TUTTI I CD DELLA SWING CLUB

Seconda ed ultima parte della storia della Swing Club, etichetta sammarchese di produzione musicale, che dal aprile del 2007 al gennaio del 2014 pubblicò cinque titoli quasi tutti interamente intestati a nome di Mikalett ( Michele Giuliani ) proprietario unico dell’etichetta.


Questa storia affonda le radici nei tardi anni settanta allorquando Mikalett provvide a registrare su audiocassetta un congruo numero di tracce musicali in modo piuttosto casuale e senza un programma prestabilito con lo scopo di preservarne la memoria.
Se si escludono i brani di indirizzo religioso, che fanno venire in mente gli anni sessanta delle messe beat, davvero fuori luogo in quel contesto, il resto erano brani scritti in chiaro stile anni sessanta, per melodia e contenuti testuali, semplicità e stile, che sono poi lo stampo classico del cantautore, che non avrebbero affatto sfigurato in un album, per esempio, se resi sufficientemente adeguati ai tempi, di Gianni Morandi ma anche di altri cantanti affini.
Si tratta di brani abbozzati con la sola chitarra e voce, registrati con metodo analogico e abbastanza ben delineati nella loro semplicità compositiva. Mi pare ne fossero una quarantina.
Quando agli inizi del 2007 Mikalett decise di realizzare un compact disc di brani originali , ovviamente quella audiocassetta si rivelò subito il pozzo ideale da cui attingere il materiale per la realizzazione dell’opera. Infatti tutti i pezzi contenuti in “Mondo di sempre”, il primo cd in assoluto della Swing Club, provengono da quel demo, compreso il brano che da il titolo all’album che fu l’unico, in quel contesto, ad essere scritto a quattro mani, anche se un altro brano, “Speranza”, posto in coda all'album, conteneva una poesia del poeta africano N. Ngana
Aggiungo solo che di questo brano esiste anche una versione inedita alternativa con testo (e voce recitante) di mia composizione.
Degli altri brani, dalla mistica “Crederò” alla nostalgica “Dolci ricordi”sino alla ballabile “Drin drin drin” (il suo chiodo fisso) passando per altri due brani tipici del suo repertorio classico, “Io non voglio più” e “Come un robot”, si chiude con un remake del suo primo successo locale “Dimmi di si”, che qui viene riproposto in forma differente. Nel testo della title track, di cui esiste anche un ottimo video realizzato da Antonio Spagnoli, vengono trattati temi del disagio sociale e delle ingiustizie nel mondo, peraltro inconsueti nel panorama complessivo della scrittura musicale di Mikalett.
Nel 2010 vennero pubblicati due album : “Ballata per due briganti” e “Sammarcopop : I singoli”, entrambi ristampe digitali di brani già editi in forma analogica. Il primo, che racconta un fatto storico legato alle note vicende brigantesche del nostro paese durante il periodo post unitario, (i briganti Orecchiemuzzo e Lu Zambre, leggende locali), venne ripubblicato nella ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ma che proviene da una pubblicazione originale effettuata del 1983 in audiocassetta (con una presentazione di Matteo Coco e un bel disegno di Filippo Pirro in copertina) arrangiata da Teo ed Angelo Ciavarella. All’interno una nota di denuncia degli abusi criminali commessi dall’esercito piemontese durante la repressione del brigantaggio, da me scritta, che si inserisce nel filone del revisionismo storico meridionale atto a far luce su alcune vicende tragiche consumate nelle nostre terre che la storia ufficiale ha occultato.
