-punk. Nel brano <em><span>Move
Me On Down Line</span></em> è presente più il rock britannico
dell’epoca, facile immaginare quindi Townshend & Co con cocktail a base di
tequila (questa mi è venuta spontanea).<br />
Discorso diverso per <em><span>Waintin’
For The Bus</span></em> e <em><span>Beer
Drinkers & Hell Raiser</span></em> ed anche <span><i>Precious <b> </b>And Grace</i></span> che
reputo i brani per antonomasia del sound dei ZZ Top, quello che rappresenterà
la loro struttura musicale futura (a parte qualche parentesi di ritorno al
classico blues delle origini). Qui Gibbons ci delizia con dei riffoni
chitarristici che faranno da insegnamento a gruppi quali Motorhead e Van Halen
per dirla tutta, la ritmica è decisamente più hard rock e rappresentativa dei
mitici capelloni e tossici a cui va la mia stima assoluta (artisticamente
parlando).<br />
Nome curiosamente preso da una cittadina del Texas (sarà un caso?) dove era
presente un brothel quale istituzione locale fino alla sua chiusura avvenuta
nello stesso anno della pubblicazione dell’album, <em><b><span>La Grange</span></b></em> è una
bomba <em><span>boogie</span></em> <em><span>blues</span></em> contenente il <em><span>riff</span></em> più famoso di Gibbons
e la ipotetica figura incazzata di John Lee Hooker a suggerirne il ritmo. Non
me ne vogliate ma gli ho sempre immaginati cosi su questo brano, chiusi in
qualche contea sperduta a farsi di…beh credo di aver reso l’idea. Mi piace
riportare una citazione di Jon Tiven, noto chitarrista, produttore discografico
nonché giornalista americano che disse “ Sul palco non sembrano nient’altro che
un mucchio di stupidi stronzi del Texas, tre ragazzi che sono appena usciti dal
set di “Bonanza” e stanno uscendo dopo lo spettacolo per mangiare tre
controfiletti a testa”<br />
L’eredità di <strong><span>TRES
HOMBRES</span></strong>, riprendendo il discorso iniziato prima, sarà raccolta
da molti gruppi in futuro e farà di questo album l’evergreen musicale di quelli
che si legheranno al blues nella forma più hard. Gli stessi ZZ Top
sperimenteranno (tra i primi a farlo ) di li a poco i sintetizzatori
elettronici con l’hard-blues incidendo degli ottimi album più commerciali per
il periodo che verrà per ritornare spesso, soprattutto con l’album <strong><span>LA FUTURA</span></strong> del 2012, al
sound delle origini. Di certo le loro facce dalle lunghe barbe (escluso il
paradossale batterista Beard che tradotto vorrebbe dire proprio “barba”) con
strumenti sagomati a forma di automobili non saranno mai dimenticati.<br />
Un disco da avere assolutissimamente e da gustare magari mangiando le stesse
pietanze rappresentate all’interno della copertina dell’album.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Buon ascolto.</span><span style="font-family: Calibri Light; font-size: large;"><o:p></o:p></span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri Light";"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-54794959526187913022023-07-06T08:18:00.018-07:002023-07-07T06:20:52.386-07:00IN “FRONTIERE”, IL POETA ACCROCCA E IL CANTAUTORE ADAMO TRA I MIEI RICORDI.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhATU4tneq18Fqrl332qi4y7xa1XTv4dSEmYHdTKAoTPSAjIq8NUxMHXTY9kLOmGIpa6Kj9bipB0_iElFIPTnSbDwFNSlSgP729ZO5ZULPNzqs_OOR2TeWyx3sQghT5KkTR6PdvJBrL_bwJx4SQMZFcv-j36eSShFd_XJmuxpOgKZjrftrLwmbPAbeLbEM/s1315/BLANX%20-%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="1315" height="347" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhATU4tneq18Fqrl332qi4y7xa1XTv4dSEmYHdTKAoTPSAjIq8NUxMHXTY9kLOmGIpa6Kj9bipB0_iElFIPTnSbDwFNSlSgP729ZO5ZULPNzqs_OOR2TeWyx3sQghT5KkTR6PdvJBrL_bwJx4SQMZFcv-j36eSShFd_XJmuxpOgKZjrftrLwmbPAbeLbEM/w640-h347/BLANX%20-%201.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="text-align: center;"><i><span><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">Disponibile
l'ultimo numero di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">FRONTIERE</b><span style="font-family: "Libre Franklin"; text-align: justify;">, (numero 39, Gennaio-Dicembre
2022, euro 15), pubblicato a cura del Centro di Documentazione sulla
Storia e la Letteratura dell'Emigrazione della Capitanata, edito in
bella stampa da Andrea Pacilli Editore in Manfredonia.</span></span></i></div>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Diretta
da </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Sergio D'Amaro</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">,</span><span style="font-family: "Libre Franklin";"> la rivista, nella sua tradizionale linea
editoriale si rivela nei contenuti come sempre molto ricca di notizie,
recensioni e profili su temi che ruotano sempre intorno al mondo
dell'emigrazione, della cultura e della critica letteraria.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span style="text-align: left;"></span></span></p><span style="font-family: Libre Franklin;"><div style="text-align: justify;"><span>Personalmente tra
i profili che più mi hanno colpito, per quegli intrecci emozionali legati alla memoria, - riconducibili alla mia prima e
seconda giovinezza, - vi ho trovato il primo dedicato a </span><b>Elio Filippo</b><span>
</span><b>Accrocca</b><span>, poeta e critico letterario romano, di cui conservo
alcuni ricordi riferibili alla mia remota militanza poetica, e il
cantautore </span><b>Salvatore Adamo</b><span>. In verità ci sarebbe anche il
poeta lucano </span><b>Rocco Scotellaro</b><span> (trattato da Giulia
Dell'Aquila), anch'egli oggetto di analisi profonda, però il suo
nome mi porterebbe inevitabilmente verso un passato ideologico
dominato dalla questione meridionale e, seppure sia stata così
ricca di spunti e di passioni civili, oltre che poetiche, (memorie
ormai assopite), lascio questo fardello a persone più acculturate
del sottoscritto.</span></div></span><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Riguardo
il poeta di “Portonaccio” egli viene qui ricordato da Luciano
Luisi, anch'egli poeta, scomparso di recente, noto per i suoi servizi
culturali per la RAI, e Velio Carratoni (“Un poeta a Roma”),
mentre di Adamo, il famoso cantautore italo-belga, che tanto successo
ebbe sopratutto negli anni sessanta, - anch'egli ampiamente omaggiato
da Francesco Piga, – viene ricordato in occasione dei suoi
ottant'anni.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Adamo
non è stato soltanto un cantante melodico di successo, a tratti
volendo anche stucchevole, ma, come ben evidenziato nell'articolo,
egli è stata anche una personalità impegnata nel campo dei diritti
civili universali (famosa la sua canzone <i>“Inch'Allah”</i> del 1966,
scritta a pochi giorni dalla fine della guerra dei sei giorni che
attirò le ire su di sé del mondo arabo) oltre ad aver scritto
romanzi di rilievo letterario che nulla hanno a che fare col mondo
della canzonetta a lui familiare.</span></div></div><p></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Salvatore
Adamo, figlio di emigranti siciliani in Belgio, si impose subito
grazie al suo carattere educato, gentile, e per quelle sue
interpretazioni molto confidenziali oltre al ricco repertorio di
canzoni sentimentali che lui ha scritto ispirandosi a volte a
