IPOTESI DI NASCITA E SVILUPPO DELLA MUSICA POP A SAN MARCO IN LAMIS
Le vicende musicali legate alla nascita dei gruppi pop
a San Marco in Lamis ( pop come popolare nel senso largo del termine ) hanno
avuto origine nel dopoguerra quando alcuni musicisti dilettanti del posto hanno
provato a dare forma e sostanza alla genesi di piccole formazioni eterogenee
allo scopo di suonare insieme canzoni napoletane, canti locali e anche un
pizzico di musica americana, importata dagli alleati. Senza alcun impegno
particolare se non quello di stare insieme e condividere ( e soddisfare ) comuni
passioni. Prima c'erano state in paese soltanto bande musicali e qualche
sporadico cantastorie che si dilettava a raccontare in musica fatti locali
provenienti dalla tradizione popolare. Le bande municipali eseguivano anche
pezzi d'opera durante le feste di paese. In questo ambito abbiamo avuto persino
ottimi direttori d'orchestra che hanno saputo saldare col territorio un legame
molto forte in termini di rapporti corrisposti. ( Si pensi soltanto alla
costituente prima banda ufficiale, periodo fine ottocento, diretta dal Maestro
Ferrante, poi Lozzi e infine negli anni ‘20 affidata al Maestro Giordano,
facendo seguire una solida tradizione che sopravvive magnificamente sino ai
giorni nostri attraverso l’impegno e la professionalità del Maestro Claudio Bonfitto
).
Tonino Lombardozzi,
indimenticabile maestro di fisarmonica, è stato invece, insieme a Luigi La
Porta, Nazario e Antonio Tancredi e Francesco Russo,
l'iniziatore di una nuova era musicale poiché arricchisce l'ambiente di nuove
contaminazioni musicali in grado di interagire con i sentimenti e le passioni
della gente. Fu una musica suonata con pochi mezzi, con semplicità disarmante
eppure così intrigante da risultare fondamentale per le sorti musicali del
paese, primo tentativo di dare senso ad una aggregazione di intrattenimento che
fosse in grado di allestire piccoli spettacoli musicali con mezzi adeguati e un
repertorio gradito agli ascoltatori. Essi suonano in ogni angolo del paese
prettamente musiche tradizionali, popolari e arie napoletane.
Poi sorgono altri nuclei ( tra la metà e la fine dei
cinquanta ) questa volta nati intorno alla figura di Antonio Verde ( Walter
Pitet ) nella cui bottega di barbiere in corso Matteotti avvengono i primi
miracoli aggregativi, tra pennelli e mandolino, sino a dare un volto e
una dignità ai primi gruppi musicali autodidatti pronti ad allestire anche loro
serate di intrattenimento in ogni luogo. Antonio Verde insegna ad un numero
sempre crescente di apprendisti musici le rudimentali nozioni che servono per
allietare una serata o il necessario per una serenata d’amore. Suonano insomma musiche
ed eseguono canzoni più o meno sullo stesso esempio di Lombardozzi e co.
Tra loro si distingue Michele Fulgaro, chitarrista autodidatta, che
diventerà punto di riferimento di tutte le band che si costituiranno durante
gli anni sessanta ed oltre, assumendo da subito una certa leadership se non
altro per aver contribuito a fondare in paese il primo vero gruppo veramente
pop, stabile ( I Mods o Modernissimi ) nel senso che essi
suonano la musica del loro tempo presa in prestito dalla radio e in seguito
dalla tv e la riproducono di pari passo nei vari happening in cui suonano.
Questa forma naif, genuina e semplice, dura sino alla
fine dei sessanta dopodiché, a partire dal nuovo decennio, la musica si
articola maggiormente con i nuovi suoni che appaiono all’orizzonte
moltiplicando le tendenze e il numero delle bands che d’ora in poi si
rivolgeranno soprattutto verso i giovani. Lombardozzi e Fulgaro continueranno
a suonare le loro musiche con passione intatta incuranti del tempo che passa
mentre fuori dal loro mondo impazza il fragore della nuova scena.
Gli anni 70 vedono una nuova generazione di gruppi più
rivolti al rock, genere più creativo e seducente. Nati sulla spinta delle nuove
vicende musicali internazionali la nuova musica trova altri nomi ed altri
protagonisti altrettanto importanti in grado di trasmettere nuove vibrazioni in
un ambiente come sempre molto recettivo.
Oggi tutto è nuovamente in discussione, lo scenario ha cambiato metodo ed indirizzi musicali, promuovendo nuovi suoni più adeguati ai tempi che stiamo vivendo mentre i nuovi musicisti hanno acquisito una maggiore consapevolezza dei loro compiti creando di fatto una bella scena viva e dinamica. Un formidabile esempio che ci invoglia ad esplorare con partecipazione e curiosità gli angoli visibili e nascosti di un mondo giovanile in movimento di cui non possiamo che esserne fieri.
Oggi tutto è nuovamente in discussione, lo scenario ha cambiato metodo ed indirizzi musicali, promuovendo nuovi suoni più adeguati ai tempi che stiamo vivendo mentre i nuovi musicisti hanno acquisito una maggiore consapevolezza dei loro compiti creando di fatto una bella scena viva e dinamica. Un formidabile esempio che ci invoglia ad esplorare con partecipazione e curiosità gli angoli visibili e nascosti di un mondo giovanile in movimento di cui non possiamo che esserne fieri.
( Luigi Ciavarella )
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