L’altro CD è una raccolta di sette brani con relativi lati B di tutti i singoli (45 giri) pubblicati a San Marco in Lamis da cantautori e gruppi sammarchesi nel corso del secolo scorso. Rappresentato da una bella foto dei Protheus del 1970, il disco raccoglie le testimonianze sonore di Michele Rendina (“L’amore a primavera/Sono un essere umano”), emigrato in Australia, Tonino Rispoli (“La donna dei miei sogni/Oh Susanna”) sensibile chansonnier, scomparso nel 2007, il Mikalett analogico detentore di due 45 giri epocali ( “Dimmi di si/Piangi” e “Canzone va/Chi siamo noi”), il Tackis migliore, diviso tra cabaret e canzone napoletana (“Solletico nervoso/O professore de medicina”), Mayo, (Angelo De Maio) all’epoca giovanissimo cantautore (“La donna che cercavo/L’innocenza i ricordi l’età”), The Fly, gruppo pop di Paolo Pinto e Leonardo Pignatelli (“Via con te/Averti un attimo”), infine Gioantò con un brano in stile new wave ( “Paranoia/Lo show”) arrangiato da Teo Ciavarella e di cui non so dare altre notizie. All’interno una mia nota che spiega tutto il contenuto della raccolta.
Il penultimo lavoro, “Tutto mi appartiene”, pubblicato nel dicembre del 2011, che reca in copertina una bella e suggestiva cover in b/n di Sara La Porta, (mentre il booklet stato affidato a Francesco Paolo Giuliani) è quello più importante per varietà di suoni e produzione artistica avendo impegnato su un telaio compositivo sempre facente riferimento ai sessanta, un arrangiamento moderno e meditato con criteri più professionali.
Alle sessions vi hanno partecipato molti musicisti locali importanti a partire dal sax di Antonio Aucello, le tastiere di Giuseppe Tancredi dei Faberi, la fisarmonica di Michela Mastromauro, il mandolino di Michele Ceddia e soprattutto gli interventi di Ciro Iannacone, (nel cui studio di registrazione sono stati prodotti i cd) tutti impegnati a sostenere lo sforzo di un lavoro compatto e generoso i cui risultati sono evidenti in alcuni brani come per esempio la conclusiva “Sante Marche mia”, scritta in vernacolo sammarchese, che fu molto apprezzata ovunque (una versione video è presente su Youtube) ma anche in altre tracce come per esempio “Tutto ci appartiene”, dai contorni sfuggenti e romantici o “Finalmente abbiamo visto il mare”, con un arrangiamento molto duro puntellato dalle tastiere di Giuseppe e dalle distorsioni alla chitarra prodotte da Ciro, inconsueta denuncia di alcuni fatti storici vissuti nel mezzogiorno durante la repressione piemontese che si riallaccia in qualche modo alle presedenti ballate dedicate ai noti briganti sammarchesi. Del lavoro sono compresi due sentiti omaggi dedicati a due protagonisti della scena musicale sammarchese, Tonino Rispoli con “Oh Susanna” (lato B del suo unico 45 pubblicato in vita) e l’inedito “Addio Pianino” di Luigi Soccio alias Maestro Tackis, omaggio ad un tempo che fu , come recita il testo della canzone, qui arrangiata con i contributi al mandolino di Michele Ceddia, coautore e sodale dell’artista scomparso.   
Il resto dei brani, da “La forza dell’amore”, a “Quando tu”, “La verità è qui” e “Che tempo fa”, sono tutti brani presi, come dicevo all’inizio di questa cronaca, da quel demo analogico che Mikalett ha registrato nei settanta col segreto sogno di farne delle opere dignitose,(ma anche da un’altra audiocassetta analogica) che noi abbiamo contribuito a realizzare, ciascuno forte delle proprie competenze, sicuri di interpretare la sua idea di musica in modo compiuto, che sono stati Mario Masullo (batteria e percussioni), Giuseppe Bonfitto (Basso), Pietro Giuliani (Chitarre) e, riguardo “Mondo di sempre”, con i contributi di Angelo Argentino alle tastiere e Michele Parisi alla chitarra solista oltre ad un coro di ragazze che hanno reso più armonioso l’intero progetto e un altro “coro ingrato” che ha dato il meglio di sé durante le sessions di due brani presenti all’interno dell’ultimo lavoro offrendo una dignitosa e commossa performance partecipativa delle proprie forze evocative affinché tutto avesse un senso e nulla andasse perduto. 
(fine)
Luigi Ciavarella  


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