scrittori e <i>chansonniers</i> francesi (Bernanos, Claudel, Verlaine, Brel e Brassens), ottenendo per questo un successo clamoroso in tutta
Europa (per la cronaca fu il primo in assoluto ad esibirsi in URSS). </span>
</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Libre Franklin";">Ho
amato molto le sue canzoni anzi alcune le adoro ancora oggi,
ascoltate sia in lingua originale francese che italiano, sin dal
1965, l'anno in cui, giovanissimo, lo scoprii quasi per caso
ascoltandolo alla radio e rimanendone subito colpito come d'altra
parte capitò a molti altri miei coetanei (“La notte” fu, qualche
anno dopo la scoperta, presenza fissa nelle feste da ballo
casalinghe) per quel tono edulcorato con cui riusciva a scagliare i
suoi fendenti. Adamo è senz'altro il cantautore più vicino ai miei
ricordi di adolescente, però la canzone che oggi più mi emoziona
ascoltare è “C'est ma vie”, pubblicata nel 1976, che ha il dono
di avvolgerti perdutamente con quel testo sincero e poetico e quella
sua linea melodica davvero travolgente.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;"> <span style="font-family: Libre Franklin;"><b>LUIGI
CIAVARELLA</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br />
</span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br />
</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="413" src="https://www.youtube.com/embed/KjP01gwxNSo" width="498" youtube-src-id="KjP01gwxNSo"></iframe></div><br />Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-50078428205151266112023-07-03T02:10:00.002-07:002023-07-03T02:29:26.934-07:00LE PIETRE MILIARI DEL ROCK : "PHOTO-FINISH DI RORY GALLAGHER. (1978)<p style="text-align: center;"><strong></strong></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><strong><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjddWl9lweqbednhRI24Xggz22msITQDc_-6mEISK-B92dTBCZFukOeFzrarm0CLXiwIuXxWR3k2LXjcAiHDxAgMAurq9zuLXhC5NNHTLq3LQoEMtGCSMC7hy4GSFmbILB2k04fg_oQ7RjAiMQz3m2VhiWiZQMSZfZQ64Rgq5jNh2vOwX1BKR25O5jB_C0/s1000/rory-gallagher-cover.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjddWl9lweqbednhRI24Xggz22msITQDc_-6mEISK-B92dTBCZFukOeFzrarm0CLXiwIuXxWR3k2LXjcAiHDxAgMAurq9zuLXhC5NNHTLq3LQoEMtGCSMC7hy4GSFmbILB2k04fg_oQ7RjAiMQz3m2VhiWiZQMSZfZQ64Rgq5jNh2vOwX1BKR25O5jB_C0/w640-h640/rory-gallagher-cover.jpg" width="640" /></a></strong></div><strong><br /><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Verdana; mso-ansi-language: EN-GB;"><br /></span></strong><p></p><p><strong><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Libre Franklin; mso-ansi-language: EN-GB;">Rory
Gallagher</span></strong></p><p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: Libre Franklin; mso-ansi-language: EN-GB;">
“Photo-finish”, 1978 (Chrysalis)<br />
Hard-rock, Blues<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="s4" style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #222222;">di </span></i><em><b><span style="color: #222222; font-style: normal; mso-bidi-font-style: italic;">Antonio Del Mastro</span></b></em><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #222222;"><o:p></o:p></span></i></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Libre Franklin;">Non è semplice scegliere un disco del
mitico irlandese <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Rory Gallagher,</b>
credetemi sulla parola. Una istituzione nella sua terra d’origine a
Ballyshannon, dove hanno eretto un monumento in sua memoria. Per molti è
secondo soltanto ad Hendrix (se non addirittura alla pari) ma il sottoscritto
lo considera un eccellente chitarrista dotato di una tecnica straordinaria che
da il meglio di sé durante i live. Basti considerare album quali <em><span>Stage Struck</span></em> ed il
capolavoro <em><span>Irish Tour, </span></em>che
seppur incisi male con evidenti pastosità strumentali, rappresentano quella
energia che Rory riesce a trasmettere al suo pubblico. Non amando i
live per vari motivi, primi fra tutti la quasi non percettività degli strumenti
e il troppo stravolgimento dei brani, ho scelto questo album perché forse è tra
i più omogenei di Gallagher ed ha sonorità più hard che solitamente preferisco
ascoltare in lavori con matrice blues.<br />
<strong><span>Photo-Finish, </span></strong>auto
prodotto dallo stesso chitarrista ,viene pubblicato nel 1978 (tra l’altro in
tempi record…come suggerisce il titolo) e successivamente rimasterizzato nel
1997 e nel 2012 da Sony Music. Composto originariamente da 9 tracce con altre
due aggiunte nel remaster è l’album che ha saputo contenere le stesse linee di
successo di <strong><span>Calling Card</span></strong> del
1976 (altro capolavoro prodotto da Roger Glover ma più sperimentale ) e <strong><span>Irish Tour </span></strong>del 1977, complice
anche il ritorno al "power trio" degli inizi, Gerry McAvoy al basso e
Tedd Mc Kenna alla batteria. Rispettando sempre il suo credo musicale
nell’intero lavoro l’irlandese ci delizia in apertura con <em><span>“Shin Kicker” </span></em>un rock’n’roll per
perfetti biker con le stesse sonorità avvertite anche in<em><span> “Cruise on Out”, </span></em>mentre<em><span> “Cloak and Dagger” e“Brute Force and
Ignorance” </span></em>sono classici e robusti rock-blues dove in
quest’ultimo il musicista suona anche il mandolino. Ottimamente composto invece
il blues melodico on the road “<em><span>Overnight
Bag”</span></em>, brano a dir poco stupendo che ho sempre apprezzato tra i soft
di Gallagher. Sfaccettature southern nel discreto “<em><span>The Mississippi Sheiks”</span></em> come i migliori ZZ Top &
Co che si rispettino e decisamente country-boogie anche “<em><span>The Last of the Independents” </span></em>dove
pare che nel testo si narri un evento non ben definito capitato proprio al
chitarrista da “ultimo degli indipendenti musicali”, sicuramente un fatto di
cronaca di cui non sono a conoscenza. Ma l’energica e brillante <em><span>Shadow Play</span></em> che rappresenta uno
dei cavalli di battaglia dei suoi live, un deciso hard rock suonato sempre con
la sua fedelissima Stratocaster del ‘61, vale da sola mezzo acquisto
dell’intero album. La ballata blues “<em><span>Fuel
to the Fire”</span></em> che conclude l’album sembra destinata al ricordo
di Hendrix. Lo stesso Jimi che alla domanda postagli da un giornalista – Cosa
ne pensa a essere giudicato il più grande chitarrista vivente? – rispose – Non
lo so ma chiedetelo a Rory Gallagher – la dice lunga su quanta stima e
considerazione ci fosse nei confronti dell’irlandese. Nella riedizione del 2012
il veloce hard rock di “<em><span>Early Warning”</span></em> e
il ritorno al southern di “<em><span>Juke Box
Annie”</span></em> concludono la piccola opera.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: Libre Franklin;">Subito dopo la fine del British Boom con la sua band tutta irlandese, i <em><b><span>Taste</span></b></em>, infiammava le serate al club
londinese Marquee con un blues mai scontato e sempre imprevedibile. Rocker
umile, popolare, fedele alla sua immagine proletaria e vestito come i suoi fan,
Rory ha probabilmente temuto la celebrità facendo sempre un passo indietro
quando si trattava di licenziare singoli che gli avrebbero dato una certa fama.
