CHI FERMERA' IL DECLINO ?

Tra pochi mesi il paese sarà chiamato ad esprimere un voto per le amministrative. A differenza degli altri anni, questa volta si voterà col sistema maggioritario ovvero chi avrà ottenuto più voti avrà il potere per i prossimi cinque anni.
Ciò significa che i simboli dei partiti tradizionali avranno una funzione relativa poiché prevarranno le liste civiche assemblate con i nomi dei candidati sindaci in chiara evidenza. Personaggi della politica nostrana, vecchi e nuovi, che si proporranno quali salvatori della patria. 
Non conosciamo ancora i loro nomi, salvo qualche indiscrezione apparsa sui siti locali, bocche cucite anche sui nomi dei candidati consiglieri, su probabili volti nuovi che potrebbero segnare la differenza. I nomi li avremo alla vigilia della consultazione quando i giochi saranno conclusi e le varie alleanze avranno trovato uno sbocco definitivo. Sono i riti della politica mai cosi segretati come in questo momento. Prevale ovunque la consapevolezza che la posta in gioco in questa partita può essere determinata anche da un solo voto di scarto. 
E mai come in questo frangente sembra alla portata dei più scaltri, dei più abili nel cercare le persone giuste senza preoccuparsi troppo della loro qualità purché abbiano alle spalle parentele e fedeltà collaudate in precedenti consultazioni. Anche perché il paese non dispone di profili nuovi, indipendenti e disponibili ad entrare nell'agone politico anzi proprio la carenza di candidati all'altezza della situazione fanno pensare al peggio. Ne avrebbe ma si tengono bene alla larga, comprensibilmente. 
A tutt'oggi i partiti o movimenti che hanno comunicato la loro partecipazione alle prossime elezioni sono tradizionalmente i soliti UDC dell'on.Cera uscente e il PD, antagonisti storici, di cui non sappiamo se manterranno i rispettivi simboli. Di sicuro SEL sarà al fianco del PD non sappiamo invece se vi faranno parte anche le altre forze di sinistra. La Capitanata Democratica di Michele Aucello e il PRC di Antonello Soccio, "naturali" alleati del PD, stentano a trovare una collocazione all'interno di una coalizione di sinistra. Come pure non conosciamo il ruolo che avrà Tiziano Paragone che, partito con largo anticipo con una lista che raccoglie forze politiche eterogenee, (San Marco bene comune) sembra uscito di scena salvo ripensamenti. L'ultima chance potrebbe essere quella di una sua candidatura alle primarie del PD qualora il partito decidesse di effettuarle. Degli altri partiti in lizza come per esempio Movimento Cinque stelle e coalizione di destra, non conosciamo ancora nulla. Del Movimento grillino, minato al suo interno da una disputa incomprensibile, che sulla carta rappresenta la novità più attesa, potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia mentre una lista di destra, che va da Fratelli d'Italia a Forza Italia, ben rappresentati in paese, com'è consuetudine faranno conoscere le loro mosse soltanto alla vigilia delle elezioni.
Tutto ciò in un paese allo sbando, con un dissesto finanziario certificato e una condotta morale e civica fuori da ogni regola, che ha caratterizzato la vita politica e sociale di questi ultimi cinque anni, mai cosi scadenti sotto ogni profilo. Un quadro che raffigura un "medioevo" fondato sul clientelismo più deleterio, che ha mortificato il tessuto socio culturale della città, che arretra il paese su posizioni ante guerra, senza fornire alcuna prospettiva per il futuro, chiuso com'è alla modernità, senza energie e senza stimoli creativi e progettuali. Un declino dalle proporzioni epocali. Una crisi d'identità e di valori che non ha precedenti nella storia del nostro paese.
E' questa dunque la fotografia.  
Di questo dovranno farsi carico i nuovi padroni del vapore. In un contesto in cui la popolazione giovanile raggiunge altri luoghi per non tornare più. La migliore gioventù che parte e non torna più. Lasciando alle loro spalle, in questa valle di lacrime soltanto residuati bellici e mediocrità latenti.
Difficile immaginare il futuro in questo paese.
Luigi Ciavarella






     

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