SE 50 DISCHI ROCK VI SEMBRAN TROPPI (PER SALVARSI LA VITA)

di Luigi Ciavarella

Nel mese di agosto del 2006, io ed Emanuele D’Amore allestimmo presso il Centro Ludico del paese una mostra di copertine di dischi vinilici con uno scopo ben preciso cioè fornire ai visitatori l'idea di stabilire in soli cinquanta dischi il percorso della musica Rock dal 1954, anno conclamato della nascita del R&R, sino alla fine del millennio. Praticamente una bestemmia ai limiti della follia, anche se, in verità, posticipammo la data d'inizio alla metà dei sessanta, che ci parve il vero atto di nascita del rock, moderno e molto più aderente ai bisogni dei giovani.
Quindi i favolosi, per certi versi, anni sessanta furono in questo senso un decennio formidabile poiché servirono a mettere a fuoco, ( e tutto è partita da lì ), il concetto di musica rock al servizio di un cambiamento radicale della cultura giovanile, perlomeno sul terreno della crescita sociale in occidente.   
Noi non pensavamo di offrire un modello educativo - istruttivo ai fruitori dell’evento ma certamente dare un imput per spingere i giovani ad approfondire le tematiche del rock, questo si, iniziando da questi 50 quadretti che, per quando possano essere discutibili, non vi è dubbio che rappresentino i punti salienti di tutta la storia del Rock. Sicuramente ne mancano più di uno e in tal senso una corrispondenza sul metodo o sui titoli andrebbe incoraggiata. Tuttavia sono opere di manufatti eterogenei che indicano le tante sfaccettature, gli stili e le prerogative del genere e di tanto sudore, lacrime e rabbia sprecati per amore della musica ; una cifra netta che contiene i segni tangibili del cambiamento attraverso vere opere d’arte, testimonianze imprescindibili e sincere di una leggenda che ha avuto un inizio e mai una fine, che ha saputo denunciare, esaltare ed esprimere i tanti mali che abitano il pianeta, attraverso le parole e le note che servivano in quel momento. 
Eccetto che per un paio di titoli, abbiamo evitato sia la contaminazione tra generi contrapposti che la facile scorciatoia delle raccolte antologiche ( che sono : Fairport Convention per il folk-rock e Nuggets per la storica raccolta di bands fuzz garage e proto punk che incendiarono gli USA durante la metà dei sessanta ) iniziando il viaggio con un disco dei Beatles, posto in funzione di apripista : Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band, che quantunque si sprechino parole intorno al titolo, è stato il primo in assoluto ad indicare il cambio di rotta e certificare una frattura avvenuta in seno della musica rock, proiettando il genere verso una maturità e una consapevolezza nuove e che non hanno precedenti. In coda Uncle Anesthesia del gruppo proto grunge Screaming Trees, datato 1989, che contiene in sé i cardini di un pop psichedelico dalla bellezza unica e suggestiva grazie al suono dei fratelli Connors e, soprattutto, alla voce cartavetrata di Mark Lanagan.  
Le restanti copertine ( originali e ristampe ) furono inseriti in ordine temporale cosi indicate : riguardo gli anni sessanta, ( il periodo più affollato per ragioni comprensibili ), i dischi a nostro avviso più importanti furono:  Jimi Hendrix con Are You Experienced (1967), The Rolling Stones con Aftermath, The Who con My Generation per quando riguarda l’Inghilterra. Per gli USA invece scegliemmo nei Quicksilver Messanger Service di Happy Trails, Live Dead dei Grateful Dead e Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane , i suoni acidi e influenti non solo della California ma dell’intera America di quegli anni agitati. Accanto a loro naturalmente : Bob Dylan di Blonde On Blonde e il Frank Zappa di fine sessanta ( Hot Rats ) che, unito al primo disco dei Doors ( 1967 anno fatidico ! ), Four Way Street di Crosby Stills Nash & Young ( uno dei Live Act più riusciti dell’intera storia del rock insieme a Live At Fillmore East dell’Allman Brothers Band, la band più importante dell’America sudista  ) e il primo album, sulla costa est  degli USA, dei Velvet Underground, quello con la celebre banana di Warhol in copertina, fanno tutt’uno per quando riguarda i sessanta pioneristici oltre oceano.
In terra d’Albione dopo i primi vagiti già citati, ( a cui vanno aggiunti i Pink Floyd di The Piper At The Gates.. e il disco più personale dei Cream, Disraeli Gears ) a partire dai settanta si è assistito alla nascita dell’hard blues, in seguito ribattezzato Heavy Metal, grazie a tre gruppi fondamentali: i Led Zeppelin del numero uno, i Deep Purple di In Rock e i Black Sabbath di Paranoid. Il valore di questi dischi, ancora oggi attualissimi, è di per sé garanzia dell’ immortalità del Rock.