Non è mai sceso a compromessi e ne sanno soprattutto qualcosa i suoi
discografici. Con l’avvento del punk e successivamente dei personaggi di
plastica di MTV Rory si trovò indifeso e senza armi per combattere. Mettiamoci
anche una certa propensione alla bevuta, specie alla Guinness nera e il fisico
di Rory dà i primi segni di affaticamento. Con depressione e insonnia comincia
l’abuso di pasticche, tranquillanti e soprattutto paracetamolo, mangiato come
caramelle, pensando che faccia passare tutto…e invece gli fotte il fegato. Dopo
il trapianto dello stesso, peraltro ben riuscito, a seguito di un infezione
post operazione muore a soli 47 anni il 14 Giugno del 1995. Tutte le TV
nazionali irlandesi interrompono la programmazione (inclusa la BBC) per
trasmettere il suo funerale.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><strong><span style="color: #222222; font-family: Libre Franklin;">Photo-Finish</span></strong><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Libre Franklin;">, se non il migliore per alcuni fan,
testimonia uno dei pregevoli lavori dell’epoca rock di quel periodo e merita
per questo un posto nella propria collezione musicale.</span><span style="font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-48807229731929061312023-06-16T02:55:00.003-07:002023-06-20T07:18:42.142-07:00LE PIETRE MILIARI DEL ROCK: SECOND WINTER DI JOHNNY WINTER. <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-UOdpZ5BoqsuctuyhD8zIHErp6GveBNG2pZX9In0X9KlrWKQvvyKq5WfiZNNKc8x1lIGFemNCL1h_JM6hyqBdhDe1fquZPNKRJZ4tDMj6-xJAdp7vuWSAoM19DbOP8r_0efvCkp923ZKp1_qicq0q5fW5jdFhvYeCXUf-LHWvfPt3zEr_HtzxPq5h/s1688/cover.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1686" data-original-width="1688" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-UOdpZ5BoqsuctuyhD8zIHErp6GveBNG2pZX9In0X9KlrWKQvvyKq5WfiZNNKc8x1lIGFemNCL1h_JM6hyqBdhDe1fquZPNKRJZ4tDMj6-xJAdp7vuWSAoM19DbOP8r_0efvCkp923ZKp1_qicq0q5fW5jdFhvYeCXUf-LHWvfPt3zEr_HtzxPq5h/w400-h400/cover.png" width="400" /></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /></div><br /> <strong style="text-align: justify;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: large; mso-ansi-language: EN-GB;">Johnny WInter</span></strong><p></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: large; mso-ansi-language: EN-GB;">“Second
Winter”, 1969 (<st1:city w:st="on"><st1:place w:st="on">Columbia</st1:place></st1:city>
records)<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span lang="EN-GB" style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; mso-ansi-language: EN-GB;"><span style="font-size: large;">Rock,
Blues</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="s4" style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light";">di </span></i></b><em><b><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-style: normal; mso-bidi-font-style: italic;">Antonio Del Mastro</span></b></em><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light";"><o:p></o:p></span></i></b></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">Nato a Beaumont in Texas nel febbraio
del 1944<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">, John Dawson “Winter” III</b>,
appare in pubblico a soli 10 anni in uno spettacolo locale suonando l’ukelele,
un piccolo cordofono di origine hawaiana. Incuriosito dal blues che ascoltava
la loro domestica di famiglia mentre cucinava e puliva in casa, si appassionò
fin da subito a quelle sonorità pur consapevole che quella era musica per negri
o non per bianchi (infatti lui era affetto da albinismo).<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">Figlio di genitori entrambi
musicisti imparò presto a suonare il banjo ed il pianoforte ma folgorato dai
dischi di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Muddy Waters</b> e di tutti i
grandi bluesman degli anni ‘40 abbracciò presto la chitarra replicando i brani
che ascoltava ripetutamente in casa. E nel 1968, al Fillmore East di New York
venne invitato sul palco da mostri sacri quali <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mike Bloomfield</b> e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Al Kooper</b>
(famosa la citazione di Bloomfield sul chitarrista…”<i style="mso-bidi-font-style: normal;">this cat can play</i>!” dopo averlo sentito sul palco), facendosi notare
da un giornalista che scrisse su di lui l’articolo “ <i style="mso-bidi-font-style: normal;">il miglior musicista bianco di blues in circolazione</i> “. Quelle
gesta finiranno trentacinque anni dopo – e aggiungo finalmente! – sul
bellissimo disco The Lost Concert Tapes 12/13/68.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">Ottenne cosi il primo
contratto discografico con la Columbia Records e produsse il suo primo album
ufficiale omonimo nel 1969, legato a sonorità più tradizionali del blues e
supportato da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tommy Shannon</b> (futuro
Double Trouble) e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Willie Dixon</b>. In
realtà il suo debutto musicale fu "The Progressive Blues Experiment",
un piccolo album di classici blues stampato inizialmente in un centinaio di
copie dalla casa discografica Sonobeat Record nel 1968 che, successivamente,
cedette i diritti alla Imperial Records per stamparne altre copie.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">Con la stessa band composta
dal bassista Shannon, dall’organista e sassofonista nonché fratello <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Edgar Winter</b> e dal batterista <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Uncle John Turner</b> incide e produce
nello stesso anno lo splendido "<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Second
Winter</b>", aggiungendo di fatto un nuovo percorso alla strada del rock
blues costruita dai Cream e da Hendrix. L’album si presenta subito unico ed
originale per la particolarità di essere un doppio vinile con solo tre facciate
incise, soluzione scelta volutamente se si leggono le note del booklet dello stesso
Winter : “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Non potevamo onestamente darvi
di più e non volevamo offrirvi di</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">meno…Così
qui trovate esattamente ciò che abbiamo fatto a Nashville: né di più né di meno</i>.”
