DIECI ANNI SENZA SYD BARRETT
Dieci
anni fa scompariva Syd Barrett, il mitico fondatore dei Pink Floyd.
Per
l'occasione ripubblico, con qualche piccolissima variazione di forma, il pezzo
che pubblicai il 23 maggio del 2010 con titolo diverso (I Pink Floyd e lo
spirito di Syd Barrett nella Swinging London del 1967) nella rubrica Music'Arte
del sito www.sanmarcoinlamis.eu.
L'anno
1967 è di
norma considerato per i destini della musica rock un anno di forte
evoluzione musicale poiché avviene in quell'anno fatidico una impennata
vorticosa e incontenibile dei picchi qualitativi del genere tale da provocare
una svolta epocale nel fragile tessuto giovanile, in America come in
Inghilterra, come dappertutto, meno in Italia che recepì il fenomeno musicale
in termini modaioli.
In Inghilterra,
ma più esattamente a Londra, centro di coagulo di tutte le manifestazioni e le
tendenze artistiche e musicali del tempo, in termini musicali vengono portati a
compimento i cardini inquietanti della nascente musica psichedelica, formata
sul ceppo ambiguo dell’ apologia della droga come consumo e liberazione della
mente verso soluzioni creative. La mescalina, le anfetamine ed altre sostanze
tossiche come LSD ( droga sintetica di largo consumo tra i giovani ) impiegate
nella costruzione dell’edificio psichedelico spazzarono via in un baleno tutto
il recente passato musicale imponendo un modo nuovo di fare musica. Tutta la
scena freak beat dominante in quel momento, formata da molti gruppi pop
importanti ( Animals, Yardbirds, per citare alcune
tra vittime più illustri ) , che a sua volta aveva raso al suolo tutta la
memoria storica dei sessanta in Inghilterra ( soul, beat e rhytmn & blues,
ecc… ), collassò davanti alla furia devastante prodotta dalla rivoluzione
psichedelica, una forma di virulenta controcultura che sovvertì dalle
fondamenta tutta la tendenza musicale in quel momento imperante.
Gli
artefici di questa rivoluzione furono un gruppo formato a Londra da tre ragazzi
di buona famiglia provenienti da Cambridge guidati da un eccentrico personaggio,
anch’egli di Cambridge, Roger
“Syd” Barrett, che fu il
fondatore e leader indiscusso del gruppo, in quell’anno di grazia abituali
frequentatori del locale UFO dove
il gruppo stava sperimentando le nuove vibrazioni sonore e si stavano
producendo le prime basi sceniche costruite su giochi di luce colorate ( i
famosi light show ).
Nascevano
cosi i PINK FLOYD.
I Pink
Floyd, che prendevano il nome da Pink Anderson e Floyd Council – due
oscuri bluesmen del delta molto amati da Syd Barrett - , iniziarono a sperimentare
la loro musica, costruita su suoni “..che
ondulavano tra momenti ritmici e altri statici … ( K. Rexrouth del S.Francisco Examiner )
o “ anarchia pura “
secondo il Sunday
Times, in modo autorevole e inarrestabile il 15 dicembre 1966,
attrazione principale, insieme ai Soft
Machine, al Roundhouse,
un ex deposito per treni nella zona di Nothing Hill, gestito da Arnold Wesker,
per una serata musicale-culturale organizzata dalla rivista International Times.
Il gruppo suonò per la prima volta i suoi brani più famosi Interstellar
Overdrive e Astronomy Domine all’interno
di uno spettacolo suggestivo dominato dalle luci psichdeliche del light show,
prima di essere interrotti a causa di un guasto all’impianto elettrico.