I Fairport Convention di Richard Thompson e Sandy Denny sono stati i protagonisti della rinascita del folk inglese contaminando quei suoni antichi e peculiari alle strutture del rock, creando le basi di un suono che avrà sviluppi sorprendenti nel corso degli anni a venire. Il disco più rappresentativo ( e più famoso ) da avere a tutti i costi è senz’altro Liege & Lief.
Da aggiungere l’unico disco progressivo in scaletta: In The Court Of King Crimson appunto dei King Crimson, il primo a inventarsi artifici nuovi. 
Nella metà dei settanta in Inghilterra esplose il Punk, genere che creò tensione sociale ma anche un ritorno alle radici del Rock. Il disco più rappresentativo della furia nichilista di quel momento è rappresentato dall’unico disco prodotto in vita dai Sex Pistols,  Never Mind The Bollock del 1977. Un altro disco che scaturì da quei fatti è stato London Calling, pubblicato due anni dopo, dei Clash che invece conduce il Punk verso una sintesi di generi diversi che servì a darle una visibilità oltre cortina. ( A mio personale avviso questo disco è il vertice assoluto del Rock di tutti i tempi ! ). Il post punk è rappresentato da Closer dei decadenti Joy Division, dotato di una bellezza spettrale..
Riguardo gli USA vanno citati almeno due titoli dell’East Coast newyorchese dei settanta cosi ricca di talenti: Marquee Moon dei Television e Remain in Light, un geniale funk moderno a cura dei Talking Heads di David Byrne.
La scena proto punk americana è stata indicata nel primo disco dei Stooges di Iggy Pop, fondamentale icona che rappresentò la parte più selvaggia del Rock. 
Il Rock americano degli anni settanta-ottanta è stato rappresentato da Bruce Springsteen, presente con l’inevitabile Born To Run accanto, forse impropriamente ma efficacemente, a Medicine Show dei Dream Syndicate che richiama tutto il capitolo cosiddetto Paisley Undergrond, che provò a rifondare le radici Rock americane partendo dalla lezione dei sixties. Sono stati aggiunti anche Green On Red e Thin White Rope, ( rispettivamente  Gravity Talk e Exporing The Axis )  entrambi gruppi in qualche modo complementari al Paisley. 
I gruppi Husker Du e Dead Kennedy, espressione del punk Rock abrasivo e conflittuale, vengono omaggiati rispettivamente con Zen Arcade, micidiale doppio album dal carattere iconoclasta e l’irriverente Fresh Fruits For Rotting Vegetable che la band di Jello Biafra dovette pubblicare in Inghilterra per l’ostracismo decretato dalla famiglia Kennedy.
Degli altri titoli targato novanta si son scelti, per quando riguarda Grunge ed affini: Nevermind dei Nirvana, il disco che rese universale quella musica, insieme al primo disco dei Pearl Jam ( ma il disco rappresentato in mostra è stato Vitalogy, il lavoro più compiuto ), Louder Than Love dei Soundgarden e Siamese Dreams degli Smashing Pumpkins del geniale Billy Corgan da Detroit. Per il resto si è scelto : i Kyuss per essere stati gli “inventori” dello Stoner,( Blues For Red Sun, 1992 ) Jane Addiction quali emuli dei Led Zeppelin ( il devastante Nothing’s Shocking del 1988 ne è la conferma ); Bob Marley, l’inventore universale del Reggae ( Babylon by Bus ) e il primo album dei Bad Religion, la versione pop del Punk post settanta.
Infine il Rock proiettato verso futuro ( il Noise di allora ) identificato nell’azione musicale dei Sonic Youth ( Daydream Nation del 1988, sorvolando sui primordi ) e, infine, un disco che rappresentasse il metal più estremo ( Sepultura, Choas AD, l’album che meglio sintetizza  genere e sottogenere in un territorio che si perde nella notte dei tempi ). 
+ + +
Si è scelto in coda di dare pure qualche notizia sul Rock italiano che, seppure risentendo delle influenze esterne, ha dato prova di dignità discografica. Il pezzo più pregiato è collegabile al periodo Progressive del disco degli Area ( Arbeit Macht Frei del 1973 ), della PFM ( Storia di un minuto, 1972 ) e il primo disco salvadanaio del BMS. A ciò vanno aggiunti il primo disco di Lucio Battisti, peraltro molto raro, e i dischi più importanti di Francesco Guccini ( Radici ), Fabrizio De André ( un disco a caso poiché son tutti importanti ) e, infine, il boss dell’Emilia rockettara, Libabue in cui si è scelto Lambrusco coltelli e Pop Corn.
Infine riguarda il Rock italiano contemporaneo ( di allora, si intende )  abbiamo indicato in tre gruppi le speranze e le aspettative di crescita del genere: Liffiba con 17 Re , Gang con ( Barricada Rumble Beat ancora legato alle radici militanti dei Clash ), 99 Posse ( Curre curre guagliò ) e Onda Rosse Posse, incontro tra scuole napoletane e romane, che hanno dato lustro al mondo della protesta nelle nuove realtà metropolitane attraverso la denuncia sociale scandita dai ritmi del rap.  
Buon ascolto.
 
A RICHARD & LINDA THOMPSON, autorevoli rappresentanti della scena folk - rock inglese, è dedicato questo pezzo.

LUIGI CIAVARELLA 

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