Iconica anche la copertina blu con le immagini dell’artista sul palco,
sentenziando la carica esplosiva e la propensione ad un suono più hard rispetto
al primo disco.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">La notevole tecnica
chitarristica slide ed una migliore impostazione vocale portano Johnny fuori
dagli schemi classici del blues, unendo passione e sentimento ad ogni singolo
brano. Composto da undici brani l’album si apre con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Memory Pain</i>, un blues con schegge di rock sperimentale per
omaggiare l’inossidabile Percy Mayfield. Altra composizione innovativa nella
strumentazione invece è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I’m Not Sure</i>
dove l’artista suona un mandolino elettrico e Edgar fraseggia con l’harpsichord
(il nostro clavicembalo). La cavalcata meravigliosa di jazz-blues in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Fast Life Rider</i> si discosta da brani più
tradizionali e conservatori del genere, come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I Love Everybody</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hustled
Down</i> In Texas che affondano le radici nel Mississippi. Stesse oscillazioni
jazz con elementi di swing li troviamo anche in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I Hate Everybody</i> ma non mancano grandi virate verso il rock’n’roll
con le energiche cover incendiarie di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Johnny
B. Goode</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Miss Ann</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Slippin’ And Slidin’</i> suonate con brio e
vigore dal virtuoso chitarrista senza l’utilizzo del plettro.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light"; font-size: medium;">Personalmente ho sempre
apprezzato i brani <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Good Love</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Highway 61 Revisited</i>. Il primo perché è
un classico esempio di un hard rock non più acerbo che continuerà a farsi strada
e completarsi negli anni successivi con giganti del calibro degli Zeppelin,
come pure nello stesso ‘69 gli album degli <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">High
Tide</b> (Sea Shanties) e dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">The
Beatles</b> (Abbey Road) tanto per citarne alcuni, contenevano brani dalle
sonorità hard-progressive che contribuirono alla nascita del genere. Il
secondo, dopo questo rifacimento di Winter, non sarà più il classico di Bob
Dylan ma una sorprendente esecuzione slide e cavallo di battaglia in molti suoi
live, insomma quasi una tempesta a ciel sereno. Soluzione azzeccatissima !<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light";">Second Winter</span></b><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light";"> venne inciso quasi tutto in presa diretta per preservarne,
diciamo così, una certa freschezza : se il pezzo non veniva terminato in due o
tre sedute si passava al successivo. Il trionfo dell’album e la successiva
partecipazione al Festival di Woodstock spianerà la strada al musicista nei
primi anni settanta come produttore di altre pietre miliari spiccatamente blues
e la tanto cercata collaborazione con Muddy Waters ed altri grandi musicisti
(consiglio l’ascolto degli album Johnny Winter And e relativo live omonimo,
Guitar Slinger, I’m A Bluesman e il pregevole lavoro Roots). La grandezza di
questo album con l’acclamato livello musicale che ne influenzerà le generazioni
future viene anche dimostrato dalla volontà di rimasterizzarlo in Legacy
Edition del 2004, dove oltre a due inediti vi è un secondo cd contenente un
formidabile esibizione alla Royal Albert Hall del 1970, diciamo una istantanea
della potenza del chitarrista.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; line-height: 14.4pt; margin-bottom: 14.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 14.4pt; text-align: justify;"><span style="color: #222222; font-family: "Calibri Light";"><span style="font-size: medium;">Nonostante gli eccessi della
tossicodipendenza negli anni ed i suoi acciacchi non ha mai rifiutato la vita
on the road, regalando serate per il pubblico anche senza compensi economici.
Deceduto in un albergo di Zurigo nel 2014, ufficialmente per cause sconosciute
(sembra sia morto per complicanze da polmonite), Johnny Winter lascia in
eredità il power-blues come usava chiamarlo il bassista Tommy Shannon ed un
stile musicale unico e anche egli riconoscibilissimo dalla prima nota, tanto da
essere soprannominato il Picasso del Blues…</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-family: "Calibri Light";"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="373" src="https://www.youtube.com/embed/qNW0pioGSFU" width="448" youtube-src-id="qNW0pioGSFU"></iframe></div><br /><p></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-60754371788770150742023-06-15T06:45:00.035-07:002023-08-29T09:52:23.004-07:00SETTE DISCHI PER SETTE GIORNI.<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ3AmdxHcCJo1Qgd1w8cDJDho-j8DlG6vCx8_Eq25WBIsL0lZ5WqD6F3chGaqrfyypulHSwXu07AJ90yotqssKhuciTjWh9KpJGWop6r0-UmbtbQcnhUPRCyiqtKi0PIf9TBn16BjdCoL8nhN-dezNJpz6fZtXq2YovqysnAG785TgsmpAPRycjne-/s829/BLANX%20-%201%20-%20Copia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="829" height="381" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ3AmdxHcCJo1Qgd1w8cDJDho-j8DlG6vCx8_Eq25WBIsL0lZ5WqD6F3chGaqrfyypulHSwXu07AJ90yotqssKhuciTjWh9KpJGWop6r0-UmbtbQcnhUPRCyiqtKi0PIf9TBn16BjdCoL8nhN-dezNJpz6fZtXq2YovqysnAG785TgsmpAPRycjne-/w640-h381/BLANX%20-%201%20-%20Copia.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p><span style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Quali album porterei con me nel caso dovessi
assentarmi lontano da casa per vivere sette giorni in un'isola deserta?</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;">Un quesito che richiede una risposta secca: sette
titoli per sette giorni, uno al giorno, da riascoltare nella solitudine più
intima, possibilmente su di una isola deserta molto distante dalla terraferma, lontano dalle tue abitudini, magari all'interno di una casetta munita di pochi confort (tuttavia niente TV
né cellulare) il cui profilo guarda il mare tempestoso d'inverno. Un'atmosfera di
completa solitudine che induce alla riflessione, fa emergere i ricordi, magari
favorisce pure un esame di coscienza. Tutto ciò in una cornice di isolamento
volontario il cui scopo dev'essere la seduzione della musica attraverso il riascolto di quei dischi, quelle canzoni e quei suoni
che hanno lasciato un segno profondo nella tua vita, segnando ogni momento della tua crescita.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Scelta difficilissima come si può immaginare direi
ardua, ma questa sfida estrema può fornire indicazioni utili sul potere che possiedono
certe melodie e certi suoni sulla vita di ciascuno, almeno tra quelli più
sensibili e aperti a questo genere di approccio. </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> </span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Comincerei dal </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Best
Of</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Bee Gees</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> poiché fu il
primo LP (long playing) che ascoltai in vita mia per intero. Penso a Colmar
(Francia) e come quelle canzoni melodiche, delicate, penetranti (cito </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Holiday</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">I Started A Joke</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> e </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">First Of
May</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> sopratutto) riescano ancora a regalarmi lampi di emozioni ad ogni
riascolto. Serviranno per alleviare la mia solitudine durante le serate fredde
accanto al calore di un camino acceso. Poi </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Imagine</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">
di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">John Lennon</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> per tutti quei
ricordi collegati al disco, che rivedo come in un film. Brani come </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Imagine,</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Jealous Guy</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">, </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Oh My Love</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">,
la polemica </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Gimme Some Truth</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> o la
tenera dedica che John Lennon fece a sua moglie Yoko Ono (</span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Oh Yoko</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">), sono canzoni che fanno tutt'uno con un album di ricordi
indimenticabili, da ascoltare in piedi davanti al mare in burrasca lasciandoti
cullare da quelle melodie senza tempo.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Per chiudere la prima fase un altro album a cui
sono molto legato che mi riporta tutte le volte che lo riascolto in terre lontane,
il secondo volume dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Led Zeppelin</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">.
