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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

LA NUOVA CANZONE SAMMARCHESE IMPEGNATA SUI TEMI SOCIALI.

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Con Michela Parisi e Lucia Ruggieri nasce in paese una nuova identità di canzone che si rivolge ai temi sociali e all' attualità. Nel mese di marzo del 2010 il periodico locale <Times in Lamis>, ben diretto da Massimiliano Nardella , - a cui tra l’altro ero stato chiamato anch’io a collaborare -, pubblica un lungo articolo a firma Grazia Parisi dal titolo <C’è musica a San Marco, ce n’è per tutti i gusti> fornendo ai lettori una panoramica abbastanza veritiera dello stato di salute che godeva allora la musica nel nostro paese. Dalla lettura “postuma” noto però che si evidenziano anche alcune citazioni estrapolate dal mio libro<Bande e Gruppi musicali di San Marco in Lamis> pubblicato nel 2005 con altri Autori, provocandomi, a distanza di tanti anni, una piacevole intima soddisfazione nonostante nell’articolo non vi fosse traccia delle fonti consultate. Lo spunto mi è ritornato in mente in questi giorni durante il tentativo di sistemare nel mio box la co

QUEL VICOLETTO CHE RILANCIO’ LA CULTURA POPOLARE.

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Angiporto Sant’Antonio Abate in corso Matteotti fu, negli anni settanta e ottanta, la vera anima spirituale e culturale del paese dal quale fuoriuscirono i protagonisti dell’attuale scena culturale e musical popolare. Le origini di Festa Farina e Folk. Prima Parte. CELANO MUSICA Per costruire le vicende musicali del nostro maggior gruppo musical - popolare ( Festa Farina e Folk ) bisogna partire da un angolo di paese molto caratteristico che si trova su corso Matteotti. Si tratta dell’angiporto Sant’Antonio Abate, ovvero quella via stretta e breve che conduce ad una piazzetta interna dove un tempo convivevano alcune significative attività creative e sociali. Oggi una cancellata in ferro ostruisce il passaggio ma un tempo non molto lontano questo luogo quasi nascosto era un centro vitale dove si fabbricavano idee e dove si somministravano pillole di solidarietà. Una cultura militante che insieme all’associazionismo qui facevano tutt’uno. Senza escludere l’Arte che in ques

"ITACA" di Costantino Kavafis

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Costantino Kavafis (1863  - 1933) Quando ti metterai in viaggio per Itaca  devi augurarti che la strada sia lunga,  fertile in avventure e in esperienze.  I Lestrigoni e i Ciclopi  o la furia di Nettuno non temere,  non sarà questo il genere di incontri  se il pensiero resta alto e un sentimento  fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.  In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,  né nell'irato Nettuno incapperai  se non li porti dentro  se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga.  Che i mattini d'estate siano tanti  quando nei porti - finalmente e con che gioia -  toccherai terra tu per la prima volta:  negli empori fenici indugia e acquista  madreperle coralli ebano e ambre  tutta merce fina, anche profumi  penetranti d'ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,  va in molte città egizie  impara una quantità di cose dai dotti Sempre devi avere in mente Itaca -  raggiunge

MICHELE RENDINA, CANTANTE MELODICO IN TERRA AUSTRALIANA.

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MICHELE RENDINA vive in Australia da tempo immemorabile e in quel lontano paese, tra le altre cose, si diletta a cantare. Dal momento che la sua è una bella voce melodica, ideale per interpretare canzoni italiane senza tempo per un pubblico formato da connazionali all'estero, lui ne dispensa in quantità considerevole. La nota nostalgica è d'obbligo per parlare di lui dal momento che queste performance di ricordi struggenti avvengono quasi sempre in quei luoghi dove spesso gli italiani d'Australia si raccolgono per le loro abituali feste patriottiche.  Lo stesso bravo cantante ha pubblicato, che io sappia, due lavori analogici: il primo è il 45 giri dal titolo <Sono un essere umano/L'amore a primavera>, nel 1974, (brani composti da John Papaleo e Guido Colella con gli arrangiamenti di Joe Paparone), che qui ne riproduco la copertina, mentre l'altro mi par di ricordare che fosse un EP in formato album però con poche canzoni che ho ricevuto in prestito d

L'INNOCENZA RITROVATA (PARALIPOMENI) DI RAFFAELE CERA.