Al
Roundhouse si consuma cosi in modo definitivo ogni rapporto col passato
musicale e si sperimenta il primo tentativo di aprire il locale alla nuova
musica psichedelica, ritenuta una musica di forte tendenza. Un viaggio senza
ritorno. Ma il definitivo lancio della musica psichedelica avvenne all’UFO Club, un locale
che assunse, grazie alle esibizioni dei Pink Floyd, vasta risonanza e il
marchio doc di riferimento di tutta la scena psichedelica di Londra "dove
la gente che vi frequentava conversava, ascoltava musica e assumeva marjiuana
per tutta la notte", secondo una cronaca del tempo. L’UFO venne
inaugurato il 23 dicembre 1966, una settimana dopo il Roundhouse, dalle
performance oltre che dai Pink Floyd, anche dai Soft
Machine ecc. In quel locale vi passarono in seguito un po’ tutti
i gruppi psichedelici di Londra, tutta la scena underground inglese
inevitabilmente vi suonò creando prestigio e visibilità ad un luogo che
diventerà nel tempo come l'espressione massima della causa psichedelica in
Inghilterra. In quel luogo, ritenuto il tempio dell’underground inglese, vi
suonarono dai Tomorrow di
Keith West e Steve Howe, (futuro chitarrista dei Yes) ai John’s Children di
Marc Bolan, ai Kaleidoscope,
psichedelici dalle tinte leggiadre, sino ai Blossom Toes passando
per tantissimi altri piccoli ma importanti gruppi che il tempo li ha fissati
per sempre in una dimensione storica imprescindibile. ( cito: All’ombra di Sgt Pepper_ Storia della
musica psichedelica inglese_ di Federico Ferrari_ 2007).
L’avvenimento
più importante, decisivo, caotico e definitivo atto culminante nell’orgia
psichedelica, supergalattico nelle sue funzioni paradossali e auto celebrative
fu l’appuntamento all’Alexandra
Palace del 29 aprile 1967 denominato 14th
Hour Technicolor Dream, un concerto storico che avrebbe, nelle
intenzioni degli organizzatori, polverizzato, in termini di successo e di
presenze, tutto il passato e celebrato la nuova musica in modo degno e
definitivo. La festa durò per tutta la notte sino alle 10 del mattino. Nel
cartellone furono annunciati, oltre ai Pink
Floyd di Syd Barrett, massima
attrazione di ogni manifestazione psichedelica e profeti del movimento, una
infinità di gruppi, tutti-nessuno-escluso,
ma molti daranno forfait. Tra i presenti i Pretty Things, I Deviants, i Soft Machine, I Purple
Gang, I Move, ecc.. Il famoso cartellone,
icona di
una epoca irripetibile, disegnato da Michael
Mc Innery, diventerà il manifesto simbolo di tutto il movimento
psichedelico. I Pink Floyd vi giunsero alle quattro del mattino proveniente
direttamente dall’Olanda dove avevano effettuato alcuni concerti, e suonarono
in una suggestiva cornice creata dalle prime luci dell’alba che filtravano
dagli interstizi dei finestroni sulle pareti. Ma la performance dei Pink Floyd
non fu eccellente, secondo i testimoni dell’epoca, forse per l’eccessivo stress
accumulato in quelle settimane frenetiche o forse perché la presenza di Syd Barrett, minata dai primi
problemi di natura comportamentale, a causa dell’ abuso di anfetamina e altre
droghe, iniziava a dare i primi segni di cedimento.
Le
celebrazioni della stagione psichedelica si conclusero il 22 dicembre dello
stesso anno nel teatro Olimpia con un
megaconcerto interminabile, caotico e autoreferenziale denominato Christmas On Earth Continued, con la
partecipazione sostanziale degli stessi gruppi dell’Alexandra Palace,
vissuto per tutto il tempo a base di musica e consumo spietato di anfetamina ed
LSD, in una nottata eclettica come sempre caratterizzata da una eccessiva
sublimazione della parola libertà. Syd
Barrett durante la
performance manifesta in modo inequivocabile gli effetti di tanto acido
consumato in modo plateale dando segni di smarrimento, primi accenni ai demoni
che stanno prendendo la sua vita in modo irreversibile. Fu quello il suo ultimo
concerto. A marzo dell’anno successivo i compagni lo sostituiranno con David Gilmore, amico del gruppo
anch’egli di Cambridge, quando ormai la sua presenza fu ritenuta non più
affidabile, insostenibile per i progetti del gruppo. Syd Barrett, dopo il crollo
psicologico, uscirà di scena in maniera definitiva, sprofondando nel vortice
della sua follia che lo accompagnerà per tutta la vita, divenendo da subito
oggetto di culto, nonché figura massima per la nascita della musica
psichedelica essa stessa propulsione essenziale e vitale per la storia di
questo movimento chiamato rock.