Fu per me la scoperta dell'hard/blues, la voce in falsetto di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Robert Plant</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> ma sopratutto la potenza del suono della chitarra elettrica di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Jimmy Page</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> che dettò le regole
del loro sound. Piace ricordare </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">What Is
and What Should Never Be</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> il secondo brano in scaletta che inizia con una
andatura lenta salvo impennarsi poi nel ritornello che tanto mi colpì allora. Da
ascoltare il primo pomeriggio durante la lettura di qualche buon libro di genere noir assaporando
magari nel contempo un buon brandy vicino al tepore del camino, tendendo ogni
tanto l'orecchio verso l'esterno per udire la furia del vento che fa ballare le
imposte al ritmo del rock n roll, confuse con le note di </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Whole Lotta Love</i><span style="font-family: "Libre Franklin";">.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Nel 1977 arriva il Punk e l'Inghilterra diventa
una bolgia di suoni sporchi, grezzi, e tutto ciò non può lasciarmi indifferente
sopratutto perché fu grazie a questa nuova ondata che io rinasco musicalmente dalle
ceneri. Scelgo l'album di esordio del '77 dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Clash</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, poiché fu vera adrenalina e l'apripista di un genere nuovo che incendiò prima Londra e poi il resto d'Europa. Il pezzo potrà servirmi in quei momenti della giornata in cui si renda necessario una robusta dose di
energia.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Agli inizi degli anni ottanta quando nella California
nascono i primi germogli del cosiddetto </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Paysley
Underground</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (termine coniata da uno di loro) furono pochi coloro che se ne
accorsero. Il richiamo era agli anni sessanta, al garage, alla musica psichedelica, ma
filtrato attraverso l'esperienza del punk, con risultati eccellenti che
raggiungono anche aree fuori confine. Tra i tanti dischi usciti in quel periodo
(1982-1986), di cui facemmo incetta, ce n'è uno che merita un riascolto. Si
tratta di </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Medicine Show</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Dream Syndicate</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> del 1984, che possiede
un suono tra i più iconici del periodo, con ballate elettriche che ti
tagliano il respiro grazie sopratutto alla voce di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">Steve Wynn</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, il leader della formazione. Da ascoltare durante il
pranzo, tra un bicchiere di birra e un piatto di bucatini fumanti alla
amatriciana.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">Ancora un album legato in qualche modo al </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Paysley Underground</i><span style="font-family: "Libre Franklin"; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-family: "Libre Franklin";">per alcune affinità stilistiche. Si tratta
dell'inarrivabile </span><i style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-style: normal;">Automatic For The
People</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">REM</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">, uno dei
capolavori della storia della musica rock, che ho accolto nel mio cuore sin
dalla sua apparizione. Album prevalentemente acustico, meditativo, malinconico, i REM scrivono, con l'aiuto di </span><b style="font-family: "Libre Franklin"; mso-bidi-font-weight: normal;">John Paul
Jones</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> (l'ex bassista dei Led Zeppelin) un lavoro superbo. Da ascoltare in
quei momenti della giornata quando sopraggiungono la tristezza, lo sconforto,
quando il peso della solitudine si manifesta maggiormente.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: "Libre Franklin";">L'ultimo, ma solo in ordine temporale, è </span><i style="font-family: "Libre Franklin";">Nevermind</i><span style="font-family: "Libre Franklin";"> dei </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Nirvana </b><span style="font-family: "Libre Franklin";">di </span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Kurt Cobain</b><span style="font-family: "Libre Franklin";">
che fu una folgore scagliata dal cielo in un momento in cui il rock prova una
nuova ripartenza (1991). Un album che ancora oggi conserva immutati tutti quei
tratti che lo resero celebre allora, una freschezza e una energia sempre presenti
e sopratutto quella scia di brani killer che se ascoltati l'uno dopo l'altro
possono portarti con la mente al delirio. Un album imprescindibile per me da riascoltare
in quei momenti della giornata quando qualche raggio di sole, bucando le nuvole, raggiunge il davanzale della finestra proprio nel momento in cui mi accingo
a stappare un'altra bottiglia di Bourbon.</span></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">GLI
ALBUM CITATI :<o:p></o:p></span></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">1. Bee Gees (Best volume one, 1969)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">2. John Lennon (Imagine, 1971) <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">3. Led Zeppelin (II, 1969)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">4. Clash (1977)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">5. The Dream Syndicate (Medicine Show, 1984)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">6. REM (Automatic For The People, 1992)<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-GB"><span style="font-family: Libre Franklin;">7. Nirvana (Nevermind, 1991)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Libre Franklin;">LUIGI
CIAVARELLA</span><span style="font-family: "Calibri Light"; font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></b></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4985596239257984964.post-70264026511281576512023-06-07T07:18:00.024-07:002024-02-05T06:53:10.810-08:00LA STRANA DISPUTA TRA MUSICA ROCK E CLASSICA. <p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg95IPq22EsxEtret4bVMXTbwdegW65SOUsO4uww0gKMk3QO4jDr0_CCKE3RrPSNo26vVytOyqyhiLy-6nQw-ToEPBZ6k26PJMQePiJd5v51kS1-0tBnDYQKe4on6Aid7Pk1JpTjxLGUSCG3HjIkCp6paJ_3mFsZKPFyui0Z9fAocucU_VDda-4o3u/s800/RTR99_paolo-famiglietti-musica-classic-rock.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="800" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg95IPq22EsxEtret4bVMXTbwdegW65SOUsO4uww0gKMk3QO4jDr0_CCKE3RrPSNo26vVytOyqyhiLy-6nQw-ToEPBZ6k26PJMQePiJd5v51kS1-0tBnDYQKe4on6Aid7Pk1JpTjxLGUSCG3HjIkCp6paJ_3mFsZKPFyui0Z9fAocucU_VDda-4o3u/w640-h400/RTR99_paolo-famiglietti-musica-classic-rock.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: Garamond; font-size: 13pt; text-align: justify;"><br /></span><p></p><p style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Libre Franklin;">1.</span></b></span></p><p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Non
riesco ad immaginare la storia dell’umanità senza l’invenzione della musica.
