PREMIATA LA TRIBUTE BAND SAMMARCHESE I FABERI

Nati dieci anni fa sulla scorta di una passione vera per la musica e la poesia di Fabrizio De Andrè, il gruppo I FABERI, da San Marco in Lamis (Gargano) ha finalmente ottenuto i primi riconoscimenti importanti in ambito nazionale, peraltro meritatissimi per il rigore e la passione con cui interpretano la musica del grande genovese. Per la cronaca si tratta dell’importante premio dedicato ad “Alex Baroni” al prestigioso 19° Premio Adriatico riservato alle migliori tribute band italiana, ottenuto nella cittadina di San Benedetto del Tronto di cui stasera saranno protagonisti di un concerto presso la sala Concordia. 

In dieci anni di attività si sono avvicendati in seno al gruppo vari musicisti ed interpreti, ma la loro musica, sempre rispettosa della natura anarcoide di Faber, a tratti persino ossequiosa per il gusto retrospettivo che inevitabilmente il nome rimanda, altre volte teatrale e autoreferenziale, ha in definitiva sempre conservato quel rispetto dovuto al grande protagonisti della storia della musica italiana. Una musica forgiata attraverso concerti spettacolari e performance di grande respiro per l’audacia con cui si è voluto confrontare con un tipo di musica tra l’altro inusuale nel panorama della musica d’autore italiana e per i gradi di cultura che l’hanno caratterizzata, soprattutto da quando Fabrizio De André ha rivolto alla nascente world music tutte le sue energie, a partire da Creuza de Ma ( 1984 ) sino all’ultimo episodio grandioso ( Anime Salve )  prima di sopraggiungere la morte, inaspettata e crudele poiché privò il mondo della canzone d’autore italiana del suo maggiore interprete, colto nel momento della massima maturità artistica.
I Faberi hanno saputo cogliere tutti gli aspetti musicali del cantautore genovese, con una verve stilistica a dir poco prodigiosa, in perfetto equilibrio tra il Fabrizio degli esordi, quelli che meglio la memoria collettiva ha saputo conservare e i tempi della maturità, non trascurando affatto l’intermezzo spirituale e letterario non ultimo anche l’episodio meno rilevante per certa critica ( Storia di un impiegato e di una bomba) in cui Fabrizio traccia senza mezzi termini i mali italiani e le connivenze mascherate del potere con la complicità musicale di Nicola Piovani. Quindi dalle spensierate prime canzoni anti militariste, gli affari di cuore e di costume, la fotografia intima e spietata del cantautore genovese rivive attraverso l’esperienza del gruppo di San Marco in Lamis, in un rapporto che rappresenta la perfezione d’ equilibrio per il gusto con cui il gruppo riesce a focalizzare le tante sfaccettature del cantautore genovese riconducendo in un unico disegno tutta la sua storia.
Sono grandi musicisti con alcuni dei quali ho avuto anche esperienza diretta ( Giuseppe Tancredi, Pietro Giuliani e Felice Nardella, rispettivamente tastiere e chitarre ) mentre con altri, ( Giampiero Monaco e Giuseppe Petruccelli, basso e batteria ) fatto eccezione per il cantante Nicola Fini, per motivi diversi, non ho avuto finora la fortuna di un incontro ravvicinato. Voglio ricordare anche il primo cantante del gruppo Liberatore De Palma, con cui ho presenziato ad uno splendido concerto celebrato a Monte Sant’Angelo e una altrettanto brava violinista di cui mi sfugge il nome e di cui non trovo traccia nei crediti del gruppo.
Auguri ragazzi.

LUIGI CIAVARELLA

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