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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

IO, IL SABBA NERO, LA NEVE CIECA E IL SATANISMO FASULLO.

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Breve riflessione su un paio di album dei Black Sabbath. Il primo album dei Black Sabbath che acquistai fu Paranoid, credo nell’estate del 1971. Nonostante l’orribile, fuorviante foto di copertina (una raffigurazione caricaturale di  guerriero con il casco da motociclista che impugna minaccioso una scimitarra), lo comprai lo stesso perché fui attratto principalmente dal brano omonimo, l’incredibile hit che la mia generazione aveva già mandato a memoria prima ancora dell’uscita dell’album. Pubblicato con la mitica etichetta Vertigo (storico logo a spirale), era la seconda emissione per la formazione inglese. Il primo album, uscito l’anno precedente aveva destato più di una curiosità (sopratutto per quella copertina angosciante raffigurante una figura femminile al centro di una scena decadente) ma non aveva suscitato abbastanza clamore. Perlomeno non come Paranoid che fu a dir poco una folgore scagliata con forza su una scena rock già di per sé in movimento. Intanto il 45 gir

FESTA FARINA E FOLK, APPUNTI PER UNA BIOGRAFIA.

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La formazione popolar/tradizionale Festa Farina e Folk di San Marco in Lamis nasce agli albori degli anni ottanta con lo scopo di riproporre la bellezza dei canti tradizionali del nostro paese, con l’ausilio di una strumentazione essenziale composta da chitarre acustiche, mandolino, qualche piffero e percussioni varie provenienti dalla tradizione contadina del posto. Attingono, per le loro scelte di repertorio, dal volume, uscito qualche anno prima in paese, curato da Raffaele Cera , dal titolo “ Canti popolari di San Marco in Lamis ” che, grazie alle trascrizioni musicali fornite dal M° Luigi La Porta , ne agevola l'opera di apprendimento. Pubblicheranno nella metà degli anni ottanta due audio cassette. La prima, Canti popolari di San Marco in Lamis Vol.1 rappresenta senz’altro un fatto senza precedenti nella storia musicale del paese poiché per la prima volta vengono pubblicati su supporto audio quei canti che finora circolavano soltanto oralmente. Il risultato è no

MA WOODSTOCK FU UNA VERTIGINE.

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Un viaggio sentimentale legato al ricordo del famoso Festival Rock.      Scoprii le meraviglie di Woodstock un paio d’anni dopo lo svolgimento dei fatti. Il triplo album vinilico che ne sortì (in seguito anche un doppio integrativo che includeva anche gli assenti del primo tomo) lo comprai da un amico che me lo cedette volentieri per pochi franchi, che si chiamava Ives come Ives Montand e gli piaceva il blues. Da lui ricevetti i primi rudimentali insegnamenti di musica blues al punto di immaginare la costituzione di una band incentrata sulla musica del diavolo, contaminata però con il boogie sull'esempio dei  Canned Heat ,   peraltro presenti con un brano ( Going Up the Country ), in apertura del primo disco subito dopo John B.Sebastian . Questi due nomi furono i primi che mi colpirono, (forse insieme a Coming Into Los Angeles di Arlo Guthrie ) , che avrei portato dentro di me per il resto della vita: il “sogno” di John Sebastian e la voce in falsetto di Alan Wilson . Og