Evidentemente essa è nata insieme all’uomo, con suoni, rumori e canti che hanno
accompagnato la sua crescita civile e scandito i momenti più esaltanti della
sua storia. Suoni e canti che giocoforza presto hanno avuto il bisogno di
organizzarsi su basi condivise offrendo così a tutti ampia facoltà di accedere alla sua fonte. E’ un dato di fatto inconfutabile.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Certo
la musica classica rispetto alle musiche popolari, tribali, etc., per esempio,
ha ottenuto la visibilità maggiore essendo questa la musica per antonomasia, la
base su cui si fonda un principio e un’idea di suono organizzato su modello
universalmente riconosciuto. Almeno a partire dalla metà del settecento, nella
sua naturale evoluzione cominciato un secolo prima col Barocco, essa da corpo
alle istanze dell’alta società che per ovvie ragione è la prima ad usufruire
dei vantaggi di quelle melodie suonate in piccoli ambienti ma che ben presto si
sarebbero allargati favorendo spazi e forme comunitarie più eterogenee e
popolari grazie forse alla meritoria azione del musicista veneziano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonio Vivaldi</b>, che, tra gli altri impegni, aveva il compito di
formare allievi orfani ospitati nel <em>Pio
Ospedale della</em> <em>Pietà</em> della
sua città, dove egli è insegnante di violino, contribuendo in tal modo a
diffondere anche tra quei ceti popolari la passione per la musica.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Il bel romanzo
di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tiziano Scarpa</b> “<em>Stabat Mater”</em>, peraltro premio Strega
2009, racconta molto poeticamente questo rapporto tra il musicista e le giovani
allieve ospite nel orfanotrofio, in particolare con <b>Cecilia</b>, la ragazzina si
16 anni che vive in quella casa sin dalla nascita, essendo stata abbandonata lì
in fasce dalla madre. Cecilia è una ragazzina sensibile che di giorno canta nel
Coro della chiesa dietro una grata dove nessun fedele può guardare il suo volto,
e di notte scrive, nella solitudine più profonda, appartata in un angolo
della casa, lettere d'amore alla madre che non ha mai conosciuto ma che prova
ad immaginarla, tra i tormenti causati dalla solitudine. Cecilia si interroga, persino sembra dialogare con la sconosciuta genitrice ponendole tante domande senza avere risposte.
Ma l’incontro con il Maestro le consentirà di imparare a cantare nel Coro della
chiesa durante le funzioni religiose e dare così senso alla sua vita. La
musica assume quindi una funzione salvifica, un segno di speranza nella sua
vita di adolescente.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">2.<o:p></o:p></span></span></b></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Non
sono interessato a conoscere i misteri della musica classica né, volendo, avrei
gli strumenti per farlo. Tuttavia alcune opere musicali, per tanti motivi tutti
riconducibili al mio interesse per la musica rock, hanno avuto un ruolo
importante nella mia formazione di <i>rochettaro</i> se non altro per quegli intrecci che hanno contribuito ad arricchire un terreno sino a quel momento incontaminato, se non per
ragioni di consumo, perlomeno per i risultati raggiunti, subordinando alla musica popolare
brandelli di cultura classica-barocca, inventando di fatto la nascita di un
genere ibrido ma provocando allo stesso modo un equivoco madornale. Tutto ciò senza ottenere peraltro quei risultati che molti speravano per il semplice fatto che la musica rock ha preteso di giocare alla pari una partita già
perdente in partenza. (La musica rock Progressiva 1970 – <st1:metricconverter productid="1975 in" w:st="on">1975 in</st1:metricconverter> Italia).<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span><span>Chiarito
ciò mi preme sottolineare che il mio rapporto con la musica classica è
sempre stato di natura anarcoide, disegnato sempre sui miei bisogni temporali
di ascolto senza avere alcuna pretesa di approfondire oltre il
necessario il tema, </span></span><span>come d’altra parte è accaduto con la musica Jazz, che,
allo stesso modo è rimasta nella sua nicchia estranea al mio microcosmo
musicale.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Ma la
musica classica alla pari della musica jazz è stata oggetto, a partire dalla
fine degli anni sessanta, di una attenzione particolare da buona parte del rock
europeo, interessato ad interagire in un momento di dialogo possibile sul piano
della contaminazione tra generi diversissimi tra loro ma contigui ad un
progetto di immagine che vedeva la musica universale non più misurata su piani
differenti di percezione ma accolta in tutta la sua integrità estetica e
sostanziale. Non centrava nulla il fatto che potessero scambiarsi le vesti. Era
pensabile per esempio che un concerto di musica rock avvenisse nei teatri
consacrati alla musica classica mentre era del tutto improbabile che la London
Symphony Orchestra, per esempio, suonasse partiture di musica classica negli
stadi.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Quindi
il rapporto non poteva funzionare ma la musica rock, forte delle sue urgenze
espressive e delle istanze sociali di cui era portatrice, in un dato momento ha
incominciato a prendere dal repertorio classico il suono che gli serviva per
tracciare un altro percorso esistenziale. Non solo la
rielaborazione-adattamento di melodie o la trasfigurazione di rigide partiture
classiche ma la pretesa di spingersi sino a sottrarre al genere classico gli
elementi più spettacolari per consumare sino in fondo una appropriazione spesso
indebita, nonostante il rock sino a quel momento altro non era stato che
un’accozzaglia di suoni blasfemi, selvaggi, malati sin dentro le proprie
viscere. Insomma un suono plebeo che pretendeva di rubare alla nobile arte dei
salotti e dell’educazione musicale dei teatri il loro status di musica per
menti raffinate, barocchismi ed arie tra le più struggenti mai
scritte, nutrimenti agli antipodi per una generazione che stava portando a
compimento tutte le forme viventi della musica, dal jazz alla classica
alla elettronica sino a scardinare i terreni della musica folk e popolari in un
rapporto crescente di intuizioni a volte anche geniali tali da regalare alla musica
leggendarie performance e dischi da favola, a volte prodotte con garbo,
intelligenza e competenza, altre volte invece con molta superficialità.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">E’ sempre
stata questa la forza della musica rock, trascinare cioè nel proprio “caos
organizzato“ ogni forma di contaminazione, direi persino la sua missione
