FAJARAMA, FAJARAMA!

< Fajarama, Fajarama> bel nome, caro all'infanzia! 
Fronda e ramaglia con iridi pendule: foglie, rame e oro di sole brulicante nel fogliame. A un vento di fronda, d'incanto si sollevano velari su mondi di fiaba. I rivoli del sole avvolgono e trasfigurano rami alberi bosco. Allora, immersi nell'oroverde di un sortilegio, si invocava Tarzan: alla candida puerizia, è sempre naturale vivere e parlare con piante, animali, gnomi, Biancaneve, santi e spiriti folletti.
Ora che quel mondo è concluso, pur vi si ritorna per un attimo di rifugio. Conforta ancora l'azzurrino saluto dei non ti scordar di me, il rosso delle fragole, e, nel mese di San Matteo, quello gridellino dei ciclamini; e poi dei prodighi avellani, degli agili ornelli e dei carpini. Ti investe ancora il bagliore dei gattici trascorsi da fulgida gioia, Se il vento scuote uno di questi alberi e solleva la pagina bianca della fronda, esso ti guarda con mille occhi di meraviglia. Gattice, o albanello come si chiama la nostra genete ruarale, che mai vuole quest'Argo sublime? <Ti vedo,dice, mentre ti veli e ti disveli>.
Ma, con questi poveri occhi terreni che mai più si può vedere. mio Dio, da una rupe, nella profondità di questo tuo Cielo? >

PASQUALE SOCCIO


(<S.Matteo, rupe riva di luce>, Editrice Catapano, Lucera 1978, illustrazioni di Nick Petruccelli



PASQUALE SOCCIO 1907 - 2001

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