I Pink Floyd dopo le prime esibizioni all’UFO
vennero ingaggiati dalla Columbia / EMI per una cifra considerevole per quei
tempi. Incisero il primo singolo Arnold Laine / Candy And Currant Bun,
messo subito all’indice dalla BBC per il suo testo ambiguo. Seguirono : See Emily Play / Scarecrow ,poi Julia Dream e Careful with That Axe Eugene ecc…,
in tutto dieci brani che rappresentano la bibbia della musica pop inglese ancor
prima di essere il manifesto
della musica psichedelica inglese e
geniale summa della mente creativa e schizoide di Syd Barrett.
Seguirà
l’album manifesto della musica psichedelica inglese, quel THE PIPER AT THE GATES OF DAWN scritto
interamente da Syd Barrett,
pubblicato nel 1967 dalla Emi/Columbia, e registrato presso gli studi della Emi
in Abbey Road, curiosamente nello stesso periodo in cui i Beatles, nello
studio accanto, stavano provando l’epocale Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band ,
in uno dei momenti decisivi per la vita del rock.
Astronomy
Domine e Interstellar Overdrive ,
rappresentano i due poli principali dell’album, in cui il suono dei Pink Floyd si riconosce, due lunghi brani, in
circostanze dal vivo ancora di durata maggiore, dominati dalle tastiere di Richard Wight e dalle trame imbastite da Syd Barrett su un tappeto sonoro di grande
suggestione. Il brano d’apertura in particolare, tutto intensamente giocato su
suoni tribali e spaziali, magnificamente allegorico sui temi del “ viaggio “,
avrà poi una forte influenza nei suoni del cosiddetto kraut rock, agli inizi dei
settanta, quando quella vasta congrega di sperimentatori tedeschi si ispirerà
proprio ad Astonomy
Domine per costruire la propria fortuna musicale. Ma
nell’album si raccontano soprattutto fiabe dai colori pastello, storielle
infarcite di gnomi e fate, scritte su terreni vischiosi impregnati di
controsensi fantastici o allegorie infantile dominante su versanti sonori
imprevedibili influenzate dalla cultura della droga, materia necessaria per
espandere la mente e sintonizzarla su frequenze molto alte dove pochi possono
raggiungerle.
Syd
Barrett, allontanato dal gruppo, pubblicherà due album ufficiali, The Madcap Laughs e Barrett, nel 1970, con gran fatica,
prodotti da David Gilmore,
il chitarrista che l’ha sostituito in seno al gruppo ; due scrigni preziosi,
piccoli capolavori infarciti di gemme, schegge di diamanti impazziti. Diamante pazzo,
appunto, come lo ricorderanno i suoi compagni nel brano Shine On You Crazy Diamond, nell’album Wish You Where Here a
lui dedicato nel 1975.
I Pink
Floyd già dal secondo album A Saucerful Of Secrets (
Columbia, 1968 ) iniziano quel lento distacco dai canoni psichedelici per
approdare verso un suono più eterogeneo di grande qualità, frutto di una nuova
visione del rock, più spaziale e sperimentale, ma in stretta continuità col
passato, che darà loro grandi soddisfazioni commerciali e artistiche. In questo
senso si pensi che l’album The Dark Side Of The Moon viene
considerato, forse a torto, a mio modesto avviso, come l’apice della musica dei
Pink Floyd. Certamente è il lavoro che ha dato loro maggiore soddisfazione
commerciale e agli audiofili irriducibili un ottimo strumento di formazione. A
me, e parecchi altri, un po’ meno. Noi gli abbiamo sempre preferito
l’imprevedibile e leggiadro Syd Barrett e personalmente considero l’album
del pifferaio alle
soglie dell’alba come
uno dei dieci album più importanti del rock, dalle origini ad oggi.
Sid Barrett muore a Cambridge, dopo una vita vissuta in
totale isolamento, all’età di 60 anni il 7 luglio 2006.
LUIGI CIAVARELLA
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