primordiale. Tutto ciò nei primi anni settanta, che furono momenti di crescita
straordinaria in ogni campo dello scibile musicale e atto di nascita di un
serio confronto tra tutte le anime presenti nel agone, dagli interessanti sviluppi
imprevedibili sino alla paranoia insopportabile e catastrofica sconfitta per la
incauta esigenza di pretendere dalla musica globale la fine degli steccati che,
secondo i nuovi padroni del vapore, non avrebbero mai più ostacolato i vincoli
di un rapporto fondante di musica universale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Naturalmente
non è stato cosi, i pochi che vi hanno creduto, inconsciamente o incautamente,
hanno finito i propri giorni in ambienti underground altri invece hanno cessato
ogni speranza di ritornare ad essere protagonisti mentre molti altri semplicemente
hanno continuato a voltare pagine senza ottenere più quel successo avuto in
passato. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">La
musica punk nella primavera del 1976 spazzerà via tutto poiché il ritorno ai
club sudici e malsani è sempre stata la vera natura del rock, la cornice
ideale, la propria <em>raison d’etre</em>,
la stessa loro sopravvivenza. Questa volta ancora nella maniera più viscerale,
il rock assorbe tutte le istanze sociali giovanili, dal degrado sociale alla
disoccupazione giovanile, i temi cari al popolo del rock, e li rappresenta nella maniera
più consona.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>D’altra
parte non si chiede altro al rock se non essere se stesso.</span><span><o:p></o:p></span></span></span></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></span></b></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></o:p></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBXyGb40k3CtbEjbB_0cWXXwYtklDgYPaQvFtfNoeKLxwA8xunH4TquigUIKe2ZWB-yoPYLfFCxMGOXTEV7Y4539zPfrBzKQsFfKyjPm_1pynXtYNUlkPeUW2Cc4dfBIsyf1GWlH2tQnoqyjmHgO8pT9L8c0DSxyaBvLMkdzfwx0iYI_rsrJ4hxw-M/s909/BLANX%20-%201.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="301" data-original-width="909" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBXyGb40k3CtbEjbB_0cWXXwYtklDgYPaQvFtfNoeKLxwA8xunH4TquigUIKe2ZWB-yoPYLfFCxMGOXTEV7Y4539zPfrBzKQsFfKyjPm_1pynXtYNUlkPeUW2Cc4dfBIsyf1GWlH2tQnoqyjmHgO8pT9L8c0DSxyaBvLMkdzfwx0iYI_rsrJ4hxw-M/w640-h212/BLANX%20-%201.jpg" width="640" /></a></span></span></b></div><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><span><br /> </span></span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal; text-align: center;"><span><o:p><span> </span></o:p></span></b></span><p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">3.<o:p></o:p></span></span></b></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">I brani
o intere opere scippate alla musica classica o semplicemente rielaborate dalle partiture musicali più o meno consapevolmente è piena la storia della musica rock. D’ altra
parte è inevitabile che la musica finisca sempre per confrontarsi senza
distinzioni, persino somigliarsi. Naturalmente il momento più stretto di
avvicinamento tra i due generi è stato il periodo, come già accennato, che va dalla fine degli anni
sessanta alla fine dei settanta poiché fu quello il momento in cui nel campo
della musica rock prende vita la consapevolezza del confronto, con un approccio alla materia più maturo interpretando ogni tipo
di musica con criteri più moderni, senz'altro più evoluta. Tutto ciò grazie anche alla invenzione dei nuovi strumenti musicali elettronici come il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mellotron</i> e i vari sintetizzatori che vengono
in soccorso, aprendo alla creatività di pochi mondi inimmaginabili, sopratutto tra quei musicisti rock più esposti alla
contaminazione, decisi a “progredire” la loro musica su piani
più meditativi ed elaborati. Ciò comporta l'avvio di una era musicale nuova senza più l'impedimento di limiti stilistici confrontando le proprie idee soprattutto con
la musica classica, non sempre con il rispetto dovuto, provocando a volte la
protesta della <i>elite</i> non disponibile per ovvie ragioni ad accogliere
intrusioni nel loro campo né tanto meno è interessata a confrontarsi
con quella teppaglia insulsa e arrogante che per motivi inspiegabili un bel
momento ha deciso di abbattere ogni barriera senza peraltro mai riuscirci.<o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Do
qualche cenno del cammino compiuto dalla musica “altra” quella che ha rubato alla
classica metodo e arie per i propri bisogni stilistici. Gli <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Aphrodite’s Child</b> nel 1968 pubblicano
il loro secondo singolo dal titolo <em>Rain</em> <em>and Tears</em>, il tema del brano,
arrangiato da </span></span><span style="font-family: "Libre Franklin";">V. Papathanassiou, leader del gruppo greco, proviene da un’aria
del </span><em style="font-family: "Libre Franklin";">Canone</em><span style="font-family: "Libre Franklin";"> di
</span><b style="font-family: "Libre Franklin";">Pachelbel</b><span style="font-family: "Libre Franklin";"> del XVII secolo, per clavicembalo e violino. </span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Il
gruppo inglese <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">The Nice</b> adatta e
rifà <b>Bach</b> e <b>Sibelius</b> con una disinvoltura tale da far gridare allo scandalo il
mondo accademico della musica colta. Il protagonista blasfemo principale è <b>Keith
Emerson</b> che di lì a poco formerà insieme a <b>Greg Lake</b> e <b>Carl Palmer</b> la famosa
band che porta i loro nomi, continuano su questa linea di adattamento di
famose arie di musica classica. Inoltre i Nice sono pure responsabili di un
personale adattamento del celebre tema di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Leonard
Bernstein</b>, <em>America</em> tratto
dall’Opera <i>West Side Story.</i><o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span>Emerson Lake & Palmer</span></b><span> si spingono oltre sino ad
adattare una famosa Opera di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Modest
Mussorgkji</b>, <em>Pictures At</em> <em>An Exhibition</em>, nel cui album si
alternano alle partiture originali del compositore russo spunti musicali del
gruppo in un perfetto equilibrio che rasente il miracolo. Lo stesso fanno
con <em>Fantasia para un gentilhombre</em> di
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Joaquin Rodrigo</b>, noto strumentale
inserito nel <st1:metricconverter productid="1978 in" w:st="on">1978 in</st1:metricconverter>
un album poco fortunato (<em>Love Beach</em>).
