PERSONAGGI STORICI DI SAN MARCO IN LAMIS : MICHELE FULGARO, MUSICISTA POPOLARE.

Quando a Michele Fulgaro, classe 1940, gli viene regalata la sua prima chitarra ha soltanto 11 anni e nessuna idea circa il modo di suonarla. Il contatto con lo strumento, a cui sarà fedele per tutta la vita, si rivela subito produttivo poiché, appena appreso i primi accordi, carpiti sui pochi giornali d'epoca, Michele è già pronto ad inserirsi negli ambienti musical popolari del paese, che sono pochi ma abbastanza vivaci.
Nella metà degli anni cinquanta, in paese, bisogna dirlo subito, vi è già una certa scena musicale che prende spunti dal repertorio melodico napoletano contaminato con canzoni popolari del posto. Il sodalizio, attivo sin dal dopoguerra, fa riferimento ad autentici pionieri come Tonino Lombardozzi, Nazario Tancredi, Luigi La Porta, Francesco Russo, eccellenti musicisti che stanno scrivendo le prime pagine di una storia memorabile che avrà nel tempo un suo sviluppo naturale, evolutivo, con risultati importanti che resteranno quale patrimonio della nostra storia.
Il suo "debutto" da protagonista però avviene piuttosto repentinamente, in una veste insolita, durante le feste di carnevale del 1957, insieme a Matteo Napolitano e Armando Inglese, responsabili di un famoso siparietto comico, ingenuo e divertente, ricco di inventiva e originalità che servì a farlo conoscere in paese. Si chiameranno gli Speranzoni e, tra gli altri meriti, saranno i primi a dare corpo alla nascita del prototipo di artista da avanspettacolo, spontaneo e seducente.Una forma di spettacolo improvvisato infarcito di sberleffi e stornelli paesani che saranno una delizia per la San Marco in bianco e nero, contadina e impertinente, che si prepara a mutare pelle nonostante la soverchiante fatica dei tempi. E' il fascino delle radici che qui viene ben rappresentato con sincerità e che avrà uno sviluppo più metodico, dagli anni sessanta in poi, attraverso l'arte visionaria e fantasiosa di Luigi Soccio, alias Maestro Tackis.   
Qualche anno prima Michele Fulgaro partecipa alla nascita del gruppo pop sammarchese, i Walter Pitet di Antonio Verde, (1954) che è stato personaggio fondamentale poiché è generalmente considerato il primo musicista popolare in paese a inventarsi una forma aggregativa di gruppo aperto e organizzato su basi condivise, coinvolgendo intorno a sé un certo numero di persone col fine di allietare feste e matrimoni con canzoni paesane e qualche accenno di brani di successo, che, insieme ai balli tipici, saranno gli ingredienti basilari della loro ricetta musicale.  
Rispetto al gruppo di Tonino Lombardozzi citato sopra, i Walter Pitet suonano un repertorio di musica più sui generis che alterna balli tradizionali e canzoni, con un occhio di riguardo verso i gusti dominanti, diversamente dal gruppo di Lombardozzi, per esempio, dove invece, accanto ai vincoli di amicizia e di appartenenza comune ad entrambi i gruppi, si evince una certa attitudine culturale più marcata nei confronti delle proprie radici musicali. Non a caso il maestro Tonino Lombardozzi è in primis un insegnante di fisarmonica, con metodi di studio pari ad una comune scuola di insegnamento.
Del gruppo fanno parte oltre a Michele Verde e Michele Fulgaro, anche Giuseppe Petrucci, Matteo Napolitano e Matteo Vigilante.      
Nel 1963, al termine del servizio militare, Michele Fulgaro è tra i fondatori del complesso (come lo chiameremo d'ora in poi poiché è questo il termine adottato nei sessanta sopratutto dalle parti del beat) i Mods o Modernissimi, interessati a far crescere una scena ormai liberata dai laccioli della timidezza e quindi dilagante in ogni angolo del paese, con i loro ritmi e le loro melodie accattivanti. Al nucleo principale, come è consuetudine, vengono aggiunti altri elementi come i fratelli Vigilante, Antonio e Giuseppe,chitarra e sassofono, e Angelo Iannantuono alla fisarmonica che, a partire dalla nuova denominazione Arcangelo e il suo complesso, sarà presenza fissa nel giro degli spettacoli che si produrranno nel paese, sopratutto tra i tavoli imbanditi delle feste nuziali. Michele Fulgaro adotta altri strumenti, come la tromba e spesso anche la batteria, nel suo personale curriculum di musicista completo, oltre ad essere la voce solista del gruppo con compiti di leader. 
Infatti possiede una bella voce, accattivante e cristallina, ben sintonizzata sulle note melodiche proveniente dai successi di cantanti quali Claudio Villa o Luciano Tajoli, ma anche attenta a sostenere i ritmi più avanzati dei nuovi urlatori nonostante la principale preoccupazione della band sia quella di suonare tanghi, valzer e tarantelle che sono poi i motivi più richiesti dal pubblico e sempre adatti allo spirito della festa.    
Nel 1968, anno di transizione epocale, i Mods si sciolgono per fare spazio ad una nuova formazione più in sintonia con i tempi, i Protheus, che, nella storia musicale del nostro paese, verranno ricordati come uno delle migliori in assoluto. La presenza di Beppe Monte (nome d'arte di Giuseppe Chiaramonte) nel ruolo di cantante solista e nuovo frontman del gruppo, cambia i progetti del complesso. Vengono ridimensionati i balli tradizionali a favore dei brani di successo dove Beppe Monte ha modo di mettere in campo le sue doti di cantante melodico che diventano presto marchio del gruppo, offrendo ovunque atmosfere da balera comune a molte altre realtà contemporanee. Hanno un repertorio di canzoni rubate all'attualità, fresche e seducenti, (come avviene ovunque in Italia) e fanno in modo che diventino il polo di attrazione dell'intero universo paesano stimolando nel contempo la nascita e la proliferazione di altri gruppi. 
Sono complessi giovanili che nascono in quegli anni sulla scorta di un entusiasmo molto contagioso. Hanno in comune tutti la stessa passione e si pongono gli stessi obiettivi ma saranno meteore nel firmamento della storia musicale a cavallo del decennio : the Birds, the Wolves, the Butterflies, i Draghi e le Pietre Azzurre, più inclini al rock nascente, sono questi i nomi dei gruppi che avranno i loro momenti di notorietà nelle balere del luogo e negli ambienti deputati alle feste giovanili poiché salvo qualcuno il resto cesserà di lì a breve ogni attività. Sono tuttavia i segni del tempo che bruciano ogni aspettativa e questi gruppi fanno da spartiacque tra vecchio e nuovo, tra una musica antiquata e involutiva che ha cessato di esistere e una nuova, flessibile e frizzante che si affaccia alla ribaalta in piena sintonia con i desideri dei giovani.
I Protheus ( il cui organico è formato, oltre ai due leader, Michele e Beppe, da Matteo Napolitano alla batteria, Michele Perta alle tastiere e Michele Verde, figlio di Antonio - il famigerato "zio rosso",- alla chitarra ) appartengono al tempo in cui le feste nuziali si sono trasferite dagli ambienti casalinghi agli spaziosi ristoranti di paese, dove si può suonare all'aperto o nei Dancing Club, nati nel frattempo, oppure durante feste danzanti scolastiche, dove tutto è possibile persino suonare nei concerti di piazza (una bella foto in b/n del complesso la si può vedere sul front del cd "Sammarco Pop", in piedi a scalare sui gradini dell'ex cassa armonica della villa comunale). 
Nella San Marco dei juke box, rinascimentale e colorata i Protheus assumono la leadership della piazza, ovunque ci sia bisogno dei loro servigi (per esempio durante le feste in maschere dei carnevali di paese cosi ricchi di struggente tradizione, di cui si è persa persino la memoria), insomma ovunque ci sia spazio e persone disposte ad ascoltare.
Il gruppo dura sino al 1973 dopodiché cessa di esistere. L'anno precedente Beppe Monte partecipa al programma radiofonico La Corrida, celebre trasmissione condotta da Corrado, con il brano Tanta voglia di lei dei Pooh guadagnando il secondo posto. L'improvvisa notorietà del cantante dei Protheus mina gli equilibri all'interno della band per cui è costretta a sciogliersi.
Michele Fulgaro chiude così la lunga prima fase della sua storia musicale. 


