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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

DON ANTONIO COLUCCIA : UN PRETE DA COMBATTIMENTO.

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Originario di Specchia (Salento) don Antonio Coluccia è un sacerdote impegnato nella lotta contro le mafie e, per questo motivo oggi è sottoposto a provvedimento di protezione (I suoi angeli custodi come li ha definiti ieri sera). Nella padula, dove è avvenuto l'incontro, don Antonio ha parlato di legalità, di mafie, di criminalità, e corruzione ma anche di tossicodipendenza ed altri drammi del nostro tempo coinvolgendo una platea molto attenta e numerosa intervenuta per ascoltare le sue parole. Don Antonio , sulle orme dei tanti sacerdoti eroi che lo hanno preceduto (penso a don Puglisi, don Gallo, don Milani, etc.), rivolge da tempo la sua attenzione verso i bisognosi, gli emarginati, i poveri che la Chiesa di Papa Francesco oggi dedica una maggiore attenzione rispetto al passato e di cui il giovane sacerdote pugliese ne è chiara testimonianza. In una villa romana confiscata ad un boss della banda della Magliana, diventata un presidio di legalità, egli accoglie tutti quelli c

I DOORS DI JIM MORRISON : FU VERA GLORIA?

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Come spesso accade ad ogni uscita in edicola riguardo collezioni di cd importanti del rock vi nascono discussioni intorno al tema: cosa abbiano rappresentato e cosa possono raccontarci oggi a distanza di tanto tempo alcuni classici del rock ritornati a nuova vita? La discussione è aperta soprattutto sui social dove questi argomenti prendono vita con assoluta genuinità, dove pareri strettamente personali si scontrano con la solidità della storia che si è già espressa sui contenuti e non ha bisogno di ulteriori ragguagli. E’ successo in passato e succederà sempre poiché sono queste le strade che percorre la grande distribuzione in edicola riguardo i prodotti musicali che sono senza dubbio di assoluto interesse generale. Ci son passati tutti: Bob Dylan, Dire Straits, Jimi Hendrix, etc., rimasterizzati, con emissioni di inediti, in accattivanti confezioni dove diventa quasi impossibile rinunciarvi, soprattutto per coloro che, come me, hanno visto nascere quel disco (in vinile), ne so

IL BLACK METAL DEI VENOM, FORMAZIONE “SATANISTA”.

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Nati nel 1979 in Inghilterra (Newcastle) i Venom devono la loro fortuna musicale ad una miscela di suoni dal carattere monolitico, devastante e abrasivo come mai si era sentito prima. Sono importanti nella storia del Rock per aver tenuto a battesimo la nascita del Black Metal , che trae spunto dal loro disco più famoso, dal titolo omonimo, pubblicato dalla Neat nel 1982, inventando un genere nuovo all’interno della musica Metal. La loro musica è la sintesi innaturale di un suono disarticolato, distruttivo, violento costruito su composizioni prive di qualsiasi senso logico. La canzone cessa di avere la sua centralità melodica per diventare una poltiglia di violenza e perversione in grado di fomentare una scena che di umano conserva ben poco. La formazione d’altra parte è composta da tre elementi poco rassicuranti, con una conoscenza molto ibrida dell’uso degli strumenti (tipica del Punk, che sta agonizzando in questo scorcio di fine decennio) e una mentalità aperta all’occultism

“NAZZ NAZZ” OVVERO QUANDO IL TRADITIONAL DIVENTA POP.