Senza dimenticare che la stessa formazione prende spunto dalla <em>toccata e fuga in fa maggiore BWV 540</em> di
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">J.S.Bach</b> per arricchire le partiture
del loro album <em>Tarkus</em> qualche
anno prima. Chiudiamo con il <em>Bolero </em>di
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Maurice Ravel</b> (<em>Abandon’s Bolero</em>) presente
nel album <em>Trilogy</em>,
considerato il loro lavoro più compiuto, che il famoso trio elabora sulla
scorta di un progetto a schema che sarà il tema conduttore dell’intero lavoro. Lo stesso dicasi per il canto liturgico del poeta <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">William Blake</b>, <em>Jerusalem</em>, in apertura del album <em>Brain Salad Surgery</em> del 1974, che
ha chiaro l’ incedere barocco. Sulla stessa linea <b>Jan Anderson</b> esegue col flauto traverso una memorabile rielaborazione del celebre brano di <b>J.S. Bach</b> <i>Bourrèe</i> (una danza per liuto catalogata BWW 996, numero 1) presente nell'album dei <b>Jethro Tull</b> <i>Stand Up</i> del 1970. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Un'altra curiosità può essere per esempio il brano <em>A Whiter Shade of Pale</em> dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Procol Harum</b> del 1967, conosciuto in tutto il mondo, che
altro non è che l’adattamento a <em>suite
per orchestra n. 3</em> di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bach</b>,
nota anche col titolo <em>Arie sulle mie
corde</em>. La stessa formazione inglese pubblica nel 1972 un intero album/concerto con la Edmonton Symphony Orchestra. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></p><p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>Naturalmente
ci sarebbero tante altri spunti da fornire al lettore ma occorrerebbe
scrivere un intero volume per meglio focalizzare il fenomeno, tuttavia ricordo
in corsa che i </span><b>Deep Purple</b><span> hanno
scritto un intero lavoro sul rapporto tra musica rock e orchestra sinfonica
nella fattispecie con la Royal Philarmonica Orchestra (diretta da Malcolm Arnold), con scarso successo, come pure hanno fatto i </span><b>Caravan</b><span>
nel 1974 con la New Symphony. </span></span></p><p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><span>In Italia i </span><b>New
Trolls</b><span> fanno altrettanto tirando per i capelli </span><b>Antonio Vivaldi</b><span> nel famoso </span><i>Concerto
Grosso</i><span>, lo stesso dicasi per </span><b>Le Orme</b><span>
che col brano omonimo del loro album più celebre, </span><i>Collage</i><span>, - complice </span><b>Gian Piero
Reverberi</b><span>,- </span><i>rubano</i><span> il motivo a <b>Domenico </b></span><b>Scarlatti</b><span>. Più o meno come fanno tante altre
formazioni progressive italiane, (</span><b>Il Rovescio
della Medaglia</b><span> </span><em>Contaminazioni</em><span> per
esempio, nasce sulla scia di un progetto affine a quello dei </span><b>New Trolls</b><span>), o la </span><b>PFM</b><span> che addirittura nel 2013 dedica al rapporto classica/rock, un album esplicito dal titolo </span><i>Da Mozart a</i><span> </span><i>Celebration</i><span> (</span><i>PFM in Classic</i><span>), quasi un ponte gettato tra due sponde. </span><span> </span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Qualche curiosità. L'introduzione del brano di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fabrizio De André</b> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">La canzone
dell'amore perduto</i> possiede una linea melodica che ricorda tanto <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">G. P. Telemann </b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">(ma il cantautore genovese non è nuovo in questo tipo di appropriazioni)</span>, <span style="mso-bidi-font-weight: normal;">i </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Faraoni</b>, gruppo post beat italiano incidono nel 1968 <i>U</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;">n attimo d'amore</i> (testo di G. Fraioli) adattando il brano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Adagio in sol</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">minore </i>di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">T. Albinoni.</b> Prima ancora i <b>Green Sound</b>, che ospitano nei propri ranghi due musicisti d'estrazione classica, adattano non soltanto <b>J. S.</b> <b>Bach</b> (<i>Adagio in Sol Minore</i> e <i>Arioso</i>) ma anche <b>M. Ravel</b> (<i>Bolero</i>) e <b>A. Khachaturjan </b>(<i>La Danza delle Spade</i>). Sono da citare anche la stupenda canzone di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Ivan
Graziani</b> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Agnese</i> la cui melodia è presa in prestito da una Sonatina in sol maggiore di <b>Muzio</b> <b>Clementi </b>(1752-1832), e <i>Caruso</i> di
<b>Lucio Dalla</b> che rivisita <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Donizetti</b>. Riguardo i brani pop di autori stranieri di successo c'è da segnalare la canzone <i style="mso-bidi-font-style: normal;">All by myself</i> di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Eric Carmen</b> che è chiaramente ispirata al <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Piano Concerto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>n. <st1:metricconverter productid="2 in" w:st="on">2 in</st1:metricconverter> C minore Op.18 2</i> di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">S. V. Rachmaninov.</b> lo stesso dicasi del famoso brano di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sting</b> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Russians</i> presente nell'album <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The
Dream of the Blue Turtle</i> il cui motivo conduttore viene ripreso da una Suite di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">S. Prokofiev</b>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il luogotenente Kize. <o:p></o:p></i></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;">Naturalmente vi sono altri infiniti esempi in questo campo a dimostrazione del fatto che il rapporto tra
musica classica e Rock/Pop ha radici lontane ma senza arrischiarci oltre credo
possiamo chiuderla qui citando nientedimeno <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Frank Zappa</b> che durante una intervista concessa alla BBC nel
periodo in cui egli stesso era molto influenzato dalla musica classica (il biennio
1983-84 per la precisione per un paio di album incisi con la London Symphony
Orchestra oltre al rapporto diretto avuto con il M° <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">P. Boulez</b><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Perfect Strange</i>) alla cui domanda rispose a
suo modo ."<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il mondo del rock è
decisamente assurdo ma il mondo della musica classica è peggio".<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></i></span></span></p>
<p style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: justify;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"> </span></o:p></span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: right;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><strong><span>LUIGI CIAVARELLA</span></strong><span><o:p></o:p></span></span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: right;"><span><span style="font-family: Libre Franklin;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: center;"><span><o:p><span style="font-family: Libre Franklin;"></span></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span></div><span><span style="font-family: Libre Franklin;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><span style="font-family: Libre Bodoni;"> </span></span><p></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: center;"><span><span style="font-family: Libre Bodoni;"><br /> </span><span style="font-family: Garamond;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 5.4pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 5.4pt; text-align: center;"><span style="font-family: Garamond;"> <o:p style="font-size: 13pt;"></o:p></span></p>Luigi Ciavarellahttp://www.blogger.com/profile/12548432578951296955noreply@blogger.com2