La riprenderà nel 1980 in seguito alla nascita dei Revival, di cui fanno parte Bonifacio Tancredi, Serafino Antonio Panzone, Angelo Iannantuono, Giuseppe Bonfitto e Mario Masullo, (spesso raggiunti sul palco dal maestro Tackis e da Tonino Rispoli) che avrà soltanto il compito di ricordare ai numerosi fruitori il tempo che passa inesorabile, attraverso ondate di canzoni senza tempo. 
Ma questa è un'altra storia.
Nei primi anni novanta Michele Fulgaro registra e pubblica in modo spartano un cd musicale in cui coesistono alcuni brani di noti poeti dialettali locali (Francesco P.Borazio e Michele Martino), peraltro molto suggestivi, adattati musicalmente, e altre invece più trascurabili covers di cantanti noti.
  
Conservo il ricordo di una immagine struggente, che mi torna spesso prepotente alla mente, come in questo momento di congedo, ed è quella in cui appaiono Michele Fulgaro insieme a Giuseppe Scola e sua moglie Elisabetta Cristalli nell'atto di improvvisare una tarantella, ciascuno munito rispettivamente di chitarra, violino e tamburo, che posano festosi per Giuseppe Michele Gaia, studioso fiorentino di arte e danze popolare, che volle immortalare quello scatto per sempre poiché finì ad arricchire la cover del cd, che conteneva una raccolta di brani popolari nazionali, di cui ho perso le tracce.
Una immagine che vale più di ogni altra considerazione che si possa aggiungere intorno all'arte e la musica di Michele Fulgaro, musicista popolare di San Marco in Lamis, protagonista assoluto di una storia ricca di passaggi epocali in cui ha sempre saputo cogliere, in ogni occasione, sempre gli aspetti più peculiari. 

Luigi Ciavarella






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