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Ripropongo un articolo pubblicato nel giugno del 2011 con qualche correzione nella forma.                  Può apparire blasfema e persino oltraggiosa da parte di un gruppo di ragazzi e ragazze, studenti del locale Istituto Superiore Pietro Giannone , questa incursione corsara nei fondali della tradizione popolare sammarchese, cosi ricca di storia da riempirci un libro ( Canti popolari di San Marco in Lamis , a cura di Raffaele Cera , 1979) e divenuta nel frattempo, in tanti anni di ricerca e di approcci musicali, fonte di ispirazione di formazioni folk formati sulla scia di queste melodie stupende cresciute all’ombra dei vari Celano Musica , Muntagnole e soprattutto dei Festa Farina e Folk , il gruppo che per ultimo ha saputo darle una valenza definitiva, per continuità e rispetto,   nel solco della tradizione, sino ai giorni nostri, non prima di aver pubblicato, durante la loro storia, un paio di audiocassette originali e un album, nel 2007, che rimane a tutt’oggi   il vertic

I TEMI DELLA MORTE E DELL’ANGOSCIA NELLA MUSICA ROCK DEI SETTANTA.

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Questo articolo è stato pubblicato in origine il 31 ottobre 2013 nella rubrica musicale Music'Arte del sito www.sanmarcoinlamis.eu.   Antonio Bartoccetti classe 1947 leader degli Antonius Rex ed affini.  Antonio Bartoccetti , incide nel 1969 il suo vinile più famoso,” Tardo pede in magiam versus ”, ma lo tiene nel cassetto, come da leggenda, sino al 2001 quando la Black Widow , etichetta italiana specializzata nel recupero di vecchi feticci e nuove voci di profeti nostrani dediti all’hard esoterico, ne ristampa una doppia versione, vinile e digitale, per il piacere di quella frangia di ascoltatori che amano questo genere di suoni. I suoni appunto. L’album citato, a nome Jacula, (dal nome di una eroina di fumetti di fine anni sessanta molto popolare in Italia), è dominato dal suono ossessivo di un armonium cupo e tedioso che, con la voce di Doris Norton , al secolo Fiamma Dello Spirito , puntella di suggestioni funerei l’intero percorso, spaziando tra citazioni esoteriche

IL PRIMO VINILE NON SI SCORDA MAI.

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Scusate se parlo un pò di me Il primo long playing che ho comprato risale alla fine di febbraio del 1971. In quel tempo abitavo in Alsazia e avevo da poco conquistato il diritto al lavoro in una piccola fabbrica alla periferia della città di Colmar . Ero lì da meno di due mesi quando ricevetti il primo salario di febbraio (la prima paga in assoluto che io abbia mai ricevuto!) che mi servì per acquistare la bicicletta (in tre rate), un giradischi mono della Telefunken (sei rate) e appunto il primo album rock della mia vita. Il disco, che custodisco ancora gelosamente tra le mie memorie importanti, si chiama Clicklewood Green dei Ten Years After (foto sopra) e si tratta del secondo disco pubblicato dal gruppo di Alvin Lee dell’era hard blues, dopo l’esplosivo Ssssh . L’acquisto in verità mi era stato consigliato, così come pure il giradischi, da un mio carissimo amico che, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, rimane, - nonostante abitiamo a distanze siderali - , la perso

"LU FAVUGNE" POESIA DI TONINO GUIDA.

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LU FAVUGNE Scioscia calle lu vénte, E' propria 'nu fétente quist'anne lu Favugne! Dalla fine de Giugne c'è misse a menà' foche, ha pigghyate 'gni loche e l'ha annesertute. Ce fa sentì 'sbalute! Po' jèsse che masséra 'ddu nuovolone nire e ce 'mponta lu ggire de stu calle scekattuse e tante appeccecuse!!!   Antonio Guida. Il favonio o lu favugne , come scrive Tonino Guida in versi dialettali garganici, è un vento caldo, appiccicoso, umido che ci colpisce sopratutto d'estate. Ma - come ci ricorda anche Giuseppe Messina , scrittore foggiano, nel suo libro di formazione " Papaveri rossi ", con sottotitolo "i l soffio del favonio " - il favonio rappresenta sopratutto una metafora dell' amore visto nei suoi meandri erotici e sensuali. " il calore che avvolge e penetra il corpo... ti accarezza e ti avviluppa come le mani e le braccia di un amante insaziabile ", scrive