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< Giunto al termine di questo viaggio, mi sono accorto che le tante cose che ho raccontato mi suggerivano riflessioni di carattere più generale, che non posso mettere da parte giacché esse sono tali da creare i presupposti per approfondimenti che investono la persona, nella complessità del suo essere e del suo destino. Approfondire certe intuizioni, analizzarle alla luce anche di esperienze più recenti, può essere l’occasione per conoscere meglio me stesso e trasmettere ad altri lo stimolo a fare altrettanto. Oggi più che mai abbiamo bisogno di meditare con calma su certi temi e aprire nuovi squarci e nuove prospettive di vita interiore. Da qui l’idea di porre mano a una sorta di appendice allargata che ingloba ventuno sezioni, ciascuna delle quali ha valore in sé ma anche in rapporto con le altre> RAFFAELE CERA      * Il termine <Paralipomeni> fa riferimento alle cose tralasciate. 

SEI ANNI SENZA ALVIN LEE. STORIA DI UN INCONTRO.

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Alvin Lee al Ribs and Blues Festival, 2012 Ci lasciava esattamenete sei anni fa a causa delle complicanze di un intervento chirugico il chitarrista Alvin Lee , figura carismatica del rock e fondatore dei Ten Years After , la mitica rock blues band fondata a Nottingham nel 1967.   Nel momento in cui sto scrivendo queste note in ricordo della sua leggendaria carriera musicale sto ascoltando il superbo The Last Show , l'album che testimonia il suo ultimo concerto tenuto per l'occasione in terra olandese, con precisione al Ribs and Blues Festival il 28 maggio 2012. Lui morirà il 6 marzo 2013, di cui oggi ricorre l'anniversario. L'album possiede un suono hard blues, il genere che Alvin lee ha suonato per tutta la sua vita nonostante gli inizi furono dettati da una passione per il blues. Un genere  non diverso da quello che ha coinvolto anche Eric Clapton, John Mayall e molti altri finiti poi ad inseguire, come il suo gruppo del resto, contaminazioni varie, sempre per

LE VICENDE DI MARINETTE NEL ROMANZO STORICO “LE DUE LUNE“ DI MARIA SCERRATO.

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Maria Scerrato sembra prendere in prestito gli slanci ritmici narrativi di Balzac per coinvolgerci in un racconto ricco di intrecci eroici che ha come sfondo la città di Gaeta, l'ultima roccaforte del regno delle Due Sicilie, assediata dai piemontesi e prossima alla resa. Una città martire che tuttavia prova a resistere con dignità, pur avvertendo sulla sua pelle il peso tragico della caduta incombente. Siamo nel febbraio del 1860 quando Gaeta vive i suoi ultimi giorni di città borbonica. Provenienti da diverse parti d’Europa confluiscono in sua difesa molti volontari spinti probabilmente da un afflato romantico o per spirito d'avventura. Molti provengono dal disciolto esercito del generale Lamoriciére che aveva combattuto per lo Stato pontificio. Ma in questo lembo di terra si spingono anche  alcuni rampolli della aristocrazia francese desiderosi di combattere una battaglia a sostegno della causa legittimista. Tra questi i visconti La Porte de Puyfferet, Mesnil de Ma

LA GUERRA DELLE DUE LUNE Romanzo storico di MARIA SCERRATO.

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<<Gaeta, novembre 1860, all’alba dell’Unità d’Italia, la città è stretta dalla morsa dell’assedio delle truppe piemontesi. Il re delle Due Sicilie Ferdinando II resiste eroicamente asserragliato nella fortezza con i suoi fedelissimi. In aiuto del giovane sovrano Borbone e della sua bellissima Regina, Maria Sofia di Baviera, accorrono i rampolli dell’aristocrazia europea per difendere con le armi, il loro legittimo diritto a regnare. Tra costoro vi è Marinette, giovane contessa francese che intende realizzare un sogno di indipendenza personale, aderendo ad una causa irresistibilmente romantica. Fervente sostenitrice di idee progressiste femministe ma vagheggiando un confuso ideale cavalleresco, si traveste in abiti maschili per fuggire dalla villeggiatura in Provenza ed arrivare in Italia. Con la complicità dello spregiudicato cugino, il colonnello Theodure de Christen, prenderà parte ad alcune vicende militari importanti come la sortita del 4 dicembre a Gaeta e la battagl