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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

SE 50 DISCHI ROCK VI SEMBRAN TROPPI (PER SALVARSI LA VITA)

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di Luigi Ciavarella Nel mese di agosto del 2006, io ed Emanuele D’Amore allestimmo presso il Centro Ludico del paese una mostra di copertine di dischi vinilici con uno scopo ben preciso cioè fornire ai visitatori l'idea di stabilire in soli cinquanta dischi il percorso della musica Rock dal 1954, anno conclamato della nascita del R&R, sino alla fine del millennio. Praticamente una bestemmia ai limiti della follia, anche se, in verità, posticipammo la data d'inizio alla metà dei sessanta, che ci parve il vero atto di nascita del rock, moderno e molto più aderente ai bisogni dei giovani. Quindi i favolosi, per certi versi, anni sessanta furono in questo senso un decennio formidabile poiché servirono a mettere a fuoco, ( e tutto è partita da lì ), il concetto di musica rock al servizio di un cambiamento radicale della cultura giovanile, perlomeno sul terreno della crescita sociale in occidente.    Noi non pensavamo di offrire un modello educativo - istruttivo ai

I POETI CHE ABBIAMO AMATO : EVGENJI EVTUSENKO

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La stazione di Zimà P artii… Mi sentivo triste e puro, triste certamente, perché avevo imparato qualcosa nella vita, ma che cosa, non me ne sapevo ancora render conto. Bevvi la vodka coi vicini, in loro onore. Per l’ultima volta attraversai la mia Zimà. Continuavo a camminare, triste e libero, e avendo superato l’ultimo quartiere, salii su un monticello assolato e a lungo là rimasi. Dall’alto vedevo l’edificio della stazione, i magazzini, i fienili e le case. Mi parlò allora la stazione di Zimà. Ecco che mi disse la stazione di Zimà: “Vivo modestamente, schiaccio noci, in silenzio emetto fumo dalle mie locomotive, ma anch’io rifletto molto sull’epoca nostra, l’amo, e non vado contro la mia coscienza. Tu non sei il solo al mondo in questa tua ricerca, nelle intenzioni, nella lotta. Non t’affliggere, figliolo, se non hai risposto alla domanda che ti è stata fatta. Abbi pazienza, osserva, ascolta. Cerca, cerca. Percorri tutta la ter
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LA SCOMPARSA DI JOHNNY WINTER Questo Blog non poteva far passare sotto silenzio una notizia cosi importante come può essere la scomparsa di un personaggio legato fortemente al destino della musica Rock, con particolare riferimento alla storia del Blues di cui JOHNNY WINTER, scomparso oggi, ne è stato il maggiore interprete bianco. Nato 70 anni fa nel Texas, l'albino Johnny Winter ( " albino glabro e con gli occhi di brace " come viene descritto in una celebre biografia a lui dedicata ) suona presto il Blues, l'unica vera autentica passione della sua vita che lo accompagnerà, salvo una breve parentesi agli inizi dei settanta, quando complice una collaborazione infuocata con un altro guitar hero come Rick Derringer , darà vita a un paio di dischi, peraltro di successo, ricchi di veemenza hard blues davvero notevole, durante tutta la sua esistenza. Anzi non si era mai visto nel campo della musica rock blues una cosi totale simbiosi tra artista e musica. Nemm

LA CASA DEI DOGANIERI

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Tu non ricordi la casa dei doganieri sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: desolata t'attende dalla sera in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri e vi sostò irrequieto. Libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non è più lieto: la bussola va impazzita all'avventura e il calcolo dei dadi più non torna. Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s'addipana. Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà. Ne tengo un capo; ma tu resti sola nè qui respiri nell'oscurità. Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende rara la luce della petroliera! Il varco è qui? (ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende... ). Tu non ricordi la casa di questa mia sera. Ed io non so chi va e chi resta. Eugenio Montale